Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2019 “Una storia normale” di Donatella Mazzucato

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019

Ehi Marco,io non so raccontare.Mi piacerebbe saper scrivere una storia, una bella storia.Io so solo buttare giù 2 righe per per dire quello che penso.Mi pacerebbe scrivere una bella storia,una storia intrisa di felicità,di amore,di speranza.

Potrebbe essere la tua di storia.

Certo, tu mi dici, la mia storia.Ma io non ho nulla da raccontare.Sono solo un uomo,un uomo come tutti gli altri.Non c’è niente di interessante nella mia storia.

Io ti guardo e penso che stai bleffando. Non può’ essere he tu pensi di essere uguale agli altri.O forse hai ragione tu.Sei come tante persone che vivono senza che i loro giorni diventino palcoscenico.

Ma senti Marco, perché non mi parli di Giulia?Hai voglia di parlarmi di Giulia?

Mi guardi e io riesco a sentire qualcosa di palpabile, di tangibile.

Giulia è l’amore della mia vita. Con lei ho trascorso anni bellissimi,insieme abbiamo riso, giocato, pianto, costruito.Insieme abbiamo guardato avanti,insieme abbiamo plasmato il futuro.

Ha gli occhi belli Giulia—E mentre lo dici sorridi  e io in quello momento penso alle giornate di nebbia , la nebbia di febbraio così frequente dalle nostre parti e a qualche raggio di sole  che si fa largo con fatica .

Mi ricordo la prima volta che l’ho vista….niente di particolare, una ragazza in mezzo ad altre ragazze.Ma i suoi occhi, i suoi occhi mi hanno ipnotizzato. Sai, penso che dai suoi occhi, in quel momento sia partita una scarica emotiva .Ho sentito subito che mi attraeva, mi piaceva….ho sentito che potevo innamorarmi.

E infatti ci siamo innamorati nella maniera in cui si innamorano due ragazzi: io per lei, lei per me, io con te, tu con me.

Abbiamo iniziato così la nostra storia,sai una bella, bellissima storia perché credo che due persone che quando due persone si amano per davvero, la storia non può’ essere che bellissima.

E poi ,con lei,ogni giorno era un giorno nuovo, unico, meraviglioso perché ogni mattina quando aprivo gli occhi sapevo che potevo guardare i suoi che sempre mi trasmettevano quella carica, quella serenità, quell’energia che mi faceva…. vivere!

Aspetta, non voglio dire che tutto fosse perfetto, se dicessi questo direi una stupidaggine!Avevamo anche noi i nostri problemi.

Un giorno si rompeva la macchina e dovevamo trovare i soldi per aggiustarla, avevamo lo sfratto e dovevamo cercare una nuova casa, i suoi brontolavano perché non aveva ancora trovato la sua strada, io tentavo vari concorsi per trovare un lavoro sicuro….

Sai, io sono architetto ma mi sento anche un po’ artista.Dipingo….Ho sempre amato dipingere.Dipingere è fotografare con il cuore.Ci metti quello che vedi più quello che senti e lo colori con quello che provi.

Poi finalmente ho vinto sto’ benedetto concordo e ho iniziato a fare quello che mi piace e  ci dava anche la possibilità di vivere tranquilli.

E la nostra vita scorreva.

Io e Giulia

L’ho sempre amata, molto e credo che lei mi  amasse, molto.

Quando penso a lei sto bene,sorrido e sono sicuro che l’amo ancora.

Sono passati parecchi anni,anni belli,sereni.

Quando la vita scorre tranquilla non ti rendi neppure conto che stai vivendo.Prendi quello che viene con naturalezza, con impalpabile leggerezza. E sono sicuro che deve essere così perché la vita è così.

Però adesso…penso che ogni sera, prima di chiudere gli occhi, dovremmo fare un bilancio della giornata e cercare di spremere, di succhiare tutela bellezza, tutta la forza, tutta la positività di quel lembo di esistenza appena trascorso.

Ma lo dico adesso e capisco che lo dico con il senno del poi.

Marco, fermati un attimo, vuoi che ci facciamo un caffè?  o sì, grazie ! lo bevo volentieri un caffè,,mettimi un po’ di latte, no, niente zucchero.

