Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2018 “Peter e l’uomo del tempo” di Aurora Vannucci (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018

La pioggia incessante scendeva dalle scure nubi e il ticchettio continuo delle gocce che scalfivano i vetri infastidiva Peter.

In quella giornata uggiosa la noia lo assaliva, decise allora di leggere un libro e sfogliò “I misteri del bosco”, un volume che non aveva mai preso in considerazione, ed aprendolo a caso si trovò davanti agli occhi il capitolo intitolato “Il labirinto”.

Si trattava di un noiosissimo fantasy che narrava storie di draghi. Per fortuna dopo qualche minuto la pioggia cessò e Peter richiuse il libro, appoggiandolo sulla scrivania di camera sua, decidendo di uscire.

Prese la direzione per la piazzola vicino al boschetto, uno spiazzo di cemento con panchine sparse e un canestro da basket privo di rete.

Il suo amico Michael era lì, seduto, tutto fradicio, segno che era stato sorpreso fuori casa dall’ acquazzone: “Ciao Peter!”

“Ciao, che ci fai qui?”

“Scrivo” rispose l’ amico mostrando un taccuino rosso con una piccola targhetta dove aveva tracciato accuratamente il suo nome, poi diresse lo sguardo oltre il bosco “Guarda, laggiù!” esclamò

“Un arcobaleno… ci sarà la pentola d’oro?”

“Siamo grandi per queste sciocchezze!” rispose Peter sorridendo.

“Almeno avviciniamoci!” propose Michael e, detto questo, entrarono nel boschetto.

Michael procedeva a passo spedito, Peter camminava malvolentieri, solo per compiacere l’ amico.

Più avanzavano e più la fitta vegetazione oscurava il pallido sole. Gli alberi centenari ombreggiavano ogni dove e, di tanto in tanto, i ragazzi incrociavano qualche animaletto.

L’ arcobaleno andava svanendo, giunsero in una radura e Michael iniziò a correre verso quanto ne restava: “Che meraviglia! Incredibile cosa riesca a fare la natura!” poi avvicinò la sua mano all’ immagine dell’ iride e….

“Michael… Michael! Ma dove sei?”. Era sparito! Peter lo chiamò invano e intuì che tutto era dipeso dall’ arcobaleno. Ma era davvero riuscito a toccarlo?

“Michael… “ mormorò, e senza nemmeno tanto rifletterci tentò anche lui di sfiorare l’ arcobaleno , percependo una piccola scossa elettrica.

Quando riaprì gli occhi si trovò dentro una sorta di scivolo dipinto con colori vivaci, brillanti, un lungo toboga che pareva infinito. Scendendo scorse una luce ed atterrò su una superficie dura, almeno secondo il suo fondoschiena.

Michael era lì, vicino a lui, la sua faccia era pallida e la sua espressione di puro terrore.

Peter si guardò attorno, l’ atmosfera era tetra: era una notte senza luna e senza stelle, gli alberi spogli e rinsecchiti, tutto avvolto nella nebbia.

Dal nulla si presentò un uomo alto, con una torcia in mano: “Chi siete?” chiese illuminandoli “Accipicchia! Chi l’ avrebbe mai detto? Voi due siete il Salvatore e il suo Fido Compagno!”

I due si guardarono in volto straniti: “Veramente io sono Peter Mitzerburn e lui è Michael Corner. Non so di chi stiate parlando signore…”

“E’ ovvio, è ovvio, voi non sapete ancora nulla! Tranquilli, sono qui per spiegarvi. Seguitemi!”

Peter porse la mano a Michael aiutandolo a rialzarsi e quel personaggio fiabesco li condusse verso la sua dimora, una casetta di legno e pietra, con un caminetto perennemente acceso: “Sedetevi pure e servitevi… non ho molto da offrirvi… ma una torta al cioccolato non manca mai!”

I due pensarono bene di abbuffarsi, poi Michael chiese: “Ma dove siamo? E perchè lei ci ha accolti così gentilmente? Non sarà per caso una trappola?”

“Siamo ad Arcantica, il regno ai piedi dell’ arcobaleno! Vi ho accolto nel miglior modo che ho potuto per timore che poteste capitare nella mani di Audax, ed in questo caso si sarebbe rotta la profezia!”

