Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2018 “Sono felice” di Vanna Gasparini

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018

Spero che l’hotel le piaccia. Siamo venuti a Siviglia per festeggiare i quindici anni di matrimonio così ho cercato una sistemazione dal sapore antico con vecchi muri di pietra e una ristrutturazione che non ne stravolgesse l’anima. Arriviamo davanti al portone pesante di legno, l’impressione è di trovarsi in un convento.

La guardo e mi pare di cogliere sul suo viso un’espressione di stupore leggero e malcelata soddisfazione.

Come il solito non esprime chiaramente i suoi sentimenti, ormai ci sono abituato. Sono anni che rincorro la sua approvazione senza riuscire a raggiungerla. Non posso negare che questo mi provochi una vaga frustrazione che riesco a controllare solo attraverso l’amore che provo per lei.

Gli anni di matrimonio non l’hanno cambiata, è ancora bella. Mi sono innamorato dei suoi occhi scuri e morbidi che le regalano un’espressione tenera. In verità ciò che nascondono emerge nel tempo, non subito.

Entrando, ci troviamo davanti al banco della reception, semplice e con bellissimi azulejos colorati. I pavimenti sono luminosi e siamo circondati da una luce sensuale che non abbaglia. Lei è ancora più desiderabile e chic, con il soprabito leggero e i capelli raccolti.

Vorrei far l’amore subito, appoggiandola contro i divanetti di pelle nera, basterebbe sollevarle la gonna e scostarle appena le mutandine. Ma non gradirebbe, le scompiglierei i capelli.

A volte mi stupisce il desiderio che provo per mia moglie. Come se ogni assalto fosse l’ultimo, come se dovessi bruciare ogni attimo senza la pacatezza che deriva da un rapporto duraturo.

Il mio regalo d’anniversario comprende anche la cena in un ristorante nei pressi della Cattedrale, da cui si scorge la Torre Giralda.

Tutto deve andare come previsto, voglio sorprenderla e magari riconquistarla come fosse l’inizio.

La camera è spaziosa ed elegante, il soffitto con travi a vista di legno scuro.

Prima di distendersi sul letto controlla le lenzuola per accertarsi che siano fresche di bucato.

Poi va a ispezionare il bagno, perfetto, profumato, impeccabile. Stranamente non ha nulla da ridire e mi guarda. Lo so, mi sciolgo ogni volta. Mi sorprendo ma non mi oppongo e le cerco le labbra.

Adesso non vuole, il viaggio è stato lungo e preferisce farsi una doccia.

Oltre la porta chiusa sento che si sta spogliando,  mentre cerca tra il set di cortesia qualche bagnoschiuma profumato.

Non disfo la valigia, mi corico e chiudo gli occhi.  Voglio godermi questo momento lontano da tutte le preoccupazioni, dal lavoro stressante, dagli impegni familiari, dal mio amatissimo e ingombrante figlio.

Rifletto sulla mia vita, su quanto sia perfettamente organizzata.

La casa dove vivo è grande, confortevole, monocromatica, tutta in tinta.

I mobili sono moderni, gli elettrodomestici di ultima generazione, ho il giardino curato, l’erba tagliata, le aiuole allineate e piene di fiori.

I vicini sono educati.

D’estate posso cenare sotto il pergolato, organizzare grigliate, leggere il giornale sulla sedia di vimini.

L’impianto di condizionamento non mi fa soffrire il caldo, quello d’allarme mi fa sentire sicuro.

Ci sono molti bagni e una vasca con idromassaggio, televisori in tutte le stanze, luci soffuse, grandi ripostigli.

Nonostante ci abiti un bambino, la casa è sempre ordinata e pulita e penso che ciò gli dia sicurezza.

E’ un figlio modello: non urla, non fa capricci, va al corso d’inglese e di chitarra, gioca a pallavolo e a tennis. Credo che mi somigli, è anche un portento a scuola.

