Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2019 “Papi e Papo” di Giangiacomo Tedeschi

Categoria: Premio Racconti per Corti 2019

Ieri ho compiuto 6 anni, papi e papo, i miei papà, mi hanno regalato il robot transformer che desideravo da mesi. È rossa Ferrari, un’auto sportiva, elegante proprio come papi, ma quando si trasforma diventa forte, proprio come papo, pronto a difendere. Per poterlo portare a scuola ho dovuto promettere a papi che non l’avrei rotto. Per tutta la giornata sono stato attentissimo: l’ho tenuto accanto a me sul banco durante il compito, a ricreazione ho giocato facendo attenzione a non farlo sporcare di terra, quando ho visto che Andrea uno dei miei compagni lo puntava con lo sguardo l’ho tenuto stretto tra le mani. Ero riuscito a salvare il robot. Ma poi all’uscita di scuola, mentre corrono tutti verso l’uscita, verso i genitori e la maestra è impegnata a farli stare buoni, Andrea arriva e mi strappa il robot di mano, saltando in segno di vittoria col braccio sollevato.

-È mio… è mio.

-Ridammelo, ridammelo ho detto.

Salto seguendo il suo ritmo cercando di riprendermi il robot. Andrea lo agita per aria tenendolo per un braccio:

-Attento. Non romperlo. Papi e Papo mi sgrideranno.

Ma lui ride forte e mi spinge contro la parete dove sono appesi tutti i giubbotti che mi fanno da cuscino, qualche cappotto mi cade anche a dosso. Continua a ridere sempre più forte, sembra uno di quei cattivi dei cartoni.

-Ma non ti vergogni!

Mentre mi tolgo i giubbotti di dosso, lo guardo come quando Papi dice una parola in francese che non ho mai sentito.

-Sì lo dice anche il mio papà, i tuoi sono immoralti

Questa volta lo guardo come quando Papo parla in inglese che proprio non lo capisco:

-Sì immoralti, quando fai una cosa sbagliata che proprio non si deve fare. Vedi i tuoi non ti dicono niente.

Intanto il robot è ancora nelle mani di Andrea che se lo lancia da una mano all’altra oppure, lo tira in aria e poi lo prende al volo quando sta quasi per toccare terra. Devo salvarlo. Mi lancio su Andrea a occhi chiusi, urlo:

-Ridammelo.

Ma lui mi schiva.

-Non mi hai preso, sei proprio una femmina, ha ragione papà diventerai anche tu immoralte come loro.

Chiudo ancora gli occhi prendo la rincorsa e mi rilancio su di lui.

-È mio.

Questa volta non chiudo gli occhi, lo punto bene, fa ancora quella risata cattiva e lancia in aria come i birilli di quel giocoliere che ho visto al circo la settimana scorsa. Mi lancio su di lui e gli colpisco un braccio e sta quasi per perdere l’equilibrio. Il robot è ancora in aria e scende veloce, sempre più veloce. Allungo un braccio, ma sento solo l’aria che mi passa vicino, Andrea mette la mano sotto e lo afferra al volo. Sono tutti usciti, adesso la maestra ci vede e riprende Andrea:

-Ridagli il gioco.

-è tuo, lo vuoi? Allora prendilo.

Lancia il robot lontanissimo verso il cancello. Corro, devo correre, devo correre, devo correre più del vento, come flash. Il robot sta per crollare sull’asfalto, mi lancio come un portiere, chiudo gli occhi e allungo le braccia.

Eccolo lo sento cadere tra le mie mani. Mi sollevo pulisco con la mano i pantaloni e in quello stesso istante mi sento chiamare:

-Gabri tesoro vieni

La voce di papi e papo, sto per corrergli in contro poi mi fermo, guardo Andrea, è solo con la maestra e ha lo sguardo triste, spaventato come il mio quando ho paura del buio e chiamo Papo. Guardo il Robot poi guardo Andrea, poi ancora il robot. Corro verso di lui, allungo la mano e glielo do:

-Tieni ti farà compagnia, me lo ridai domani.

Poi corro da Papi e Papo che mi aspettano per tornare a casa.

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7 commenti »

  1. Auguri a Gabri per i suoi sei anni! Ci sta proprio simpatico con i suoi Papi e Papo, e la sua tranquilla generosità. Complimenti Giangiacomo. Un corto ironico e piacevolissimo.

  2. Grazie per le belle parole e sopratutto per aver colto l’ironia, avevo il timore di averla nascosta troppo 🙂

  3. Mi piacerebbe molto vedere Papi e Papo e anche Gabri. Mi fa anche tenerezza Andrea, con il suo concetto di “immoraltità”, parola troppo grande e pesante per essere pronunciata bene da un bambino! Bentornato Giangiacomo e grazie per questo corto!

  4. Ciao Giangiacomo! Ci ritroviamo fra i corti 🙂 Bello il tuo soggetto, io ci vedo anche un’allusione al bullismo, un bullismo leggero parte da una intolleranza in nuce ed ereditata che Gabri sa disinnescare con il suo gesto generoso, perché i bambini sanno essere terribili ma basta poco ( non sempre ) per farli tornare veri bambini. Mi piace molto come hai risolto i genitori 1 e 2: Papo e Papi è bellissimo. Sei sempre molto bravo, complimenti!

  5. Giangiacomo, bravissimo! La cattiveria che nasce dall’insegnamento degli adulti, ma che nasconde anche la sofferenza. Di contro la generosità, che sa andare oltre le offese. Che riconosce il bisogno. Poter crescere i bambini nell’Amore, solo questo dovrebbe avere importanza. Ma a dirlo e farlo si rischia di essere immoralti…

  6. Ciao Giangiacomo! Sono Lucia 2017. Ci siamo visti pure alla Biblioteca Marconi. Comunque, sei molto bravo come sempre. Sensibile, equilibrato nella scelta dei personaggi, delicato nel linguaggio che in un contesto del genere si sarebbe prestato ad essere triviale o quantomeno poco elegante. Giuro, l’ho letto solo ora. Non ho copiato. Anche a me è venuta un’idea simile, anche se meno esplicitata. A un certo punto del tuo racconto ho pensato ad un supereroe: il bambino “immoralte” che invece diventa “immortale”, cioè nel mio pessimismo catastrofico ho pensato che Gabri, nel prendere il robot, finisse sotto una macchina poverino … sarebbe diventato un piccolo eroe dei giorni nostri. Per fortuna il tuo racconto ha un lieto fine. Bravo e a presto. Ciao

  7. Bravo Giangiacomo. Mi è piaciuto molto il finale, apparente atto di generosità, ma in realtà condanna a morte del suo antagonista. Morte come assenza di sentimento, anaffettività, seguire i pregiudizi come un robot. A presto.

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