“Chi è Audax? Ma che nomi avete? Pare di essere dentro un libro….”

“Audax è un tiranno, il Signore delle Tenebre. Ha esautorato la Regina Stellion dal suo potere, lei governava Arcantica, questo regno che una volta era armonioso. Una volta….”

“Ma di quale profezia state parlando signore? E chi siete voi?”

“Sono Rionax Onriur Kretzel-Riktreson, membro dell’ esercito di Falcon, un essere dotato di grandi poteri magici ed infinita bontà. Ora, se non vi dispiace, vi racconto la storia di Audax e Falcon e della loro profezia”.

Dopo una piccola pausa, Rionax si schiarì la voce e proferì solennemente queste parole: “Tanto, anzi tantissimo tempo fa, furono dati alla luce i due fratelli Ofemar, Audax e Falcon. Subito fra i due si notarono delle differenze notevoli: Falcon era un ragazzo intelligente, autoritario, sicuro di sé e gentile con tutti. Al contrario, il fratello era un tipo solitario e vendicativo. Con il passare degli anni Audax diventò l’ essere più malefico di tutti i tempi mentre Falcon rimase sempre un uomo saggio e giusto, senza mai farsi condizionare dagli atteggiamenti del gemello. Falcon era sempre riuscito a tenere a freno la malvagità di Audax ma un giorno, quell’ essere crudele riuscì a spodestare la nostra amata regina. Ora entrate in gioco voi due, che dovrete aiutarci a sconfiggerlo, con l’ aiuto dell’ Uomo del Tempo!”.

I due ragazzi faticarono a comprendere le parole di Rionax, mentre Peter si scervellava, Michael trascriveva le frasi pronunciate da Rionax sul suo diario: “E chi sarebbe questo Uomo del Tempo?” chiese.

A quel punto il signore si bloccò, nel tentativo di cercare le giuste parole: “Ecco… non lo sappiamo, perchè non siamo mai riusciti a raggiungerlo. La leggenda vuole che sia un uomo molto anziano e che passi le giornate in solitudine a riflettere, ma nessuno lo conosce personalmente. Si racconta che sia l’ essere più colto e saggio di Arcantica e voi dovrete trovarlo, mentre io ed il mio esercito prepareremo un piano di battaglia. Noi abbiamo bisogno di lui. Voi due, abilmente camuffati, potrete tentare di raggiungerlo e non essendo abitanti di Arcantica, l’ esercito dei malvagi non potrà catturarvi”.

“Come possiamo trovarlo se gli esseri del tuo mondo non lo hanno mai raggiunto?”

“Vi guideranno i vostri ideali, i nostri puledri, Oscar e Trix percepiranno le vostre vibrazioni e vi condurranno alla meta!”. All’ improvviso un grosso portone di legno si spalancò ed entrarono due cavalli bianchi identici, bellissimi: la criniera soffice come il cotone ricadeva sul loro dorso e gli occhi, particolari, erano dello stesso colore dell’ ambra: “Siamo qui, padrone!” risposero i due all’ unisono con voce melodiosa.

“Cavalli parlanti?” esclamò Peter sbigottito mentre Michael incessantemente descriveva l’ aspetto dei cavalli sul suo personalissimo taccuino.

I ragazzi salirono in groppa ai due animali e dopo un ultimo saluto partirono: anche se immersi nell’ oscurità, godersi la brezza notturna e toccare la morbida criniera dei cavalli era favoloso!

Durante il lungo tragitto si fece giorno, ma il cielo era grigio e non filtrava nemmeno un raggio di sole: “Sentite quello che sento io?” gridò Michael.

Un tremendo ruggito stordì Oscar e Trix che decisero di fermarsi: “Da dove viene? “chiese il primo sgomento” “Pare da laggiù” rispose Peter osservando un punto in mezzo al bosco.

Più si addentravano nella foresta e più questa si infittiva, ma riuscirono a scorgere la fonte di quei suoni: un enorme drago, rosso brillante, in tutta la sua maestosità, cercava di divincolarsi da una gabbia arrugginita. Aveva il naso appuntito, gli occhi di un arancione scintillante ed emetteva fuoco dalle narici.

