Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2019 “Il baccello che conteneva 7 fave” di Giovanni Carcangiu

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019

Stava lì, seduto da solo; il suo sguardo, che mi ricordava quello di un pupazzo, era fisso e vuoto allo stesso tempo, davanti a lui c’era un tavolino bianco sbiadito, con un posacenere ancora fumante.

<<Chissà a cosa pensa!?>>, mi chiesi.

Riuscivo quasi a vedere l’aura della sua tristezza, come se fosse lì a fargli compagnia nel suo silenzio.

Tra me e me pensai cosa fosse successo a quella povera carota.

Passò di lì una patata, alta e snella, che sfoggiava con fierezza il suo nuovo cappello color bronzo.

<<Salve Signor Fries>>, dissi ad alta voce, <<Ciao>>, rispose lui.

<<Posso farle una domanda?>>, continuai, <<Dimmi pure Capsa!>>, replicò.

<<Cos’è successo al Signor Karotòn?>>

Il Signor Fries accennò un sorriso, come chi sà cosa si prova ad indossare quell’espressione che vestiva il viso del Signor Karotòn.

Non rispose alla mia domanda, e a sua volta mi chiese:

<<Secondo te di cosa sei fatto dentro?>>

Ci pensai un attimo, <<In che senso Signor Fries?>> risposi incuriosito

<<Siamo fatti di momenti!>>, mi disse, poi continuò, <<Ne facciamo sempre scorta, senza accorgercene; alcuni li scordiamo altri invece…>>, aspettò qualche secondo prima di concludere, mi mise una mano sulla spalla e voltandosi verso il Signor Karotòn continuò: <<Altri invece li conserviamo. Alcuni sono momenti poco piacevoli che ci portiamo dentro, fanno male, ma ci fanno crescere, altri>>, fece ancora un pausa, sospirò dal naso e disse, <<Ti riempiono il cuore>>. <<Ti riempiono il cuore di cosa?>>, gli chiesi, <<Di tutto!!>>, mi disse accennando un altro sorriso, poi si voltò e riprese la sua passeggiata.

Notai che poco distante c’era un’altalena, mi sedetti e continuai a fissare il Signor Karotòn che nel mentre aveva ordinato qualcosa da bere. Pensai ancora a quel “Tutto” che mi disse il Signor Fries.

Ad un tratto una voce

<<Ciao Capsa!!!>>, <<Ciao Faba>>, risposi.

Faba è la mia migliore amica, lei è un baccello di fave e frequentavamo la stessa classe alle scuole medie.

<<Che stai facendo?>>, mi chiese, <<Osservo il Signor Karotòn>>, gli risposi,

<<Che cosa sta facendo di così interessante il Signor Karotòn?>>, mi domandò incuriosita, <<E’ seduto lì e non fa niente>>, risposi senza sapere se era realmente quello il motivo che attirava il mio interesse, <<Magari si sta solo riposando>>, disse Faba, <<Sarà!?!>>, risposi voltandomi verso di lei.

Faba cambiò discorso, <<Oggi mia mamma mi ha detto che forse sarò un baccello contenente 7 fave>>, lo disse con una tale gioia che per un attimo mi è sembrata ancora più bella di quanto non fosse già.

<<E perchè sei così felice?>>, gli chiesi.

Mi spiegò che un baccello che contiene 7 fave porta con sé un periodo di grande fortuna, poi saltò dall’altalena, mi guardò sorridendo e gridò, <<Dai Capsa! facciamo una gara!>>, Saltai anche io dall’altalena e corremmo fino a casa.

Era bello.

Passati alcuni giorni mi tornò in mente il Signor Karotòn e decisi di uscire a fare una passeggiata. Vidi l’altalena, guardai più avanti e lui era lì, il Signor Karotòn, seduto davanti al quel solito tavolino bianco sbiadito, col posacenere fumante e quell’espressione che mi incuriosii qualche giorno prima.

Mi avvicinai e dissi, <<Buongiorno Signor Karotòn!>>, mi guardò e con un sorriso strozzato mi rispose, <<Ciao Capsa, siediti pure>>, mi fece spazio lasciandomi sedere vicino a lui, <<Bevi qualcosa?>>, mi chiese, <<Certo, le faccio compagnia>>, risposi. Ordinò un altro giro di quel che stava bevendo lui. Era succo di carota.