Ho un buon lavoro che mi consente una vita agiata, una casa in montagna, una bella automobile, due viaggi l’anno.

Mia moglie va regolarmente in palestra, dall’estetista, dalla parrucchiera. S’incontra con le amiche per il the in un famoso locale del centro, fa shopping una volta la settimana, non credo abbia amanti.

Mi ritengo un uomo fortunato, godo di buona salute e non mi manca nulla.

Però …. E’ come se vivessi una vita non mia, come se qualcuno mi avesse fatto indossare una camicia che con gli anni sta diventando corta e stretta.

Mi ricordo di quando da ragazzo marinavo la scuola e con gli amici andavamo a zonzo per la città e cercavamo le panchine più nascoste dei giardini pubblici per limonare con le ragazze.

Oppure quando compravamo bottiglie di liquore a basso costo e andavamo a ubriacarci nella casa libera di uno di noi.

Le vacanze con lo zaino in spalla, i pochi vestiti luridi, i soldi che non bastavano mai.

Ripenso a quei momenti con nostalgia. Mai un colpo di testa da tanti anni a questa parte. Cos’è successo?

Lei è moglie, decide, pianifica, organizza. Per sentirsi sicura e felice ha bisogno di avere tutto sotto controllo, me compreso.

Il sesso la domenica mattina sempre nella stessa posizione, gli asciugamani in bagno del colore intonato alle piastrelle, i vetri della doccia asciugati con cura dopo ogni utilizzo, il dentifricio strizzato alla perfezione e disposto nell’alloggiamento idoneo.

Non un velo di polvere, acari assenti.

La mia vita è sostanzialmente asettica ma sono felice.

Ho il permesso di assentarmi da casa una volta l’anno e scappo con gli amici in una città lontana, bighelloniamo come una volta in cerca di locali notturni, beviamo molto ma non ci ubriachiamo, ormai siamo diventati adulti.

Potrei cercare un’amante per dar sfogo alle fantasie che ogni tanto mi assalgono, sono un uomo corteggiato, però non trovo il tempo né il coraggio.

Per mantenere il nostro tenore di vita lavoro molto, mi sveglio prestissimo e sgobbo tutto il giorno tra ufficio, officina, banche, crediti da riscuotere, fornitori da onorare.

Ma amo quello che faccio, sono felice.

Veramente ho una passione, il golf.

Quando posso, raramente a dir il vero, prendo la sacca con le mazze, spengo il cellulare e cammino, cammino a lungo. Anche senza colpire la pallina, non m’importa. Quello che cerco è la sensazione di libertà che provo quando sono solo, circondato da campagna, alberi, laghetti.

Lei non gradisce che io mi assenti da tutto, che non sia rintracciabile e a volte litighiamo. Ma come tutte le coppie facciamo pace e in quelle occasioni posso pretendere il sesso all’infuori della giornata prestabilita.

E’ vero, può sembrare una vita monotona, senza scossoni, ma sono felice.

Faccio fatica a dormire e a volte sono colto dall’ansia; sento come se qualcosa mi attanagliasse la gola, mi manca il respiro, il cuore accelera i battiti all’impazzata, sudo senza controllo e ho paura di morire. Poi quando rientro in me penso di essere un uomo fortunato e felice e passa tutto.

Volevo un figlio maschio perché ero sicuro che sarei riuscito a condividere i giochi e le attività sportive. Infatti è successo e così dopo il lavoro lo seguo e lo incoraggio.

E’ talmente buono e educato che mi sembra più grande della sua età.

Quando vengono gli amici, sua madre gli concede di giocare con la Play Station o col computer. La vita è regolata da orari abbastanza rigidi, scuola privata e scelta con cura, ben frequentata, nessun extra comunitario, sport, compiti, giochi ma tutto senza esagerare.

Come fa un bambino a correre senza sudare non mi è ancora chiaro, tuttavia questo gli è richiesto e lui cerca di ubbidire.

