Premio Racconti nella Rete 2018 “Bed & Breakfast” di Sandro Maffei
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018Premessa:
in questo racconto breve i personaggi non dialogano fra loro, il virgolettato si riferisce ai loro pensieri. Non solo non dialogano, ma non parlano neanche, il primo perchè impossibilitato, il secondo perchè non ne ha voglia, il terzo perchè impegnato al lavoro.Il lettore si immagini le frasi di consuetudine tipo “buongiorno come va?” o “cosa prende stamani?” come eventualmente espresse ma volutamente non scritte.
Personaggi, il primo è realmente esistito, gli altri no:
Enea: è l’ultima notte della sua vita, la malattia lo costringe in un letto di ospedale e gli ha preso il linguaggio, non riesce a parlare, è stanco fisicamente ma dentro di sè ha ancora tutta una forza interiore che riesce a farlo ragionare perfettamente, è lucido e osserva con attenzione tutto quello che gli succede attorno.
Anacleto: genero di Enea di mezza età, é il suo turno di fargli la notte cosa che non lo disturba più di tanto. Mosso più da un innato senso del dovere che dalla convinzione di potere essere realmente utile in caso di bisogno, passa la nottata assorbito dai suoi pensieri.
Sofia: barista del turno di prima mattina nel grande caffè vicino all’ospedale, è famosa per ricordarsi tutto quello che gli avventori abituali sono soliti chiedere per colazione e per quelli non abituali spesso ci azzecca.
Bed
“Mi chiamo Enea e non mi vergogno di essere in fin di vita in un letto di ospedale, anche se la mia condizione vi può sembrare molto infelice ho ancora la mente sana ed in perfetta coscienza, non come quelli che mi stanno attorno che sembrano non sapere cosa fanno e cosa dicono, una marea di cavolate e frasi fatte…. poverino…. speriamo che non soffra… gliel’hanno cambiato il pannolone… tre discorsi e poi visto che io non rispondo vanno via scuotendo la testa e ricominciano a pensare agli affari loro…””Vedere la vita che muore non è facile, fa paura il pensiero di potersi ridurre così anche noi stessi…. ridotti come Enea…. e alcuni non mi vengono neanche a trovare perché dicono che gli fa male… me l’immagino proprio… non ci vado perché vederlo in quelle condizioni mi farebbe stare male… in ospedale io proprio non riesco ad andarci, diglielo che mi dispiace…””Come se io non fossi capace di sentire le vibrazioni degli affetti, lo sento profondamente quando i miei nipoti piangono nel vedermi così, é un bellissimo pianto di amore e non mi fa star male, mi apre il cuore sentendo il loro ancora puro””Vibrazioni che non sento pervenire da quell’ameba di Anacleto seduto qui accanto a spippolare sul telefonino, Madonna…é ancora ingrassato, mangia sicuramente ancora le patatine fritte di nascosto…””Tutto sommato finire così non è poi male, avere gli ultimi giorni di vita in cui poter pensare liberamente al presente e al passato…. e perché no, anche al futuro ignoto che ho davanti… non dover rispondere a frasi fatte e far finta di dormire quando mi vengono a trovare i rompiscatole come Orazio e Clara” “Attenti… dormo ma ascolto… e registro quello che dite…””Per fortuna Anacleto ha noleggiato il servizio TV perchè voleva vedere le partite di calcio e quegli insopportabili chef contest di cui va matto, dopo la prima sera gli ho fatto sparire le cuffiette che tengo nascoste nel fazzoletto sotto al cuscino e quando sono solo guardo e ascolto le news 24h””Avere cent’anni compiuti, e avere vissuto cento anni e passa in Italia e sempre sano di mente…. in effetti credo di poter essere definito un record, tutta la mia vita è un ricordo bellissimo di difficoltà, speranze, tristezze e soddisfazioni…. da bambino lavoravo già nei campi e come mi piaceva faticare e vedere le piante crescere… Poi la guerra, una vita lunghissima a fare il militare senza poter tornare a casa dai