Premio Racconti nella Rete 2018 “Fritz” di Patrizia Ferraris
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018E’ colpa mia. Ho sempre avuto un debole per gli ingegneri.
O meglio, ne sono calamitata. Una sorta di dono naturale.
Posso entrare in una stanza piena di sconosciuti che infallibilmente- zac!- quello con cui inizio a parlare è uno di loro.
Forse potrei propormi a un circo.
PATRIZIA, LA RABDOMANTE DEL POLITECNICO.
Eeeeh?!? …nemmeno la più remota possibilità di sbagliare. E’ matematico. E poi, in genere, dopo averli individuati mi ci fidanzo.
Tanto che quando il Politecnico aveva riempito Torino di poster col faccione di uno studente che proclamava “Io faccio il Poli”, avevo pensato di attaccare un poster gemello col mio, di faccione, e la precisazione: “E io me lo faccio!”.
Però, forse, l’abbinamento ingegneria-Baviera è un po’ troppo azzardato, perfino per me.
Virtuosismo allo stato brado.
Ieri sera sono uscita con Fritz, un ingegnere tedesco appena arrivato in Italia.
Sì, lo so, il nome non evoca nulla di buono, più che un nome sembra il comando per un pitbull: “Komm, Erode! Fritz!”.
Ma lui è bellissimo…
Dunque, andiamo a vedere uno spettacolo di danza con Robi e Luca, e poi lo invito a mangiare una pasta da me.
Accetta. Wow!
Prendiamo l’ascensore (otto piani con un ascensore vecchiiiiissimo, roba che se ti metti di impegno reciti tutta la Divina commedia e quando hai finito sei ancora al quinto piano).
Cerco di far conversazione, nel mio brillantissimo uso della lingua di Goethe:
“Ehi, com’era lo spettacolo? Coinvolgente, no? Hhm. Fa caldo, eh? Uh, che caldo!”- ma potrei anche risparmiare il fiato, perché tanto lui è completamente, assolutamente, irrimediabilmente ipnotizzato!!!
…dalla targhetta della manutenzione. Ma che cos’ha lei che io non ho?
In cucina, proprio mentre butto la pasta insieme alle ultime speranze, lui si avvicina e MI BACIA!!! Tadaaaaaa!!!!
Scatta la domanda retorica.
“Posso averne un altro?”
“No”.
(Come “no”? ‘Azz! Vuoi vedere che in Germania non usano le domande retoriche? Ma no, che tonta! Sta scherzando! E’ il famoso sense of humor tedesco.)
“Ehm… in che senso, no?” civetto.
“Perché adesso dobbiamo guardare la pasta. Ci sono delle priorità!”
Spirito del Cornetto Algida, esci dal corpo di quest’uomo!!!
Vabbè.
Dopo cena, con squallidi mezzucci lo trascino in camera da letto…
“Mettiti comodo! Togliti le scarpe e rilassati, intanto io accendo le candele, così possiamo guardare i giochi di luce sul soffitto, e solo che per guardarli bisogna spegnere la luce grande…”
TAC! Fatto!
Lui: “Ecco, così adesso potrebbe essere pericoloso”
(Altrochè!!!!! )
“Pericolosoooo… in che senso?”
“Nel senso che potremmo anche addormentarci”.
(Minchia, la devo smettere con ‘ste domande retoriche!!!)
“Aaaah, che cose romantiche sai dire!” esalo, mentre un orrendo sospetto si fa strada nella mia mente: che quel test di Cosmopolitan per misurare il sex appeal, fatto quindici anni fa al liceo, test che aveva decretato la netta superiorità, in fatto di charme, del mio compagno di classe più insulso e foruncoloso, avesse avuto ragione? AAAAARGH!
Ormai siamo nel più completo silenzio da almeno 5 minuti. Forse ha già il rigor mortis?!?
E poi, ploetzlich, ovvero improvvisamente, mi fa: “Posso baciarti?”
(E secondo te perché ti ho portato di qua e ho pure spento la luce, per giocare alla versione in braille del Trivial Pursuit?)
