Premio Racconti per Corti 2018 “Punti di vista” di Federico Benedetti
Categoria: Premio Racconti per Corti 2018VOCE FUORI CAMPO: Non ho una casa. Mangio quel che trovo. A volte mi lasciano un po’ di cibo da una parte, ma di solito frugo tra i rifiuti.
Puzzo, e non ho un bell’aspetto. Mi guardano con disprezzo, perlopiù. Hanno anche provato a togliermi dalla strada ma non voglio essere salvato, sto bene così come sto. Sono libero.
Non ho amici, non parlo mai con nessuno. Spesso mi scacciano via ma se pensano di farmi un torto si sbagliano, posso andare benissimo da un’altra parte. A volte ho voglia di divertirmi e allora vado dove non dovrei, entro dove non potrei, per vederli gridare. È uno spasso. Ho rischiato diverse secchiate d’acqua e qualche calcio nel posteriore, ma ne è valsa la pena.
Me ne vado in giro, specie col buio, quando emerge l’altra faccia della società.
Ho visto gente entrare nelle case degli altri per portare via roba, succhiare benzina dai veicoli in sosta. Ho visto ubriachi schiamazzare ed azzuffarsi per futili motivi. Ho visto imbrattare muri, rigare fiancate di automobili. Ho visto padri di famiglia caricare prostitute. Mariti maltrattare le mogli. Ho visto uomini gridare alla Luna dopo aver perso tutto al gioco. Ho visto coppie clandestine incontrarsi nei parcheggi. Ho visto dar fastidio alle ragazzine.
Ho visto anche belle cose, ché il mondo non è tutto marcio. Ho assistito ad una serenata, ho visto gente piangere fuori da un cinema, da un teatro, da un ospedale.
Mi limito ad osservare, a farmi gli affari miei. Una volta soltanto, ho sentito di dover intervenire.
Una notte fredda, girovagando senza meta mi sono imbattuto in una brutta situazione. Approfittando dell’oscurità un uomo tentava di disfarsi di alcuni cuccioli. Ne ho riconosciuti i lamenti e sono intervenuto, salvandoli. Il farabutto se l’è data a gambe, aveva paura di me. L’ho rincorso e spaventato a lungo. E quando gli ho permesso di salire in auto per poco non infila in un fosso facendo manovra. Che gli serva di lezione.
Per me gli uomini possono fare ciò che vogliono. Ma c’è una cosa, che non tollero. Che si faccia del male agli animali.
PRIMO PIANO DEL PROTAGONISTA: ERA UN GATTO A PARLARE (FINO A QUI TUTTO SI ERA VISTO ATTRAVERSO I SUOI OCCHI).
VOCE: Sono un gatto. Ce ne sono tanti in giro come me.
ESTERNI NOTTE/ESTERNI GIORNO DI PAESI QUALSIASI.
INQUADRATURE DI GATTI CHE ENTRANO NEI GIARDINI, PRESENZE SFUGGENTI, FURTIVE. OCCHI CHE BRILLANO NEL BUIO.
VOCE (FINALE): Siamo in ogni città, in ogni paese. E vi teniamo d’occhio.
Se lo scopo dell ‘autore era quello di creare immagini e atmosfere ebbene ci è riuscito. Il lettore è come un voyeur che assiste alle scene raccontate. Spero di vederlo realizzato perché a mio avviso l’ idea è originale ed il finale sorprendente.
Sono d’accordo: brevissimo, ma ricco di immagini e situazioni, anzi inquadrature, perfette per un corto notturno di atmosfera (a me, dietro la voce narrante, è parso di sentire suonare Chet Baker, ma forse mi sono sbagliato), finale brillante con retrogusto noir.
Complimenti, mi è piaciuto, sotto…tutti i punti di vista!
Molto bello, un corto veramente a effetto, con quel finale poi…
“Punti di vista” che fanno sentire gli esseri umani piccoli piccoli!!!
Un cortometraggio su questo racconto potrebbe dar vita a molti “punti di vista” ..
Complimenti all’autore!!
” Me ne vado in giro, specie col buio, quando emerge l’altra faccia della societa’ ”
La notte come luogo dove l’io, la nostra immagine pubblica, si affievolisce e fa emergere il subconscio, la nostra parte più nascosta.
E lo psicanalista è …..un gatto !
Geniale !
Penso che la bellezza e la forza di questo racconto stia proprio nella sua capacità’ di raffigurare con un crescendo di semplici dettagli un vissuto che appartiene a molti di noi ma che solo pochi riescono a coglierne le sfumature, i suoni, le emozioni.
Federico Benedetti, mi piace come scrivi. Belle immagini piene di colore. >Complimenti!