Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2019 “Sonni tranquilli” di Paola Ciregia

Categoria: Premio Racconti per Corti 2019

Giovanni: trentadue anni, alto, ben piazzato fisicamente, capello mosso sempre accuratamente pettinato da un lato, sguardo scaltro e sfuggente tipico di uno che sa cosa vuole dalla vita e, soprattutto, sa come ottenerlo.
E, in effetti, dopo la laurea con lode in Economia, il passaggio da semplice impiegato a responsabile del settore risorse umane della più grande azienda cosmetica della provincia è stato rapido.
Con tutto ciò che, di diritto o per fortuna, ne è conseguito: un ufficio con vetrata a parete come quelle che si vedono in certi film americani ambientati a Manhattan, una segretaria che lo ammira incondizionatamente e che ogni tanto gli porta pure un cestino di biscotti alla cannella fatti in casa e una bella macchina sportiva sotto il sedere con cui andare a fare bisbocce con gli amici nel finesettimana.
Un’ascesa vertiginosa, insomma.
La giornata di Giovanni scorre scandita da impegni e appuntamenti incastrati con precisione geometrica gli uni agli altri, tra riunioni e videoconferenze, lezioni di tennis nella pausa pranzo e trenta vasche in piscina dopo il lavoro (giusto così, per mantenere tonici gli addominali).
La sera, arriva a caso distrutto. Non a caso, va a letto piuttosto presto, Giovanni.
Solitamente non più tardi delle dieci spegne la luce, si sdraia a pancia in giù, infila le braccia sotto il cuscino, trae un profondo respiro e…
Dondola.
Dondolare: è il termine che lui stesso ha attribuito a questo gesto ripetitivo e rassicurante che, ogni sera, compie per almeno venti minuti, sin da quando era un ragazzino. Su e giù con la testa sul cuscino, gli occhi chiusi e la mente finalmente sgombra da qualsiasi preoccupazione o incombenza.
È il solo modo che conosce per addormentarsi, Giovanni. Ed è anche il suo segreto, perché se qualcuno sapesse di questa cosa, cosa penserebbe di lui? Lui, così stimato, così irreprensibile, così dannatamente perfetto.
Penserebbe che è un po’ strano, ecco cosa penserebbe.
E la sua carriera… beh, probabilmente andrebbe in frantumi con la stessa velocità con cui ha preso forma.

 

Susanna: venticinque anni, una bambola in miniatura, con i capelli rosso tiziano ondulati stile diva anni trenta e gli occhi da cerbiatta sempre un po’ ammiccanti. Ufficialmente studentessa fuori corso di Giurisprudenza, influencer di moda per passione, più interessata a essere nota tra gli utenti della rete che non a seguire le orme del padre notaio.
È cominciata per caso, questa cosa dell’influencer. Un paio di selfie azzeccati di fronte allo specchio, agghindata con una fascia colorata nei capelli e un rossetto color glicine a incorniciarle il sorriso e, voilà: i followers si sono moltiplicati a ritmo esponenziale.
Al momento, sono assestati sui quarantamila, ma la previsione è di raggiungere la soglia critica dei centomila entro la fine del mese. Può farcela, Susanna, con la giusta dose di impegno e costanza. Basta attenersi alle spietate regole dei social, vale a dire pubblicare almeno una foto al giorno, tra le nove e le dieci di sera, e piazzarci sotto una didascalia breve ma accattivante che includa, possibilmente, parole come “gratitudine e “solocosebelle”. Perché lo storytelling, si sa, è importante tanto quanto l’immagine.
Stasera, per esempio, ha deciso di postare una foto di sé sdraiata sul letto, con i capelli in disordine e il viso al naturale. Le poche righe sotto la foto recitano: “Stasera niente trucco. Perché non si deve temere di mostrarsi così come si è. #genuinità”. Inutile dirlo, boom di like e commenti nel giro di cinque minuti.
Adesso sì, che Susanna può finalmente andare a letto.
Allora va in bagno, si passa la crema idratante sul viso, si spazzola i capelli e poi…
E poi, rigorosamente nell’ordine: accende e spegne l’interruttore della luce quattro volte, si affaccia alla finestra per controllare che non ci sia nessuno sul terrazzo, fa tre giri intorno al tappeto, torna in bagno a lavarsi le mani e accarezza il suo pupazzo d’infanzia.
Perché se non ripete questi gesti, assolutamente nella sequenza prestabilita, Susanna non riesce proprio a prendere sonno. Certo, se la gente sapesse… se i suoi followers sapessero!
Si ritroverebbe senza più seguaci nel tempo di un tweet.

