Premio Racconti nella Rete 2019 “Il panino con la mortadella” di Geronimo Pitrelli
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019Mangiare un panino con la mortadella non è un semplice bisogno alimentare ma un vero e proprio rito.
La mortadella deve essere acquistata negli entroterra delle regioni meridionali in paesini dove vige un regime autarchico talmente elevato che la mortadella è l’unico alimento in vendita.
Il panino deve essere di dimensioni triple rispetto all’arcata dentaria e le fette drappeggiate dell’agognato salume devono uscire vistosamente dal perimetro del medesimo. Fondamentale è impreziosire il contenuto del globo farinaceo con fettine irregolari di Auricchio rigorosamente piccante che devono essere disposte in forma petalosa. Il panino deve essere acquistato al panificio quando il sole inizia a sorgere sul mare e deve essere avvolto da una carta alimentare ruvida e di colore marrone tendente al giallo ocra. Al contatto con la dentatura deve essere clamorosamente granitico alla prima incisione, lievemente croccante alla seconda incisione e leggermente mollicoso all’incisione finale.
Per potersi gustare a pieno un panino con la mortadella il vestiario deve essere il seguente:
-mocassino con suola lisa dotato di campanellini di cuoio sfrangiati;
-calza di spugna bianca con scritte tarocche tipo “ABIDAS”;
-tuta tubolare senza restringimenti inferiori e possibilmente color grigio topo anemico;
-giubbotto verde smeraldo con sponsorizzazioni di negozi di rubinetteria in liquidazione o stato prefallimentare;
-coppola sicula con paraorecchie pelose.
Luogo di culto per la degustazione è il giardino comunale in stato di degrado conclamato e possibilmente su una panchina fatiscente con listelli di legno instabili o assenti.
Lo sguardo deve essere rivolto verso la collettività e principalmente verso:
-i padri che muovono l’altalena, priva del figlio da ore, con l’orecchio ormai saldato al telefonino;
-i corridori cinquantenni in debito di ossigeno che volgono ripetutamente l’attenzione verso il Casio sopra il polsino di Borg ;
-lo studente fuori corso di scienze politiche, accasciato su una coperta a scacchi sull’erba, che si rolla pagina per pagina il volume di diritto pubblico;
-il pittore che riproduce su tela una pigna sventrata da un ligure assatanato alla ricerca di pinoli per il pesto;
-il bimbo calciofilo che riesce a colpire il palo della porta ad una distanza di dieci centimetri;
-il Vigile della Polizia Locale abbarbicato ad una staccionata che assiste inerme ad uno scambio internazionale di droga.
Durante la visione dei suddetti altarini è il panino che si deve avvicinare autonomamente e a cadenze di cinque minuti alla bocca.
Il rito si conclude quando la massa alimentare ha ostruito stabilmente ogni spelonca dell’apparato digestivo ed il viso del consumatore ha assunto un omogeneo colorito cianotico.
Grazie ad un movimento involontario la mano raggiungerà il collo di una bottiglia di birra RAFFO ed il suo liquido gassoso verrà introiettato con veemenza nel cavo orale disostruendo ogni blocco parietale dell’addome.
La carta che avvolgeva la delizia verrà infine appallottolata e con un tiro da tre finirà nell’apposito cestino tra gli applausi fragorosi del pittore, dello studente fuori corso di scienze politiche, del corridore, del Vigile della Polizia Locale nonché dei trafficanti internazionali di droga. Il padre si asterrà perché intento a chiamare il 113 per capire dove sia finito il figlio.
Bravo Geronimo, mi hai fatto ricordare i sapori e gli odori della fanciullezza, quando la mortadella profumava di mortadella e il pane sapeva di pane. A leggere questo racconto mi è venuta l’acquolina in bocca. Credo che ora andrò a farmi un panino con la mortadella.
Mi ha fatto sorridere fin dall’inizio 🙂 ! Immagini e “procedure” ben descritte, come in un bugiardino! Lo vedo come primo candidato Buduar ;). Complimenti
Guarda, sfondi una porta aperta..chi mi conosce sa che il panino con la mortadella, per me,è il panino del condannato a morte.Cioè lo chiederei come ultima cena , se. puta caso, corna corna, dovessi andare sul patibolo.E con questo ho detto tutto, mi hai letto nel pensiero, ora me lo pappo.Buonissima, bravo!
A leggerti mi è venuta fame. La mortadella, così profumata, così legata ai ricordi d’infanzia. Bella idea e bella scrittura
Ecco un argomento veramente serio. Con il panino con la mortadella non si scherza. Quello ti apre un mondo! Se non hai provato quello (si raccomanda il pane appena appena ancora caldo) non hai provato niente. Bravo! Adoro questo modo di scrivere.
Splendido, nitido e necessario: servono procedure operative precise e rigorose per trasformare un gesto in un affresco.
Concordo con il giudizio di Marco Floridia, Complimenti
Complimenti uno splendido racconto.
Mi complimento, Geronimo, hai fatto un piccolo capolavoro. Il panino alla mortadella…a chi non piace! Presentato così fai venire l’acquolina. Resta comunque, troppo spesso, l’unica via d’uscita per chi ha fame, in un contesto che hai saputo descrivere magistralmente. Veramente bravo.
Gran bel racconto Geronimo! Non solo divertente, ma che fa venire voglia di gustare un vero panino con mortadella.
Lei ha inventato un nuovo mestiere: il Mortadellier 🙂 Bel racconto, divertente, preciso, decisamente gustoso!