Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2018 “Nero” di Sandro Maffei

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018

Acqua

 

Quella mattina l’acqua nel bidet era ghiaccia, era stato come sedersi sulla faccia di un cadavere. Nero amava i funerali ma odiava l’acqua fredda, adesso… lo sentiva già, sarebbe stato indispettito tutto il giorno.

 

Ora si stava rasando con attenzione davanti allo specchio, non avrebbe sopportato neanche un taglietto stamani… la mano andava meccanica e lui non riusciva a non fissarsi negli occhi scuri così la mente cominciò a far vagare l’immaginazione. Ognuno sogna di realizzarsi in qualche cosa, diventare famoso e importante, esercitare un mestiere che soddisfi le proprie aspirazioni o anche semplicemente trovare l’amore di tutta la vita e stare sereno. “Sì però ci si può sentire realizzati anche con una follia…” pensa Nero.

 

La sua mania era apparsa tardi, lavorava già nell’azienda di famiglia, una cartotecnica, che amministrava senza troppi pensieri. Aveva avuto la sensazione in gioventù di essere portato a fare stranezze, ma la certezza era avvenuta in età matura quando per fortuna la sua posizione economica e sociale si era stabilizzata. A Nero piaceva andare ai funerali, era il suo segreto ovviamente, lo faceva fantasticare sulla vita e sulle persone presenti. Il bello è che non andava solo a quelli dei conoscenti, ma come vedeva un carro funebre fuori da una chiesa si precipitava ad entrare, questo lo eccitava tantissimo… Era arrivato anche a fotografare gli annunci mortuari freschi per non perdersene neanche uno… Non che non si rendesse conto della sua bizzarria, ma con se stesso era molto indulgente e autoironico. “Sarà per via del mio nome” pensava “che adoro fare questa stranezza… ma certo papà che fa Gatto di cognome poteva evitare di battezzarmi con il nome del suo poliziotto preferito…”

 

Ma visto che era nato la notte di S. Silvestro poteva andare peggio…

 

In effetti a scuola i primi anni Nero Gatto era stato piuttosto sbeffeggiato, ma con il tempo e grazie alla sua bella presenza e al buon carattere non ci faceva più caso e anche gli amici da tempo lo chiamavano semplicemente Black The Cat (o BTC) che come soprannome gli piaceva. Solo papà, che soffriva di depressione da quando gli era morta la compagna, continuava sempre a chiamarlo con il nome di battesimo. Era attaccatissimo al suo adorato figlio unico e lo cercava continuamente al cellulare per chiedergli “Nero, come stai?” Nero invece non lo sopportava più “bene papà, grazie stai tranquillo, Nero stà bene”. Clic.

 

Sua moglie Ester insegnava ed era impegnata in varie associazioni e i figli Marco e Matteo ormai grandi ed indipendenti studiavano all’Università a Milano, il lavoro lo impegnava abbastanza ma andava bene e tutto prevedeva che presto con Ester avrebbero fatto una bella vacanza, un viaggio magari di una ventina di giorni. Solo che Nero dentro di se’ non se la sentiva di partire… una voce gli diceva “se vai via non puoi sapere cosa ti perdi…”.  Durante l’ultimo viaggio qualche anno prima, una vacanza nella campagna inglese, aveva lasciato con una scusa Ester con i figli in un Pub e si era imbucato ad un funeral party Anglicano. La situazione si era rivelata molto imbarazzante visto che lui parlava male inglese e dopo una mezzoretta si era dovuto allontanare sorridendo imbarazzato “sorry wrong party”. Insomma gli era piaciuto ma non era riuscito a far volare la sua immaginazione come in Italia “maledizione a non conoscere le lingue” aveva detto ritrovando finalmente moglie e figli. Nero si sorride allo specchio al ricordo…

 

Ok, finalmente era pronto bello sbarbato e senza un taglietto, anzi forse uno ce n’era ma non sanguinava neanche, bene! si sentiva pronto per il funerale di oggi.

 

Fuoco

 

I vestiti come sempre in ordine appesi accanto al letto, come al solito Ester aveva pensato a tutto prima di uscire per andare a scuola. Nero sospira, avrebbe preferito i jeans o anche la tenuta da calcetto che tiene nell’armadietto in azienda, ma bisogna andare vestiti bene e poi anche oggi c’era un funerale…. Infatti aveva scoperto che più era distinto nei modi e negli abiti più le sue stranezze non venivano notate e lui passava inosservato. Quindi boxer, calzini, pantaloni, cintura, camicia, giacca e cravatta, “forse non occorre altro addosso” pensò sbirciando fuori dalla finestra, in effetti sembrava proprio una bella giornata calda di primavera. Stamani era impaziente, doveva aspettare che lo passassero a prendere visto che la sua Mercedes era ancora dal meccanico, “oggi pomeriggio dovrebbero riportarmela” pensava. In cucina ancora il giornale di ieri aperto e spiegazzato sulla tavola accanto a briciole di biscotti, la caffettiera ancora al fuoco … “strano che Ester così ordinata stamani abbia lasciato tutto così…” Il Tirreno cronaca di Lucca del 05 maggio 2018 ieri non aveva avuto tempo di leggerlo come al solito, scorre alcuni titoli distrattamente…. BULLI CONTRO IL PROFESSORE “inginocchiati! Non hai capito chi comanda qui!” – SAN CONCORDIO dice addio a Attila il clochard morto nella sua baracca – il Vescovo parla dei migranti il “MAR TIRRENO come tomba” – … AUTOBUS investe muflone… – Cutigliano cade dal ponte SALVATO da un pollaio.

