Premio Racconti nella Rete 2018 “Maria” di Adele Dentice
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018Maria, un bel giorno, si rinchiuse nella cattedrale per parlare con Dio. Iniziò a spogliarsi e, completamente nuda, inebriata dalla passione mistica e dalla sua arte, dopo aver sprangato le porte della chiesa, fece echeggiare tra le altissime volte dell’edificio sacro antiche e solitarie armonie. Non calcolò, o più semplicemente non le importava molto, che nei sonnacchiosi pomeriggi estivi in un’ora inconsueta e senza preavviso alcuno quella musica sconvolgesse la vita ordinata e tranquilla del paesello; chi dormiva si svegliò di soprassalto, poi tutto il normale svolgersi delle cose si interruppe, la piazza circostante e il giardino persino i bimbi sospesero i loro giochi, i vecchi appoggiati ai loro bastoni sotto i cappellacci alzarono lo sguardo verso il grande campanile della Chiesa Madre “ è la guerra? e la fine del mondo? è morto il Papa?”
Nulla di tutto ciò, cercò di rassicurare l’anziano parroco, che dovette interrompere il suo amato rito pomeridiano del caffè col cioccolato, per correre trafelato verso il portale d’ingresso della Cattedrale, che trovò irrimediabilmente chiuso e, arrancando faticosamente per via dell’età, dovette entrare in chiesa dalla porta laterale le cui chiavi solo per caso o per volontà divina si ritrovò tra le mani.
Povero sacerdote! si trascinava dietro il suo enorme ventre, col rischio di rimanere incastrato tra quelle strettissime scalette che conducevano verso la balaustra dove troneggiava l’enorme organo del seicento, vanto del paese e del vescovado; ma qui accadde qualcosa di indicibile!
La vide, stregata dall’ immensità di Dio. Per la prima volta il vecchio prete comprese cosa fosse la candida innocenza che impropriamente per anni e anni aveva solennemente vagheggiato dal pulpito o blaterato, nascosto tra i tendaggi bui del confessionale, alle donne che mostravano strane inquietudini.
” Eccola la verginità della quale parlava Dio” le lacrime inondarono il suo volto stanco scivolando tra i solchi scavati della sua pelle come piccoli bizzosi torrentelli, mentre Maria, vergine scandalosa, faceva volare le sue mani su quelle vecchie tastiere ingiallite; il vecchio umile sacerdote, rapito da quei suoni che parlavano con la voce del Signore, si inginocchiò e piangendo perdutamente pregò Iddio con tanto fervore da non accorgersi dell’immane confusione che lo circondava.
Il caos dei parenti allertati della follia mistica della giovane musicista, la madre e l’altra sorella in nero profondo che cercavano di coprirla e di asciugare le sue lacrime, la polizia, le autorità ed infine le auto che avrebbero portato via per sempre, lontani dagli occhi della folla, il prete e la pianista.
Tra lo stupore della gente e i bambini che si accalcavano, il chiasso oscurò per sempre la musica sublime di Maria e le preghiere appassionate del vecchio sacerdote e, forse,chissà se stavolta un po’ Dio si dispiacque.
L’ambientazione provinciale del piccolo paese che torna in modo fantasioso
Questo modo di trattare la religione sarebbe piaciuto molto a De André. Quello che il senso comune potrebbe considerare blasfemo è invece un’alta espressione del soprannaturale. Solo il vecchio prete e Maria l’hanno capito. Brava! Ci piace molto il tuo stile di scrittura che abbiamo apprezzato molto anche nella “Jettatrice”