Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2019 “Primavera” di Monica Menzogni

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019

“Eccoli, arrivano. Puntuali come sempre, puntuali come ogni giorno”. Aveva allungato il collo fino quasi a farlo passare tra le sbarre di ferro del cancelletto che dava accesso al suo giardino, come un animale tra le sbarre della propria gabbia allo zoo.
Si trattava di una coppia di anziani, un uomo e una donna, che ogni giorno percorrevano quella strada alla volta del cimitero. Andavano  a visitare la tomba del loro figlio prematuramente scomparso dopo una lunga malattia che aveva prosciugato le loro anime e le loro tasche.
Primavera li aveva soprannominati “l’espressione” per via della forma delle loro gambe che, viste da lontano, sembravano formare una parentesi tonda e una quadra. La donna era bassa di statura, aveva una corporatura robusta e, probabilmente, soffriva di artrite alle ginocchia che, per via della stazza e della malattia, si erano deformate in una forma arcuata che ricordava proprio la forma di una parentesi tonda. L’uomo era alto, con la schiena leggermente incurvata all’altezza del collo e camminava con l’ausilio di un bastone. Zoppicava leggermente per via della rigidità alle giunture, senza piegare le ginocchia, con le gambe inteccherite e dritte come una parentesi quadra.
Qualche volta aveva cercato di attirare la loro attenzione segnalando la sua presenza con dei piccoli colpi di tosse o con qualche lamento pronunciato  a voce alta, ma niente. Affrettavano il passo come se avessero paura di essere interrotti, come se niente o nessuno potesse distoglierli dalla loro missione, non potevano ritardare neppure di un minuto. Si tenevano saldamente e teneramente per le mani; come una somma di elementi erano chiusi nelle loro parentesi e il risultato era difficile da comprendere ad un primo sguardo: dolore, rassegnazione o senso di colpa o, forse, semplicemente amore.
Primavera seguiva il loro buffo incedere fino a che non arrivavano in fondo alla strada e li vedeva sparire;quello per lei era il segnale che era ora di rientrare in casa. Recuperava la testa compiendo una strana manovra e chiamava, emettendo un suono gutturale e sconnesso, Ljuba, la sua badante. Non le era mai stata troppo simpatica quella Ljuba, ma aveva un nome semplice da pronunciare e questo le evitava un bel po’ di fastidi, soprattutto quando aveva necessità di andare in bagno. In certi momenti i nomi semplici avevano un valore inestimabile.
Ljuba era una donna sulla cinquantina, veniva dalla Polonia e suo figlio l’aveva cercata “col lanternino” come amava ripeterle ogni volta. “Lei viene dalla terra del Papa Santo e possiamo considerarci fortunati ad averla trovata!”. Questa sottolineatura era del tutto irrilevante per lei che da tempo aveva perduto fede e speranza e che anche con la carità non se la cavava più molto bene. Comunque Ljuba era senza alcun dubbio una donna forte e dai modi sbrigativi e riusciva a comprendere e tradurre i suoi “suoni” e i suoi mozziconi di parole nonostante avesse una conoscenza approssimativa della lingua italiana.