Il suo corpo era squamoso, le sue ali enormi ma sottili e la coda terminava in una biforcazione. Continuava ad agitarsi, sbattendo il capo contro il metallo. “Chi sei?” chiese Peter più affascinato che spaventato.

“Sono il grande Drago del Fuoco” rispose quello emettendo fiammelle colorate.

“E allora perchè non incenerisci quella sudicia gabbia e ti liberi?”

“La fate facile voi!” sospirò l’ animale esasperato “Questo è il metallo della Terra dell’ Er ed è indistruttibile. Guardate….” il Drago del Fuoco scagliò una potentissima fiamma ed un pezzo di grata sparì, per riapparire un istante dopo.

“Vorremmo aiutarti…. “ fece Peter

“Non potete fare nulla per me: questa prigione è resistentissima”.

I ragazzi avrebbero voluto essere d’ aiuto al Drago, perchè nessuna creatura poteva meritarsi una simile tortura.

“Tra poche ore i Galogorn, servi del male, verranno qui e mi divoreranno. Lasciatemi perdere… “ continuò  ancora il Drago. Peter sentì la rabbia crescergli dentro. Nel capitolo “Il labirinto” del  libro che stava leggendo si narrava che i draghi buoni, dopo esser stati ingabbiati, venivano torturati da esseri malvagi per il semplice gusto di vederli soffrire. Forse anche i Galogorn facevano lo stesso.

“Deve essere libero!” esclamarono Peter e Michael con estrema convinzione. Si alzò un alto fumo bianco e della gabbia rimase solo polvere. I presenti osservarono stupiti la fine che aveva fatto la prigione mentre il drago, invece, non parve particolarmente stupefatto e disse solennemente:

“Bravi ragazzi! Vi siete fatti guidare dalla vostra bontà e dai vostri pregi, perchè i cuccioli d’ uomo, ad Arcantica, possono realizzare i loro desideri ma solo se sono positivi e privi di qualsiasi forma di crudeltà! Consideratemi vostro debitore, cosa posso fare per voi?”

Potresti condurci all’ abitazione dell’ Uomo del Tempo?” chiese Peter.

“Non so esattamente dove viva, ma più seguirete il vostro istinto dettato dalla vostra positività e maggiori probabilità avrete di trovarlo. Un uomo come lui vuole avere a che fare solo con i suoi pari, per coloro che non sono puri d’ animo sarebbe impossibile avvicinarlo. Se mi indicherete la strada dettata dal vostro cuore, posso provare a portarvi dove mi chiederete” e li fece salire sul dorso mentre i due stalloni, Oscar e Trix, si allontanarono nel folto del bosco.

Il Drago del Fuoco si librò nell’ aria, riassaporando la libertà di cui era stato privato. I due ragazzi volavano fra le nubi ed il drago pareva interpretare le loro emozioni senza che avessero bisogno di esprimerle. La visibilità era scarsa: “Colabron, il signore delle Tenebre, tenta di far sparire per sempre i famosi arcobaleni di Arcantica. Nel tempio di Millarchi si trovano gli elisir dell’ arcobaleno, più conosciuti con il nome di “doni” o “regali”. In uno scrigno all’ interno del Tempio sono contenute sette bottiglie di vetro che racchiudono i liquidi con i sette colori dell’ iride. Il rosso indica il coraggio, l’ arancione la dinamicità, il giallo la felicità, il verde l’ astuzia, il blu la creatività, l’ indaco l’ intraprendenza ed il violetto la forza. Nessuno degli abitanti di Arcantica ha superato la prova per accedere al tempio” illustrò brevemente il drago.

Improvvisamente scorsero una baita sopra alle rocce costruita con legno d’ abete, piccola ma accogliente. Michael bussò titubante ed un personaggio si affacciò alla porta: altro che anziano! L’ Uomo del Tempo era un fanciullo! Aveva una pelle candida, liscia e delicata, un viso tondo, coperto da una folta chioma di capelli setosi dorati, gli occhi smeraldo ma nessuna sopracciglia sopra di loro. “Entrate” esclamò soavemente “Il tempo scorre, restare in attesa non giova!”

