Premio Racconti nella Rete 2018 “Julio” di Sergio Saponati
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018Arrivato a casa, Julio mi corse incontro, mi abbracciò e baciandomi mi disse:”Ciao, papà, bentornato!”. Ero felice e l’abbracciai forte forte. Apro gli occhi e mi sveglio. …Erta un sogno. Julio è lì, accanto a me, nel lettone, e mi abbraccia da dietro, come fa sempre, stuzzicandomi i capelli. E’ lui che mi ha svegliato. Si alza seduto sul letto, mi guarda e mi dice: “Mamma, mamma!”. E’ il suo buongiorno e “mamma” è l’unica parola che dice, modulandola in tanti modi per dire e comunicare le tante cose che ha da dire e da comunicare. Chissà se un giorno riuscirà veramente a dirmi cose, a parlare. Chissà!!! Ha un ritardo cognitivo e non è verbale, il mio bel bambino di 13 anni compiuti, forte fisicamente e sempre sorridente, buono e dolce di carattere. Julio è il mio bimbo/ragazzino che ha frequentato quest’anno la 1^ media. E’ moro, con gli occhi neri, un bel fisichetto asciutto, asciutto, quasi magro ed è molto dinamico, sempre in movimento durante tutto il giorno, senza quasi mai riposare. Si contano sulle dita le volte che, da tre anni in su, ha dormito il pomeriggio. Comunque è di appetito e mangia quasi tutto. Non gli piace il pesce lesso e l’insalata. Ha un fratello maggiore che non si chiama Thai, ma che noi chiameremo Thai, così come lo chiamava Julio quando era più piccolo. Ora non lo chiama più Thai, ma neanche così come si chiama, perché Julio non parla, non dice una parola; anzi una parola la dice, quella parola che ha acquisito da circa tre anni, ed è “mamma”. “Mamma” “mamma” dice, rivolgendosi a Nico, mia moglie, che non perde occasione per chiedergli “Chi sono io?”, oppure “Dimmi mamma!” e lui, guardandola e sorridendo dice “Mamma!”. Quand’era più piccolo diceva a volte anche “Tata” oppure “Giza”, come appunto la tata che ci lava e ci stira da tempo la biancheria dei ragazzi, forse ancora per poco, perché è vecchierella, canuta e stanca e non è una battuta. Julio non parla perché ha un ritardo cognitivo dovuto ad una epilessia farmacoresistente insorta a sei mesi di età, che ha cominciato a manifestarsi a quattro giorni dalla somministrazione del vaccino esavalente e che tuttora persiste con crisi a cadenza settimanale o poco più. Uno o due giorni prima della crisi Julio è più irrequieto e compulsivo. Quasi sempre le crisi gli prendono di notte. Lui è lì che dorme come un angelo…, all’improvviso si sveglia, si alza sul letto, poi, ricadendo sul letto, si irrigidisce e cominciano gli spasmi che durano, progressivamente calando fino ad esaurirsi, 5, 6 minuti. Poi Julio, spossato, si riaddormenta ed è di nuovo un angelo, un angelo ancora più bello. Sei tu, perfida Epilepsia, che fai soffrire Julio, che lo tormenti, sei tu che fai piangere di dolore tutti noi che gli vogliamo bene! Quando Julio aveva circa due anni ho scritto una poesia dedicata a lui ed alla sua epilessia, della quale cito un frammento:” Hai scelto un dolce cucciolo, un tenero bambino, da stuzzicare e mordere con morsi voluttuosi, sottili e dispettosi; ……poi te ne torni via e dopo un pò ritorni per assalir di nuovo grignando col sardonico tuo riso. Non ti aspettavo io, né lei, né lui, lo sai; nessuno mai t’aspetta, sei straniera ed indesiderata. All’improvviso arrivi; come una belva, come un lupo nero, t’avventi sulla preda, l’attacchi sulla schiena. Ma un giorno io ti abbraccerò e poi ti stringerò, soffocherò i tentacoli di questa tua inquietudine. Si, io ti ucciderò e insieme moriremo in un amplesso isterico che lascia solitudine. ….E dopo che sfiniti, sparuti e incanutiti avremo sciolto i nodi dell’eterna tensione, libereremo Julio, libereremo angeli e un candido aquilone, lasciandoli volare su nel celeste cielo…”. Che dire? Il mio bambino fino a sei mesi non aveva nulla, si dice così per affermare che era sano come un pesce. Poi l’inferno. Il cielo si è squarciato ed il terreno si è aperto sotto i piedi; un terremoto, una tempesta di neve e grandine che ci ha travolto e ghiacciato. Abbiamo pianto calde lacrime irrompenti, a lungo, per giorni, fino a prosciugarci gli occhi. Analisi, risonanze ed elettroencefalogrammi che ci hanno sentenziato un quadro malformativo nella parte sinistra dell’emisfero cerebrale. Julio avrebbe potuto perdere anche l’uso della parte destra degli arti superiori. Così, per fortuna, non