Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2018 “Piano T …” di Danilo Nucci

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018

Era strano quel mondo capovolto che scorreva, sempre più velocemente, davanti agli occhi e quel vento, sempre più teso, che distendeva i tratti del viso costringendolo ad un innaturale sorriso.

Sesto piano
Paolo non aveva mai amato niente e nessuno, a parte il denaro. Non aveva mai avuto amicizie, ma solo conoscenze superficiali. È inutile confidarsi con altri: avrebbero avuto la sensazione di farti un piacere a starti ad ascoltare e prima o poi ti avrebbero presentato il conto, con gli interessi. Donne, nemmeno a parlarne; aveva ragione la mamma: solo buone a spillarti i soldi…

Quinto piano
Già … i soldi. Avevano un che di magico. Ne aveva un profondo rispetto. Chi ha detto che il denaro è sterile? Lui lo vedeva crescere, accumularsi e questo gli dava un senso di appagamento, perché pensava a tutte le cose che avrebbe potuto farci, se solo avesse voluto. E intanto cercava di spenderne meno possibile. Quando proprio non poteva farne a meno e doveva estrarre una banconota dal vecchio portafoglio consunto, la cerimonia era sempre la stessa: avvicinava al viso il portafogli ancora chiuso e lo apriva soltanto quando era all’altezza dei suoi occhi. Allora, sicuro che altri non potessero sbirciare e vedere quanto c’era dentro, apriva il portafoglio quel poco che bastava per afferrare una banconota fra pollice e indice, mentre le altre dita restavano sollevate, la stropicciava fra le due dita, per esser certo che non fossero due. Il tutto con grazia, con delicatezza come se raccogliesse una sacra reliquia.

Quarto piano
il distacco era il momento peggiore: consegnava rapidamente la banconota, per rendere meno intenso e più rapido quel dolore e ritirava l’oggetto acquistato, il cui possesso raramente lo compensava del trauma che gli era costato. Guardava con disprezzo chi teneva le banconote accartocciate a casaccio nelle tasche, senza sapere esattamente quante fossero. La giudicava una mancanza di rispetto, una lesa maestà, da parte di chi probabilmente aveva ottenuto quel denaro senza meriti, senza sacrificio o forse disonestamente. Non pensava che qualcuno potesse legittimamente vedere il denaro soltanto come un pratico mezzo di pagamento.

Terzo piano
Il suo appartamento, acquistato a prezzi stracciati ad un’asta fallimentare era in un palazzo di sette piani, in una squallida zona periferica. Il tetto a terrazzo del fabbricato era la meta preferita delle sue vacanze. Lì stendeva i panni, si portava una sedia a sdraio e, soprattutto nel periodo di primavera e inizio estate, si godeva a buon mercato quel sole appannato dalle polveri sottili della città. E proprio mentre cercava di aprire la sdraio per sistemarsi a sedere, in calzoni corti e ciabatte, il portafogli gli era caduto di mano e si era aperto: ne erano uscite tre banconote da cinquanta euro. Schizzò in piedi, perché c’era un venticello fresco e teso che avrebbe messo a repentaglio il suo tesoro. Prima che quei fogli potessero volar via cercò di fermarli. Con un piede ne bloccò uno, con l’altro il secondo … stava per piegarsi per raccogliere il terzo con la mano quando una ventata più forte lo fece volare e sparire al di là del parapetto che delimitava il tetto.

Secondo piano
Un tuffo al cuore. Si affacciò al parapetto e lo vide. Era rimasto su un cordolo che sporgeva all’esterno, più o meno in corrispondenza del piano del tetto. Poco più a destra, sullo stesso cordolo, un gattino che miagolava.  Evidentemente si era spinto fino a quel punto pericoloso ed ora non riusciva a ritrovare una strada per un ritorno sicuro. Non amava gli animali e giudicava con disgusto chi dedicava tempo, attenzioni e denaro a quelle bestie. Perciò non fu distratto da quel miagolio. Pensò che in fondo quella banconota fosse ancora facilmente raggiungibile, purché avesse fatto presto, prima che arrivasse una nuova raffica di vento.

Primo piano
Si protese verso l’esterno cercando di ancorarsi saldamente con le gambe al parapetto in cemento. Le sue dita protese arrivarono a circa dieci centimetri dalla filigrana di quel foglio. Ancora un piccolo sforzo e l’avrebbe toccato. Si spinse ancora un po’ e fu in quel momento che il piede destro si sfilò dalla ciabatta. Fu una frazione di secondo: si ritrovò completamente sbilanciato verso il vuoto ed iniziò a precipitare. Fu lo stesso spostamento d’aria del suo corpo che fece volare quel foglio e mentre iniziava a cadere e muoveva scompostamente gli arti lo vide allontanarsi, trasportato dal vento.

