Premio Racconti nella Rete 2010 “Fascia pomeridiana” di Katia Ceccarelli
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2010Interno dello studio di TeleNoi durante la trasmissione “L’Italia protagonista”.
Primo piano sul conduttore:
– Apriamo il collegamento con la nostra Cloe inviata a Collegrave per il caso di Giusy.
Piano americano su una bionda con una giacca di pelle rossa, sullo sfondo case di pietra e una porta con la tenda di perline di plastica gialle e verdi. Una mano scosta la tenda e subito si ritrae.
Cloe: – Buongiorno Alberto, sono qui a Collegrave davanti alla casa di Marina Decorato, la mamma della povera Giusy. La signora ci ha concesso questa intervista nonostante il dolore per la perdita della giovanissima figlia in occasione della cattura del presunto assassino, il fidanzato di Giusy, il ventenne Mario Palumbo. Il ragazzo aveva precedenti penali per aggressione e furto ma fino all’ultimo nessuno della famiglia della vittima aveva voluto credere che fosse proprio lui il carnefice.
Il conduttore: – Grazie Cloe, riprendiamo il collegamento tra poco, quando sarai con la Decorato.
Stacco.
In studio: il conduttore Alberto Melito vanesio cinquantenne brizzolato e abbronzato, don Cagnini direttore di un centro per giovani disadattati, il professor Piccozza psicoterapeuta, il signor Bianchi rappresentante dell’associazione “Figli Felici” e Melina Gaudente soubrette neomamma alla sua prima apparizione televisiva dopo la gravidanza.
Il conduttore rivolgendosi agli ospiti: – Riassumiamo dunque la triste vicenda per gli spettatori che si sono appena sintonizzati.
Si tratta del barbaro assassinio di una giovane di Collegrave, si chiamava Giusy e aveva solo 16 anni – pensate un po’ – madre di un bambino di due. Quattro giorni fa era scomparsa dalla casa di sua madre. Purtroppo il suo corpo è stato ritrovato il giorno dopo orrendamente mutilato nei pressi di un fiume. L’unico indagato era il suo fidanzato che pare abbia confessato l’omicidio in queste ore.
Melito si aggiusta la cravatta: – Prima dell’intervista esclusiva, una breve pausa.
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Alberto Melito passa al ritocco di trucco e parrucco, il prete confabula col signor Bianchi che scuote la testa e ripete:”È colpa dei genitori, è colpa dei genitori”.
La soubrette parla con lo psicoterapeuta e gli chiede se le onde delle radioline per i neonati fanno male alla crescita.
Jingle della trasmissione, camera a volo d’uccello su una veduta generale degli ospiti.
Il conduttore: – Ben ritrovati gentili spettatori, eccoci dunque all’intervista tanto attesa con Marina Decorato, la mamma di Giusy, vittima di omicidio. Cloe ci sei?Parte il collegamento: interno di una casa modesta ma pulita, sulla parete di fondo una credenza di legno scuro, di fianco una pianta di plastica. In primo piano un tavolo rotondo con un copritavolo fatto a uncinetto. Siedono Cloe, l’inviata, e Marina Decorato.
Questa ha gli occhi gonfi di pianto, non ha un filo di trucco, i capelli sono raccolti in una coda bionda ma con un’evidente ricrescita bruna di svariati mesi.
Le mani sono poggiate sul tavolo e tormentano un fazzoletto. La donna ha circa trent’anni. Si sente in lontananza la voce di un bambino che gioca e di una donna adulta che cerca di farlo stare zitto.
Cloe: – Eccoci qui Alberto, a fianco a me c’è Marina che ancora non si è ripresa dallo choc di questi giorni.
Si rivolge alla donna: – Come sta Marina, come si sente?
La donna guarda negli occhi l’inviata, è tentata di non rispondere ma poi prende fiato e tira fuori una bella voce con forte accento locale:
– Come vuole che sto? Male.
Cloe continua: – La notizia è di queste ore, pare che Mario, il fidanzato di Giusy, abbia confessato. Come commenta il fatto?
– Che è un disgraziato. Con Giusy ha ammazzato una figlia e una madre. Il Signore lo deve punire per quello che ha fatto….
In studio fuori onda: don Cagnini si fà il segno della croce e dice rivolgendosi al conduttore: “È una povera donna sconvolta ma non si può mettere a lanciare maledizioni dalla TV. Il Dio dei cristiani non è un Dio di vendetta!”