Per lei pronunciare il nome Primavera era decisamente complicato, così aveva cominciato a chiamarla Vera cambiandole definitamente il nome di battesimo. Questo  era stato uno dei primi motivi di disappunto: Primavera amava quel nome che l’aveva sempre fatta sentire un po’ speciale; ora non ne avrebbe più sentito il dolce suono… si era sentita violata, cancellata. A quella piccola angheria, se ne sarebbero ben presto aggiunte altre, senza che lei potesse difendersi. Detestava la cucina di Ljuba, un guazzabuglio di sapori che non le appartenevano. Odiava gli abiti che le faceva indossare così scuri, così diversi dai tessuti colorati che aveva sempre amato. E poi Ljuba puzzava. Un odore stomachevole di cucinato era intessuto nei suoi abiti, inoltre aveva un alito terribile che sapeva di fumo di sigaretta fin dal mattino.
“Vera io ti porta in casa ora, che fa fredo”.
In casa c’era una televisione perennemente accesa. Era chiaro che Ljuba sfruttasse al massimo la tv satellitare godendosi tutti i programmi trasmessi dal canale della Tv polacca nella  sua lingua originale assolutamente incomprensibile per Primavera. Allora non le restava che chiudere gli occhi e fantasticare, chiudendosi in un proprio mondo irreale. La malattia le aveva portato via l’uso della parola che usciva raramente in suoni frammentati e gutturali oltre che buona parte dell’uso delle mani e delle gambe, ma non la capacità di pensare, non la sua innata creatività. La sua mente fervida era inserita in un corpo malandato. Un motore potente inserito in una auto che cadeva a pezzi. Tutto ciò costituiva la sua salvezza e, contemporaneamente il suo inferno.
Trascorreva il tempo senza nutrirsi di ricordi. Quello che alimentava la sua esistenza era la sua  inesauribile fantasia. Aveva trascorso la sua vita a scrivere poesie e racconti di ogni genere. Ora che non poteva più usare un computer, né tantomeno carta e penna, non aveva comunque smesso di creare le sue storie. Personaggi e storie “bussavano” alla porta del suo cuore e della sua testa e lei li accoglieva con gratitudine, come aveva sempre fatto. A volte erano storie tristi e allora lasciava che le lacrime scorressero sul suo viso lasciandole cadere fino a bagnarle le mani irrigidite. A volte si trattava racconti allegri e pieni di gioia, immagini buffe da farla ridere a crepapelle.
Le era capitato di sentire  Ljuba che riferiva di queste sue stranezze al figlio, durante le rare telefonate che faceva per tenere a bada la sua coscienza. Ma se ne fregava. Che la considerassero pure una demente, una malata, un peso, una “situazione temporanea alla quale Dio avrebbe posto rimedio molto presto”. Non le importava. Il suo mondo fantastico le forniva tutto l’amore che le occorreva.
La sua ora d’aria quotidiana le aveva dato la possibilità di conoscere i due anziani con le gambe a parentesi. Aveva in mente di dedicare loro una poesia di cui aveva già individuato il titolo: “Espressione d’amore”. Avrebbe voluto poter parlare con loro, desiderava che si fermassero davanti al suo cancello, anche solo per guardarla con compassione. Avrebbe voluto stringere loro le mani, dargli conforto. Voleva dire loro che comprendeva il loro dolore per  il figlio scomparso ma che lei , che aveva un figlio vivo, non  era per questo più felice.

Ne era certa, prima o poi sarebbe riuscita a comunicare con loro, bastava solo allungare un po’ di più il collo e tossire più forte.

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55 commenti »

  1. Quante cose concentrate nelle poche righe di questo racconto! Un amore che supera il peso degli anni e di un dolore che ha causato una ferita profonda, un’esistenza resa difficile dalla malattia ma che trova ancora ragione di vita grazie alla sensibilità, alla fantasia e alla speranza. In fondo è un invito tenero e delicato, come una carezza, a non disperare, nemmeno quando tutto ti è avverso: in ogni brutta stagione c’è sempre la speranza di una primavera dietro l’angolo. Brava Monica! E’ un racconto che scalda il cuore.

  2. Un racconto ben strutturato che lascia ampio respiro ai sentimenti. Descrivi con sapienza lo sguardo della protagonista che nonostante tutte le sue disabilità mantiene una sua lucidità e forza, in fondo il suo nome racchiude un grande segreto: esiste una integrità, una primavere anche nel “fondo” dei nostri giorni basta non arrendersi a coloro che non ci prestano attenzione.

  3. Aggiungo doverosamente i miei complimenti

  4. Vi ringrazio anna Rosa e Danilo per i vostri sensibili commenti che vanno ben oltre i miei meriti.

  5. Toccante e ben scritto, uno sguardo pieno di umanità che vola leggero sopra le piccole e grandi tragedie della vita. A volte è proprio la sofferenza che aiuta soffermarsi sulla bellezza del dolore. La nostra fragilità, in fondo, è piena di poesia. Brava.

  6. Grazie Lukas

  7. Commovente, ma anche colmo di un messaggio positivo: l’anziana colpita nel fisico che continua a coltivare nel cuore racconti e poesie, nonostante ciò non possa essere percepito all’esterno. Mi piace anche il suo pensiero rivolto alla coppia, che con il proprio passaggio arricchisce le sue giornate e alla quale vorrebbe restituire un po’ di confronto. Complimenti Monica e grazie per averci fatto conoscere Primavera.

