Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2019 “Mani” di Paola Maldonato

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019

Sporche di pennarello sul tavolo della cucina le mani di Alice seguono le righe del libro per non perdere il filo, colorano fogli, incolonnano numeri, si aggrappano al bordo del tavolo per dondolare la sedia su due zampe.
Finisci i compiti invece di dondolarti!
Le mani di sua madre posano lo strofinaccio, le accarezzano i capelli, sono sempre umide e glieli tirano un po’.
Sfogliano il quaderno, sbarrano gli errori. Solenni ma non austere, con lo smalto rosso e le macchioline sul dorso, profumano di pesca.
Le loro mani insieme, puliscono l’impasto del ciambellone nella ciotola, le dita si inseguono sui bordi sporchi di cioccolato.
Le mani di sua madre scintillano, picchiettano creme, sfumano ombretti, tracciano perfette righe nere sulle palpebre.
Le mani di Alice le copiano ma lei sembra un clown.
Quelle di sua madre puliscono un po’ le sbavature poi, mano piccola nella mano grande, complici, escono dal bagno come due principesse.
Le mani di sua madre si muovono svelte, impastano biscotti, girano il cucchiaio di legno nella pentola, aprono il forno, chiudono il forno, si asciugano sul grembiule, sistemano oggetti, fiori nei vasi e luci di Natale alle finestre.
La casa profuma di buono.
Le mani di Alice, fanno fiocchetti, appendono palline all’albero, campanelli, bastoncini bianchi e rossi sulle porte, si attaccano al vetro appannato della finestra e aspettano papà.
Aprono con mamma la maniglia della porta poi si aggrappano al giaccone freddo e frugano in tasca.
Scartano le caramelle sulla vetta del mondo: sulle spalle di papà.
Strappano la carta dei regali, rompono il torrone insieme alle mani enormi di suo padre, stringono forte il manubrio della bici nuova mentre le mani enormi la seguono attente ma discrete, poi si allontanano… e via da sola, veloce, fino a sera.
Mano nella mano verso casa.
Mani piccole e mani enormi schizzano acqua nel lavandino, si rubano il sapone, sporcano lo specchio, mamma li sgrida… è pronta la cena.

Le mani di sua madre si asciugano gli occhi, lei sorride, fa finta che tutto vada bene.
Mani rapide nascondono in tasca fazzoletti di carta sporchi di pianto.
Alice li ha sentiti litigare, le mani sulle orecchie per non sentire ma li ha sentiti, le mani sulle orecchie tutta la notte.
Le mani di sua madre coprono parole sussurrate al telefono: ‘stanca’… ‘sola’… ‘basta’… ‘tardi’.
Alice ha paura. Le sue mani prendono lo zaino, sbattono il portone.
Niente più mani enormi a montare la sorpresa dell’uovo di Pasqua, ad accendere le candeline sulla torta di compleanno di mamma, ad applaudire alla recita di scuola.
Le mani di sua madre hanno rallentato un po’ e adesso si combinano a quelle di Alice in nuove routine quotidiane.
Tirano fuori confezioni dal congelatore, scatole del take away da buste di cartone, aprono bibite gassate… senza lo straccio, con decisione, sembrano più forti.
Quelle di Alice vanno di fretta invece, sono lì solo di passaggio, prendono la pizza dal frigo digitando sms.
Le mani di sua madre gliela tolgono di mano, premono start sul microonde.
Quelle di Alice premono stop, la piegano in due, gommosa e fredda… mani di tredicenne con le unghie masticate, corrono, non possono aspettare il microonde.
Le mani di sua madre trovano sempre qualcosa da fare, staccano tende, riappendono tende, spostano il divano poi la libreria, rispostano la libreria, coprono il divano, mettono via il vestito rosso, troppo corto, quello nero troppo stretto.
Alice rientra in casa, esce di casa… le mani a volte si fermano sulla porta della stanza di sua madre, rallentano un’istante poi l’accostano, piano, senza fare rumore né domande.
E alla fine le mani di sua madre firmano le carte, chiudono la busta. Sfilano l’anello.
Così suo padre non è più tornato nemmeno a Natale, nemmeno per i suoi diciassette anni.
Le mani di Alice menefreghiste, tirano vestiti per terra e mollano nel lavandino la tazza della colazione. Girano sigarette e la chiave nella serratura della sua stanza.
Si pietrificano quando quelle di sua madre provano a sfiorarle.
Su un foglio di carta scrivono Ti odio per tutto questo.
Le loro mani di donne, sempre più simili e sempre più distanti, si incontrano di rado ormai e solo per caso.

Le mani di sua madre posano lente il telefono, coprono i singhiozzi.
Stringono quelle di Alice per non crollare.
Le mani di Alice le allontanano con forza.
Le mani di Alice sulla bara di suo padre.
Le mani di sua madre tamburellano nervose, sbattono la porta, trattengono il dolore.
Le mani di Alice fanno la valigia, sbattono la porta, trattengono il rancore.
Le mani di sua madre restano in cucina, spostano la tenda, si fermano a spiare il taxi che va via.
Le mani di Alice volano lontano.
Le mani di sua madre abbassano la serranda, spengono la luce.

