Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2018 “Trasferta” di Patrizia Ferraris

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018

Ho un vestito nuovo!!!

Mi piace da matti.

Appena l’ho visto, così tutto incasinato (ah no, patchwork! Si dice patchwork) l’ho mostrato a Roberta, trionfante, e lei: “Questo vestito sei tu!”.

Così l’ho comprato, senza nemmeno chiederne il prezzo.

Alla cassa ho capito perché avevo studiato filosofia. Farsi domande, a volte, è DOVEROSO.

Ma tant’è! Ormai era troppo tardi… e così il vestito, Roberta ed io siamo usciti a braccetto dal negozio.

Alla sera mi assale un dubbio (sembra che l’attività preferita dei dubbi sia quella di tendere imboscate alla sottoscritta), che ribalto su Paola: “Dì un po’, sinceramente, non credi che con il tulle sul fondo faccia un po’ troppo bambolina?”

“Noo! …fa zoccola.”

(Giuro che è l’ultima volta che sprono qualcuno ad essere sincero. L’ipocrisia in fondo non è poi così male…).

Ora, io oltre che filosofia ho studiato logica.

Ho ben presente il meccanismo dei sillogismi: PREMESSA MAGGIORE – PREMESSA MINORE – CONCLUSIONE.

Premessa maggiore: “Il vestito coglie la mia intima essenza”

Premessa minore: “Il vestito fa zoccola”

Conclusione: “La mia intima essenza è…….è….”

Beh, ma siamo proprio sicuri che la conclusione ci debba essere?

 

Comunque adesso sono in ufficio, col mio vestito nuovo, davanti al banco delle segretarie che mi stanno comunicando che, su trentacinque trasfertisti di cui trentaquattro uomini, la persona che stasera dovrà affittare la macchina da sola, per andare da Londra a Oxford in cerca di un albergo diverso da quello in cui sono sistemati tutti gli altri, albergo il cui indirizzo è “Service Area”, ovvero area di servizio, ovvero un motel per camionisti, e inglesi per di più…

Ebbene, quella persona è…

The winner is….

La sottoscritta!!!!

“Ma Barbara, ma io arrivo alle undici e mezza di sera, c’è la nebbia, c’è la pioggia, si guida al contrario, non ho il navigatore, gli inglesi sono ubriachi…e se mi si ferma la macchina?”

“Si ferma a te come ad un collega maschio”.

Urca, ha studiato logica anche lei?!?

“Sì, ma lo vedi come sono vestita? Ora, io non dico di essere la Schiffer, ma di notte tutte le vacche sono nere, e…”.

“E l’abito non fa il monaco”.

Lapidaria. Granitica. (O dovrei dire marmorea, in quanto lapidaria?).

Ho il sospetto che a lei i dubbi non tendano agguati.

Giro sui tacchi, augurandole mentalmente che le si possa quadruplicare la chiappa sinistra, e finisco contro un altro collega.

“Che faccia! Che ti succede?”

Gli faccio una sintesi della situazione.

E lui, con fare salomonico: “Avete voluto la parità?”.

Capisco finalmente il significato dell’espressione “rigurgito di bile”.

Con voce che gronda melassa gli spiego: “Daniele, tesoro, “parità” non significa “uguaglianza”, altrimenti io avrei più muscoli, e tu più neuroni….”

Ri-giro sui tacchi (ancora un paio di settimane così e dovrò far risuolare gli anfibi) e, afferrata la borsa del computer, mi avvio verso l’aeroporto ruminando silenziose maledizioni nei confronti dell’uomo (e della donna, perché esentarla?) sapiens… o, nel caso dei miei colleghi, di quel che ne resta.

Sei ore più tardi faccio il mio ingresso trionfale nella Service Area della tangenziale di Oxford. Sullo sfondo, dietro a cinque, no, sei, anzi, dieci – ommadonna ma quanti sono!?! – camion vedo rilucere delle finestre. Il motel.

Scendo dalla macchina e attraverso la piazzola buia in quello che secondo me è un più che onorevole compromesso fra l’incedere della Regina Elisabetta e lo scatto di Fiona May.

…ancora trenta passi e sono salva!!!!

Ma ecco che due figure emergono dall’ombra.

Aaargh!!! Un’IMBOSCATA!!!!

E questi non sono dubbi… sono camionisti. Inglesi. Ubriachi.

I quali, perfettamente all’unisono (ma da piccoli facevano parte del Piccolo Coro dell’Antoniano?) mi urlano nei timpani: “Very nice!”.