  8. Conforto*, non confronto !

  9. Grazie Silvia, mi ha fatto piacere ricevere il tuo commento

  10. Mi ha sorpreso la tua capacità di condensare in un testo molto breve una vita e molto altro ancora. Primavera, con il suo nome insolito che sembra quasi l’antitesi del suo corpo ma forse è l’essenza del suo spirito, L’espressione, che traduce i tanti modi in cui può apparire l’amore a chi sa leggere anche le vite altrui, la capacità della protagonista di rifugiarsi nella sua mente sono solo alcuni spunti che mi hanno colpita.

  11. Grazie Ivana,per la tua lettura così attenta e sensibile di questo piccolo racconto. E’ una storia che contiene alcuni elementi di vita vissuta e quindi mi fa doppiamente piacere

  12. Bello. Breve ma molto efficace, e senza retorica. Mi è piaciuto molto il contrasto fra la prosa asciutta, quasi giornalistica, e l’empatia con la profonda vita interiore del personaggio, che è costretta a tradurre in gesti e azioni elementari un ricco universo di sentimenti. Sei riuscita a rendere la forza che acquistano suoni, odori, immagini e pensieri in un mondo in cui tutto entra, poco riesce a uscire, ma si continua a tentare. E il nome Primavera ci fa pensare che qualcosa fiorirà.

  13. Grazie Marco per le tue belle parole. Onorata di ricevere il tuo commento.

  14. Brava, Monica. Possiedi la virtù di toccare le corde dei sentimenti come pochi.

  15. Grazie Gaetano, io il sentimento tu il divertimento. Quanti colori ha la scrittura!

  16. Delicato, triste e tanto vero questo racconto, che sa guardare dentro una realta’ familiare a molti. Una scrittura che prende, fa pensare, e infine lascia un filo di speranza. Complimenti!

  17. Grazie Michela per le tue belle parole

  18. dolce, malinconico, commovente

  19. Ognuno di di noi ha un dolore che batte forte dentro sei riuscita ad esprimere questa emozione con delicatezza

  20. Carico di un profondo significato , mi ha suscitato una certa malinconia
    tuttavia mi ha toccato il cuore.
    Brava! Mi è piaciuto moltissimo

  21. Monica, prima di tutto ti ringrazio per il commento lasciato. Leggo la tua storia, la leggo e la rileggo, non smetterei mai, mi sembra uno spaccato di vita tra culture diverse e situazioni d’animo che invece si assomigliano molto.Mi sento giovane, anziano, badante, mi sento dentro la tua storia. Grazie per come scrivi

  22. Hai saputo rendere letteratura quel quotidiano che ci fa soffrire e quel futuro che ci fa un po’ paura. Complimenti

  23. A mio avviso la bellezza di questo racconto è nell’assenza di retorica. Affronta temi giganteschi, vere trappole di retorica e luoghi comuni, come solitudine, vecchiaia, malattia e amore con un disincanto indulgente e venato di una dolce ironia, l’invenzione di “Espressione” ne è la migliore… espressione. Davvero molto bello, equilibrato, toccante senza melassa. Complimenti gentile Monica ?

  24. Ovviamente il ? alla fine del commento è un refuso di cui mi scuso ?

  25. ho capito cosa succede: l’emoticon viene tradotto con un punto di domanda, ok, erano due faccine sorridenti!

  26. Gentilissimo Ugo grazie per le Sue bellissime parole, mi ha fatto moltissimo piacere ricevere le sue recensioni sempre così attente e sensibili.

  27. Questo tema è molto delicato poiché abbraccia diversi temi che quotidianamente ci giungono alle orecchie tramite i media: anziani abbandonati, badanti frettolose, poco attente e a volte violente, figli e parenti che dimenticano di esserlo solo perché l’avanzare dell’età sembra essere un peso.
    All’autrice porgo i miei più sinceri complimenti per questa piccola opera di grande valore morale e sentimentale; mi piace pensare che Primavera sia come la stagione, che fiorisce e sorride al mondo dopo un lungo e freddo inverno.

  28. Complimenti Monica. Tantissimo sentimento in questo tuo racconto. Mi piace molto l’ironia di questa deliziosa persona che dedica ai due vecchietti una poesia dal titolo “Espressione d’amore”, implicito e ironico riferimento alle loro gambe a forma di parentesi.

  29. Ringrazio di cuore Gaetano, Michela, Viviana, Emanuela, Gaia, Marco Zuccarato, Donatella, Mattia e Pasqualina .Spero di non aver dimenticato nessuno. Un abbraccio!

