Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2019 “Il miracolo del baobab” di Michela Masci

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019

C’erano una volta un cavaliere bello e aitante e una damigella triste, che si erano incontrati in una favola come tante, o forse in una realtà improbabile. E quello che era sembrato dapprima un racconto mesto, si era invece rivelato una meravigliosa storia d’amore, di un amore splendido e imprevisto.

Quell’amore li aveva avvinti e uniti, ma il destino continuava a separarli. E tuttavia i due speravano e lottavano per coltivare quel sentimento, per alimentare quel legame che, come il baobab piantato quasi incredulamente in un vasetto dalla damigella, era nato da un piccolo seme, ma stava rapidamente crescendo a dismisura. Tra dubbi, timori e difficoltà, il cavaliere e la damigella condividevano in mille modi le loro esistenze separate eppure inestricabilmente congiunte.

Finché un giorno, finalmente, dopo un viaggio lungo e periglioso, superando ostacoli d’ogni sorta, la damigella potè fare ritorno nella sua terra e incontrarvi nuovamente il suo cavaliere errante. La loro felicità era tale che tutto il mondo intorno ne era irradiato, e ogni cosa sembrava più bella, più viva. Parlavano, sorridevano, si guardavano, si sfioravano, camminavano insieme, come se ogni attimo e ogni gesto fossero i più preziosi della loro vita. E in effetti lo erano, perché purtroppo il loro tempo insieme era misurato dall’inesorabile clessidra della cupa fata del destino, che aveva assegnato loro solo pochi giorni. I due erano decisi a viverli in pieno, cercando di dimenticare il muro di angoscia della separazione imminente, ma non era facile.

Aiutati però dalla radiosa fata dell’amore, il cavaliere e la damigella riuscirono a fuggire in un castello incantato, dove il tempo potè fermarsi per un po’. Vissero così giorni magici, fingendo, credendo e sperando che quella breve illusione potesse essere per sempre la loro vita. Gli alberi li abbracciavano, il sole li baciava, il vento li sfiorava e il mare cantava per loro, e perfino la pioggia era solo una doccia rinfrescante sotto la quale si ritrovavano avvinti. Assaporavano ogni minuto come se fosse l’ultimo, si pascevano l’uno del volto dell’altro, imparavano a memoria le curve e gli anfratti dei corpi, i battiti uniti dei cuori, la cadenza dei respiri affiancati e trepidanti. Il loro amore si sviluppava e si ramificava, proprio come un gigantesco baobab, al punto che si verificò un prodigio che poteva avvenire solo ogni mille anni a due amanti appassionati e sfortunati. Il sentimento si fece tangibile, divenendo un albero altissimo dai rami frondosi. Il cavaliere e la damigella cominciarono ad arrampicarvisi, dapprima titubanti, poi sempre più rapidi e sicuri, fino ad arrivare alla cima, da cui vedevano appena il mondo tutt’intorno, fattosi piccolo piccolo. Lassù, avvolti dal cielo azzurro e infinito, sentirono che avrebbero potuto volare, che ce l’avrebbero fatta. Fissandosi negli occhi si presero per mano e spiccarono il volo, per un momento che sembrò, o forse era, un’eternità… Videro il passato, il presente e il futuro, sentirono fondersi ogni scintilla dei loro esseri, mozzarsi il respiro e oscurarsi lo sguardo… si sentirono, ed erano, una sola cosa… e volarono, volarono, volarono…

C’erano dunque un cavaliere bello e aitante e una damigella triste, che si amavano di un amore forte e grande come un baobab. Grazie al miracolo del baobab un giorno toccarono il cielo, e poi…

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3 commenti »

  1. Per quanto la storia d’amore impossibile tra cavalieri e damigelle sia un tema ricorrente, questo racconto mi affascina non lo solo per il sublime stile di scrittura ma anche per come l’amore spinga a due innamorati ad unirsi in una sola identità.
    I miei più sentiti complimenti 🙂

  2. Una storia onirica che mi ha fatto venire in mente certi quadri di Chagalle. Non l’ho molto capita e non riesco a capire se si tratti di un racconto per bambini o altro.

  3. Vi ringrazio, Antonio e Monica, per I commenti. Penso che questo possa essere un racconto per bambini cresciuti…

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