Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2018 ”Lemon Haze” di Duman Atessa

Categoria: Premio Racconti per Corti 2018

Sera vicino ora di cena. Via buia nelle vicinanze di Piazza Antelminelli.

Ragazza giovane si dirige verso casa.

Intorno a lei la città si prepara per la notte che arriva. La tapparella di un bar è mezza chiusa e da dentro si vede un ragazzo che lava per terra con una mano, mentre con l’altra tiene il telefono. Sarà un altro post drammatico su Instagram del tipo ‘’ #baristalife ‘’.

Andiamo avanti.

Sta camminando. All’angolo prima della piazza due ragazzi parlano. Li guarda, passa, attraversa la piazza.

Mentre sale le scale del palazzo, il portone si apre, e uno dei ragazzi che prima aveva intravisto entra.

-Ciao

-Ciao

Secondo giorno mattina.

Anna si sveglia prima del solito e inizia a prepararsi la colazione. Uno yogurt con i cerali e un succo di frutta. Fuori dalla porta si sentono delle voci. Max si avvicina e incuriosito sniffa per terra mentre scodinzola. Inizia ad abbaiare e le voci si spengono. Anna va e guarda dal spioncino, ma vede soltanto un’ombra nera che va via sulle scale.

-Max hai spaventato di nuovo i vicini. Bravo.

Il cane la guarda soddisfatto e se ne va.

Finita la colazione decide di portare Max a fare un giro prima di andare a tirocinio.

Mentre scendono le scale incontrano nuovamente il ragazzo di ieri sera.

Lui rivolgendosi al cane.

-Ehi bello, ciao. Come si chiama ?

-Max.

-Ciao Max, ma tu sei un piccolo labrador.

-Eh già. Un meticcio a dir la verità.

-Come me.

Anna lo guarda. Era alto, moro, con le labbra carnose e la pelle olivastra.

-Mamma è romana e papà originario del Marocco. Ci siamo trasferiti qui da Roma quando avevo quindici anni per il lavoro di papà.

Infatti l’accento romano si sentiva. Gli piaceva.

-Vivi qui con loro?

-Si, ma loro non ci sono mai. Papà fa parte del corpo diplomatico e quindi sta sempre in giro, ieri stava a Bangkok. Mamma invece è un medico. Adesso si trova a Samos in Grecia, la situazione è un po’ complicata con i bambini lì.

-Ah…

Non riesce ad inquadrarlo. Max nel frattempo fa la pipì sulle sue scarpe.

-Max nooo! Cattivo!

-Ahaha tranquilla, dovevo cambiarmi comunque.

Mentre apre la porta di casa gli offre un caffè. Lei accetta e tutti tre entrano nell’appartamento.

Lui si gira e sparisce nel corridoio. Lei rimane nel soggiorno. Era una stanza grande piena di libri, quadri e piante esotiche con un divano verde enorme al centro.

Si sentiva a suo agio lì con lui.

Max si concentrava a fissare una statua di Budha in legno. Era grande quanto lui.

-Max vai via da lì prima che fai altri danni.

-Tu fumi? – si sente la sua voce che arriva, e dal corridoio entra cambiato con una maglietta dei Guns N’ Roses. Si accende una canna sorridendo.

Lo fissa un secondo.

-Si…ogni tanto.

-Questa è buona, è una Cheese, la porta un amico mio direttamente dalla Spania. È naturale, perfetta se hai mal di testa, ti rilassa subito.

-Ah sì?

La prende. Fa un tiro. Mediocre, il sapore è forte ma il retrogusto amaro, non è una pura Cheese bensì un ibrido con una Purple scadente se tutto va bene. Non viene dalla Spania e sicuro non è naturale. È quanto tabacco ha messo? Non ha nemmeno usato il filtro giusto. Questo ragazzo è un incapace. Decide di tenersi tutti questi pensieri per lei. Per adesso.

-Quanto l’hai pagata?

-Calcola che l’ho presa da un mio amico quindi €.14,00 al grammo.

La situazione peggiora. È stato fregato e in più pensa che ha fatto un affare. Basta.

-Si non è male, se vuoi pero la prossima volta ti faccio assaggiare qualcosa di diverso. Anzi, torno subito. Max rimani qui e fai il bravo che la mamma arriva in un attimo.

Leon rimane e la guarda con una miscela di stupore, curiosità ed interesse. Gli piace questa ragazza.

Anna va su. Entra dentro casa e va al suo armadietto. Apre e alza il sottofondo di legno. C’erano tre barattoli messi in ordine con le etichette: nome/data/peso. Sceglie la sua preferita, una Lemon Haze. Saporita e fresca. La prepara al volo come si deve, con filtro di cottone e una cartina di canapa.

Scende.

-Prova questa.

Lui assaggia. Con uno sguardo incredulo e confuso gli chiede da dove l’ha pressa e quanto l’ha pagata.

Lei lo guarda e ride.

-Io non la compro. La produco.

Si sente un botto.

La statua di Budha è rovesciata per terra è Max li guarda scodinzolando pieno di sé.

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