Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2018 “Sulla Tiburtina” di Enrico Costa

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018

Negli anni 70/80, in occasione delle elezioni amministrative, mi capitò di essere nominato Presidente di un seggio elettorale sulla via Tiburtina, nella periferia romana. Come d’obbligo sono stato un presidente rigoroso, partendo dall’identificazione degli elettori, e uno di questi, un po’ bullo, volle darmene atto a modo suo.

Strizzato nei suoi jeans un po’ strappati e super scoloriti, e pressato nella maglietta due taglie di meno, con le rotondità ben evidenziate, camminava “alla Borgatara”, con andatura come fosse Ninetto Davoli, il ricetto pasoliniano e perfetto Andreuccio boccacciano, entrò nella cabina centrale, la n. 2 dove, al seggio ce ne accorgemmo tutti, si stava trattenendo più degli altri.

Gli chiesi ad alta voce se si sentisse male, se avesse bisogno di qualcosa, se potevamo fare qualcosa per lui.

Dall’interno della cabina, quasi come uno dei coatti del primo Carlo Verdone, rispose con un mugugno, e volle deporre lui stesso la scheda nell’urna. La stringeva forte fra le dita, comprimendola quasi che la feritoia fosse troppo stretta per lasciarla passare, riconsegnò la preziosa matita copiativa, ritirò il suo sbrindellato documento d’identità e si diresse verso l’uscita.

Sulla soglia della porta si voltò verso di noi rivolgendoci uno sguardo quasi sprezzante, rigirando verso l’alto le palle degli occhi e regalandoci un sorriso prima enigmatico e poi disdegnoso.

Al momento dello spoglio capimmo tutto.

Dall’urna uscì una scheda, un po’ panciuta, quadrotta come un toast alla borgatara, conteneva una succosa fetta di salame nostrano e sulla scheda campeggiava una frase in stampatello assai incerto e irregolare, scritta con la matita copiativa:

E QUESTA FETTA È PER IL PRESIDENTE!

Uno sguardo d’intesa fra me e la vice presidente, una signorina attempata e arcigna, un mio cenno del capo verso la cabina mentre il segretario mi guarda smarrito pensando al verbale, e lei si alza subito, entra lesta nella cabina n. 2, ne esce immediatamente e comunica a tutti, indispettita:

«A terra è pieno di briciole di pane, casereccio, come quel salame. C’è anche qualche filo di buccia. Se non stavo attenta, scivolavo».

Un’altra dei membri del seggio, incuriosita, volle verificare di persona, seguita a ruota dal giovane segretario, che secondo me quella biondina l’avrebbe seguita ovunque.

«Lo sospettavo! – commentai io – Prima di annullare il proprio voto, quel simpaticone ha fatto comodamente merenda». Dissi poi al segretario: «Verbalizza: NULLA! E basta con questo alzarsi e sedersi».

Il piantone incuriosito dall’andirivieni si affacciò sulla soglia…

… nel seggio accanto al nostro non capirono il perché di quella fragorosa e liberatoria risata collettiva…

 

 

Loading

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.