Piano t….       
e poi un tonfo sordo. Una piccola folla di curiosi guardava quel manichino senza vita che giaceva in una pozza di sangue. Qualcuno disse, indicando in alto: “Pover’uomo! Guardate, ha cercato di salvare il suo gattino ed è precipitato da lassù”.

Loading

44 commenti »

  1. I pensieri che scorrono veloci, il mondo a testa in giù. All’inizio del volo mi faceva pena, ho pensato che si era buttato… Invece, ahimé, vittima dell’avarizia. Fa sorridere la deduzione della gente, che lo compatisce pensando al suo buon cuore. Personalmente ti candido per il premio Buduar :). Mi è piaciuto!

  2. Grazie Silvia, apprezzo particolarmente il tuo giudizio positivo, dopo aver letto il tuo racconto che mi ha veramente colpito da molti punti di vista.

  3. Bella la sequenza che hai dato alla narrazione. Anche se è chiaro il suo eccessivo attaccamento al denaro, porti il lettore a provare pietà e forse anche simpatia per quest’uomo che nella sua caduta libera porta con se il dispiegarsi dei suoi venali ricordi, piano dopo piano. Poi alla fine… Bravo!!!

  4. Grazie mille, Pasqualina e complimenti anche per il tuo racconto molto coinvolgente

  5. Geniale e divertente il tuo mondo “all’incontrario”! Complimenti, anche a me è piaciuto molto.

  6. Grazie Simona. Ho apprezzato molto anche il tuo racconto “in tre atti”

  7. Molto bravo, hai costruito un piccolo capolavoro. Bellissimo lo schema dei piani , fotogrammi di vita , rivisti senza rimpianti in una descrizione gustosa e sostenuta da un ritmo calibrato alla perfezione. Originale il commento finale della gente. Veramente complimenti !

  8. Grazie Gianluca per le tue parole che mi fanno molto piacere (e come potrebbe essere altrimenti?) e mi spingono a riprovarci, quando sentirò che ho qualcosa da raccontare.

  9. Un piccolo gioiello che ti “calamita” dalla prima all’ultima parola. Uno stile pulito e immediato e una trama originale. Complimenti, davvero molto molto bravo!

  10. Grazie Laura! Inutile dire che sono felice del tuo commento, soprattutto perché da tempo ho apprezzato e commentato con grande ammirazione i tuoi due racconti così diversi l’uno dall’altro ma ugualmente carichi di forza e di cuore.

  11. Non posso dire altro che “crepi l’avarizia”.Un testo ironico, intelligente. Scritto molto bene

  12. Grazie Margherita! 🙂 ottima idea quella di “crepi l’avarizia”! Avrei potuto pensarla come sottotitolo!

  13. Ho apprezzato molto la struttura del tuo racconto, il ritmo. Ironico, con un pizzico di malinconia. Bravo!

  14. Grazie Laura. Sono lieto che ti sia piaciuto!

  15. Raccontare la tristezza ed il vuoto, della pazzia forse, con ironia e ritmo. Bravo!

  16. Grazie Elena. Si, un po’ di ironia ci vuole sempre

  17. Questo elenco dei piani cattura subito l’attenzione e spinge a immergersi nella storia del racconto.
    Ottima narrazione, davvero originale.
    Complimenti!

  18. Ti ringrazio Mariangela

  19. Davvero bravo! Devo dirti che ho pensato che all’ultimo ce l’avrebbe fatta ad acchiappare il cinquantone, già immaginandolo sì morto, ma felice a suo modo. Pazienza poi che l’apparenza inganni, nella fine hai raccontato una profonda verità: abbiamo voglia di credere che esistano ancora i buoni sentimenti. Spero che il gattino sia in salvo!

  20. Grazie Ester! Già, il gattino … magari ci scriverò il prossimo racconto su quel gattino 🙂

  21. Come espresso nei commenti precedenti, trovo anch’io molto interessante la struttura del tuo racconto. L’immagine iniziale: il vento che costringe il viso di Paolo “ad un innaturale sorriso” mentre precipita, é efficacissima! Hai fatto bene ad iniziare con quell’immagine e poi a ritornarci, chiudendo il cerchio del racconto. Anche il tono é interessante: ironico, ma in maniera delicata – quasi a voler rispettare la dignità del tuo protagonista, nonostante la sua ossessione. E il finale… ti coglie proprio come uno schianto. Bello, Akhenaton!

