Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2018 “Terza età” di Giorgio Leone

Categoria: Premio Racconti per Corti 2018

Sono in pensione, ho poco da fare e niente ha più molto senso. In pratica resto vivo solo per fare dispetto all’INPS e per la gioia di dar da mangiare agli animali e di regalare dolcetti ai bambini. Proprio per questo, ogni mattina passo dal negozio dove compro pane, prosciutto crudo, stracchino e una confezione di cioccolatini.

Poi, passo dopo passo, come può camminare un vecchietto, vado al parco e vedo di far passare un po’ di tempo leggendo un quotidiano del giorno precedente che trovo nel cestino.

Bene o male arrivo alle dieci e mezza, ora nella quale gli animali cominciano ad avere fame. Come prima cosa vado in riva al laghetto e chiamo le papere che vengono subito verso di me.

Che colori stupendi hanno e come è bello vederle riflesse capovolte nell’acqua! Mentre si muovono pigre, mi guardano con il loro occhio attento e non mi mollano mai, sempre più impazienti. Sembrano dire: “Anche oggi sei qui, amico delle papere! Siamo contente di vederti, ma ci dai da mangiare, sì o no?”

Purtroppo non sanno leggere e ignorano quello che dice il cartello esposto bene in evidenza, in modo che nessuno possa accampare scuse:

VIETATO DAR DA MANGIARE ALLE PAPERE

Come ogni giorno sono combattuto. Cosa accadrebbe se contravvenissi al divieto? Probabilmente il pane annacquato si gonfierebbe all’interno dei loro pancini, provocando dolorosi fenomeni di flatulenza. E questo non lo vorrei mai, perché amo le papere, e quindi il pane con il prosciutto crudo me lo mangio io, ma solo per il loro bene!

Dopo che se ne sono andate via scocciatissime, si avvicinano alla riva molti pesci rossi in compagnia di scardole, cavedani e carpe. A tutti piace il pastone che si fa mischiando la mollica con il formaggio e infatti, quando lancio per prova un boccone, compare in acqua un cerchio che si allarga e il cibo sparisce all’istante.

Però non è giusto. Perché a loro si può dar da mangiare e alle papere no? Non mi sembra corretto utilizzare due pesci e due misure! Ah, ah, questa sì che fa ridere, mi sto quasi strozzando per i colpi di tosse!

Per cui il pane con lo stracchino me lo pappo tutto io, tanto i pesci sembrano non essersi accorti di niente.

Dulcis in fundo tiro fuori dalla tasca il sacchetto con i cioccolatini. Nei dintorni ci sono un mucchio di bambini e bambine che giocano, mentre le loro mamme li controllano a vista.

Il mio timore è di essere scambiato per un turpe individuo, un pedofilo che insidia queste anime candide e innocenti attirandole con esche succulente. Per prudenza, quindi, i cioccolatini me li faccio fuori io, tanto noi vecchi abbiamo grande bisogno di zuccheri che possono calarci all’improvviso.

Non mi resta che tornare a casa, anche perché sono le dodici passate e mi sta venendo fame.

Dopo mangiato, mentre mia moglie fa i mestieri, me ne vado a schiacciare un pisolino sulla poltrona, russando alla grande e sentendo la televisione in sottofondo a basso volume, come una ninna nanna.

E questo pomeriggio, che faccio? Se non piove, e magari anche se piove, dopo un salto al negozio di alimentari vado a dar da mangiare ai piccioni. I miei amici piccioni, che mi aspettano affamati e impazienti, giorno dopo giorno di questa triste vita di anziano pensionato.

Loading

2 commenti »

  1. Molto divertenti entrambi i corti, Giorgio! L’unica obiezione è che mi sembrano più adatti alla sezione Racconti. Forse è un mio limite ma non me li sono immaginati bene come cortometraggi perché è centrale in entrambi il pensiero del protagonista. È vero che potrebbe essere una voce fuori campo però….

  2. Non hai tutti i torti, Ivana, e anch’io mi sono fatto la stessa domanda, poi ho chiesto lumi alla direzione: qualcuno del “mestiere” deciderà se sono adatti a un corto, Nel quale caso, le tecniche sono molteplici. Ad esempio in quello delle papere, un altro anziano col quale il protagonista “ghiottone” parla, oltre che la moglie (cosa fai oggi pomeriggio, caro?). Per l’altro possono intervenire i vicini, il barista, le persone per strada, e lui stesso che alla fine dice “fatto!” e la moglie e il medico, sullo sfondo, spariscono. Insomma, deve piacere l’idea, il resto potrà venire dopo, se del caso. La tentazione era quella di mettere giù una sceneggiatura, ma con 3500 caratteri non si fa nulla. Grazie del commento e dell’attenzione.

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.