L’ho detto, è un bambino bravo e felice.

Prima di coricarsi, lo aiuto a sistemare la stanza dei giochi altrimenti so che non dormirebbe tranquillo.

Non è che sia ansioso, semplicemente è un bimbo preciso.

E’ cosciente della sua fortuna e a volte paragona la casa dove vive, l’appartamento in montagna, l’automobile di papà, le scarpe, i vestiti, con quelli dei suoi amichetti ed è soddisfatto nell’accorgersi che ciò che possiede è di gran lunga più nuovo e più bello.

Gli piace quando qualcuno gli regala dei soldi e li tiene ben stretti tra le mani. Può sembrare strano per un bambino della sua età, però gli abbiamo insegnato che risparmiare è importante e che con i soldi si possono comprare tanti begli oggetti, tutti in tinta e di marca.

Nonostante la felicità, a volte quando rientro nella nostra nuova e bella casa insonorizzata e tecnologicamente avanzata, sono colto come da …. come da una voglia di fuga.

E’ una sensazione lieve e passeggera ma, se devo essere sincero, sempre più frequente.

Mi capita di allungare la strada, di girare a vuoto intorno all’isolato e non appena scorgo il nostro cortile curato (il più curato del vicinato, poiché falcio l’erba con il nuovissimo trattore almeno una volta a settimana) mi scopro a pigiare un pulsante sul cruscotto immaginando di lanciare un missile che polverizzi la casa.

Mi metto a ridere da solo perché sono un uomo felice.

Qualche giorno fa è successa una cosa strana: mi sono fermato dal benzinaio e gli ho chiesto di riempirmi un paio di taniche da tenere in garage. L’odore di benzina ha saturato l’abitacolo e mi sono sentito euforico.

Da ragazzino m’inebriavo con le gocce di miscela che cadevano dal serbatoio del motorino.

Insomma, ripensando a me ragazzo sono arrivato a casa con le taniche pesanti, mia moglie e mio figlio erano in parrocchia per il catechismo.

No, non sono credente ma lei, per pareggiare il conto con le amiche, ha voluto sposarsi in chiesa con il vestito bianco e il ricevimento in una bellissima villa con piscina, quindi ho dovuto battezzarmi e ricevere i sacramenti. Così i conoscenti non avrebbero avuto nulla da eccepire, ecco perché mio figlio si trova là, per chiudere le bocche altrui.

Però invece di portare le taniche in garage, senza pensarci sono entrato in casa.

Giuro, non l’avevo programmato!

C’era un buon odore di bastoncini d’incenso e l’ordine regnava come il solito.

Ho appoggiato le taniche nella penombra dell’ingresso e sono andato in cucina dove tutte le pentole erano riposte negli scaffali e nessun post- it con la lista della spesa spezzava le linee precise del bancone di marmo.

In un cassetto ho trovato un accendino, un ricordo di quando ancora potevo fumare.

In quel momento è sopraggiunta una strana agitazione, la frenesia nelle gambe, i pensieri attraversavano velocissimi la mente. Mi sentivo leggero e pesante allo stesso tempo, odore di libertà e senso di oppressione.

Mentre continuavo a ripetermi di essere un uomo felice, mi avvicinavo alle taniche, ne versavo il contenuto sui divani di pelle bianca, sul tavolo di cristallo, sulle tende e sul Kilim. Sono entrato in camera e la benzina stava già inondando il letto di design, i comodini senza libri e la stanza guardaroba.

Ho risparmiato solo la cameretta di mio figlio, con ancora un puzzle da completare e il pigiama piegato sul letto.

Mi sono guardato attorno e senza esitare ….

 

  • Amore sbrigati, dobbiamo andare a cena!

 

Mia moglie esce dal bagno avvolta nell’accappatoio dell’hotel e i capelli ancora umidi sparsi sulle spalle.

Devo essermi addormentato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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