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24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2018 “Pensieri in accelerazione” di Jessica Mantovani

Categoria: Premio Racconti per Corti 2018

Se ne sta lì, immobile, a osservare ogni centimetro di quelle lamiere. Perplesso pianifica tattiche mentre la Regina del Rally, piazzata al centro di quell’ambulatorio meccanico, domina la scena; lui intento a tirarla da corsa insieme all’ansia che accompagna l’ennesima sfida alle porte. Maneggia con cura quella vettura da anni, le dona attenzioni come fosse una donna, la veste a festa per gli eventi mondani, la desidera impeccabile alla presentazione, le lucida quella vernice verde speranza che gli piace tanto e sorridendo ricorda le fatiche sostenute per conquistare quel posto a sedere. Si sente un privilegiato. Corsi di guida, licenze conseguite, prove pratiche, maestri dell’ambiente motori incontrati negli anni che hanno regalato malizie come salvavita. Sostiene che nessun altro sport genera una vibrazione come il motore che canta, l’unica sinfonia che lo fa sentire vivo. Un rombo proveniente da quattro ruote e tutto si amplifica.

Incinghiato a quel sedile dal 2004 con la sua prima gara ufficiale, da lì non è più sceso. Alessio insegue una passione che non porta il volto noto degli sport più rincorsi dai bambini. Fuori dall’ordinario, il Rally, mondo delle corse su strada, si rivela una disciplina sportiva nella quale i piloti fanno sfoggio della loro professionalità, accentuata da una buona dose di pazzia con overdose continua di coraggio. Il risultato finale sarà sempre uno spettacolo che profuma di rischio senza freno all’accelerazione della mente.

Solo tintinnio e suoni metallici in quell’officina arredata a nudo dove il pilota si nutre di gas e si sposa con l’adrenalina. La Leon Cup si lascia accudire da mani esperte con un rito di preparazione preciso e schematico. Dopo il controllo assetti, poco distanti quattro gomme a terra da montare come fosse un gioco da ragazzi, ma un gioco non è. Ogni modifica richiede attenzione, la superficialità non è ammessa perché la sicurezza in questo sport è una prerogativa.

Alessio, l’accompagnatore del gioiellino Seat, si siede al comando. Ne ha testate parecchie di auto ma rientrare in quell’abitacolo lo fa sentire a casa. Mani al volante, sedile adattato, interno spoglio, assenza di ogni confort per pilota e navigatore. L’equipaggio viaggia in coppia e anche in questa occasione il sedile passeggero sarà la sua postazione.

Il Copilota, una personalità dallo stomaco forte, dotato di ampio senso dell’orientamento, funge da cartina stradale vivente suggerendo indicazioni precise a chi guida. Nell’abitacolo, a terra, un semplice quaderno, custodito come un diario segreto, raccoglie le Note: il linguaggio segreto della coppia. Appunti codificati in modo personale, forniti tramite l’interfono del casco, fondamentali per destreggiarsi tra le insidie del percorso, nelle situazioni più estreme.

Sguardo fisso attraverso il vetro, pedali regolati, impianto antincendio a norma di legge e inevitabilmente la speranza che non sia l’ultima volta, unico pensiero del pre-gara ma la paura non trova posto in quest’ambientazione, è cacciata e allontanata da una mente che vive in simbiosi con il piede destro: in affondo. I pensieri corrono, galoppano oltre, intravedono già la bandiera a scacchi caricando la sfida di grinta e grandi aspettative. Installata la go-pro, telecamera posta internamente al veicolo, Alessio è in attesa del compagno di scorribande, la sua metà perfetta, la sposa nei suoi giri in pista. La tensione aleggia tra le mura del Box, la luce solare è spenta, attrezzi ed ingranaggi illuminati da lampade, esalazione di carburante che impregna vestiti e olfatto, una nottata adrenalinica da vivere sulle quattro curve che disegnano il tracciato, a pochi metri dalla porta del Paddock.

Il Rally è comunione e condivisone e come tale, pregi e difetti, colpe e meriti, sono tagliati a metà. La fiducia resta la trazione nella coppia. Intesa, affiatamento e stima corrono a doppio senso tra braccio e mente e agiscono abbattendo secondi, depistando nemici, rincorrendo Best-Time. Efficienza e insegnamento restano interscambiabili tra i sedili. Suggerimenti e consigli sono raccolti in un pesante bagaglio che stila il curriculum e la storia di ogni pilota.

Scende dall’auto. Interno ed esterno, tutti i limiti rientrano nei controlli. Attorno, altri box, altre auto, qualcuno avvisa, altri gridano, fermento che invade ogni spazio, una sigaretta per un minuto di concentrazione. Indossa il vestito da gara. Infila la tuta come una seconda pelle scomoda e soffocante, pubblicità e marche, incollate all’abito, gareggiano per il primo posto  Un casco personalizzato, grigio in abbinato alla divisa  imprigiona tutto il sapere, marchiato con il numero 35, un simbolo significativo come un tatuaggio sul corpo.

In questa simulazione reale di vetture su pista, anche i bambini trovano il loro spazio; diventano i primi sostenitori con il loro tifo, incoraggiano i team alla partenza e li attendono all’arrivo, si sfidano a colpi di macchinine imitando le azioni degli sportivi.

E’ giunta l’ora di posizionare la donna alla griglia di partenza, accompagnata dai suoi uomini, scalpita in attesa dello start. Rallisti esperti che si emozionano ogni volta come fosse la prima, l’ambiente profuma di antagonismo, sguardi di sfida, sangue adrenalinico, un unico obiettivo: il podio, la vittoria, la carriera. Lui la conosce bene la sensazione finale, la tensione che cala, il sudore che racconta la fatica, il rilassamento e la certezza di aver dato il massimo. Semaforo verde: partiti.

(Ispirato a una storia vera che vede come protagonista un rallista vincitore in diverse competizioni motoristiche e personaggio noto alla stampa locale nel paese natale.)

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