Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2019 “Miao” di Fausto Tarsitano

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019

Miao, ha detto il gatto.

Dimmi, gli ho detto.

Vedi, ha detto lui, viviamo insieme da tanti anni, ormai ci conosciamo bene, credo sia venuto il momento di fare un bilancio del nostro rapporto.

Uhmm, rispondo, va bene; allora mi metto comodo. Prego, la precedenza ai pelosi.

Ecco, ce l’hai sempre  con questa storia dei peli. Lo so, si spargono per casa, ma non li saprei neppure raccogliere, se anche  volessi, e comunque a me non danno fastidio, fa lui, leccandosi la coda

Beh oltre ai peli ci sarebbe altro, ad esempio gli attacchi quotidiani  a poltrone e divano. Non andava bene il tira graffi? Almeno sfogati col cesto dei panni sporchi, quello è in vimini, costa poco.

Tu invece che volevi dirmi?

Ecco…. il fatto è …insomma…

No! Non mi dire che ha deciso di andartene? E’ questo che stai cercando di dirmi? – faccio io con una smorfia di sorriso.

Il solito spiritoso! Dice lui. Senti, piuttosto,  ci sono due cose  che bisogna sistemare.

La prima: questi patè del supermercato sono cattivi e fanno venire il mal di pancia. La seconda: non è tollerabile che la lettiera non venga pulita tutti i giorni.

Niente altro? Faccio io. Quando si dice fare il porco con i guanti ..

E lui:  non sono un maiale, prego, sono un gran bel esemplare di nobilissima razza felina

Allora, faccio io, se vogliamo essere precisi, intanto, della tua nobiltà non ho notizie, visto che sei un trovatello portato  da una volontaria, lei si molto carina, e sei un gatto comune, grigio tigrato,  come ce ne sono milioni.

In secundis, se non fosse che sei il protetto di quelle tre anime belle che vivono in questa casa, io a quest’ora – per fare il bene tuo, intendiamoci – ti avrei già portato in quella colonia  felina che c’è a trecento metri da qui; strada chiusa, niente pericoli, muretti e viali dove scorazzare, gattare che portano cibo con la pala, possibilità di farla dove ti pare, altri gattacci con cui litigare…. Insomma la bella vita.

Così mi ferisci, fa lui, facendo gli occhi grandi, pensavo mi volessi bene! Mi vorresti abbandonare ?

Esagerato! Abbandonare è una parola grossa, diciamo semmai collocarti in una dimensione più adatta alla tua condizione di gatto. Ecco. E poi comunque ci vedremmo spesso. Passerei a vedere come stai, a farti un grattino sulla testa.

Aaah, ma che carino, fa lui. E poi, quando piove? Quando fa freddo? Se mi ammalo?

Ma dai su, a Roma non piove mai e non fa neanche freddo. E poi gli altri gatti allora come fanno?

Infatti, riprende lui, li hai visti come sono conciati? sono così, così magrissimi!

Stanno una bellezza caro mio, fidati:  non vedono la TV, non si beccano le onde elettromagnetiche del wi fi, non sono strapazzati da adolescenti in crisi di affetto.

Ecco, vedi, fa lui. L’affetto, proprio quello. Non ti accorgi che io cerco il tuo affetto? Quando mi struscio passando tra le tue gambe, quando salto sul comò e mi allungo per toccarti con il naso?

Umido, dico, il naso.

Per forza, fa lui, sai come si dice tra di noi? Naso secco/ gatto morto.

Nè! ma tu proprio a me devi volere bene? Hai altri tre umani in casa che ti fanno le feste, ti prendono, ti allisciano, ti spupazzano e tu vuoi il mio affetto. Tra l’altro.. a me piacciono i cani e tu non sai fare neanche bau.

Lo so che gli altri mi adorano, del resto, sono così belloccio, però quelli sono rumorosi, fracassoni. Tu ti muovi silenzioso. Ci assomigliamo quindi.

Se, se! Ti sbagli  e pure di tanto. Io non perdo peli a raffica, forse qualche capello, non mi affilo le unghie sui divani, mangio con le posate cose cucinate, non mordo le piante e soprattutto non mi lecco la pancia.

Non ho detto che sei un gatto, infatti. Ho detto che sei silenzioso, un po’ stronzo, ma silenzioso. E comunque, già che ci siamo, ti voglio ricordare che quello scherzetto che mi avete fatto, quando ero ancora piccolo, non è una bella cosa. Non credo tu ne sia fiero.

Infatti no, non ne sono fiero, qualcuno dice che sia una carognata, ma purtroppo la popolazione felina è già in enorme crescita, poi i problemi dei vaccini, ne hai sentito parlare no? E poi  il deficit, lo spread, insomma lo sai come vanno queste cose.

Veramente no.

Però ti sei risparmiato anche un sacco di fastidi: i rapporti di coppia sempre in bilico, i figli che crescono sbandati, ah mio caro, sapessi!  Sei un privilegiato.

Va bene, ormai è andata così, inutile rivangare, certo però  mi sarebbe piaciuto avere dei cuccioletti da veder crescere.

Capisco, beh forse possiamo trovare un accordo: io ti porto in casa un cucciolo e tu la pianti di farti le unghie sui divani e di scavare la terra dei vasi.

Davvero? Lo faresti? Lo sapevo che in fondo sei un buono.  Affare fatto.

Due giorni dopo rientro la sera a casa con una grande scatola di cartone bucherellata e un fiocco azzurro.

La poso sul tappeto in mezzo al soggiorno e chiamo tutti.

Famiglia! un momento di attenzione, vi presento  Temistocle Nazario Da Silva, detto Teo, e tiro fuori dalla scatola un bellissimo cucciolo   di due mesi dal pelo bianco e marrone.

  • Papi, è bellissimo! Ma  di che razza è?
  • E’ un bulldog, gioia, si riconosce dalla mascella.

 

 

 

 

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8 commenti »

  1. Povero miao! Graziosissimo racconto, piaciuto tanto.

  2. Dialogo surreale, ma non troppo per chi quotidianamente parla con i propri amici pelosi. Mi viene da essere solidale con il gatto, che si riconosce nel padrone silenzioso e distaccato, anche se poi farà prevalere il suo essere “stronzo”, con il bel regalo :). Mi è piaciuto molto, Fausto, mi ha catturato fino alla fine. Sembra un po’ una sorta di metafora di certe dinamiche umane. Non è forse vero che spesso veniamo più attratti da chi alla fine ce lo tira in tasca? 😉

  3. Grazie Monica, sono contento che ti sia piaciuto

  4. Silvia. Schiavo, grazie per il commento. E stato divertente scrivere il dialogo.

  5. Bel racconto divertente che rispecchia un sentimento nobile l amicizia

  6. Anche a me è piaciuto molto. Fuori dagli schemi

  7. grazie ad Emanuela Frassinetti ed a Giovanni Benedetti. Lieto che il dialogo immaginario vi sia piaciuto

  8. A casa abbiamo tre gatti tre, la mia compagna chiacchiera con loro senza arrivare a livelli da TSO però si difende ( scherzo!) tutto questo per dire che mi sento vicino alla storia e a Miao e siccome fra cani e gatti scelgo sempre i gatti mi dispiace un poco che debba dividere coccole e affetto con un bulldog. Però il racconto fila come un gatto in corsa, il dialogo è agile come certi salti che sanno fare solo loro… insomma, proprio un bel racconto molto molto piacevole 🙂

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