Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2018 “La faccia” di Sandra D’Ambrosio

Categoria: Premio Racconti per Corti 2018

La faccia tosta, la faccia con il riflesso giallo, la faccia a pavone, la faccia imbarazzata, la faccia stupita, la faccia rossa, la faccia telefonica, la faccia intrusa, la faccia a gambe levate, la faccia con il nome, LA FACCIA.

“Scusa…posso chiederti se una delle ragazze che è con te a cena, è la tua ragazza?”….ma che cavolo sto facendo? Mi sento improvvisamente un’adolescente nel corpo di una quarantenne: una adolescente per di più deficiente!! Salivazione azzerata, sudorazione a mille, bocca impastata, sguardo indiavolato e mani tremolanti. Povera me: il mio corpo sembra impossessato da una sconosciuta “conquistadores” di fine estate.

Lui. Lo avevo incontrato pochissime volte. Ma ogni volta avevo avuto una sensazione molto particolare: Emozione Pura.Oggi lo rivedo dopo almeno 3 anni. Casualmente nello stesso ristorante. Devo fare qualcosa!

Lui, in piedi vicino alla cassa, si gira, indossa una polo gialla, colore che tra l’altro odio. Però è bellissimo. Alto, due occhioni marroni, la barba incolta. Con voce calma e gentile “No, sono due amiche.”

Mi guarda incuriosito, incredulo, riesco quasi percepire il suo pensiero: “Ma guarda questa!! Per tutta la sera mi ha guardato, fissato, mangiato con gli occhi e alla fine si è pure avvicinata!!”

Deglutisco forse 5 volte, non so che dire, quella che credevo una splendida idea improvvisamente mi sembra un’idiozia. Ci guardiamo in silenzio per alcuni secondi che a me sembrano un’eternità….e penso “Si, è vero, ti ho mangiato con gli occhi tutta la sera, ma anche tu non sei stato da meno, non mi staccavi lo sguardo di dosso! Non posso essermi sbagliata … l’istinto non mente … quindi … Sandra … vai!!!” … e all’improvviso, ma finalmente, sento uscire dalla mia bocca queste parole: “Posso chiederti il numero di telefono?”

Lo guardo. Lui stupido, indeciso, forse imbarazzato. Altri due interminabili secondi di silenzio, poi dice: “Va bene…si…solo che….anzi facciamo così….dammi il tuo numero, ho cambiato da poco il mio e non lo ricordo.”

Vorrei sprofondare. Immediatamente penso: ”Cavolo, mi sta scaricando!! Sono stata troppo avventata e leggera!” Ma non so come, e con un pizzico di distacco, riesco a dire: “Certo.”

Non ho né carta, né penna. Mi guardo intorno e solo ora mi rendo conto che dietro di lui c’è il cameriere che, divertito, ha assistito a tutta la scena. Ormai … fatto trenta, facciamo trentuno. Guardo il cameriere che ha tra le mani il blocco delle comande. Lui capisce e me lo cede. Prendo anche la sua penna e tremante scrivo il mio numero e il mio nome.

Stacco il foglio dal blocchetto, e alzando a fatica lo sguardo, sfioro le sue mani e gli consegno il prezioso pezzo di carta. Oramai totalmente impacciata restituisco tutto al cameriere che intanto inizia a ridersela sotto i baffi.

Lo guardo. Lui. Due occhioni meravigliosi. Gli vorrei dire “Io sono già perdutamente innamorata di te, adesso che ti guardo capisco che ti ho sempre aspettato, e la sola idea che tu sparisca di nuovo mi fa morire. Tu sei LUI.” Invece lo guardo a malapena negli occhi, lo saluto a stento e scappo via a gambe levate.

Raggiungo gli amici che avevo lasciato con la scusa di voler salutare la proprietaria del ristorante, e decido di non raccontare dell’accaduto. La brutta figura resterà solo mia.

Passa qualche ora e torno a casa convinta che è stato tutto un sogno o frutto della mia immaginazione. Meglio dormirci su. Ma all’improvviso: “Ciao, prima non mi sono presentato, mi chiamo Mario…”…. Emozione Pura…

 

Nell’epoca dei Social e delle Emoticon, preferisco La Faccia.

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