Premio Racconti nella Rete 2018 “La Francese che tatuava i gatti” di Laura Ferloni
Categoria: Premio Racconti nella Rete 201825, Rue de Nevers.
Cinquanta metri scarsi, alle pareti cemento grezzo e una foto di Kanako Sasaki; nessun mobile tranne una libreria bianca e uno sgabello.
E poi c’era la Francese; la Francese che tatuava i gatti.
Entravano code arruffate e uscivano scarni serpenti dalle scaglie cangianti; innocui siamesi venivano trasformati in tigri e sinuosi certosini diventavano mute dichiarazioni d’amore.
I love Adeline e un cuore old school tra le scapole; queste erano le immagini che si vedevano sfilare sui tetti dei palazzi di Rue Dauphine.
La Francese non riusciva a contenere tutto. Troppi pensieri, troppe voci, troppo amore; non aveva piu’ un centimetro vuoto nell’anima.
Per non esplodere scagliando lontano i vermigli frammenti delle sue conversazioni solitarie, si concentrava sui gatti.
Dal suo studio passavano vecchie bohémiennes, esili modelle, figlie annoiate di politici corrotti, musicisti dark; volti e corpi che non uscivano mai senza lasciare una storia, un rimpianto, una domanda senza risposta, una traccia.
La Francese si nutriva di quel sangue denso fatto di parole e di sospiri, si riempiva e si riempiva, fino a scoppiare.
Quando il bicchiere stava per traboccare prendeva pistola, colori e creava una nuova tela fatta con i mondi degli altri.
Perché avesse scelto di tatuare gatti nessuno lo sapeva, nemmeno il Turco.
Forse, semplicemente, perché era pazza.
Era un giovedì di temporali in agguato e la Francese aveva deciso di dire basta, di smettere di ipotecare il futuro e di costruire in bilico sull’orlo del baratro.
Il Turco non la meritava. Parsimonioso perfino nel regalarle sogni.
Prese la pistola, una boccetta di rosso. Ma niente gatto.
Moi d’abord. Sulla coscia destra.
“Non aveva più un centimetro vuoto nell’anima”.Tanta profondità concentrata in poche righe. Molto brava
Discalimer: nessun gatto è stato maltrattato per scrivere questo racconto.
Disclaimer: nessun gatto è stato maltrattato per scrivere questo racconto.
Laura, trovo che questo racconto avrebbe avuto bisogno di una maggior lunghezza, la storia è bella, ma è scarna, sono pochi i punti di riferimento, di chiarezza che diano spessore ai personaggi. Mi hai incuriosito, avrei voluto saperne di più 🙂
Racconto sospeso come una foto di Kanako, o forse possiamo andare più indietro e definirlo fluttuante in bilico tra Toulouse Lautrec e Kuniyoshi,…aspetterò la Francese dove finisce Rue Dauphine verso Pont Neuf un giovedì di temporali in agguato…
Racconto misterioso, come l’anima della francese e come i ponti di Parigi che assorbono pensieri ed esistenze di coloro che li attraversano. Si riempiono fino a scoppiare e poi traboccano di arte, immagini e amore per chi li sa comprendere. Complimenti.
Un racconto breve ma denso, in poche parole si entra in una atmosfera intensa e in un mondo silenzioso ed essenziale. Una figura tutta da immaginare, senza connotazioni fisiche, senza un’età, che risucchia, concentra e trasferisce tutta la vita esterna, ogni emozione e sofferenza, in messaggi viventi lontani e misteriosi che passeggiano fra i tetti. E la scelta finale, la nuova rotta. Bello, brava!
Racconto breve ma intenso. Mi incuriosisce la figura del Turco. Sicuramente non meritava la Francese visto che era “parsimonioso perfino nel regalarle sogni”. E se ci tolgono anche i sogni, è veramente finita! Brava complimenti!