è stato, visto che è un ragazzino agile e snello, forte e pieno di vita. La risonanza magnetica fatta a cinque anni, però, non ha rilevato più alcuna malformazione cerebrale. L’epilessia di Julio è definita di origine criptogenetica, cioè una epilessia di cui non si conosce, al momento, la causa scatenante. La Medicina e Ippocrate non escludono la causa-effetto di quel vaccino esavalente, ma nemmeno la negano. Praticamente un impenetrabile ed abulico limbo. La nostra vita, da quel momento, è stata un calvario; mi sono sentito crocifisso, come Cristo, coi chiodi della sofferenza e dell’epilessia che mi penetravano nella carne, sbranandomi le mani, con la corona di spine che mi trafiggeva le tempie grondanti sangue. Il tempo è passato ed ha lenito le ferite, ha definito i contorni della malattia di Julio, ha aggiustato il tiro nella diagnosi e nelle cure che gli abbiamo prodigato, con l’aiuto del neuropsichiatra, di specialisti, di logopediste e psicomotriciste. L’efficace e premurosa zia Lula, il sempre presente zio Nano, la scuola, i compagni, le insegnanti, i parenti e gli amici hanno fatto il resto. Julio ama correre…sui prati, per strada, in passeggiata ed in riva al mare. Lui corre, scappa, non so da chi e da cosa e nemmeno lui lo sa, ma scappa, voltandosi indietro per vedere se viene raggiunto ed io, fra me e me, penso: “Bravo, scappa, non ti fare prendere!”. Julio ama l’acqua; è un pesciolino….un cavalluccio marino. Quand’era più piccolo e si andava al mare, non si faceva in tempo ad arrivare all’ombrellone che lui spiccava la corsa e si dirigeva verso la battigia per poi tuffarsi in mare…e tu dietro a rincorrerlo! Fra le varie attività psicoterapeutiche che Julio fa c’è, appunto, anche il nuoto, che, insieme all’ippoterapia, sono le sue preferite. Si va in piscina e con la Manu, l’educatrice, la sua ninfa acquatica, nuota allegro nell’acqua, sguazza muovendo le braccia e le gambe ed ha imparato già a stare a galla nuotando per brevi tratti e aggrappandosi al primo appiglio che trova con un sospiro di sollievo e ridendo allegramente. Il nuoto ha armonizzato e fortificato il suo fisico. Con la sua delfina c’è un feeling particolare: si abbracciano in acqua, si sorridono, nuotano insieme facendo giochi acquatici e sono teneri vederli che si stringono cingendosi le braccia al collo reciprocamente. Speriamo che questo sodalizio possa continuare nel tempo; magari, fra qualche anno, sarà Julio che terrà fra le braccia la Manu e non viceversa. Julio va anche a cavallo, fa ippoterapia con la dolcemente severa Nike che lo fa andare al passo o al trotto sulla Luna o su Gaia, due tranquille e simpatiche cavalle. Lo vedo andare, sereno e soddisfatto, su e giù per il campo, tenendo le briglie e spronandole. Mi dimenticavo che Julio dice anche “amm” e “mm…mm…”, che per lui vuol significare il primo “ciao”, “tutto bene”, “son contento”, “si fammi”, “si dammi” ed il secondo, usando contemporaneamente l’indice o tutta la mano, la specificazione di una richiesta , di un bisogno, di un oggetto o quant’altro. Thai, il fratello, gli vuole un bene di vita e lo ama fortemente, anche soffrendo internamente come a volte mi accorgo che succede. Ha 25 anni, è studente universitario, musicista, chitarra solista in un gruppo rock-blues; è un bel ragazzo moro, alto, sempre sorridente, amante della vita, pieno di amici e innamorato della sua bella Ila… E’ un ragazzo d’oro. Thai è il compagno di giochi di Julio, è quello che lo prende e lo fa mangiare, gli insegna l’uso delle posate, gli dice di non fare certe cose con tenera autorevolezza, lo sprona a fare altre cose e minimizza con un bel sorriso i problemi familiari che io e mia moglie a volte, esasperati, ingigantiamo. Lei, la mia Nico, è una dolce, dolce mamma, oltre che una eccezionale compagna di vita, che, forse, ha più ferite di me nel suo cuore, ma che comunque riesce a farsi forza e a tirare fuori le unghie nei momenti importanti e difficili, riuscendo anche ad essere spesso allegra e simpatica. Questa è la storia di Julio: no, invece, una parte della storia di Julio, perché, come succede nei teleromanzi, c’è sempre una prossima puntata da vedere e da vivere. Questa è la nostra storia, lo storia di Julio, mia, di Thai, di mia moglie Nico, una stupenda e meravigliosa storia. Sicuramente una storia a lieto fine; anzi no, una storia d’amore…un amore senza fine.