Premio Racconti per Corti 2010 “Cominciamo da qui” di Mario Liuzzi
Categoria: Premio Racconti per Corti 2010Anche oggi è in ritardo.
In perfetto ritardo, come lo chiama lui.
Ed io lo aspetto seduto sulla solita sedia, sotto il solito gazebo del solito bar.
Il barista ha la sua solita faccia distrutta. Chissà cosa pensa.
Se continua così, dico tra me e me, lo mollo. Deve capire che non ha a che fare con un ragazzino, che non sono il classico tipo da una notte, grazie, è stato bellissimo, arrivederci.
Già è tutto così difficile.
Nascondere ai parenti i miei veri sentimenti, inventare mirabolanti storie di sesso con donne fantastiche, ma mai esistite, e poi giustificare i pianti notturni, i cattivi stati d’animo diurni e gli occhi neri e i lividi “gentilmente” lasciati da chi non capisce e non potrà mai farlo.
E questa chi è?
– Buongiorno, vuole ordinare? –
– Em…veramente – balbetto – aspetto un mio amico, ma -, prima che possa dire – d’accordo – continuo, – nell’attesa mi porti una coca, grazie – .
– Ghiaccio e limone?-
La richiesta mi sorprende mentre ripenso a come la coca mi veniva servita prima del suo arrivo al bar, e pronto rispondo –si, grazie -.
Mi sorride e con passo sinuoso si dilegua all’interno del bar. Non ha fatto nulla per nascondere il perizoma che indossa, che sotto i pantaloni di colore bianco mette in risalto le forme del suo lato B.
Sorrido come un deficiente.
Ti-ti ti-ti. Lo squillo che annuncia un nuovo messaggio mi riporta alla realtà. Già immagino.
Menù, messaggi, posta in arrivo, apri nuovo…Scusa ma non riesco a raggiungerti. Ci sentiamo domani. Baci. Andrea.
Quasi scaglio via il cellulare, ma mi trattiene il fatto di averlo pagato quattrocento euro. Non riesco nemmeno a piangere. Anzi, ancora come un deficiente, sorrido. Dalla mia bocca esce fuori un gemito che somiglia ad un lamento. Per l’ennesima volta deciso di farla finita. Per l’ennesima volta mi dico che devo cambiare vita. Mi alzo, e con uno scatto degno di un bradipo, mi scaravento nel bar. Prima che la cameriera possa versarmi la coca nel bicchiere, dove ha già trovato posto il ghiaccio, la fermo e le dico – ho cambiato idea, mi dia un chinotto-.
Cominciamo da qui.