Sento molta ammirazione per chi è capace di scrivere racconti così brevi. È vero che si rimane con la voglia di saperne di più, che i personaggi e le azioni sono talmente scarni da rimanere avvolti in una spessa nebbia, ma forse è proprio questo il punto di forza di questo microracconto, un abbozzo intrigante e misterioso, surreale e rarefatto che lascia al lettore la libertà di fare una passeggiata tra i tetti di Parigi.
“La Francese si nutriva di quel sangue denso fatto di parole e di sospiri, si riempiva e si riempiva, fino a scoppiare” …meravigliosa. Letto d’un fiato. Brava!
Grazie a tutti per i commenti! Effettivamente tutto quello che scrivo è molto breve… Non ho ancora capito se questo sia un limite, un punto di forza o semplicemente una caratteristica del mio modo di scrivere.
Intanto grazie per aver precisato che nessun gatto è stato maltrattato 😉
Bello, anche se breve. Bello… E colorato… e insieme cupo. Colorati i tatuaggi e cupa l’anima. MI è piaciuto molto, rimango qui a immaginarmi il tutto, come in una nuvola di fumetto che mi rimane sospesa sulla testa, e mentre guardo in su, passa anche un gatto tatuato su di un tetto.
Breve,ma intenso.
Avrei letto ancora e ancora.
Davvero brava, in bocca al lupo!
“La Francese non riusciva a contenere tutto. Troppi pensieri, troppe voci, troppo amore; non aveva piu’ un centimetro vuoto nell’anima.
Per non esplodere scagliando lontano i vermigli frammenti delle sue conversazioni solitarie, si concentrava sui gatti.”
Tanti di noi fanno così, si concentrano su altro per non esplodere.
Bravissma e Brevissima, non è mica da tutti !
Laura,
io adoro i “frammenti brevi” (in materia qui abbiamo un maestro, vero Gianluca? :-)), forse perché riservano molto spazio alla fantasia del lettore, forse perché io non ho alcuna capacità di sintesi.
Fatto sta che ho adorato il tuo racconto: diretto, conciso, come una tavola bianca rigata con tante pennellate capaci di arrivare all’anima di chi legge.
E l’idea di fondo, la più profonda essenza della protagonista che si tramuta in disegni e colori, è veramente geniale.
Un grandissimo in bocca al lupo.
Bello, anzi poetico. Non riesco ad aggiungere altro, concordo con molto di quello che è stato detto. Nella brevità del tuo racconto c’è tanto, davvero tanto. E la protagonista è fantastica, un personaggio interessante. Mi sarebbe piaciuto che durasse di più giusto per goderne un altro po’ la compagnia. Brava!
Un racconto che nutre con le emozioni che regala. Parole essenziali e mai casuali, Come vorrei conoscere questa francese, ormai gatta lei stessa, vagare con lei per i tetti di Parigi. È come se queste parole avessero tatuato anche me, moi d’abord, sulla coscia sinistra. Complimenti, detto senza retorica.
Laura, complimenti! Intenso, cupo, poetico… hanno già detto tutto, non posso fare altro che unirmi al coro!
Scrivi poco sopra che non sai se la tua brevità sia un limite o un punto di forza. Propendo per la seconda ipotesi: la qualità non ha niente a che vedere con la lunghezza del testo. Ce lo insegnano alcuni componimenti poetici fatti di poche frasi o di poche parole. Il mio non è un accostamento casuale: ho riscontrato in vari passaggi tratti poetici che mi hanno affascinato. Brava! Viva la brevità!
Un cadeau surreale e bohemien, intrigante ed ermetico.
Complimenti, Laura!
Laura ho amato l’atmosfera che hai saputo “dipingere” con la tua penna. Un racconto che ti porta in un’altra dimensione, senza tempo e tuttavia non può lasciarti indifferente
Un racconto ridotto all’essenziale, dove ogni elemento ha un peso specifico altissimo e non potebbe essere sostituito.
Bello come un quadro di Picasso.
Questo racconto era uno tra i miei preferiti. Sono contento che sia vincitore. Congratulazioni!