Premio Racconti nella Rete 2019 “Il sogno” di Michela Masci
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019Ahi, che mal di testa… è da ieri sera e ancora non passa! Ma che ore sono… è così buio… dov’è l’orologio? Ahia!
“Piano, tesoro, attenta…”
“Ma… Roberto, sei tu? Cosa ci fai qui?”
“Shhh… amore, calma, shhh…”
“Roberto, è successo qualcosa? Carletto, dov’è Carletto?”
“Stai, tranquilla, tutto è a posto… Carletto è dagli zii, e Anna dalla nonna.”
“Ma chi è Anna? E dove sono? È così buio qui, non mi sembra casa mia…”
“Ehi ehi, stella mia… che fai, non ti agitare! Va tutto bene. Sei in ospedale, ma stai meglio ora. E Anna… non ricordi, amore…? Anna è nostra figlia: è nata due settimane fa, il 15 maggio, e da allora tu sei stata in coma. Pensavo di averti perso, amore mio… Ma ora ci sei, che bello che ci sei! Ti amo tanto!”
“Nostra figlia??? Ma… Roberto… ahi, la testa…”
“Sì, amore, ti fa male lo so… Stai tranquilla, ora chiamo l’infermiera… Ma quanto mi sei mancata, tesoro!”
“No, aspetta un attimo… cucciolo? Anna… ma… Roberto, che cosa è successo?”
“Calmati, amore… Aspettavi la bambina, tutto è andato bene fino al parto, poi… ma lascia stare, riposati ora, c’è tempo per parlare…”
“Roberto, sono confusa… È l’ospedale di Bari questo? E Tommaso dov’è?”
“Povero amore… sei proprio confusa… un giorno o l’altro mi farai proprio ingelosire di quel tuo collega pugliese! Sei all’ospedale di Siena, vicino casa.”
“Casa, quale casa? Casa tua?”
“Casa nostra, amore!!”
“Mia e tua?? Ma allora… io e te… viviamo insieme? Non ricordo… com’è successo?”
“Ma tesoro, davvero non ricordi niente? Amore mio, siamo sposati, viviamo qui da tanti anni ormai, con nostro figlio Carletto…”
“Perdonami, cucciolo… sono confusa… Ho fatto un sogno… credo… uno strano sogno…”
“Di nuovo uno di quei tuoi incubi coi mostri, amore?”
“No, senti… C’ero io, e c’era Carletto, e c’eri tu… tu eri il mio amante, ed eri sposato con Marisa, e io ero sposata con Tommaso e vivevo a Bari, e io e te ci amavamo tanto ma non potevamo stare insieme, e io ero tanto triste, e ci cercavamo, e ci telefonavamo tanto, e…”
“Calma, calma, amore mio! Era davvero un sogno, un incubo… così irreale! Io sposato con quell’insulsa di Marisa, poi! Shhh, cara, dormi ancora un po’ adesso, sono solo le tre… Ti amo tanto… e sono felice, tanto felice… Che voglia di te, amore…”