 

Giovanni e Susanna si incontrano un sabato sera di agosto in un locale della movida versiliese: i loro sguardi si incrociano fortuitamente e, dopo un’ora, i loro corpi sono avvinghiati l’uno all’altro, in un impeto di passione che li travolge e sconvolge.
Ma non pensiate che sia solo l’avventura di una notte, la loro.
Nel giro di un mese arrivano le presentazioni in famiglia e, subito dopo, la convivenza a casa di lui.
Sono una coppia perfetta, Susanna e Giovanni: belli, giovani, vincenti e invidiati.
Poi, però, succede qualcosa.
Dopo tre settimane di convivenza, entrambi cominciano a essere nervosi, irritabili, suscettibili, come se qualcosa li turbasse nel profondo. Sono stanchi, molto stanchi: le occhiaie che portano sul viso parlano di notti insonni e incubi ricorrenti.
Finché una sera, di ritorno da lavoro, Giovanni trova la sua fidanzata che singhiozza in bagno, mortificata e avvilita.
“Non ti ho detto tutta la verità su di me… Io… beh, io ho un segreto.”
Lui la abbraccia con tenerezza e le asciuga le lacrime.
“Anche io ho un segreto di cui parlarti…”
Ed è lì, in quel momento, che si dicono tutto. Quella verità che non hanno mai confessato a nessuno prima di allora.
Poi vanno in camera di letto e, dopo aver fatto l’amore, si lanciano uno sguardo di ritrovata complicità.
Finalmente, possono compiere i propri rituali. Adesso, conoscono il segreto l’una dell’altra.
Lei accende e spegne l’interruttore della luce quattro volte, si affaccia alla finestra per controllare che non ci sia nessuno sul terrazzo, fa tre giri intorno al tappeto, torna in bagno a lavarsi le mani e accarezza il pupazzo d’infanzia che l’ha seguita nel trasloco a casa di lui.
Quando lei ha finito, lui spegne la luce, si sdraia a pancia in giù, infila le braccia sotto il cuscino, trae un profondo respiro e dondola i suoi consueti venti minuti.
Poi, si scambiano il bacio della buonanotte e si coricano dandosi le spalle, come è loro abitudine.
Domani, forse, affronteranno le loro nevrosi. Dovranno trovarla una soluzione, prima o poi.
Ma stasera, no. Stasera, possono finalmente addormentarsi sereni e dormire sonni tranquilli.

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4 commenti »

  1. Molto piacevole da leggere questa divertente storia . Idea simpatica, complimenti

  2. Grazie Monica! Ho cercato di raccontare una storia mediamente seria in maniera ironica, spero di esserci riuscita!

  3. Cara Paola, ho letto il tuo racconto velocemente, curiosa di sapere se i due soggetti, così ben delineati, si sarebbero incontrati, e come sarebbe andata a finire … direi nel migliore dei modi, cioè il più romantico. Il lieto fine è sempre apprezzato, specie in un mondo in cui niente, o quasi, va per il verso giusto. Tanto le nevrosi, i tic, le abitudini quotidiane sono la norma, sono quello che rendono umani anche i personaggi famosi e “fichi”. Complimenti. E in bocca al lupo!

  4. Una storia molto ben scritta, che affronta in modo simpatico i disturbi ossessivo-compulsivi, che affliggono molte più persone di quanto si pensi, e che sono, purtroppo, lo specchio della nostra stressante epoca.
    Complimenti Paola.

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