Le mani di Alice tornano a casa ogni tanto, segnate da una vita dura.
Le mani di Alice invecchiano in fretta.
Le mani di sua madre invece quasi non sono cambiate, stesse macchioline, stessi gesti, nella stessa casa. Aprono, chiudono, spostano, piegano, aspettano.
Scrolla le briciole dalla tovaglia Alice e le sue mani ora sono quelle di sua madre.
Mani senza anelli, che rassettano la cucina… le prime macchioline. Le avvicina distrattamente al naso, immagina il profumo di pesca.
Stanche, abbandonate sul grembiule umido, le mani di sua madre rimproverano Alice più degli occhi, più delle parole. Non la cercano più.
Le mani di Alice maneggiano oggetti di casa che non si ricordano più di loro, sbagliano i cassetti, tastano la parete cercando gli interruttori.
Prendono la teglia dal forno, tagliano una fetta di ciambellone.
Le mani di Alice davanti alla bocca per non vomitare.
Tirano tutto nella pattumiera.
Le mani di sua madre raccolgono la forchetta mortificate.
Le mani di Alice scrivono zucchero sull’etichetta, poi scrivono sale… bello grande.
Le mani di sua madre, nascondono bene in fondo al cassetto i fogli delle analisi.
Le mani di Alice trovano in fondo al cassetto i fogli delle analisi.
Le mani di Alice si asciugano gli occhi, poi continuano a cercare nel cassetto.
La ricetta del ciambellone al cioccolato.
Le mani di sua madre allacciano il grembiule, le mani di Alice lo raddrizzano un po’.
Le mani di sua madre aprono il frigo prendono le uova, il sale.
Le mani di Alice nascondono il barattolo del sale.
Le mani di Alice sopra quelle di sua madre l’aiutano a girare il cucchiaio nell’impasto, aggiungono la farina, versano lo zucchero.
Sfiorano le ossa fragili.
Le mani di sua madre ripuliscono il tavolo tremando un po’, si appoggiano alla sedia davanti la finestra per riprendere fiato.
Le macchioline sul dorso sono macchie ormai, le vene evidenti sotto la pelle quasi trasparente. Lo smalto rosso sempre perfetto, la fede è tornata al suo posto… profumano di pesca.
Le mani di Alice aprono il forno.
Le loro mani riempite da una fetta di ciambellone enorme… ci affondano dentro come due principesse.
Appoggiate al davanzale quattro mani, sporche di cioccolato.
Fuori, non è ancora buio, il cielo è carico di colori e l’aria è tersa come dopo un temporale… è una splendida serata. La casa profuma di buono.

 

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9 commenti »

  1. Bellissimo racconto. Un susseguirsi di immagini impressionistiche che raccontano una storia semplice ma esemplare. Un insolito punto di vista che spiega l’evolversi di sentimenti, relazioni, vite. Un unico appunto, non so se ho interpretato bene ma mi pare che ci sia un’incongruenza temporale, se Alice tredicenne digita sms come può poi essere adulta nella seconda parte del racconto? A parte questo il tuo testo mi è piaciuto molto, complimenti!

  2. Davvero originale questo racconto. Un punto di vista particolare, mani umanizzate che hanno storie di vita da raccontare. Con la tua penna usata con l’abilità di un pittore col suo pennello e tanta sensibilità hai “dipinto” una storia coinvolgente

  3. Bello e intenso. Una storia tutta raccontata da un punto di osservazione traslato, ricchissima di descrizioni sensoriali, usate insieme ai gesti per descrivere i diversi sentimenti della protagonista nel corso di tutta una vita o quasi. E quando la prospettiva ci fa capire la sua direzione tutto, insieme alle mani, ritorna al punto di partenza: il cioccolato, gli stati d’animo, il profumo della casa.

  4. Un racconto dalla struttura circolare, come circolare è il tempo nel suo aspetto assoluto, quello che l’uomo vorrebbe, ma non riesce a controllare, raccontato attraverso la parte del nostro corpo che più è esposta alla vista di tutti e che non può mentire. Quante cose possono raccontarci di una persona le sue mani! Brava Paola, complimenti!

  5. Molto molto bello Paola, come un cortometraggio con la macchina da presa fissa sulle mani, bellissima e originale l’idea di raccontare tramite loro la storia, il succedersi dei fatti, l’incedere del tempo e le sensazioni dei protagonisti. Immagini che mi hanno colmato l’anima di tenerezza ed emozione. Complimenti!

  6. Originale l’idea del racconto con le mani che misurano il tempo di una vita. Complimenti.

  7. Complimenti Paola! Sono tornata volentieri a leggere di mani… Faranno il segno della vittoria? 🙂

  8. Le mani attrici principali del racconto. Ritmo veloce, quasi senza virgole, poi virgole imposte in punti chiave, forse per respirare un po’, riflettere e far riflettere il lettore. Mi è piaciuto.

  9. Lia Palanza
    Una storia come tante, oggi. Anche banale se vuoi, ma resa unica e originale: per una felice intuizione dell’Autrice, le “ mani “, estremità anatomiche alle quali affidiamo distrattamente l’esecuzione di ogni funzione di quotidiana utilità, sono le figure centrali, i personaggi dinamici, strumento di comunicazione dei sentimenti più profondi e, in una forma narrativa asciutta ed essenziale, raccontano la casa, il calore, affetti e tormenti, dolori; lontananze e ritorni. Insomma la vita che scorre. Scavano dentro gli occhi azzurri di Paola.

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