Quella che da fuori pareva una capanna, internamente era enorme. Alle pareti ogni tipo di orologio con dimensioni ed orari diversi: “Non dovevate osare interrompere il mio perenne studio ma già che siete giunti fino a me, accomodatevi pure nella mia dimora!”.

“Ma… noi credevamo di incontrare un vecchio saggio, come Rionax ci aveva descritto… invece…”

“Io sono il giovane ed il vecchio, sono il buono e il cattivo, sono il codardo ed il tenace, sono il giorno e la notte. La mia saggezza mi ha fatto comprendere che posso scegliere se essere l’ uno o l’ altro… l’ aspetto è effimero, quella che voi vedete è solo la mia  immagine!”

“Perchè modifica il suo aspetto? A cosa le giova?” continuò Peter.

“Essendo il padrone del tempo ogni volta che sono in punto di morte torno bambino, arricchendo la mia anima di tutta l’ esperienza passata. In realtà ora avrei… circa… 922 anni.  Ma accomodatevi… “ concluse indicando un lucente e verde divano “Vi preparo un buon the, un ottimo stimolatore di neuroni! Chiedetemi pure ciò che volete, la curiosità è una virtù dei saggi, io sono qui per rispondervi” e si infilò in cucina.

“Cosa fa qui solo tutta la giornata?” fece Michael

“Cerco me stesso, e studio il tempo, i sogni, la vita. Sintetizzando, cerco le risposte alle domande universali” rispose il saggio.

“Ma sempre solo… la infastidiscono gli ospiti?”

“No, per niente, ma difficilmente qualcuno riesce a raggiungermi. Se vi tratterrete a lungo, ho una stanza per voi. Purtroppo conosco il motivo della vostra visita, per questo sto provando a leggere nei pensieri del Signore del Male, per intuire le sue prossime mosse e comprendere il suo odio. Per ogni emozione c’è una motivazione!”.

“Secondo lei dovremmo intervenire subito? Ma facendo che cosa?”

“Quando calerà il sole tre volte il nemico attaccherà il palazzo della regina Stellion. In quel momento dovrà incalzare la battaglia!”

“E noi, combatteremo quindi?”

“Certo, prima però dovrete forgiarvi le armi con il metallo dell’ Er. E’ un’ operazione molto delicata che dovrete compiere voi autonomamente, perchè ogni spada dell’ Er è lo specchio dell’ anima del suo proprietario. Il lavoro è lungo e per questo non dovete attendere oltre. Vi accompagnerò alla vicina cava del metallo dell’ Er, poi convocherò Falcon. Seguitemi!” e così dicendo uscì dalla capanna. In pochi istanti arrivarono alla miniere e furono accolti da un animale simile ad una medusa, che volteggiava in aria spostando continuamente gli innumerevoli tentancoli.

Era completamente nero, gli occhi rettangolari color ametista: “Parola d’ ordine?” chiese lo strano essere con voce bronzea.

“Tranquillo, Xidichif, sono amici” esclamò un altro essere simile al primo, che si differenziava solo per gli occhi color zaffiro.

“Medusine, tutto va per il verso giusto?” esclamò l’ Uomo del Tempo porgendo loro le braccia “Possono questi umani forgiarsi l’ arma di Er? Sono i puri d’ animo che stavamo aspettando!”

“Certo, entrate. Siete i salvatori?” i due simil-animaletti proferirono all’ unisono. Xidichif creò dal nulla due elmetti con torcia sulla testa dei giovani e li condusse nella miniera “Noi minatori dell’ Er abbiamo una vista sensazionale, ma chi non possiede questa dote deve utilizzare le torce. Incontrarono un terzo essere tentacolato “Porgi loro due pezzi di metallo, i ragazzi devono forgiarsi le loro armi!”.

Michael e Peter afferrarono quel materiale color rubino.

“Alzatelo ed esclamate con voce chiara Spada dell’ Er! Mi raccomando, scandite bene ogni lettera per far si che il metallo comprenda”.