“Very nice WHAT?” latro, metà dobermann e metà pitbull.

E I Piccoli Cantori: “You!”

Ringhio e Morso si accucciano istantaneamente.

Però, pensavo peggio, ‘sti camionisti. Inglesi. Ubriachi.

“Oh, thaaaaank youuuuuu!!! – cinguetto – Sorry, ma adesso devo proprio andare! Domani mattina presto ho un meeting!”.

E lo Zecchino d’Oro, ammiccando con fare lascivo da telenovela porno-soft: “E perché non lo fai con noi, il meeting?”

Mannaggia, Barbara! Che ti si CENTUPLICHI la chiappa sinistra! E anche tu, vestito! Aveva ragione Paola! Quando torno (SE torno…) in Italia ti incenerisco!!!

Esibendo un sorriso smagliante a 180° mi libero dei miei fan, ottengo la chiave e finalmente guadagno la mia stanza.

Decido di rilassarmi un po’, mi stendo sul letto e mi accingo a leggere. Mentre apro il libro alzo lo sguardo. Sul soffitto, a piombo sul letto, c’è un rilevatore di fumo. Rotondo, bianco, innocuo.

Ma… ma cos’è quell’affare che pende dal rilevatore?

Non dico che mi aspettassi un mazzo di rose rosse sul cuscino, – i tempi di Rita Hayworth sono passati – ma cosa diavolo è quella specie di manica a vento biancotrasparente che si spenzola vogliosamente verso di me? Di consistenza gommosa?

Bleeeaaahhhh….

Oddio, ma come sarebbe finito lì sopra? No, non può essere…

Mi inerpico sul letto, e mi trovo faccia a faccia con quello che la perfida Albione ritiene un adeguato omaggio alla mia femminilità: un goldone.

A condom.

Inglese.

Usato.

 

Sogni d’oro!

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14 commenti »

  1. Ciao Patrizia, non ho ben capito se fa più ridere questo o l’altro!

  2. Ciao Ivana,
    sei la mia fan preferita.
    Forse perfino più dei camionisti inglesi.

  3. Oh, thaaaaank youuuuuu!!!
    Ora sono sicura che andrò in Paradiso, dopo aver letto il tuo racconto!
    Senti un po’, da Aristotele alla mia maniera extra long: se leggo, mi sbellico dalle risate, se mi sbellico dalle risate, sono felice, se sono felice, sono buona con tutti, se sono buona con tutti, non commento brutte azioni, se non commento brutte azioni, vado in Paradiso! Logico, no?!
    Se mi sentisse il prof di filosofia del liceo, mi darebbe della capra, e a te invece darebbe un bel 10 e lode!

  4. …urca, ma hai studiato logica anche tu!!!
    Grazie Marcella – andiamo in Paradiso insieme.

  5. Fantastico! Tutto il racconto mette allegria e gioia, l’ho riletto più volte!Mi sono fatto anche io un sacco di risate…..e che risate!

  6. Divertentissimo, ho le lacrime agli occhi! La storia si fa leggere tutta d’un fiato e il tuo stile è impeccabile, adatto a questo tipo di narrazioni. Complimenti Patrizia!!!

  7. Divertente sì! Veramente molto. Per una storia purtroppo quanto mai ricorrente ;-))

    Complimenti Veri!

  8. Grazie Davide, Carola e Simona!
    I vostri complimenti mi fanno volare in alto, come la donna dei quadri di Chagall.
    …meno male che adesso finisce la pausa pranzo e ci pensano i miei colleghi a riportarmi coi piedi per terra. 🙂

  9. Scoppiettante e originale umorismo caotico. Mi è piaciuto.

  10. Umorismo caotico è una definizione bellissima!
    Grazie, Gaspare.

  11. Patrizia, sorrido scuotendo la testa come per dire “che tipa, l’ironica Patrizia!”. Sembra una di quelle storie che racconti con le amiche e ti sbellichi dalle risate. Risate liberatorie, grazie! In bocca al lupo!

  12. E’ vero, Elena!
    prima di scriverle, queste storie,mi capita di raccontarle alle amiche 🙂
    Grazie per aver riso con noi.
    Crepi il lupo!!!!

  13. Pensa se al motel avessi trovato un ingegnere inglese! Molto divertenti i tuoi racconti, scritti con un giusto stile essenziale e scanzonato. Certo, però, che situazioni! Per fortuna riesci sempre ad affrontarle con … filosofia ????

  14. ….forse la scelta della Facoltà non è stata poi così casuale ?!?
    Grazie mille Akhenaton per il tuo commento.

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