“Ma certo…”
“Mmmh. Adesso posso toccarti le..”
“Stop! Non lo dire! ….ehm…forse in Germania si usa così, ma in Italia è diverso, sai! Tu fai quello che ti viene spontaneo, e poi sono io che al limite ti fermo, se la cosa non mi va!”.
“Ah. Allora adesso potremmo toglierci i vestiti.”
Evvai!
In un tripudio di entusiasmo, mi sfilo i jeans e li butto per terra da una parte della stanza, mi tolgo la maglietta e via, dall’altra parte della stanza, vieni, Fritz, vieni dalla tua Valchiria! Ma.. ma perché si è alzato? Ma che fa? Mi dà le spalle e poi va a prendere i miei jeans e li piega, la maglietta, e la piega….
Ah già, dimenticavo: ci sono delle priorità, nella vita.
Complimenti Patrizia. Sei una piacevole scoperta.
Grazie mille per il tuo apprezzamento, Giovanni.
Semplicemente grandioso! Fa troppo ridere!
Grazie Ivana!!!!
Era proprio il mio obiettivo.
Frizzante (anzi Fritzante!), autoironico, politicamente scorretto quel tanto che basta e sanamente e felicemente leggero. Ma sotto le bollicine la scrittura è precisissima, attenta ed efficace. Proprio brava!
Molto divertente!!! Brava. Il tedesco Fritz, poi, perfetto!!!
Ci sono delle priorità, perciò A) Ho finalmente capito il perché: ho sbagliato facoltà. B) Ottima scrittura e stile, sei bravissima! Complimenti!
Grazie Pasqualina, maaa… Fritz perfetto non lo era mica tanto!
A parte il nome, infatti, è tragicamente tutto vero.
Marco, che dire?
Mi sono copiata il tuo commento e me lo rileggerò nei momenti di sconforto.
Grazie!!!
C) Grazie, Oscar!!!
Stavo aspettando di leggere anche questo tuo racconto, Patrizia!
Confermo tutto, sento già un chiarore tutto intorno alla mia capoccia… ah no! Sei tu! È la tua luce, la luce che porti con il sorriso.
Grazie di cuore.
Però facciamo che il Paradiso può attendere…
Terribile e divertente! Stavo su un cuscino di spilli, mentre leggevo… Dai, dai, pensavo! E invece… niente da fare. Le priorità sono come il getto dell’idrante sul falò! Complimenti Patrizia
Divertente e lieve! Bravissima!
Mi spiego meglio, Patrizia. Fritz perfetto come tedesco, non come uomo.
Leggero e divertente! Si legge d’un fiato, brava.
Ah! adesso ho capito, Pasqualina – ogni tanto pure io mi merito la cittadinanza tedesca ad honorem, scusami.
Sono totalmente d’accordo con te!!!
Marcella, mi fai troppo ridere.
Grazie!
(E grazie tantissime anche per l’apprezzamento).
Ester, Laura, Donatella…
GRAAAAAZIEEEEEEEE!!!!!!!!
(Bella l’immagine del getto dell’idrante sul falò, rende benissimo l’idea).
E’ uni spasso leggerti. Certo, però … Se una scegli un ingegnere tedesco …è il minimo che può capitare 🙂
Avete ragione, Vostro Onore.
Mi appello alla clemenza della Corte!!! 🙂
Mia cara, anch’io ai tempi dell’università avevo l’incredibile dono di riconoscere gli ingegneri alla prima occhiata e me ne facevo grande vanto con le mie amiche. Solo che a me questa gran dote serviva per tenermene alla larga!!! Il tuo racconto mi ha confermato, se ce ne fosse bisogno, la giustezza delle mie posizioni ;-))
Complimenti!!!
Cara Simona,
credo che tu abbia perfettamente ragione.
Solo, per favore, non farlo sapere al mio compagno… è ingegnere anche lui 🙂
Ma che combinazione!!! Non lo avrei mai potuto immaginare… ;-))