Premio Racconti nella Rete 2018 “La Jettatrice” di Adele Dentice
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018Lui, cassiere di una sperduta agenzia delle poste in uno sperduto paesino del Sud, era un uomo così triste e invisibile da far parte di quella categoria di persone trascurabili la cui esistenza scivola via senza lasciare alcuna traccia. Eppure anche lui portava sulle sue spalle spioventi una storia penosa. Aveva sposato una signorina già precedentemente fidanzata con un suo amico che gliela aveva presentata una sera d’autunno, una sera piovosa e un po’ melanconica. Tutti e tre erano andati al cinematografo perché non stava bene portare una giovane nubile in un caffè. Il film, se non ricordo male, era di quelli strazianti con un Amedeo Nazzari tormentato ed una interprete florida e peccaminosa, come voleva la moda del tempo, che per quasi tutto il film piangeva e nel restante tempo chiedeva perdono…di solito il suo destino era segnato da una morte straziante che la riscattava, minata, com’era, da un inverosimile male incurabile, considerando l’aspetto rigoglioso dell’attrice. Ma l’effetto lo si raggiungeva sempre, nella sala buia l’interminabile fine lasciava libero sfogo ai singhiozzi trattenuti delle donne e alla commozione mal celata da starnuti o sbadigli degli accompagnatori. Il messaggio era inequivocabile e diretto alle giovani fanciulle che dovevano saper indietreggiare di fronte alle tentazioni carnali, ma qualche sera dopo il triste omino e la fidanzata del suo amico bevvero un po’ più del solito per contrastare la loro reciproca timidezza e…cedettero.
Dopo un po’ di tempo il giovane cassiere non ebbe più la forza di tenere nascosta la sua relazione e confessò al suo amico la sua folle passione. L’amico, generoso e comprensivo, gli mise una mano sulla spalla e lo perdonò augurandogli una vita felice, poi la sera stessa andò a festeggiare la sua ritrovata libertà e tra un aperitivo e un bicchiere di vino raccontò della cattiva fama della sua ex fidanzata.
Una fama decisamente scomoda, che non era dovuta alla licenziosità dei suoi costumi, ma ad un suo oscuro potere eredità di un lontano parente noto per essere un famoso jettatore e quella sera, finalmente, poté raccontare di quegli incidenti che sistematicamente si verificavano ogniqualvolta si incontrava con lei. Dimenticò, però, il generoso amico, di sottolineare che gli “incidenti” iniziarono quando, raccolti nella loro intimità, non riuscì a garantire il doveroso successo delle sue mitiche prestazioni erotiche, di cui andava fiero:
- Secondo me tu porti male
- Io? ma cosa dici- disse lei nascondendo il volto tra le mani e singhiozzando- non è che non ti piaccio, Forse?
- Non dire sciocchezze ho avuto donne di tutti i tipi, belle, brutte, storpie e anche in là con gli anni e mai, sottolineo, mai mi è capitata una cosa simile…evidentemente sei tu che emani un’aurea negativa; d’altronde avevi un lontano parente famoso per…
- Oh ma che dici stupido, non infangare la memoria di chi non può risponderti.
- E smettila di piangere su…Domani andrà meglio…Spero.
Ma non andò meglio, e non andò meglio nemmeno con le altre donne e il prestante giovanotto fu costretto a scappare all’estero per farsi curare la sua inspiegabile impotenza che, certamente, era stata provocata dalla forza malefica della sua ex fidanzata.
Intanto, l’omino dalle spalle spioventi accolse la giovane sposa nella sua casa, felice e innamorato, ebbero due gemellini e tutto scorreva sereno, a parte qualche piccolo incidente domestico o la foratura delle ruote della loro modesta auto, comprata con le cambiali e l’ipoteca sulla casa, quando decidevano di fare una scampagnata al mare. Un giorno però la sua tranquilla esistenza fu turbata da qualcuno, una voce gli raccontò di quella sera lontana all’osteria dove il suo amico aveva spifferato al mondo della capacità distruttiva del giovane amore del cassiere. Lui era una persona mite e non volle dar credito a quelle sconvenienti dicerie paesane, ma il tarlo del dubbio e della superstizione cominciò a roderlo e suo malgrado cominciò a ricostruire tanti episodi, a controllare le coincidenze, alla fine giunse a fare gli scongiuri ogni volta che entrava la moglie in stanza, anche se subito dopo chiedeva perdono a Dio.
Ma qualcosa di assolutamente impensato avvenne una mattina quando il suo ufficio fu visitato dai ladri e lui, dopo un attacco di panico e il ricovero in ospedale, ebbe una lettera dall’avvocato dell’azienda in cui lo si informava sulle sanzioni che gli erano state inflitte, per non essere stato abbastanza attento
– E se fossi morto, allora?
– Be’ in quel caso la sua famiglia avrebbe avuto una pensione.
– Ed io una lapide.
– Può darsi, ma ora lei è vivo e dovrà essere sottoposto a queste sanzioni disciplinari…Buon giorno.
Il pover’uomo rientrò a casa ancora più triste e spaventato e soprattutto terrorizzato dalle attenzioni della moglie, ma la cosa precipitò qualche tempo dopo, quando per un estemporaneo capriccio del destino la seggiola, dove lui si sedeva per svolgere il suo triste lavoro di cassiere della società, si spezzò e lui rovesciò indietro battendo la testa contro uno spigolo violentemente. Svenne e fu di nuovo portato in ospedale al suo risveglio delirava, diceva che la moglie era iettatrice e che l’amico gliel’aveva presentata per togliersela davanti. La povera signora fu distrutta dal suo pianto, ma prontamente consolata da medici e infermieri che le giurarono che il marito delirava e non sapeva quel che diceva, ma quando il consorte si riprese e le chiese scusa delle cose orribili che aveva detto, ormai qualcosa di irrimediabile si era frantumato. A quei tempi non c’era il divorzio ed era inammissibile la separazione, specialmente in ceti sociali medio-bassi, impastati di scaramanzia e ambizioni frustrate, così trovarono una soluzione civile e segreta, quella di non dormire più insieme. Il tempo scorreva e la signora divenne sempre più magra e grigia e quelle passeggiate serali per sfidare le maldicenze e le occhiate irriverenti furono lo scotto che pagarono i due coniugi, lui per averla diffamata e lei per aver ceduto così facilmente quella lontana sera d’autunno, quando era ancora la fidanzata dell’amico del suo futuro marito.
Molto carino, di ambientazione culturale un po’ simile al mio racconto (entroterra meridionale)
Che storia.. mi aspettavo un racconto comico , e in certi momenti lo e’ davvero. Il finale mi ha un po’ spiazzata con quel suo tocco di grigio. Scritto molto bene si legge d’un fiato. Complimenti
Grazie mille, la jettatrice ringrazia!
Complimenti per questo racconto un po’ pirandelliano. Mi ha ricordato il Chiarchiaro de La Patente, in versione femminile. In comune con quel racconto ha l’aspetto tragicomico: il tema si presta all’ironia e alla comicità, ma ha anche risvolti malinconici che tu hai messo bene in evidenza.
È scritto molto bene, brava!
Si legge tutto d’un fiato, complimenti!