Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2010 “Una scelta difficile” di Mario Liuzzi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2010

Ma che significa che non provi più nulla per me? Com’è possibile, così d’improvviso, che tutto quello che abbiamo vissuto non conti più nulla? E a quello che provo io non pensi? Non pensi ai miei di sentimenti? Se è così vai via tu e tutte le tue stupide amiche! Cosa credi che non lo sappia? Sono state loro, è vero? Sono loro che ti hanno spinto a mollarmi! E poi con quale motivazione? Nessuna! Nessuna…nessuna…nessuna…nessuna.

 

Nella testa di Paolo questa parola, ormai, risuona da più di una settimana, tanto da sembrargli di udirla ad ogni suo passo, di vederla in ogni vetrina di ogni negozio, e di sentirla pronunciare da ogni sconosciuto che in quel momento gli passa accanto. Nessuna! Nessuna…nessuna…nessuna…nessuna.

 

Non riesce a darsi pace o, quantomeno, una spiegazione. Nessuna non è una spiegazione, ma la negazione di qualcosa, la negazione, in questo caso, di una giusta causa che Laura aveva addotto per cancellarlo definitivamente dalla sua vita.

 

E pensare che avevano passato gli ultimi tre anni della loro vita pressoché sempre assieme, a essere unicamente perché era l’altro.

Ma basta un attimo, delle semplici parole, per lasciarsi alle spalle un pezzetto di vita vissuta assieme.

Stava anche pensando di chiederle di sposarlo, Paolo, perché Laura cominciava a fare tenere considerazioni su alcune famiglie con dei bimbi che, in modo indiretto, chiedevano a Paolo di diventare loro stessi una famiglia, l’unione perfetta di due vite che nell’amore mettono al mondo dei figli.

Però non lo aveva ancora fatto, e di questa cosa era più che pentito perché, se avesse chiesto a Laura di sposarlo lei, magari, non avrebbe deciso di lasciarlo.

 

Il trascorrere dei giorni, si dice, cancella a poco a poco il dolore, “il tempo lascia solo di un amore un poco di rimpianto e nulla più” canta Battiato in radio (Perduto amor, una vecchia canzone contenuta nel suo Fleurs 3), ma Paolo non ne è del tutto convinto. Se la decisione fosse stata presa insieme, certamente la normalità dei giorni che scorrono avrebbe occupato le vite di Paolo e Laura, distraendoli da quel poco di nostalgia e rimpianto che il ricordo dei sentimenti ormai svaniti avrebbe provocato.

E invece no, Paolo è deciso a chiarire con Laura questa situazione; vuole parlarle e d’altronde, a tre mesi di distanza dalla loro separazione, ha ormai accettato l’idea di averla persa. Non si è rassegnato però alla voglia di sapere in cosa ha sbagliato (semmai ha realmente sbagliato in qualcosa). Domani sarebbe andato da Laura.

 

La sveglia suona le sette e trenta: è ora di alzarsi. Sbrigate le necessità mattutine Paolo esce di casa e si reca alla solita edicola, dove acquista la sua fidata Gazzetta dello Sport; il suo occhio però si sofferma, casualmente, sul quotidiano locale: la foto di Laura campeggia in prima pagina, nella sezione dedicata alla cronaca nera, rimandando all’articolo, all’interno del quotidiano, che cerca di spiegare come possa una così giovane ragazza suicidarsi.

In una morsa che gli prende lo stomaco, i polmoni ed infine il cuore, Paolo non riesce a dire nulla e con l’indice indica il quotidiano che l’edicolante, capito lo shock, gli vende. Si siede sulla prima panchina che incrocia e legge della sua Laura che ormai non c’è più. Se n’è andata la sera prima suicidandosi, impiccandosi nella sua amata camera da letto. Si legge più in basso che a Laura era stato diagnosticato un tumore già in fase avanzata, e i medici non le avevano dato purtroppo speranze; Laura, nel giro di pochi mesi, sarebbe morta.

Paolo si fionda a casa di lei per incontrare i suoi genitori, che avevano instaurato con lui un ottimo rapporto, e che avevano perso la loro unica figlia. Li trovò tra parenti, amici, conoscenti e curiosi, in uno stato di profonda angoscia, con ancora in mano la lettera che Laura gli aveva lasciato, mai posata dal momento della macabra scoperta del gesto della loro figlia.

Nella lettera Laura confidava il suo malessere e l’impossibilità di vederli soffrire assieme a lei, attuando così il suo proposito di morire per alleviare, se possibile, la loro comunque certa sofferenza.

C’era una lettera anche per lui. Impaurito ma impaziente, Paolo la apre e la legge:

“Amore, ormai nulla più potrà salvarmi, il nostro amore andrà perduto e ho quindi deciso di lasciarti prima che il mio male mi costringa a farlo, affinché tu non soffra con me, affinché io non veda mai il tuo splendido sorriso svanire davanti ai miei occhi. Scusami, ma questo dolore è troppo forte per resistergli. Ho deciso di andare via prima che lui mi porti con se. Ti amo. Per sempre tua. Laura.”

 

Paolo quel giorno non vide Laura, e tanto meno le parlò, ma il suo dubbio sul motivo della decisione di lei di lasciarlo si era dissolto tra le sue lacrime che ormai bagnavano le ultime parole che il suo amore aveva scritto, quelle ultime parole che gli chiedevano quasi di non soffrire, ma di sorridere ancora.

 

Nei giorni seguenti Paolo pianse molto, ma sorrise a lungo verso il cielo, cosicché Laura scorgesse ancora quel sorriso che aveva paura di veder svanire.

 

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