miei che anche se mi avevano adottato mi volevano bene…” “e quelle lunghe notti passate a leggere i romanzi… non avevo mica la televisione…. e a guardare le stelle…”“Poi lavorare per mandare le figliole all’Università, perché imparassero le cose che io non avevo imparato” “certo, proprio perché io che ho fatto solo le elementari fino alla terza, la voglia di leggere ce l’avevo dentro di me e stupivo tutti i familiari e gli amici quando declamavo le romanze imparate nel tempo” “…. una memoria la mia ben esercitata, perchè più si usa la testa meglio la si usa, invece questo qui accanto a me…. sì la testa ce l’ha… ma non è bona neanche da ornamento…” “guardatelo, sempre incollato al cellulare… schiavo di internet… spippola, mangia e spippola… ma dove l’hai la volontà?” “Mi ricordo quando decisi di smettere di fumare… mi dissi…. soldi ce n’è pochi o fumi o mangi e la scelta non fu difficile a quell’ora mica lo dicevano che faceva male…” “invece adesso, secondo come… fa male anche mangiare…”
&
“Mi chiamo Anacleto e questo è già difficile da accettare in più adesso non riesco a trovare il simbolo della e commerciale sulla tastiera del cellulare, ho le dita troppo grosse e forse anche un poco unte, ho letto l’avviso di igienizzarsi le mani per stare a contatto con i malati ma ho fatto finta di niente tanto nessuno controlla e poi tanto cosa devo toccare a parte le lenzuola pulite che mi danno da mettere sulla poltrona dove passerò la notte…” “Ancora una notte con Enea che non mi chiama mai, ogni tanto mi guarda fisso e poi ha un riflesso neurologico che gli fa’ dondolare la testa a destra e a sinistra e alzare gli occhi al cielo, l’ho detto ai medici e agli infermieri ma loro dicono che potrebbe essere un riflesso dovuto all’età e alla malattia.. e che non mi devo preoccupare… “ “ e allora io non mi preoccupo e penso ai cazzi miei che ho tanto da fare e ora che volevo rispondere su whats’up al gruppo Cena e Lazzi non riesco a digitare quella benedetta e commerciale che non è una semplice congiunzione e senza di lei tutto il discorso che voglio fare non si capisce come vorrei che si capisse”.
Breakfast
Anacleto: ”bé, che ore sono… guardiamo un po’ sul cellulare, non vedo l’ora di andare a fare colazione un bel cornetto con la glassa… anche due e un bel cappuccino con tanta schiuma… “ “ tanto fra poco cominciano a passare le infermiere e mi sbattono fuori e anche se sta’ da solo per un po’ cosa gli può succedere mai…?” “guarda adesso come dorme bene, via lo saluto con un bacio sulla fronte e vado…”
Enea: “vai vai a ingozzarti di zuccheri, vorrei togliermi la soddisfazione di rovesciarti il cappuccino sui pantaloni almeno una volta…”
Anacleto: “ancora quel riflesso… certo come ci si riduce invecchiando, ok vediamo dove ho messo le chiavi della macchina, e dove ho parcheggiato ieri sera…?”.
Enea: “questo improvviso indaffararsi attorno a me che senso ha? Ho centoquattro anni compiuti medici e infermiere! adesso che volete fare… rianimarmi….?” “fatemi conoscere l’aldilà, fatemi ritrovare mia moglie e i vecchi amici….” “vedo già dall’alto questa stanza con le finestre che non si possono aprire, ma io sto già uscendo, sono sopra il tetto dell’ospedale e che bel sole che splende oggi su tutta la piana di Lucca, fammi guardare bene le Mura, la torre Guinigi e piazza dell’Anfiteatro adesso piena di turisti, dove ho fatto tante volte il mercato in un lontano passato, in lontananza vedo bene anche la chiesa di Gattaiola, Fagnano e Cerasomma e se mi giro Montecarlo con i suoi vigneti… e ancora più in là la Val di Nievole dove son nato….. che bello volare così portato dalla brezza, laggiù ci sono le Apuane e oltre il mare… “ “Ma guarda qua in basso quanto hanno costruito e che traffico che c’è…. fammi vedere un po’…. ma quella è la macchina di Anacleto che sta parcheggiando al bar….”