Peter pronunciò la frase stabilita, il metallo prese a vibrare nelle sue mani e si trasformò nella spada più bella e luminosa che il ragazzo avesse mai visto. Il manico era costellato di diamanti ed il suo nome, in verde sfavillante, era inciso sull’ elsa. La lama brillava di un blu oltremare, con sfumature violette. La spada si staccò dalla sua mano e librò nell’ aria dove un giovane drago apparso d’improvviso la colpì con le sue fiamme. “Il metallo dell’ Er ed il fuoco di drago creano un’ arma indistruttibile” sentenziò Xidichif.  Michael eseguì la medesima operazione ed entrambi i ragazzi si dotarono del gladio.

La sera successiva, prima della battaglia, l’ Uomo del Tempo parlò ai ragazzi: “Sapete perchè mi avete trovato? Perchè vi siete fatti guidare dai vostri ideali positivi, soltanto gli animi puri possono giungere alla mia porta. E voi, nel combattimento, trionferete grazie alle vostre qualità. Vi presento un altro animo buono… Falcon…” comparve dal nulla, emanando luce attorno a sé. Era un ragazzo alto e snello, indossava un fantastico mantello argentato luccicante, abiti rossi con ricami dorati e stivali neri alti.  Aveva la pelle bronzea, i capelli accuratamente divisi da una riga sul lato sinistro, gli occhi scuri, profondi, lievemente a mandorla, incorniciati da sopracciglia sottili: “Ciao, salvatori del Regno di Antartica” disse con un piccolo inchino “In battaglia dovrete dimostrare la vostra astuzia e la vostra creatività, solo in questo modo riuscirete a superare ogni prova! Grazie a voi anch’ io ho avuto l’ onore di conoscere l’ Uomo del Tempo!”

“Mi sfugge qualcosa… “ commentò Michael “Ma noi dove ci troviamo? Siamo dentro l’ arcobaleno?”

“Il nostro regno” iniziò l’ Uomo del Tempo “E’ dove l’ immaginazione può arrivare. Non vi sono coordinate geografiche, noi siamo sempre esistiti ma non ci potete vedere, e noi non vediamo voi. Ma l’ arcobaleno è il nostro ponte, il nostro filo d’ unione. Il tempo da noi scorre diverso che da voi, quando ritornerete alle vostre dimore vi ritroverete solo qualche attimo avanti rispetto a quando siete partiti!”

“Quindi… ritorneremo a casa?”

“Certo, il nostro mondo non è il vostro, possiamo incontrarci ma non riunirci. Quando rientrerete cercate un libro intitolato “I misteri del bosco”, quello è giunto fino a voi dalla nostra terra. Forse qualcuno ha già trovato quel testo… chissà…”.

Peter era rosso dalla vergogna, l’ aveva trovato lui, ma solo ora aveva iniziato a sfogliarlo. I ragazzi e gli abitanti di Arcantica decisero di riposare, all’ alba del giorno seguente Peter si accorse che il cielo era tetro e buio, la nebbia densa, le nuvole nero inchiostro.

“Aggrappatevi a me ragazzi… da casa di Rionax a quartier generale!” esclamò Falcon.

Il paesaggio si trasformò e Michael e Peter si ritrovarono nel luogo in cui erano arrivati ad Arcantica, con centinaia di persone e un’ atmosfera carica di terrore.

“Finalmente siamo arrivati, ora occorre prestare attenzione. Mio fratello Audax ed i Gologorn sono molto pericolosi, soprattutto Mastino e Molosso, i due comandanti dei Gologorn. Audacia, lealtà ed astuzia: ecco quel che vi chiedo. Non combattiamo per uccidere ma per far trionfare degli ideali!” disse Falcon fra gli applausi dei presenti.

Il campo di battaglia era una vasta pianura sottostante l’ ex palazzo della regina Stellion, l’ esercito dei Gologorn era già schierato davanti a loro.

Milleriki, la ragazza dello schieramento nemico, fece impugnare le armi, ma Falcon la fermò: “Siamo qui per parlare con Audax” disse e d’ improvviso apparve un ragazzo dai capelli rosso fuoco e gli occhi di ghiaccio, avvolto in un alone di nebbia, vestito completamente di tuniche nere.

Mentre parlava si notava la lingua biforcuta, la sua voce era un sibilo e riecheggiava come un eco: “Preparatevi alla vostra fine!” esclamò.