  30. Racconto intriso di una malinconia stupenda. Complimenti.

  31. Complimenti Monica per questa bella storia, scritta molto bene e piena di quella malinconia fa stringere il cuore a chi la legge. Molto azzeccata la figura della donna che si nutre e vive della sua fantasia, un’immagine positiva che dona un senso di speranza a tutto il racconto. Brava.

  32. Ringrazio Piermario e paolopuliti per le loro belle parole di commento

  33. Descrizioni bellissime e racconto ricco di sentimento. La Primavera è pur sempre la mia stagione preferita, non poteva scegliere un nome migliore per il suo personaggio.

  34. Grazie gentilissima Aurora

  35. Complimenti per questo struggente racconto, Monica. A volte la vita sembra essere l’unica forma di resistenza alla vita stessa, e alle prove cui essa ci sottopone. E trovare in Primavera, di cui si leggono chiaramente tutti gli affanni, una forza che si sostanzia di un’estrema voglia di vivere, comunque e ad ogni costo, è magnifico. Un dono per gli occhi e per il cuore di chi legge.

  36. Girolamo ti ringrazio moltissimo per aver letto e le per le tue sensibili parole di apprezzamento.

  37. Un bel racconto sull’incomunicabilità, sulla solitudine della vecchiaia, ma anche della società contemporanea. Un racconto poetico, in cui all’inizio ho pensato che Primavera fosse un’entità astratta, la stagione della primavera, per poi scoprire che si trattava di Vera, una donna che della primavera ha la speranza. La primavera lascia sperare nella rinascita della natura, dell’amore, di qualcosa di buono. A me la primavera piace più dell’estate. Brava!

  38. Dolce e sensibile storia di Primavera e della sua “malattia”: le storie nascono sempre, nonostante l’impossibilità a usare computer, carta e penna. Brava.

  39. Grazie Luca

  40. Grazie Lucia

  41. Chi conosce questo tipo di sofferenze non può che apprezzare.

  42. Bellissimo racconto, delicato ed estremamente attuale. Gli anziani spesso vengono lasciati soli e i figli si scaricano la coscienza con una telefonata. Ma la poesia, la fantasia riescono sempre ad aiutare. Bel personaggio Primavera. Complimenti!

  43. In risposta a VROCCO

    hai colto il punto. Purtroppo c’è del vissuto in questa storia. Grazie per il commento

  44. In risposta a Valeria Rago. Grazie per le tue belle parole mi fa piacere che tu abbia apprezzato.

  45. In risposta a Lucia Finelli. Ti ringrazio per la tua sensibile lettura. Preferisco la Primavera anche quando piove!

  46. Che belle le immagini che evoca questo tuo racconto! Da una parte la coppia, queste due parentesi che procedono insieme, unite e chiuse a contenere il dolore; dall’altra Primavera, questa donna che riempie la propria solitudine con storie e vite inventate o catturate durante la sua “ora d’aria”. I personaggi sono ritratti con delicatezza e infinita dolcezza. Meritano questo, in fondo: tutti loro hanno perso qualcosa, la coppia un figlio, Primavera la sua identità. Però penso che abbiano tutti ancora qualcosa a cui aggrapparsi: i due genitori l’amore che li lega, e Primavera la passione per le storie. complimenti e in bocca a lupo!

  47. In risposta a Carola Maselli
    Grazie di cuore

  48. Tanti sentimenti messi insieme, mi ha coinvolto!

  49. In risposta a enrica:

    ti ringrazio per la lettura e il commento

  50. Mi piace la lettura che Primavera fa del mondo filtrandolo sempre attraverso la sua fantasia e la descrizione della condizione di salute di Primavera fa affiorare nel lettore, allo stesso tempo, un senso di costrizione e di dirompente libertà. Bello!

  51. Grazie tantissime Elisabetta

  52. Monica, piacere di conoscerti. Bellissimo racconto. Tenerissima la figura della donna anziana che non si arrende, che pur non potendo comunicare come vorrebbe, ha un’energia, una forza d’animo da cui tutti dovremmo prendere esempio.

  53. In risposta ad Antonella Caputo:

    Grazie Antonella, mi fa piacere che tu abbia letto e apprezzato

  54. In poche righe sei riuscita a porre l’accento sull’importanza di considerare l’interiorità di chi soffre al di fuori degli schemi comodi della compassione. Bello e toccante.

  55. Grazie di cuore Giovanni

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