<<Come stà Signor Karotòn?>>, pensai subito di aver detto una cosa sbagliata, mi fissò dritto negli occhi e mi disse, <<Sai Capsa, delle volte un “come stai?” può cambiarti in meglio la giornata>>, senza pensarci troppo gli risposi, <<Ora la sua giornata è cambiata?>>, azzardò un grande sorriso che fece intravedere quei pochi denti che gli erano rimasti.

Chiacchierammo per un pò, il Signor Karotòn sembrava contento di passare del tempo con qualcuno.

Ad un certo punto si fece serio e mi disse, <<Perchè qualche giorno fa  ti sei seduto sull’altalena per osservarmi?>>.

Sentii freddo dopo quella domanda nonostante fossimo in piena estate, ma con la spavalderia e arroganza della mia adolescenza non ci pensai due volte a dirgli la verità e di come lo osservassi pensando a cosa gli fosse successo,

<<E’ morta mia moglie!>>; mi rispose con una tale fermezza che sia la mia spavalderia che la mia arroganza sparirono d’improvviso, ed ora si che faceva davvero freddo.

Abbassai lo sguardo e chiesi di scusarmi, mi poggiò una mano sulla spalla e mi disse:

<<Non scusarti Capsa, sei un ragazzo giovane, è giusto che tu chieda>>.

Mi voltai per rispondere ma mi anticipò chiedendomi, <<Ti piace Faba?>>.

Per mia fortuna essendo un peperone non si notò il rossore nel mio viso, ma aveva fatto centro.

Feci di si con la testa poi lui continuò, <<Anche io ti osservo quando sei con lei, mi ricordi me quando stavo con mia moglie che era il mio tutto>>. La descrisse come qualcosa che si trova solo una volta in tutta la vita. Poi continuò, <<Conosci la storia del baccello contenente 7 fave che porta con sè un periodo di grande fortuna?>>, Gli risposi che Faba me ne aveva parlato. <<E cosa pensi?>>, mi chiese, restai in silenzio per qualche secondo perchè mi vergognavo della risposta che stavo per dare, poi presi coraggio e gli risposi, <<Vorrei che fosse Faba la mia grande fortuna>>. Il Signor Karotòn si alzò, si sistemò la cravatta e andò via senza dire nulla.

Rimasi seduto e quando il bicchiere con il succo di carota finii mi alzai e decisi che avrei parlato dei miei sentimenti con Faba. Le scrissi un messaggio chiedendole di vederci, la sua risposta non tardò ad arrivare, accettò anche se sembrò un pò preoccupata. La aspettai per un pò, poi da lontano la vidi arrivare con la sua camminata inconfondibile, elegante come se sfiorasse il pavimento e leggera come se il vento le facesse strada, si sedette vicino a me,

<<cosa devi dirmi Capsa?>>, mi chiese; la fissai negli occhi e pensai che non dovevo perdere il coraggio, dovevo dirle quello che sentivo quando stavo con lei, <<Faba secondo te cos’è il tutto?>>, le chiesi, lei dopo aver sbattuto le palpebre e aver piegato la testa verso la sua sinistra mi rispose, <<Il tutto di cosa?>>, <<Il tutto per una persona>>, continuai; Faba si allontanò per mettere meglio a fuoco il rossore nel mio viso, che solo lei riusciva a notare, e il mio modo di fare timido e impacciato, <<Dimmelo tu!>>, mi rispose con quel suo modo di fare che ti sà spiazzare anche quando ti senti sicuro della tua posizione. Presi fiato e le risposi, <<Il tutto è quel qualcosa che ti riempie il vuoto di una giornata, è il caffè già zuccherato, i vestiti profumati della persona che ami, un sorriso che ti fa dimenticare la stanchezza>>, continuai ancora senza prendere fiato, diventai ancora più rosso, lei se ne accorse, ma non volevo staccargli gli occhi di dosso, non adesso che era così vicina, presi l’ultimo briciolo di coraggio che mi era rimasto e continuai, <<Il tutto è un un baccello che contiene 7 fave e che porta con sè un periodo di grande fortuna; io voglio che tu sia la mia grande fortuna, Faba, e spero che quando sarò vecchio sarai ancora tu a dirmi ti amo>>.

Mi abbracciò…

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4 commenti »

  1. Onirico, filosofico strampalato e adorabile racconto. “Siamo fatti di momenti” ha illuminato la mia giornata.

  2. Una piccola operetta morale, ma intinta di buonumore e simpatia.

  3. Sì, un adorabile racconto! Bravo

  4. Per un attimo ho pensato che facesse parte dei racconti per bambini, ma la tua è una bella favola che fa bene anche agli adulti 🙂

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