“Fratello, hai visto dove conduce l’ odio? Parliamoci invece di combattere…”

“Hai forse paura di me, Falcon Oferlmar?” urlò il malvagio con fare minaccioso.

“Tu odi tutti… odi me…. odi Arcantica… dove ti porterà tutto quest’ odio?”

“Ho sempre pensato di essere nato inutilmente. Poi ci sei tu, il mio gemello, tenace e intelligente, ho sentito decantare per anni le tue lodi. Ho riflettuto, se tu sei il migliore ed io il peggiore eliminandoti dimostrerò al mondo chi di noi due è davvero il più forte… ho creato questo esercito e sono un uomo di potere. E tu, Falcon?”

Michael, mentre i fratelli si sfidavano a parole, rifletteva e consultava gli appunti  “Nel tempio di Millearchi, sette bottiglie di vetro… coraggio, dinamicità, felicità, astuzia, intraprendenza e forza…. bisognava assolutamente raggiungere il tempio….”. Quella sera l’ uomo del Tempo aveva indicato ai due amici la posizione esatta del tempio, che sorgeva vicino al palazzo della regina.

Peter e Michael abbandonarono la pianura e trovarono velocemente il santuario. Intanto la battaglia era iniziata, si sentiva il rumore del ferro dell’ Er fendere l’ aria. Il tempio era tutto colorato, possente e maestoso. I due entrarono e si trovarono in una stanzetta, davanti ai loro occhi una piccola vasca colma di acqua limpida. Michael si avvicinò e dalla superficie spuntarono enormi serpenti, di cui il ragazzo aveva una folle paura, e fu costretto ad indietreggiare uscendo dalla stanza. Quando fu distante i serpenti svanirono nel nulla, proprio come erano apparsi.

“Ho capito! L’ acqua rispecchia le nostre paure!” pensò Peter. Poi fu lui ad avvicinarsi alla vasca ed osservare il liquido con il cuore in gola. Sulla superficie piatta e brillante c’era il suo volto, ma nell’ immagine i suoi occhi erano chiusi. All’ improvviso Peter sentì le forze mancare, le palpebre farsi sempre più pesanti, le gambe cedere ed un dolore intenso partire dal petto ed espandersi in tutto il corpo. Strinse a fatica le mani “Non sto morendo… è la mia paura della morte… riesco a muovermi…” e con le sue ultime forze riuscì a rialzarsi. Tutto il dolore svanì e davanti a lui si materializzò una grande portone ligneo.

Peter l’ aprì e si trovò in una stanza variopinta ed enorme, con numerose colonne a sorreggere il tetto. Davanti ai suoi occhi, in una luce splendente, i sette elisir dell’ arcobaleno. Si avvicinò cautamente e prese la fiala rossa. Provò a sorseggiarla lentamente, assaporandone il gusto dolciastro. La stessa cosa fece anche con le altre sei e dopo aver assaggiato l’ ultima si ritrovò all’ aperto, fuori dal tempio, sul campo di battaglia. L’ attendevano un tremolante Michael e le sorti di una guerra che solo lui poteva decidere.

Avanzò verso Audax e si avventò su di lui cercando di buttarlo a terra, ma il nemico era possente e si liberò subito dalla sua presa. Peter sguainò la spada ed iniziò un combattimento spietato: l’ avversario era davvero agile, ma anche il ragazzo sapeva esattamente come maneggiare le armi magiche. Sferrò un colpo potente disarmando Audax e provò a spingerlo verso uno strapiombo ma questi, all’ ultimo, riuscì ad aggrapparsi ad un lembo di terra, evitando la caduta.

Arrivarono Michael e gran parte dell’ esercito di Falcon che si erano imposti sui nemici, Peter guardò Audax, pregustando la vittoria finale si preparò a colpire le sue mani e condannarlo al precipizio. Anche Falcon e l’ uomo del Tempo giunsero sull’ orlo del dirupo ed in quel momento si udì un lamento: “Vi prego… aiutatemi” era la voce di Audax, che aveva perso ogni sibilo e la sua lingua non era più biforcuta. Era solo una vocetta legnosa e patetica, che chiedeva soccorso.