Sofia: “non avete idea di cosa voglia dire stare dietro al bancone di un bar e vedere le persone fare colazione, dico vedere perché se dovessi guardare con attenzione mi verrebbe da vomitare…. “ “avere davanti a me dieci bocche che masticano cornetti e brioches, sfoglie di mela o di crema, budini e torte di riso, treccine al cioccolato, anche pizzette di sfoglia e focaccine farcite, panini tonno e maionese…. “ “ e tutti o quasi tutti inzuppano nel cappuccino o nel macchiato, chi fa la zuppetta nel lattone….” “e parlano a bocca piena, si sbriciolano addosso e per terra, zucchero a velo che plana su giacche e pantaloni” “Le briciole e le macchie di caffè sulla Gazzetta e sul Tirreno e la Nazione… quello che se la porta da leggere sul banco per paura che gliela soffi qualcun’altro….” “E’ quasi un film horror vedere denti d’oro e bocche sdentate, denti nicotinati…. su paste troppo grosse per bocche troppo piccole e come addentano…” “altri mangiano in fretta quasi senza masticare e tanti si sbrodolano la crema addosso o sui baffi o sulla barba….” “E come uno finisce un altro ordina e ha fretta…”“E la mia maledizione è che io mi ricordo perfettamente cosa prende questo o quello e mi ricordo perfino come si chiamano per nome….. Luca, latte macchiato con il cacao, Antonio, macchiato basso in tazza grande, Alberto, cappuccino decaffeinato con latte di soya e poca schiuma… Ernesto, caffè e se lo macchia a parte con latte freddo per risparmiare 10 centesimi….”“Anacleto, cappuccino abbondante con tanta schiuma….” “Ecco questo è proprio imbranato appena l’ha preso in mano se l’è rovesciato sui pantaloni, ora mi tocca rifarglielo e dopo anche pulire per terra….”
In ricordo di mio suocero, scritto in parte anche piangendo, ma con l’intento di fare sorridere.
Mi sono commossa, bravo!
Un bel racconto pieno di tenerezza, sì commuove e fa sorridere, sei riuscito nell’intento. Complimenti!
grazie Flavia, grazie Antonella mi fate molto piacere
Ogni volta che leggo questa storia mi emoziono:ho avuto la fortuna di conoscere Enea. È esatto dire che ha vissuto la sua vita con sapienza, con la sua capacità di saper leggere le cose, e questo traspare in questo racconto. E sono felice che anche mio figlio lo abbia conosciuto perché parlare con lui era come attraversare la storia con i propri occhi e ti permetteva di leggere il presente con occhi diversi. Il presente rappresentato da Anacleto e Sofia ma per fortuna anche dai suoi nipoti.
Mi é piaciuto molto passare questi minuti nella testa di Enea, senza filtri, ascoltare i suoi pensieri, e quelli degli altri personaggi, cosí brutali e cosí onesti. Ci s’immedesima in un secondo nei loro panni. Mi sono ritrovata ad annuire leggendo, pensando: “si, questo pensiero qui, in questo momento, é perfetto.” Si percepisce la veritá che ha generato questa storia. In breve, bravo Sandro!
grazie Stefy e grazie Federica ma veramente grazie: per me questo racconto è molto importante
Bello il tuo racconto in cui si intuisce l’amore e il rispetto per il vecchio “leone” e per la sua fine dignitosa. Anch’io ho avuto la fortuna di assistere a una morte altrettanto quieta e dignitosa della “matriarca” di famiglia e credo che siano lezioni che aiutano coloro che restano a crescere e a guardare avanti in un modo migliore. Bella la trovata del “riflesso neurologico” e lo scherzetto finale.
P.S. La premessa è del tutto inutile perchè, che si tratti di un flusso di pensieri, appare chiaro in più punti.