Premio Racconti nella Rete 2018 “Lettera a mia figlia” di Vanda Cutinelli
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018Cara figlia
quando eri più piccola in qualche occasione hai avuto da me bigliettini ed altro soprattutto in occasione di viaggi.
Mi ricordo ancora le fotocopie delle favole e i biglietti per l’Erasmus, qualche dedica sui libri e qualche biglietto un po’ più lungo in occasione di festività o compleanni.
Una lettera però non te l’ho scritta mai anche se forte è stata la tentazione quando ti sei sposata e quando sono nati i tuoi figli
Mi ha sempre fermata la paura di essere smielata o di scrivere qualcosa che ci commuovesse troppo, ma oggi sento che scrivere può essere una cosa buona.
Ti voglio confessare che in un primo momento la tua decisione di gestire i tuoi giorni di assenza in maniera diversa da come avevamo concordato da tempo mi ha fatto arrabbiare e mi ha anche ferita, ma devo dirti che passato il primo momento la cosa si è molto ridimensionata.
Riconosco che gestire con più autonomia la famiglia è sintomo di crescita, così come lo è il vivere di più in condivisione con tuo marito le piccole e grandi necessità giornaliere.
Sono molto contenta di ciò, andare avanti è una grande una vittoria che si paga con una grande fatica, ma che bello per una madre vedere come ce la stai facendo pur tra mille paure ed incertezze.
Per cui bene così, chi meglio di te e tuo marito può decidere cosa è meglio per i vostri figli.
Rimane certo da dire che il tuo cambiare le carte in tavola (cosa che hai fatto e fai anche per cose più piccole) denota in te la certezza di sapere che comunque io ci sono, ma fa vivere a me quasi una condizione di sudditanza, come se tu pensassi che in fondo non ho una vita personale e che vivere quella degli altri sia la mia unica ambizione (ma questa forse è una cosa che pensano tutti i figli).
Non è così a me piace partecipare alla vostra vita (di tutti e tre i figli) ma non perché non desidero o non ne ho una mia.
Le mogli prima e le madri poi fanno questa scelta di anteporre gli altri a se stesse, ma non sempre questa è una scelta vincente, almeno se non si conserva una propria identità e gli altri non percepiscono che questo non è un annullamento della persona a beneficio altrui, ma una condivisone in cui ci deve essere reciprocità.
Io questa cosa non l’ho saputa vivere in nessun ambito e forse ti ho trasmesso qualche insicurezza.
Tuo fratello mi ha ripetutamente detto che non ti ho lasciato crescere, sarà vero?
Non so, se l’aiutarti ci ha portato a questo mi dispiace e l’unica scusante è che l’ho fatto in buona fede.
Forse non tutte le cose, come dicono i proverbi, vengono per nuocere, e questa può essere un’opportunità, un’occasione di crescita per entrambe.
Ti sembrerà strano, ma di crescere non si finisce mai, anzi io penso che il giorno che si dovesse pensare di aver compiuto totalmente questa esperienza si cadrebbe in un grosso inganno.
Quando eravate piccoli vi abbiamo insegnato tanto noi adulti, vi abbiamo insegnato con la fragilità degli esseri umani quello che conoscevamo e sapevamo, non abbiamo potuto fare nulla di più e a volte abbiamo anche sbagliato.
Ora, a volte, siete voi che crescendo insegnate qualcosa a noi…..è così niente è immobile per fortuna.
Per cui tranquilla, avanti così….. va tutto bene.
Per quanto riguarda me non ti preoccupare e non pensare che attimi di fragilità determino il mio modo di approcciare la vita.
Io in fondo al cuore penso sempre che se Dio ci ha fatto donne è perché sapeva che si poteva fidare di noi.
Non per niente anche le femministe si sono definite come ” l’altra metà del cielo”.
Perciò coraggio figlia, sei bella dolce e terribile come ogni donna.
Ti abbraccio forte.
Mamma
P.S. E comunque quando serve io ci sono, sono qua, non smetto di essere tua madre
Molto toccante. È molto simile a una lettera che mia madre ha scritto per mia sorella.
Brava