Premio Racconti nella Rete 2018 “Il principe e la gattina” di Nicola Antonio Samà (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018Metamorfosi
C’era una volta una gattina. Era tanto carina e viveva lontano, in una campagna vicino a un lago. Viveva da sola dopo che si era distaccata dalla nidiata materna, ma presto aveva trovato un cucciolo di cane, piccolo piccolo e abbandonato, solo come lei.
I due vivevano talmente lontano dalla città, che non si erano accorti di essere in contrasto con una regola proverbiale cittadina che voleva cani e gatti sempre in lite tra loro. Cresciuti nella semplicità della campagna, avevano imparato da piccoli a condividere la solitudine e di questo erano felici. Non desideravano altro che spartire tutto quello che possedevano o che si procuravano in giro.
Avevano costruito la loro casetta e in essa regnava l’armonia. Nelle giornate di sole, ma talvolta anche con le nubi o la pioggia, passeggiavano lungo il lago, giocando a rincorrersi o gettandosi in acqua. La sera rientravano nel loro nido, consumavano un pasto frugale e si addormentavano, con il segreto desiderio di poter sognare, lei un gatto e lui una cagnolina.
Un giorno passava da quelle parti un principe, che si era perso durante una battuta di caccia con gli amici. Egli non era bello come nelle favole, ma era triste, proprio come nelle favole.
In realtà, non amava la caccia, ma i suoi amici lo invogliavano con insistenza, nella speranza che quel diversivo potesse distoglierlo dalla sua tristezza, che ormai durava da lungo tempo.
Viveva malvolentieri quella vita di principe, circondato da cortigiani insulsi, corrotti, adulatori.
Mai una donna lo avvicinava per amore, ognuna aspirava a diventare principessa.
Il re suo padre aveva riposto tanta fiducia nel suo primogenito, nell’intento di dare degna continuità a un regno che aveva costruito e governato con grande sagacia ed equilibrio. Tuttavia il principe, pur accettando di buon grado, non si sentiva capace di tener fede alla volontà del re; egli di giorno in giorno avvertiva un innato distacco da quel ruolo, che lo metteva a disagio di fronte ai cortigiani e agli altri principi. Dentro di sé aveva coltivato da tempo un desiderio di vita libera, lontano dalle mollezze cittadine, dall’ingordigia delle cortigiane, dalla doppiezza degli amici.
Così quel giorno era quasi contento di essersi perduto; stava assaporando qualcosa che cercava da tempo e che percepiva fortemente dentro di sé.
Si trovò all’improvviso davanti a quella casetta ed entrò per riposarsi. Essendo principe, non si preoccupò di bussare, così, aprendo la porta, vide quella gattina e quel cucciolo intenti a preparare il pranzo. Chiese subito scusa, perché era d’animo sensibile, e stette lì immobile per non disturbare.
La gattina, per nulla intimorita da quell’intruso, sentendosi protetta dalla compagnia del cucciolo, si avvicinò al giovane e, con fare gentile, gli porse la sua zampina.
Il principe lì per lì rimase turbato e nello stesso tempo si sentì, per la prima volta, accolto.
Era abituato da sempre agli inchini ipocriti dei suoi sudditi, ma quella zampina tesa con garbo disarmante lo imbarazzava. Ma fu un attimo.
All’improvviso riconobbe il luogo, si estraniò dal tempo, ravvisò in quella realtà ciò che da sempre aveva desiderato e sognato, ma inutilmente cercato per il mondo.
Prese con decisione la zampina, la baciò, trasse a sé la gattina e l’abbracciò teneramente, ma così teneramente, che il cucciolo, stupefatto, non fece un gesto per difenderla.
Fu un lungo abbraccio. Il principe si commosse fino alle lacrime, rientrò in sé profondamente, profondamente…
Afferrò la testina della gattina e la baciò intensamente sulla bocca. I suoi occhi si illuminarono come non mai, comprese che proprio in quel momento si stava realizzando un sogno, il sogno della sua vita; un’energia esplosiva si sviluppava nel suo corpo, sentiva venir su dal profondo una forza incredibile, inarrestabile: quel bacio era un bacio di trasformazione!
E avvenne il miracolo.
La gattina si disciolse da quell’abbraccio, si allontanò e vide l’evento più straordinario che potesse immaginare. Il principe, con un’ineffabile metamorfosi, stava assumendo le sembianze di un gatto, un bellissimo gatto con gli occhi azzurri. Si avvicinò alla gattina esterrefatta, con il più naturale dei gesti fece un inchino e, con voce flebile e timida, emise il suo primo e più dolce “miao” alla sua amata.
