Premio Racconti nella Rete 2018 “Carlotta e Rosaspina” di Maria Rosaria Belfi (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018Carlotta esce da scuola raggiante, le lezioni sono finite e la scuola chiude i battenti. Nonna Anita l’aspetta in quell’angolo di paradiso che è Boscombroso, un bellissimo bosco alle pendici di monte Speranza. Arriva a casa e comincia a preparare il bagaglio dove mette tanti libri da leggere, i suoi classificatori di foglie e fiori, oltre all’immancabile macchina fotografica. Stefania, la mamma, cerca di contenere l’entusiasmo della sua bambina, ma invano. Carlotta decide di portare anche Gioele, il suo inseparabile orsacchiotto ormai consunto.
Non riesce a prendere sonno quella sera, aspetta il nuovo giorno e, all’alba, è già in piedi. “Finalmente si parte!” pensa mentre Alberto, il papà, carica l’ultimo bagaglio. Raggiungono Boscombroso che, illuminato dal sole, ha qualcosa di magico. Anita sta raccogliendo le erbe aromatiche, li vede arrivare e va loro incontro. I genitori vanno via nel tardo pomeriggio e per la piccola comincia il suo sogno vacanziero. All’aria aperta, in libertà e, soprattutto, in cerca di avventure. Dopo aver fatto colazione con una bella fetta di crostata di albicocche preparata dalla nonna, esce alla ricerca del suo adorato cespuglio di rosa canina, ammantato di fiori bianchi. Prova ad accarezzare un fiore quando, all’improvviso, succede qualcosa di inspiegabile.
I fiori si trasformano in un bellissimo abito bianco indossato da una fata dai capelli rossi come le bacche che avrebbero coperto il cespuglio dopo qualche tempo. “Mi chiamo Rosaspina” dice “sono la fata di Boscombroso.” Carlotta rimane interdetta ma la bellissima fata la porta su un prato fiorito, si siedono sull’erba e Rosaspina così racconta.” Il mio vero nome è Noemi, sono nata a Boscombroso. Sono stata felice fino a quando, giovane fanciulla, mi sono imbattuta nel malvagio Corso, proprietario di un castello e governatore della tenuta Roccaforte, vicino a Boscombroso. Corso voleva che lo sposassi ma io amavo Riccardo, un giovane boscaiolo dai buoni sentimenti.
Con l’inganno sono stata portata al castello dove mi hanno fatto bere una pozione magica che mi ha fatto diventare un cespuglio di rosa canina. Sicuramente non sarò più Noemi ma divento la fata Rosaspina quando incontro i bambini e la loro innocenza.” “Accipicchia” commenta Carlotta “che storia interessante!” Era proprio bella Rosaspina, i lunghi capelli rossi adornavano un viso eburneo, illuminato dai grandi occhi verdi, sul corpo esile un lungo vestito damascato di un bianco candido. Il pomeriggio trascorre in compagnia degli animali di passaggio e del parlottio degli alberi da frutto, ognuno dei quali mostra la chioma che ospita gli invitanti frutti. “Ma gli alberi parlano?” chiede Carlotta. Rosaspina risponde che gli uomini spesso non leggono i messaggi della natura dove tutto si perpetua generosamente. Poi invita la bambina a ritornare a casa perché la nonna la sta aspettando. “A domani” dice Carlotta e la fata annuisce.
Le ombre della sera stanno avvolgendo il bosco e la signora del cielo, una grande luna tonda, saluta il sole che comincia di malavoglia a declinare dietro il crinale di monte Speranza. Un grosso riccio, seguito dalla sua numerosa famiglia, ha deciso che farà incetta di mele e avanza deciso. Anita aspetta la nipotina in cucina, avvolta dai vapori e dagli aromi della gustosa cenetta che avrebbero consumato dopo poco. “Come fare perché Rosaspina ritorni ad essere Noemi”? Con questo interrogativo Carlotta cerca di addormentarsi confidando nella notte consigliera. L’alba la trova ancora insonne. Non lontano dalla casa della nonna, abitava un bel giovane apparso dal nulla, dicevano gli abitanti di Boscombroso. Anita,curiosissima, indaga e qualcuno dice che è un lontano parente del malvagio Corso. Carlotta esce di casa di buon mattino perché è sicura che la bella fata la stia aspettando.
La nonna, impegnata nella preparazione delle marmellate, fa alla nipotina le tante e solite raccomandazioni, poi sparisce nel frutteto. Carlotta s’incammina a passo svelto e, quando arriva nei pressi del rovo, vede che la sua magica amica è già lì. Trascorrono buona parte della mattinata a raccogliere i fiori che useranno per intrecciare ghirlande da indossare. Dei passi improvvisi, le fanno sobbalzare, pensano al passaggio di cervi e caprioli ma l’apparizione di un giovane le fa trasalire.
Rosaspina è come impietrita perché le fattezze di quel ragazzo richiamano i tratti somatici di Corso. Prende per la mano Carlotta e cerca di fuggire ma le parole di Guglielmo, questo è il nome del giovane, la inducono a fermarsi. Guglielmo racconta delle malvagità dello zio e da tempo cerca una ragazza di nome Noemi, trasformata in rovo da Corso. Crede proprio di averla trovata! Si avvicina, bacia la fata che ridiventa Noemi: gli alberi, in segno di gioia, muovono le foglie, anche le farfalle volano festose. Carlotta non riesce a credere ai suoi occhi, sgranati dalla meraviglia. I due giovani si allontanano avvolti in una nuvola aurea.
La bambina torna a casa, incredula ma felice. Fatica a prendere sonno come spesso le succede, quando le emozioni si impadroniscono del suo cuore e della sua mente, di tutto il suo essere. Nel cuore della notte sente bussare ai vetri della finestra e sul davanzale trova un biglietto sul quale fa bella mostra di sé un mazzolino di fiori di rosa canina. Lo apre e legge: “Carlotta, c’erano e ci sono l’Innocenza e l’Amore, una coppia vincente. Sono una forza, capaci di cambiare l’animo umano. La tua innocenza e il tuo amore hanno permesso a Noemi di ritornare. Noemi e Guglielmo ti aspetteranno il prossimo anno.” Carlotta avverte un nodo alla gola, chiude la finestra e guarda Zippo, il gatto di casa, che la osserva perplesso e poi decide che è meglio andare a sonnecchiare sul divano.
Interessante come racconto!