Premio Racconti nella Rete 2018 “Un polpo in veste azzurra” di Davide La Noce (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018Un mare azzurro intenso, acqua caldissima, una spiaggia gialla che brilla per miliardi di microscopici granellini tutti colorati e baciati dal sole. Si sentono le onde del mare che poco per volta, in modo molto lento, si dirigono verso la spiaggia. Un vento caldo di agosto accarezza conchiglie dai colori fluorescenti, ormai levigati dall’acqua del mare che poco per volta, con la sua azione, rende morbidi anche i bordi di vecchie case di qualche animaletto marino.
Disteso sulla battigia è un bellissimo polpo. Un po’ confuso, ad onor del vero, quasi agonizzante, per esser precisi. Muove stremato i tentacoli sparsi ovunque, nel tentativo di liberarsi dall’incastro con un pezzo di plastica appiccicato per giunta ad alcune ventose. Sembra stia cercando un appiglio su qualche rametto, su qualche sasso per ritornare nei profondo abisso da dove deve essere emerso e dove dimora nel suo accogliente rifugio con la sua amata famiglia.
Ma non c’è niente da fare: fa fatica a muovere anche i tentacoli rimasti liberi; paralizzati, sembrano essere immobilizzati come per effetto di un incantesimo… È quasi arreso, preda della disperazione più nera quando, ad un certo momento, gli riesce di riconoscere di essere stato pizzicato. Pizzicato proprio ad uno dei tentacoli liberi.
Sono dei granchi che, giunti nella spiaggia per immergersi nel blu del mare si accorgono del polpo fermo, in difficoltà. Avvertono il disagio e allora iniziano a girargli intorno e a tagliare. Il polpo trema, non può sudare e allora asciuga per la paura. Ma è un attimo: le potenti chele tagliano la plastica incastrata nei tentacoli in un’impresa quasi impossibile. Poco per volta hanno ragione sulla plastica che si era annodata ai tentacoli. Ce la fanno loro e ce la fa l’altro.
Il polpo redivivo, infatti, ci tiene a dire: «Pensare che ho temuto … Grazie amici! Quasi mi arrendevo all’idea che non sarei mai riuscito da solo. Se non fosse stato per il vostro aiuto non avrei rivisto … Sapete, ho una famiglia nei miei fondali azzurri che mi aspetta, porto loro del cibo. Ma giorni fa … ». Quelli, allora, si mettono comodi ad ascoltarlo e lui: «Giorni fa, mentre andavo a pescare provviste per i mie piccoli, qualcosa si è agganciata ai miei tentacoli mentre ero vicino alla superficie. Qualcuno deve avere gettato quel pezzo di plastica nel mare, forse uno dal suo giro in barca o chissà chi altro. Ma pian piano, di chiunque fosse, quella plastica mi ha trascinato a riva, dove mi avete trovato».
Allora, uno dei granchi: «Che storia, amico! Siamo felici e soddisfatti di averti aiutato! Dovere! Così puoi ritornare nel tuo paradiso, dalla tua famiglia».
Il polpo, liberato e incoraggiato dai suoi amici granchi, si avvia verso il mare per far ritorno nei suoi meravigliosi e incantevoli paesaggi abissali.
«Hanno ragione loro: che storia!», si dice. «Racconterò la mia avventura da oggi in avanti, ai miei amici e a tutti gli altri perché si sappia quello che mi è accaduto un giorno uscito dal mare: esiste davvero chi è pronto a salvarci quando meno ci credi ».
A me è piaciuto molto l’inizio, ma- se posso – mi è sembrato che la fine arrivasse un po’ troppo frettolosamente.
Ho avuto come l’impressione che tu, a un certo punto, avessi avuto voglia di chiudere.
A me invece sarebbe piaciuto sapere quale avventura aveva portato il polipo ad attorcigliarsi alla plastica, dato che anch’io, come i granchi, mi ero messa comoda ad ascoltarlo: ma mi ero appena sistemata che il racconto era già finito…
E mi è spiaciuto, perché avevi reso così bene l’atmosfera che mi sembrava proprio di essere lì sul bagnasciuga.