Il ritorno
Il Principe-gatto, accanto alla sua gattina conquistata, toccò il cielo con un dito per giorni e giorni. Viveva quella splendida avventura in un’atmosfera di magia, che non aveva mai conosciuto. Sensazioni vibranti, emozioni estasianti riempivano i loro giorni e le notti.
Intrapresero un viaggio appassionante e un po’ intrigante, che doveva sorprendere i loro amici ignari. Lei, infatti, a nessuno aveva parlato del suo innamorato gatto-principe; lui, d’altra parte, era dato per disperso dagli uomini di corte.
Visitarono paesi fiabeschi, ascoltarono canti e suoni d’altri tempi, videro realtà di cui non avevano mai saputo l’esistenza, conobbero un mondo fino allora inesplorato e stupefacente.
Almeno questo era ciò che avvertiva in cuor suo il principe-gatto.
Una mattina la gattina si svegliò diversa. Con una scusa volle allontanarsi da sola dalla casetta, lasciò anche il cucciolo di cane, da sempre compagno fidato; intendeva tenere segreto un suo improvviso (o meditato?) desiderio. Curiosa di conoscere il come e il perché della metamorfosi del principe, s’inoltrò per strade impervie alla ricerca di una maga o di una fattucchiera.
Era strano, ma esisteva davvero e lei la trovò.
Non contenta d’aver scoperto l’arcano, fu colta da un raptus d’invidia e chiese alla maga se era in grado di trasformare lei in principessa.
Si poteva tentare, fu la risposta, ma l’operazione richiedeva un grande sacrificio: l’abbandono definitivo del gatto-principe.
Abbagliata dal desiderio di diventare principessa, non ci pensò due volte e diede il suo consenso. Un fulgido avvenire si stagliava davanti a sé. La maga preparò in un attimo l’intruglio magico, pressata dalla gattina frettolosa. Lei trangugiò con decisione e bramosia il suo futuro, ma qualcosa inceppò il singolare incantesimo, che rimase fermo a metà.
La maga strampalata aveva dimenticato d’inserire qualche elemento o, forse, un destino beffardo si frapponeva a infrangere un desiderio.
Un’angoscia immensa pervase il suo animo: troppo tardi si rendeva conto di aver malamente abbandonato e perso un grande innamorato. Non riusciva a diventare principessa, era impedita a ritornare gattina. Rimaneva con l’aspetto di un mostro!
La disperazione fu tale, che divenne presto… inverosimile.
Si risvegliò, infatti, da un sogno angoscioso e rimase interdetta per un bel po’, prima di costatare che non c’era nessuna maga e nessun intruglio magico. Si guardò intorno e non c’era più nemmeno il gatto-principe. Ma era mai esistito veramente? Non era stato, forse, un sogno nel sogno?
Non lo seppe mai. Rimase impietrita nel dolore, alla ricerca del suo gatto-principe fuggito o sparito nel nulla. Era certa di averlo amato un tempo, ma intanto non c’era più e non c’erano sue tracce. Pensò, infine, che il suo compagno cucciolo potesse rassicurarla, ma questo, con un ghigno un po’ beffardo, le rispose: “bau, bau!”.
La gattina, indispettita, sbatté la porta e uscì a respirare il suo dolore.
Il Principe, intanto, disteso ai piedi di un tronco in un bosco fitto e sconfinato, alzando lo sguardo verso l’alto, osservava inebetito in cima agli alberi alcuni uccellacci in atteggiamento minaccioso. Si era appena risvegliato da un lungo sonno e stentava a ricordare perché si trovasse in quel posto oscuro. Un’inquietudine strana pervase la sua mente, ma presto tornò in sé. I vestiti erano da caccia e questo lo rincuorò. Ma quanto tempo era trascorso? E dov’erano finiti gli amici?
Si sollevò a fatica, stanco come se avesse fatto un lungo viaggio d’avventura, raccolse le sue cose e s’incamminò per una stradina alla ricerca degli altri cacciatori.
Vagava in quella selva come frastornato, non riusciva a dissimulare un’ansia inspiegabile. Era come se seguisse un impulso allettante in una direzione contraria al suo volere.
Uscendo dal bosco, si trovò all’improvviso davanti a una casetta e…
Ma non l’aveva già vista?
A me è piaciuta molto questa “favola alla rovescio” che poi tanto alla rovescio non è… Bello il finale che lascia il dubbio: è successo solo in sogno? In questa favola hai “smitizzato” i luoghi comuni… Complimenti!
Bella favola che sembra, in un primo tempo, annullare i pregiudizi e far trionfare i buoni sentimenti. Che si tratti o meno di un sogno, nella gattina prevale, però, il desiderio di diventare una principessa e non si tratta di una sana aspirazione a migliorarsi poichè lo fa a scapito dell’amore. Bella favola con una bella morale.