Vedi, anche ora che sto bevendo questo caffè cerco di assaporarlo quanto più posso.Certo non è il caffè ma è tutta questa situazione che io tento di di imprimermi nella memoria attraverso i miei sensi.io che parlo e tu che ascolti..una situazione che non si ripeterà mai più ma  che, se io tengo scolpita nella mia memoria,sarà sempre presente.

Sai, i giorni sono passati, uno dopo l’altro.Se mi fermo a pensare non riesco a distinguerli bene perchè si assomigliano tutti.Però in testa ho delle immagini ben precise che scandiscono la nostra vita:il giorno del nostro matrimonio, bello,emozionante,stancante.

L’avevo deciso come decidevamo tutto:all’inizio un po’ per scherzo e poi con sempre più convinzione. Era il giusto sigillo alla nostra storia .

E poi la promozione al lavoro.. diventi sempre più bravo,un mi stupirei se un giorno ti chiamasse Renzo Piano per lavorare con lui. E ridevamo, brindavamo e organizzavamo un viaggio per festeggiare.

Come fa una serena normalità a trasformarsi in un dolore immenso, in una sofferenza continua senza che ti si spacchi il cuore?

Lei , lo sai, si è ammalata, SLA, delle peggiori.Chissà quante volte hai sentito parlare di questa malattia! Anch’io, alla televisione.E po uno si chiede come sia possibile che tutto questo patimento, questo strazio ricada su una persona…dolore, solo e soltanto dolore.

E tu soffri con lei, ti consumi con lei, ti annienti in lei. E quando hai un attimo per riuscire a pensare ti ripeti  che non è possibile, non è nei nostri progetti,non c’entra niente con la nostra vita e poi c’è l’incredulità e poi la rabbia e poi la disperazione e poi il dolore, tanto tanto dolore.

Il nostro calvario è durato poco. Io ho lasciato il lavoro perché Giulia aveva bisogno di me.

Io e Giulia, Giulia ed io.

Gioia e dolore, disperazione ed amore.

Se ne è andata e io con lei.No, non è un modo di dire, è proprio così.

Mi dicono che devo ricostruirli una vita, mi dicono che chissà a quante bellissime cose mi riserva ancora il futuro.

E io dico sì, lo farò e io sorrido e qualche volta rido.

E continuo a dipingere…. vorrei riuscire a dipingere un sogno,il nostro sogno.

Io e Giulia, Giulia ed io.

Ecco vedi, questa è la mia storia.

Niente di particolare,solo la normalità, la normalità della vita,

Beh… devo andare…ci vediamo…

Ciao Marco, ti telefono, a presto….

Loading

5 commenti »

  1. Il dolore dell’assenza e il senso di vuoto che lascia la dipartita di una persona amata traspaiono chiaramente in questo racconto da leggere, e rileggere. Intenso.

  2. Racconto molto provante Donatella, si tange la frustrazione e il non poter far nulla per la malattia. Si tocca la fatica del vivere quotidiano. Una telefonata che aiuta a parlare, una telefonata che fa ricordare i bei momenti e anche quelli bui. Una telefonata e basta. Bravissima

  3. Una storia “normale” come purtroppo ce ne sono tante: ho conosciuto persone che hanno vissuto questo calvario, misto a rassegnazione, che tu hai reso molto bene.

  4. Quando la vita scorre tranquilla non ti rendi neppure conto che stai vivendo.Prendi quello che viene con naturalezza, con impalpabile leggerezza.
    E a questa tua bella frase aggiungo: dovremmo prenderla anche con gratitudine e consapevolezza. Bello e al contempo molto triste.

  5. semplice e potente. le cose stanno proprio come è scritto in questa storia. la vita ci passa attraverso con naturalezza, se abbiamo il tempo di pentirci di questa naturalezza e cercare di restituirle il valore che merita…bene, se non ce l’abbiamo o se la vita ci tradisce, come accade qui, è tutta un’altra storia. normale per i più. come questa. SLA, cancro e mille altri mostri. Personalmente ho un debole per questo modo di scrivere, un flusso di parole che mescola dialogo diretto, indiretto e pensieri e fa capire con i dettagli (il caffè) quello che non si vede né si legge.
    Mi rendo conto che potrei scrivere molte altre righe su questo racconto, quasi a ruota libera, tanto mi è piaciuto!

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.