Premio Racconti nella Rete 2018 “Camicia” di Francesca Aucone (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018Lei era nata con la camicia. Una bianca, con i fiorellini gialli. I genitori pensarono subito che sarebbe stata una bambina fortunata, e la chiamarono così. No, non Fortunata, ma Camicia.
E anche Camicia da subito pensò di essere una bambina fortunata. Quando passeggiava trovava degli oggetti. Bottoni, taschini, mutande, una volta trovò persino una cravatta bianca con i fiorellini gialli, e quando la trovò le sembrò di aver trovato una sorella, se la mise al collo e ci fece grandi discorsi, e non se ne separò per un bel po’.
Camicia cresceva contenta di essere fortunata, perché non stirava mai, e aveva un aspetto sempre in ordine, mai infatti che la sua camicia fosse sgualcita, perché era un tutt’uno con la pelle.
Col passare del tempo scoprì che poteva colorarla e farci sopra bellissimi disegni, e poi, voilà, bastava una doccia, e qualche sfregata energica nei punti più colorati, e la sua bella camicia tornava come nuova, perfettamente bianca con i fiorellini gialli.
Per un periodo ci rimase male quando la sua bella camicia senza pieghe, improvvisamente si deformò all’altezza del petto, formando due protuberanze in avanti. Provò allora a passarsi il ferro da stiro, provò prodotti restringenti, provò perfino con il vapore, per farla tornare dritta com’era prima, ma senza risultato, e allora poi ci si abituò.
Poi vennero i ragazzi e all’inizio tutto andava bene. Cominciò a sentirsi strana però, quando andava al mare e tutti rimanevano in costume. E cominciò a farsi chiamare Camy, a sbottonare il colletto della camicia fin dove poteva, e gettò via la sua cravatta-sorella. All’inizio poi, le faceva piacere che le api girassero intorno ai suoi fiorellini gialli, ma poi la punsero, e le vennero tanti bozzetti antiestetici. Succedeva sempre poi che i ragazzi dopo un po’ si stufassero di lei, le dicevano che era troppo timida, e che doveva lasciarsi andare, anche se a Camy sembrava di essere naturale, proprio com’era.
Non passò così molto tempo che Camy si ritrovò allontanata da tutti.
Un giorno Camy provò con un coltello a separare la camicia dalla pelle. Cominciò dal basso ventre, uscì troppo sangue. Poi provò fra la mano ed il polsino. Tagliò un lembo di pelle, bianca con un fiorellino, ma sotto c’era altro bianco e altri fiorellini, sempre gialli. Tirò via un altro strato, e un altro ancora, ma c’erano sempre i fiorellini gialli. Prese allora una bottiglia di trielina, quella che usava per togliere dalla camicia i colori più resistenti, e se la versò addosso. Poi prese una scatola di fiammiferi, ma in un attimo di tremore gli cadde dalle mani. Si chinò per raccoglierla quando in terra trovò una bellissima coppia di gemelli a forma di fiorellini, che sembravano fatti apposta per i polsini della sua camicia. Fu allora che Camicia si ricordò perché si chiamava così, no, non per la camicia, ma perché era fortunata.
Si fece una doccia e si preparò a uscire contenta dei suoi nuovi bellissimi gemelli, anche se quel polsino sinistro era rimasto, e sarebbe rimasto per sempre, sfilacciato.
Per fortuna Camicia è riuscita a resistere alla crescita, alla vita…. ma una parte di lei rimarrà sfilacciata per sempre! Bella…. forse un pò difficile da comprendere per dei bambini che ancora non conoscono i cambiamenti che presto coinvolgeranno anche loro ma sicuramente una storia bellissima, ricca di sentimento.