Premio Racconti per Corti 2018 “Il senso dell’orientamento” di Giovanni Busetta
Categoria: Premio Racconti per Corti 2018Due uomini si trovano dentro ad un appartamento che si affaccia su Piazza dell’Anfiteatro a Lucca. Una caffettiera sta fumando, dalla finestra si sentono i rumori della piazza. Un uomo sui trentacinque anni, Alberto, Alberto di questa storia, prende la caffettiera e fa cenno di avvicinarsi all’amico, Alessandro. Alberto ha la barba lunga, capelli spettinati e camicia abbottonata storta fuori dai pantaloni. L’amico, vestiti ricercati, jeans, camicia e maglioncino perfettamente abbinati, è affetto dalla sindrome di Down. Alberto fa per versare il caffè, ma inciampa e lo rovescia per terra.
Alessandro si mette una mano sulla fronte come a dire: e che cavolo! Di nuovo, no!
I due asciugano il caffè caduto e l’amico chiede ad Alberto come fosse finita poi con Chiara, la ragazza di cui gli aveva tanto parlato. La scena torna a qualche giorno prima: Alessandro fa cenno ad Alberto di affacciarsi alla finestra perché c’è Chiara che sta passando. Alberto si precipita per le scale e la segue con discrezione. La ragazza viene inquadrata di spalle dal punto di vista di lui che la segue e che le guarda il sedere con sguardo sognante. La scena ritorna ad oggi.
Alberto inizia a raccontare all’amico delle sue difficoltà ad orientarsi per le strade. Alessandro si spazientisce, vuole sapere della donna, mentre l’altro continua a raccontargli di come non sopporti le persone che si orientano visto che lui non ce la fa. È stato proprio quando ha conosciuto Chiara, gli rivela, che ha capito come fanno le persone ad orientarsi per le strade. Ci ricordiamo tutti di quello che ci piace, gli dice: suo padre, per esempio, si orienta con le chiese perché gli piacciono le chiese, e sua sorella si orienta con i ristoranti perché chi vede sua sorella lo capisce subito che le piace mangiare. E pure lui, rivolto all’amico, non fa altro che chiedergli della ragazza, perché non è un gran mistero quanto gli piacciano le donne.
L’amico scoppia in una sonora risata.
E allora, continua Alberto, dovremmo tutti concentrarci di più su quello che ci piace, invece che farci prendere da cose di cui, in fondo, non ci frega niente. Era stata proprio Chiara a dirglielo: sono le cose che ci piacciono davvero le uniche di cui ci ricorderemo, e seguire quelle è l’unico modo per ‘orientarci’ nella vita, proprio come con le strade.
Alessandro lo guarda un po’ interdetto trovando quell’affermazione di un’ovvietà totale. Lui ha sempre dato molta importanza a quello che gli piace. Alla fine quella sera rivela all’amico, di avere dormito dalla ragazza. L’indomani mattina lei gli porta la colazione a letto, indossa un baby doll e gli dice “buongiorno Guido”. Lui si infastidisce subito e inizia a rivestirsi per andarsene via di corsa. Alessandro lo guarda senza parole. Non può credere che abbia lasciato andare quella ragazza così bella e di cui gli aveva parlato per settimane come l’amore della sua vita e la futura madre dei suoi figli. Quella mattina Alberto non lo aveva capito proprio perché Chiara si fosse arrabbiata tanto con lui quando le aveva detto che voleva andare via. Non aveva capito nemmeno perché continuasse ad urlargli contro che era uno stronzo, a lei lui non doveva neanche interessare poi tanto, visto che non ricordava nemmeno il suo nome, lui si chiama Alberto.
Scorrono immagini di gente per strada, diverse ragazze di spalle che camminano e Alberto che cerca di metterle a fuoco forse per iniziare a seguirle e orientarsi per tornare a casa sua, ma senza riuscirci.