Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2018 “Con le ali ai piedi” di Gianluca Papadia

Categoria: Premio Racconti per Corti 2018

Arrivo alla stazione di Lucca in ritardo e,  considerando che la mia cliente arriverà entro dieci minuti al massimo, parcheggio la mia auto nuova di zecca in una zona a rimozione carri gru. Spero che almeno abbiano il buon senso di trattarmela bene.  Esco velocemente dalla macchina, prendo la giacca dal sediolino posteriore e un mazzo di fiori dal portabagagli.  Mentre indosso la giacca controllo per un’ultima volta gli appunti sul mio iPhone: Beatrice, cinquant’anni (dalla foto allegata, gli avrei dato di meno); sono il suo compagno; preferisce un vestito classico; ha pagato come supplemento un mazzo di diciassette rose fucsia e un bacio sulle labbra. Mi specchio nella porta a vetri della stazione e, nonostante la moda m’impone pantaloni sopra la caviglia e mocassini rigorosamente senza calzini, mi vedo molto bello. Tutto merito del mio nuovo lavoro. Quattro anni prima avrei visto in quel riflesso un uomo afflitto e senza speranza e mentre sono lì a gongolarmi il mio cellulare mi avvisa che manca solo un minuto al mio incontro di lavoro di oggi. Raggiungo di corsa il binario indicato sul tabellone degli arrivi proprio mentre un flusso di viaggiatori sta scendendo dal treno.

Beatrice mi riconosce subito e affretta il passo per raggiungermi. Io la bacio sulle labbra e, mentre le porgo quel meraviglioso mazzo di rose, le pronuncio la solita frase: «Com’è andato il viaggio?».

Quattro anni prima una hostess con le lacrime agli occhi mi aveva detto: «Per me non c’è mai nessuno ad aspettarmi. Nessuno che mi chieda: “Com’è andato il viaggio?”».

Erano state queste le parole che avevano scatenato uno tsunami di sinapsi nel mio cervello. Alba, questo é il nome dell’hostess depressa, era sull’orlo di una crisi irreversibile ed io capii che, con un piccolo gesto, potevo aiutarla.

Ogni volta mi sarei trasformato nel marito, il compagno, l’amico, il fratello, il figlio che non trova mai il tempo per andare a prendere i suoi cari di ritorno da un viaggio.

Dopo aver sperimentato gratuitamente l’effetto antidepressivo su Alba, le avevo chiesto di farmi un po’ di pubblicità e ora avevo più di mille clienti, tutti appartenenti al personale viaggiante, contentissimi di passarmi tutti i soldi che risparmiavano per l’acquisto del Prozac.

Esco dalla stazione con Beatrice sotto il braccio proprio mentre il carro attrezzi porta via la mia auto. Facendo due rapidi calcoli, realizzo che oggi in sostanza ho lavorato gratis ma la gioia palpabile che ho donato alla mia cliente è molto più appagante del vile denaro.

Io e Beatrice prendiamo un taxi ma al primo incrocio chiedo al tassista di farmi scendere.

Saluto affettuosamente Beatrice e, prima che il taxi riparta, le dico: «Aggiungimi su WhatsApp» perché, in fin dei conti, devo tutto a questo Mercurio dei tempi moderni.

Quel tamtam virtuale, a metà tra il pettegolezzo da parrucchiere e lo stalking vero e proprio, era stato il mio primo veicolo di marketing, e dopo quattro anni lo era ancora.

Grazie a quel passaparola a suon di faccine ero finito nei gruppi di dipendenti delle ferrovie, di addetti alle cabine delle navi da crociera, di marinai di lungo corso, di autisti di autobus a lunga percorrenza. Il mio target erano tutti quelli che, per motivi di lavoro, viaggiano molto e ben presto annoverai tra i miei clienti anche manager, agenti di vendita, consulenti, traduttori e perfino narcotrafficanti.

Perché al termine di ogni percorso di vita, piccolo o grande che sia, è sempre bello trovare qualcuno ad aspettarci.

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4 commenti »

  1. Bello, credo che sarebbe davvero efficace la realizzazione del corto. In bocca al lupo, Gianluca.

  2. Un personaggio interessante, con un lavoro altrettanto affascinante. Bella idea!

  3. Grazie Pasqualina. Crepi il lupo

  4. Grazie Carola. Spero che piaccia pure alla giuria.

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