  22. Bellissimo commento, Federica. Ti ringrazio ????

  23. Erano !!! Non ??? Quelli sopra ????

  24. Una vita fatta di grettezze perfettamente tratteggiata in pochi sesti-quinti-quarti-terzi-secondi-primi piani! 🙂

  25. Grazie Marco. Soni lieto che ti sia piaciuto … magari il “perfettamente” è troppo generoso ????

  26. Geniale l’idea di riportare i pensieri del protagonista piano per piano, fino allo schianto finale. Avrei concluso però con la banconota che scende lievemente a terra e volteggiando si posa sul suo corpo.

  27. Grazie Marco per il commento e complimenti per l’idea anch’essa geniale del finale con banconota

  28. molto bello e geniale l’idea dei piani al contrario, dei soldi, vento, gattino. Complimenti!

  29. Grazie mille, Aldo, per l’attenzione che mi hai dedicato e per i complimenti

  30. Bello! E’ già stato detto tanto dai 26 autori che mi hanno preceduto. Mi affaccio ora a questo divertentissimo mondo dei!
    Mi è piaciuto anche il finale: la morte conduce chi la osserva alla ricerca di considerazioni umane.

  31. Grazie Patrizia, sono felice che ti sia piaciuto

  32. Complimenti per il racconto! Ho trovato originale la scelta di scandire la narrazione e le riflessioni con la discesa da un piano all’altro, e la “svolta” finale, con la gente che crede nel buon cuore di chi invece ha solo pensato a se stesso.

  33. Grazie Gloria: In effetti, chissà quante volte si danno giudizi sbagliati fidandosi delle apparenze, nel bene e nel male.

  34. Ma quanto mi è piaciuto il tuo racconto, Akhenaton!
    Sei stato bravissimo a raccontare in poche righe una vita, un carattere, l’ossessione e la fine arida e misera come l’animo del protagonista. E tutto ciò è scritto molto bene e scorrevole come il susseguirsi dei piani e il flusso dei pensieri.

  35. Molto interessante la struttura “a piani”.
    Non avevo dato peso all’immagine iniziale del vento e del sorriso innaturale, per cui mi ero fatta il film che il protagonista stesse scendendo in ascensore -quando una è acuta è acuta – per cui la fine mi ha colta di sorpresa.
    A quel punto, anch’io avrei visto bene la banconota planare sul corpo.
    A mo’ di consolazione, perché quest’uomo così solo fa un po’ tenerezza, avarizia o no.
    Chapeau

  36. Grazie Patrizia per l’apprezzamento e per il tuo commento. Che devo dirti … La banconota non sarebbe stata male, ma l’avrei vista come ulteriore meritata beffa del destino. Sei troppo buona; io non sono riuscito a provare tenerezza per lui. Trovo che l’avarizia sia uno dei peggiori difetti di una persona perché ad essa corrisponde sempre una certa aridità di sentimenti.

  37. Congratulazioni sincere per questo volo a testa in giù che ha ottenuto il meritato riconoscimento! Seguirò te e gli altri tramite i video e gli aggiornamenti 😉

  38. Grazie mille Silvia, sei molto gentile e complimenti di nuovo anche per il tuo racconto che mi era piaciuto tantissimo.

  39. Ciao, Aki, mi ricordo perfettamente del tuo very English thriller of last year, e spero tu ti ricordi di me! Ora invece mi complimento per questo tuo proficuo …capitombolo,vero contrappasso per questo tirchiaccio di Paolo!! E poi tussei di Firenze come me, o no??? Ovvia!

  40. Certo che mi ricordo. Avevo apprezzato molto il tuo Igloo dello scorso anno (e evidentemente non ero da solo). Certo, fiorentino (ovvia!), di nascita e per aver vissuto a Firenze fino a pochi anni fa. Ora abito a Barberino di Mugello, sempre comunque ad un tiro di schioppo da Firenze. Grazie Laura!

  41. Visto in TV 😉 Complimenti!

  42. Grazie mille, Silvia. Esperienza divertente.

  43. Mi piace molto la descrizione del volo verso la morte scandita dalla riflessione sul modo di essere del protagonista, che purtroppo, ahimè, non porterà a nessuna redenzione. Bravo!

  44. Grazie mille, Giulia per il commento. Sono lieto che ti sia piaciuto.

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.