Premio Racconti per Corti 2019 “Lo specchio” di Francesca Andruzzi
Categoria: Premio Racconti per Corti 2019Entrano in scena un uomo e una donna portando scatoloni.
LUI: ci hanno dato un paio d’ore per mettere dentro le nostre cose
LEI: io non penso di potercela fare. In due ore dico
LUI: così hanno detto. Cerca di capire, è pericoloso
LEI: sarà, ma due ore non mi bastano
LUI: magari ci permetteranno di tornare un’altra volta
LEI: quanto sei ingenuo, sei sempre stato ingenuo tu. Ancora credi alle promesse
LUI: e allora? Abbiamo perso tutto, ma la speranza…quella non me la può togliere nessuno
LEI: la speranza è una cosa, credere alle bugie un’altra
LUI: senti, non voglio bisticciare con te, lo sai. E poi che importa, tu ci sei, io ci sono, ricominceremo
LEI: sì certo…ancora dobbiamo finire di pagarla questa casa, che poi sei stato tu a volerla comperare! Ti ricordi quando ti ho detto ma proprio una casa sotto a un ponte?
LUI: quindi è colpa mia?
LEI: no, ma se avessimo dato retta a mia madre
LUI: ah no, ti prego, tua madre no
LEI: mia madre sì
LUI: senti, te l’ho detto, non voglio litigare, magari ci lasciano un po’ più di tempo…
LEI: ma io avevo bisogno di due giorni per preparare i bagagli per le vacanze, figurati se in due ore posso recuperare una vita
LUI: per adesso prendiamo le cose più importanti
LEI: ma è tutto importante
LUI: oddio, ti supplico, ragiona. Ci sono momenti nella vita in cui occorre scegliere. E “tutto” non va d’accordo con la scelta
LEI: che vuoi dire?
LUI: voglio dire…quando ho scelto te, ricordi? Ne avevo di donne dietro. Mica le ho scelte tutte per iniziare una vita diversa. Ho scelto te, bella, solare, riflessiva, allegra. E mi amavi tanto, come io amavo te
LEI: ah, ecco, è uguale. Ora entriamo e prendiamo solo le cose belle, solari, riflessive e che ci amano tanto. Ma fammi il piacere
LUI: cerca di capire…
LEI: cosa, cosa devo capire? Che due mesi fa, mentre preparavo il pranzo, mentre pensavo alle nostre ferie, mentre ero al telefono con mia madre, dalla finestra ho visto venire giù quel ponte e con lui tutte quelle macchine, quelle persone, il boato, la polvere…sapessi quante volte ho desiderato che quel maledetto non fosse lì, o almeno che la nostra casa fosse da qualche altra parte, ma non volevo sparisse così…pure in colpa mi sono sentita, pensa un po’!
LUI: tu in colpa? ma che dici?
LEI: sì, in colpa, per aver desiderato che sparisse
LUI: amore mio…
LEI: ma non volevo che sparisse così
LUI: lo so
LEI: se lo rivedessi ora quel ponte, dalla finestra della nostra cucina, tutto intero, con le macchine che ci passano sopra, quelle persone ancora vive, non mi lamenterei più. Anzi, lo saluterei ogni mattina e ringrazierei Dio
LUI: per cosa?
LEI: per la nostra casa. Solo ora mi rendo conto di quanto fosse bella
LUI: ne avremo un’altra. Ci vorrà tempo. Intanto la nostra casa siamo noi. Ovunque saremo, sarà casa
LEI: però in due ore non ce la faccio, ecco!
LUI: ci aiuteranno
LEI: ci dovevano aiutare prima, controllando quel ponte
LUI: chi è ora l’ingenuo tra noi?
LEI: tu non lo credevi?
LUI: diciamo che speravo
LEI: ma come si può…
LUI: cosa? lasciare che tanta gente corra un pericolo così grande? Come non so, evidentemente si può
LEI: abbiamo perso tutto
LUI: no, siamo vivi. Loro hanno perso tutto. Quelli che dovevano occuparsi della nostra sicurezza hanno perso tutto, anche la dignità
LEI: pagheranno per questo?