Il conduttore interviene e chiede all’inviata: – Cloe scusami, potresti chiedere alla signora Decorato una cosa, se il Palumbo dovesse chiedere il perdono, lei sarebbe disposta a concederglielo?
Cloe: – Ha sentito dallo studio signora?
MD: – Ho sentito bene – la donna torce il fazzoletto con tutte le sue forze, fino a che le nocche delle mani non le diventano gialle – non sono pronta a questo e forse non lo sarò mai. Voglio giustizia e basta!
Cloe: – Che ragazza era Giusy. Ci può raccontare qualcosa di lei?
MD: – Giusy era una brava ragazza. Quando è nata io ero piccola, avevo 14 anni e dopo quando è cresciuta volevo che andava a scuola a imparare. Non doveva fare la fine che ho fatto io. Mi piaceva che si prendeva un diploma e poi se ne andava da questo paese.
Cloe: – Perché voleva che andasse via, non stavate bene qua?
MD: – Qua per i giovani non c’è niente. Tanti finiscono con la droga e poi in galera. Si prende una brutta strada, non c’è lavoro. Io volevo una vita diversa per Giusy. Invece ha fatto come me, è rimasta incinta a tredici anni e fine.Entra all’improvviso un bambino correndo, passa dietro le donne e nell’inquadratura si vede solo un ciuffetto di capelli che attraversa lo sfondo.
Cloe: – Alberto! È appena passato, Davide, il figlio di Giusy. Marina, cosa ne sarà adesso di Davide?
MD: – Davide sta con me. Me lo cresco io come ho cresciuto la madre.
Cloe: – Palumbo è anche il padre del piccolo Davide?
Marina trattiene a stento le lacrime: – Purtroppo sì.
Cloe: – Come si erano conosciuti Giusy e Mario Palumbo?
MD: – Qua nel paese ci conosciamo tutti. Io lo sapevo che quello era uno violento, viene da una famiglia così. Quella, Giusy è stata sempre troppo buona. Una volta che lui era dentro ha cominciato a scrivergli qualche lettera, qualche biglietto e quello quando è uscito l’ha messa incinta.
Cloe: – Alberto ti restituisco la linea per i commenti, a dopo.
Il conduttore: – Grazie a te Cloe. Rimanete in linea per ascoltare i commenti qui in studio.
Poi si rivolge al prete: – Don Cagnini come possiamo commentare a caldo questa testimonianza?
Il prete assume un’espressione contrita: – Viviamo in un’epoca difficile purtroppo. Ne so qualcosa io che ho a che fare con i giovani da tanti anni. Non possiamo che cercare di prevenire certe tragedie, stando loro vicini, ascoltandoli.
Il conduttore passa la parola al professor Piccozza: – Professore, tra poco avremo in collegamento un tecnico della polizia scientifica che ci spiegherà qualcosa in merito all’arma usata per il delitto e alle sue modalità. Come è possibile tanto furore nei confronti di una ragazza così giovane e indifesa?
Il dottor Piccozza: – Vede, le dinamiche della mente umana sono così complesse… dovrei parlare con l’imputato per capire qualcosa di più. Cosa possa avere scatenato una simile rabbia, nei confronti della madre del proprio figlio… non dimentichiamolo.
Interviene il signor Bianchi, agitando davanti a sé l’indice della mano destra: – I giovani sono lasciati troppo abbandonati a se stessi!
Alberto riprende il controllo della situazione e coinvolge la showgirl: – Melina, tu cosa ne pensi?
La neomamma showgirl si sistema la minigonna e con un veloce gesto si tira indietro i capelli. Poi rivolgendosi dritta in camera: – Io sono così impressionata. Ho davvero paura per il futuro dei nostri figli. Sarà che sono appena diventata mamma…
Sorride.
Entra in studio un agente della Scientifica seguito da un operatore che spinge un tavolo a rotelle, sul tavolo alcuni oggetti.
Il conduttore introduce il nuovo ospite, l’ispettore Ferretti e lancia di nuovo la pubblicità.
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Stacco: scritta in sovrimpressione “L’Italia protagonista – parte seconda”
Panoramica dello studio e zoomata sul tavolo a rotelle.
Alberto è già vicino all’ispettore Ferretti: – Diamo il benvenuto all’ispettore Ferretti della Polizia Scientifica che ci spiegherà a proposito di questo tremendo delitto. Vediamo qui sul tavolo degli oggetti, sono praticamente tutte armi da taglio e probabilmente è con una di queste o di tipologia affine che è stata uccisa la giovane Giusy.
Ispettore ci spieghi pure.