Falcon mise una mano davanti a Peter per frenarlo e lo guardò: “Tutti possiamo sbagliare, ma ora è giunto il momento di riconoscere gli errori. Dimmi Audax, dove e perchè hai sbagliato?” esclamò rivolgendosi al gemello.

“Falcon, fratello, non riuscirò a tenermi ancora a lungo… sono sull’ orlo del baratro… la mia fine è vicina…”

“Perchè hai sbagliato? Cosa sei diventato?” ripetè nuovamente Falcon con voce solenne.

“Mi sono lasciato sopraffare dall’ odio e dall’ invidia, volevo scaricare la mia collera su tutta Arcantica, gli altri avrebbero dovuto soffrire come per anni avevo sofferto io!” rispose Audax con voce tremante.

“Riconosci il tuo errore? Sei pentito?” disse ancora Falcon sporgendosi verso il fratello.

“Ho sbagliato, merito l’ oblio” rispose Audax pronto a lasciarsi scivolare verso il precipizio.

Dopo un attimo di riflessione, Falcon gli tese il braccio afferrandogli una mano e lo trascinò sul ciglio dell’ abisso, mentre Peter depose la spada nel fodero, volgendo lo sguardo al cielo.

Il giorno successivo venne allestito un enorme banchetto davanti al palazzo della regina su tavoli di legno di tutti i colori.

Gli arcobaleni di Arcantica si specchiavano nell’ acqua cristallina dei numerosi laghi, il cielo era terso e blu e tutte le nuvole si erano dissolte.

Peter si rivolse all’ Uomo del Tempo, che nella solenne occasione aveva raggiunto gli abitanti di Arcantica, chiedendo: “Perchè sono riuscito ad entrare nel Tempio e mi sono rialzato davanti alla morte?”

“Mi sembra chiaro” rispose il saggio “Hai superato l’ ostacolo più grande per ogni essere umano: la paura. La porta si materializza solo se chi si trova davanti a lei riesce a vincere le proprie fobie”

“Tu non puoi saperlo… non ci sei mai stato… gli elisir erano intatti” rispose Peter

“Io ci sono entrato molti anni fa, quando ero realmente giovane, come te….”

“Quindi… hai superato la prova?”

“Certo, l’ ho superata ma non ho bevuto gli elisir, non ne avevo necessità, volevo semplicemente acquisire fiducia in me stesso”.

Le parole dell’ Uomo del Tempo chiarirono e confusero alla stesso tempo Peter, il quale però intuì che l’ altro aveva ragione. Con o senza gli elisir, Peter sarebbe comunque diventato più forte: aveva imparato che nella vita gli ostacoli ci sarebbero sempre stati, l’ importante era avere il coraggio e la volontà di volerli superare. Dopo qualche secondo, senza nemmeno rendersene conto, si ritrovò nella sua stanza, seduto alla sua scrivania. La pioggia incessante continuava a scalfire i vetri. Si guardò attorno ed allungò freneticamente la mano alla ricerca del libro ma trovò solo un foglietto di carta  variopinta, con tutti i colori dell’ arcobaleno.

 

 

 

 

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3 commenti »

  1. Aurora, il tuo primo racconto mi ha colpito ma questo mi ha sbalordito! Se penso a come scrivi bene e a quante volte i tuoi anni stanno nei miei vedo un brontosauro sordo, rugoso e sdentato davanti a una gazzella che corre via. Il racconto scorre, svolta, vola senza mai mollare il lettore. Un viaggio straordinario, non posso dirti altro che sei bravissima!

  2. Scorrevole, avvincente, magico. Questo racconto ha tutte le caratteristiche per piacere ai giovani lettori. E anche ai grandi. Il mondo che descrivi è suggestivo, i personaggi affascinanti, l’intreccio perfetto, da togliere il fiato. Complimenti!
    p.s. devi togliermi una curiosità: il tuo Uomo del Tempo che cambia aspetto e che non ha sopracciglia ha qualcosa a che fare con Doctor Who?

  3. Grazie davvero! Questo è il primo racconto fantasy che scrivo, e mi sono divertita molto. Purtroppo non conosco Doctor Who. Che personaggio è? Potrei leggere qualche libro dove parlano di questo personaggio?

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