 

Ma quanto ci mettono a venirlo a prendere? La pagina con gli annunci mortuari non c’era, peccato che quella la avrebbe letta con attenzione….

 

Questa mania dei funerali… come gli era venuta… si ricorda che al suo primo funerale da bambino non capiva perché così tanta gente piangeva. Lui si sentiva curioso e voleva vedere il nonno Giovanni nella bara, ma oramai era chiusa e allora con la fantasia pensava che dentro non ci fosse il nonno realmente ma questa o quella persona, la zia che piangeva singhiozzando oppure lo zio serio ed impenetrabile, ma perché no anche quella rompiballe della cuginetta…. Poi col passare degli anni ai funerali aveva scoperto che si sentiva sempre più a suo agio forse per via della serenità che regna in chiesa forse per le emozioni che traspaiono dalle persone nei momenti di sofferenza ma soprattutto perché mentre gli altri si conformavano alla situazione, lui si sentiva positivo e creativo e poteva fantasticare a suo piacimento senza essere interrotto da nessuno sulle bellezze della vita, commentare tra sé le omelie del sacerdote, immaginare cose anche blasfeme, insomma canzonava la morte a modo suo… Infine negli ultimi anni aveva affinato la sua mania (che lui definiva “arte”) in modo sorprendente e come un animale in caccia, studiava la preda cercando il funerale con attenzione se in giornata ce ne era più di uno e all’interno della chiesa individuava con freddezza la sua vittima del momento…. Sì, in genere le sue vittime erano donne….

 

Finalmente suonano al campanello, è Luca l’amico di sempre che lo accompagna volentieri anche questa volta, un ultimo sguardo allo specchio, valigetta e cellulare … “ciao BTC”… “buongiorno Luca”…

 

Cielo

 

Tutte le volte che lo veniva a prendere in auto Nero se lo riprometteva sempre “mai più con Luca” come guida male, tutto scatti e frenate, piede pesante e sempre pronto a inveire con i ciclisti e gli altri automobilisti se appena appena gliene danno motivo. Anche stamani, forse a causa della fila sui viali era tutto un pronti attenti via stop, pronti attenti via stop e la frizione soffriva…. Finalmente un semaforo, “grazie Luca lasciami pure qui davanti alla chiesa, mi sono ricordato di una commissione che devo fare qui vicino e poi per andare in città sono due passi” “OK ciao BTC, oggi ti passo a prendere?” “no, grazie oggi no dovrebbero riportare il mio cassettone”, “Proprio un “cassettone” pensa Luca, in effetti un Mercedes azzurro metallizzato station wagon, ma a Nero piaceva….

 

Perfetto, ora avrebbe fatto due passi in città poi avrebbe lavorato un poco in azienda e per le 15,30 sarebbe stato pronto per il “suo” ennesimo funerale. Se lo pregustava già fregandosi le mani inavvertitamente…

 

Lo aveva percepito già dalla prima mattina che oggi non sarebbe filato tutto liscio, era stato costretto a rimanere più tempo del previsto in cartotecnica a controllare dei conti che non tornavano e quindi era arrivato a funerale iniziato cosa che sentiva molto disdicevole, non per educazione ma perché avrebbe avuto meno tempo per individuare la preda… ma appena entrato in chiesa con le narici che si dilatano aspirando il profumo dell’incenso si sente subito a suo agio… Usando l’olfatto come un sensore cerca un posto dove sedersi sulle panche di fondo e non appena gli occhi si abituano alla penombra della chiesa, individua subito una bella mora formosa ed elegante, gonna scura appena sopra le ginocchia, in piedi davanti a lui appoggiata ad una panca sulla fila di destra. Nero sente il respiro che aumenta, si sente leggermente eccitato ma con allenato controllo si riprende e sorride dentro di sé divertito, ecco sapeva cosa fare adesso… Le si avvicina da dietro arrivando quasi a sfiorarla con il pene rigido dentro ai boxer…”signora… mi scusi …” Lei si volta leggermente e lo guarda con aria interrogativa, “mi perdoni ho notato che ha una calza smagliata e vista la sua eleganza ho pensato che fosse il caso di dirglielo…” La donna ha come un lieve mancamento si appoggia a lui delicatamente sostenendosi un attimo… Nero le prende la mano.. La signora si volge a lui quasi con un inchino fissandolo per un attimo con occhi sorpresi e risponde un po’ fredda abbassando lo sguardo su di lui …“la ringrazio… signor…?” “Nero signora, sì un nome adatto alla circostanza”. Lei alza gli occhi al cielo poi sorride lievemente e si volta dandogli nuovamente le spalle sistemandosi la gonna.