L’ispettore: – Quelli che vediamo su questo tavolo sono dei comuni attrezzi agricoli ma che potrebbero essere usati come armi micidiali.
Il primo è un falcetto, si tiene in una mano e viene usato per tagliare l’erba, prima dell’avvento delle macchine agricole anche per la mietitura. Ha una forma piuttosto comune e conosciuta anche per motivi di iconografia politica.
Il secondo è una roncola usato da boscaioli o giardinieri per tagliare rami di piccole o medie dimensioni, per appuntire i pali o togliere la corteccia per confezionare bastoni.
Queste invece sono delle comunissime cesoie che chiunque abbia un giardino o delle piante di rose in balcone conosce perché usate nella potatura.
La camera indugia sugli strumenti.
Il conduttore: – Dunque ispettore l’arma del delitto può essere una di queste?
L’Ispettore: – A giudicare dai dati finora acquisiti, è molto probabile che l’arma usata dall’assassino possa essere la roncola.In studio si solleva un brusio, la showgirl si porta una mano al petto, il prete sfoggia una postura da pietoso raccoglimento.
Il conduttore: – Salutiamo allora l’ispettore Ferretti della Polizia Scientifica che ci ha fornito queste spiegazioni e torniamo a collegarci con Collegrave. Cloe ci sei?
L’inviata adesso è seduta su un divanetto a due posti, al suo fianco sempre la Decorato, di fronte alle due donne su un tappeto il bambino gioca con le costruzioni.
Cloe: – Alberto, noi da qui abbiamo seguito lo studio e la signora Marina avrebbe qualcosa da aggiungere a questo punto.
La Decorato prende la parola: – Volevo dire che non sono io che non ho ascoltato a mia figlia ma è lei che non ha ascoltato a me. Per questo è successo quello che è successo. Le ferite di mia figlia le sento come se sono state fatte a me e adesso l’unica cosa a che devo pensare è mio nipote. Mo’ è lui il primo pensiero ma questo non significa che non combatterò per avere giustizia.
Il conduttore dallo studio: – Perché signora lei dubita della giustizia italiana?
MD: – Finché non vedo non credo e il prete lì da voi capisce cosa dico.
Don Cagnini: – Signora, le sono vicino nel suo dolore e il Nostro Signore le illuminerà la via del perdono.
La Decorato si alza e si avvicina alla camera, Cloe rimane inebetita.
MD: – Io non devo perdonare proprio niente! – alza la voce – a mia figlia quello l’ha aperta come un maiale… l’ho dovuta vedere tutta ricucita. Che vuoi perdonare!
La regia esclude il microfono del collegamento. Stacco sullo studio.
Il conduttore visibilmente imbarazzato: – Ci scusiamo con gli spettatori per le parole un po’ crude della signora Decorato…
Il Signor Bianchi: – Non si può andare avanti così! Le ricordo che siamo in fascia pomeridiana. Potrebbero eserci dei bambini davanti alla TV o dei giovani suggestionabili. La signora dovrebbe chiedere scusa ai telespettatori per il suo linguaggio.
Sul maxi-schermo alle spalle del conduttore si vedono l’inviata che cerca di calmare la Decorato furente che indirizza gesti eloquenti al signor Bianchi. Dal labiale si capisce chiaramente l’espressione “Mavafangù!”
Il Signor Bianchi: – Ha visto? Avete visto tutti? Ma io la querelo…
Il conduttore: – La prego di smorzare i toni e di comprendere anche la difficile situazione psicologica dell’intervistata.
Il Signor Bianchi: – Questa è Tv spazzatura! Io non ci sto!
Il presidente dell’Associazione “Figli Felici” si stacca il microfono e se ne va. Si sente distintamente la voce del conduttore che dice all’inviata Cloe: “Con te facciamo i conti dopo”. La showgirl chiede un bicchiere d’acqua, lo psicoterapeuta le fà aria con una copia del suo ultimo saggio sull’infanzia.
Il conduttore si sbraccia verso la regia: – Nero! Nero!
Dalla regia una panoramica dall’alto dello studio, il tavolo con le probabili armi del delitto è ancora in bella mostra. Tutti si alzano e vagano senza direttive.
Nero.
Stacco: scritta in sovrimpressione “L’Italia protagonista – parte terza”
Primo piano del conduttore.
Il conduttore: – Benvenuti gentili spettatori, voltiamo dunque pagina e passiamo a un interessante servizio a cura del nostro inviato gourmet Angelo sui formaggi a media stagionatura della Valle Piripì. Vai Angelo!