LUI: spero di sì, magari non subito, ci vorrà tempo. Intanto pagheranno la loro immagine allo specchio
LEI: lo specchio! lo specchio che ci ha regalato mia madre, quello che stava all’ingresso
LUI: è rotto. Sai che faremo? Ci guarderemo ogni mattina, io e te, uno di fronte all’altra, uno lo specchio dell’altra. Da qui ricominceremo, con la nostra dignità. Pensi di farcela, in due ore, dico?
LEI: sì, penso di sì…
Mancano del tutto quelle didascalie che fanno immaginare il film ma il tema dolente e il dialogo serrato afferrano l’attenzione.
Grazie Ugo Mauthe per il Suo commento sul dialogo serrato che afferra l’attenzione. Proprio il tema dolente mi convinceva a rinunciare alle didascalie; ognuno di noi ha ancora negli occhi immagini che difficilmente dimenticheremo. Grazie ancora
Storia difficile e molto dolorosa, più adatta ad un racconto che a una rapprestsnzione filmata. Comunque molto brava Francesca, non è facile scrivere dialoghi così reali
Grazie Monica Menzogni per il Suo commento. Ma non è solo merito mio. La forte emozione provocata dall’evento disastroso ha suscitato in me un pensiero per quell’amore che tutto vince. Grazie ancora
Come dimenticare un evento che è certamente fra quelli che ha più colpito l’opinione pubblica nello scorso anno? E non fa male ricordare sempre che a fronte di fatti di cronaca così drammatici ci sono sempre le ricadute sui singoli, sulla vita quotidiana delle persone. In fondo la scelta di non usare le didascalie, visto il contesto della storia può essere anche corretto. In una possibile realizzazione sarà il regista che stabilirà la giusta tensione interpretativa degli attori. Anche nei personaggi ho trovato molto realismo: due caratteri molto diversi, anzi opposti e, nonostante questo, complementari che ritrovano nell’amore il punto di contatto e di ripartenza. Un bel messaggio Francesca!
Grazie Danilo Nucci, con il cuore
Cara Francesca, mi ha fatto venire i brividi questo tuo racconto. Ovviamente, chiunque abbia un minimo di sensibilità è rimasto scioccato nel vedere il ponte di Genova. A marzo, tornando da Nizza, non sono riuscita a guardare nella direzione del ponte … Quanto mi somiglia la tua LEI: non riesce a fare le valigie in velocità, neppure quando va in vacanza; va alla ricerca del “colpevole”; adora gli specchi, ed è arrendevole di fronte all’amore di LUI. Infine, è così vero quello che dici: alle volte, anzi spesso, ci rendiamo conto della nostra fortuna soltanto dopo che l’abbiamo persa. Brava. Complimenti.
Carissima Lucia, intanto grazie. E non solo per i tuoi complimenti che mi confondono…partecipare a questo concorso, così come ho già detto ad un altro “amico di penna” nella sezione Racconti, mi ha dato conferma di quante persone amabili esistano e la mia vera gioia sta nell’essere riuscita ad arrivare al tuo, ai vostri cuori. Purtroppo il tema è tra i più dolorosi, ma qualcuno ha detto che anche nei grandi dolori si può trovare una ragione di vita. Che poi tu ti sia riconosciuta nel personaggio della LEI è per me un grande onore. Sono commossa. Ti abbraccio forte. Anche se non ti conosco personalmente, sento di potermi permettere questo slancio di affetto epistolare, dimostrazione che non siamo fatti solo di materia, ma anche di anima. E la mia si è incontrata con quella di tutti coloro i quali, te compresa, hanno avuto la cortesia e la pazienza di leggere. Posso solo ringraziare per le gratificazioni che mi hai e mi avete donate. Anche un ponte crollato è capace di unire. Sembra un paradosso, ma è così!