 

Nero a questo punto con estrema naturalezza torna al suo posto in modo da far sembrare di aver salutato una conoscente, voleva riflettere ancora per alcuni minuti su quello che il prete aveva detto nell’omelia, aveva parlato dei migranti e le parole usate lo avevano colpito molto, le sentiva adatte a se’ “tutti siamo migranti in questo mondo, tutti migreremo all’aldilà, tutti siamo alla ricerca di qualcosa di migliore per il nostro futuro e non migrano solo gli individui ma anche le anime le idee e i sogni” “io sto migrando verso la follia”pensava Nero in attesa dell’eucarestia.

 

Lei si era girata con fare distratto un paio di volte Lui se lo aspettava, aveva visto nel suo sguardo una certa curiosità turbata e non appena la vede alzarsi per mettersi in fila per la comunione, Nero è subito dietro di lei nella fila ondeggiante. Mentre la fila avanza a singhiozzo lui sente montare l’eccitazione, ma questa volta forse è decisamente un po’ troppa si sente veramente sollecitato con l’erezione che monta, ma non era possibile che fosse lei a carezzarglielo lievemente, non era ancora così a contatto…. ma che cosa era… caspita! il cellulare in vibrazione gli solleticava sempre di più il pene… si infila la mano sinistra in tasca….

 

“il corpo di Cristo”

 

“pronto” risponde Nero accettando l’ostia con la mano destra per poi metterla delicatamente in bocca .. “pronto…” Nero torna verso il suo posto con il cellulare incollato all’orecchio per poi sedersi e portarlo davanti al viso con entrambe le mani per leggere il display… Era Ester e lui come al solito aveva mancato la telefonata…. “non rispondi mai…” lo rimproverava spesso sospirando… La “sua” Ester, luce che veglia su di lui nel buio della notte, sì era luce per lui Nero e lo aveva sempre guidato nelle difficoltà, luce per lui ma non abbastanza per svelare agli altri il suo buio interno, no il nero dentro di lui non poteva essere illuminato.

 

Terra

 

Stamani non era riuscita a mettere tutto in ordine come al solito, questi ultimi giorni erano stati difficili aveva avuto tante cose a cui pensare, Ester adesso è in camera da letto assorta nei suoi pensieri… Uno sguardo sospirando al letto e alle scarpe ancora sotto al termosifone, le chiavi di casa ancora sul davanzale della finestra “il posto più comodo dove appoggiarle mentre contemporaneamente ti sfili le scarpe” diceva sempre Nero sorridendo… E’ il tramonto e solo ora si rende conto che bella giornata primaverile fosse stata oggi , adesso i raggi del sole filtrano nella camera illuminandola di una luce come di limbo senza tempo “una luce perfetta” pensa Ester “a Nero piacerebbe essere qui adesso” La stessa luce che illumina le fotografie sul comò, immagini un po’ sbiadite del matrimonio, dei figli e della famiglia intera vicino alla Mercedes nuova e anche del cane ormai morto che scava per gioco una buca in giardino… ma a Nero piacevano e lei non si era mai sentita di cambiarle. Pensava ancora continuamente a lui, si erano amati da subito, non solo attrazione fisica ma anche una sensazione di complementarietà “forse per via dei nomi” dicevano spesso scherzando e anche se la vita era diventata sempre più complessa ed i pensieri non erano mancati erano riusciti ad andare avanti amandosi come il primo giorno anzi forse di più. Lui aveva così bisogno di Lei… e Lei di Lui… Lui era così oscuro, ma anche molto simpatico e invecchiando era diventato ancora più interessante, non smetteva mai di sorprenderla. Lei lo assecondava molto e la notte quando Nero dormiva le piaceva vegliarlo e ascoltarlo nei suoi fantasiosi borbottii notturni, sì Nero spesso parlava nel sonno e le raccontava tutta la sua giornata…

 

Ma adesso doveva pensare alla cena erano quasi le otto…

 

Il campanello suona, Ester trasale un attimo non se lo aspettava…

 

“Ciao Ester, amore, come sei stata oggi…?”

 

“Che sorpresa!… Nero hai fatto prima stasera …, ti sei dimenticato le chiavi stamani, dove hai la testa… “

 

Lo squadra attentamente, divertita con la testa piegata di lato… “Bravo vedo che finalmente ti sei deciso a comprarti un paio di scarpe nuove, quelle vecchie pensavo che tu le volessi portare perfino nella tomba…!”

 

Lui si blocca sull’ingresso e la guarda interrogativo…

 

“dai Nero non stare imbambolato pulisciti le scarpe che sono sporche di terra e aiutami a preparare cena che è tardi, sono talmente stanca e non vedo l’ora di andare a letto…”

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