Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2018 “Il pittore di girasoli” di Marco Floridia

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018

Vincent si massaggiava la testa. Non era ancora abituato a passare la mano lì dove una volta c’era l’orecchio. Fra i capelli e la guancia continuava a cercare qualcosa che non c’era più. Rimaneva un grosso grumo circolare attorno a un buco, come un cratere o una cava dai margini sollevati e irregolari. Doveva controllarsi, o avrebbe continuato a scavare anche quegli argini, fino a un fondo impossibile. E poi c’erano tutti i rumori, che da allora erano diventati un po’ diversi. Non riusciva più a capire bene da dove provenivano i suoni, quando le cornacchie discutevano fra gli alberi, quando passava la banda dei soldati, o la lavandaia cantava alle fontane.

Ogni tanto era andato ad affacciarsi sul ponte e aveva guardato giù. Certo che ormai se n’era andato chissà dove, se era vero che la donna lo aveva gettato nell’acqua. La corrente probabilmente lo aveva portato in giro attraverso mezza Provenza, forse se l’era mangiato qualche luccio in un solo boccone, o era servito da allegro banchetto per una compagnia di pescetti nervosi e festaioli.

Ci pensò su. Non aveva mai dipinto pesci. Campi, tanti. E poi contadini, chiese e cascinali, cieli stellati, gli interni della sua stanza, quelli dell’ospedale. E fiori. Amava i fiori. Onde di fiori, oceani di fiori. Arles era piena di girasoli, e la casa sembrava fatta apposta per riempirla di quei gialli, non avrebbe smesso mai. Gli piaceva, gli dava pace, entusiasmo, forza. Quando quei fiori nascevano sulla tela il tempo era sconfitto, le sue crisi si allontanavano, il riposo finalmente trovava posto nella sua testa.

Poi era arrivato quell’altro pittore da Parigi, a trovarlo quasi di nascosto. Non era come Gauguin. Paul era difficile, impossibile da trattenere, da controllare, da fermare anche per un po’, ma con lui ci si trovava. Litigavano, certo, ma sapeva che prima o poi si sarebbero ritrovati, era solo che tutti e due erano troppo inquieti per fermarsi con la testa o con i piedi da qualche parte. Paul scappava con i piedi e lui con la testa, in luoghi inesplorati e pericolosi, forse senza ritorno. No, quello che era arrivato da Parigi era un pittore quadrato e alla moda, con una casa ricca, una moglie moderna, e successo nelle mostre e nei salotti. Ed era venuto da lui a dirgli che già aveva sopportato che Monet dipingesse i suoi girasoli nel 1881 ma che lui, Van Gogh, doveva smetterla. Era stato lui il primo, i girasoli erano suoi, che la smettesse di copiarlo. Fra l’altro Vincent non solo non aveva originalità, ma neanche tecnica, quei tratti grossolani e paralleli, sembrava ci passasse con l’aratro sulla tela.

Vincent lo aveva guardato. A malapena conosceva i suoi quadri, si sforzò di ricordarli. Per lui dipingere era una sospensione, l’unica armonia possibile, la sola materia che poteva chiudere quel buco fra il giorno e la notte, fra la nascita e la morte, che altrimenti sarebbe stato infinito.

L’altro dopo aver dato la sua lezione si era guardato intorno, aveva passato lo sguardo con sufficienza e forse anche un pizzico di pietà sulle cose semplici di quella stanza che non poteva immaginare sarebbe stata famosa per sempre, e su quegli occhi azzurri di cui era impossibile vedere il fondo. Se n’era andato senza aggiungere altro, non ne valeva la pena. Quello che aveva di fronte era un relitto senza futuro. Era ora di tornare al suo atelier, ai caffè di Parigi. Era lui il pittore dei girasoli.

Loading

25 commenti »

  1. Ma da dove ti è venuta questa idea? ????
    Ci sono fondamenti storici? Non sono informata. Ma trovo che, in ogni caso, il raccontarlo sia originale e divertente. Sebbene sia un racconto brevissimo, è ben descritto, e la figura di Vincent, pittore davvero sfortunato in vita, fa tenerezza. Complimenti!

  2. Marco, davvero non finisci di sorprenderci quest’anno! Un crescendo di bravura!
    Poetico e pittorico questo tuo bellissimo racconto, complimenti.
    C’est fantastique!

  3. Complimenti Marco, hai sempre la capacità di affrontare argomenti seri, drammatici o complicati, con una esposizione pacata, serena e al tempo stesso incisiva. Davvero molto bello, anche come omaggio nei confronti di un artista che in vita non ha avuto fortuna, ma che da morto si è preso una bella rivincita.

  4. Complimenti Marco! Una piccola lezione di arte che insaporisce questa biografia fantastica!

  5. Grazie Ester! Nessuna lezione da parte mia, già ignoro la letteratura, figuriamoci la pittura! 🙂
    Questo racconto “last and least”, nasce senza pretese solo per divagare sul tema dell’originalità delle “creature” (termine che rubo alla bravissima Marcella). Temi, personaggi e situazioni sono ormai usati e abusati ma al tempo stesso nuovi e immacolati. A due cose secondo me chi “partorisce” deve fare attenzione: a cercare di superare l’esistente con un nuovo punto di vista e a non pensare di costituire un punto di arrivo. L’asticella continua a spostarsi e a salire, e paradossalmente la sfida da raccogliere si fa più interessante. Ed è anche bello farsi superare e vedere andare su chi riesce a saltare più in alto. Mi è sembrato che Vincent con i girasoli (per me insuperato) fosse un buon esempio…

  6. Bel racconto, scorre piacevole. Complimenti

  7. Diventare grandi solo dopo la propria dipartita… che fregatura. Conoscevo già a grandi linee la storia di van Gogh, tu mi hai fatto venire voglia di approfondire, di saperne di più. Bellissima lezione di stile. Veramente complimenti

  8. complimenti Marco Floridia, un bel dipinto storico di arte, scritto bene. Ciao 🙂

  9. Michele, Margherita e Aldo: grazie per avere trovato il tempo di leggere questa piccola storia fra realtà e fantasia e per le vostre generose parole.

  10. Ciao MArco, figurati. E’ stato un piacere 🙂

  11. Una bella storia, caro Marco, consegnataci in un periodo strano nella vita di Vincent van Gogh. E’ bella questa tua capacità di mettere insieme realtà e finzione e di non aver paura di “sporcarti le mani” con personaggi inarrivabili o con storie che altri possono credere e pensare cristallizzate nella loro leggendaria consistenza. Mi piace molto la tua “spregiudicatezza” che ci fa sentire così vicine vicende tanto lontane e consegnate al mito. Devi essere giovane. Molto più giovane di me, sicuramente.

  12. Grazie Simona per il tuo graditissimo commento! Sì, è un piatto francese preparato con vero e inventato, storia e fantasia. Per l’età, la sperimentazione verso l’esperienza… propendo un po’ per la prima ma nessuno ha la verità in tasca ed è bello quando l’età sorprende in un senso o nell’altro!
    Io (non che mi abbia giovato) sono nato in un anno buono, quello in cui un italiano ha vinto il nobel per la letteratura 🙂

  13. Audace!!!
    Complimenti Marco!

  14. Bellissima questa guerra dei girasoli! Non ho idea se sia in parte anche storia ma è del tutto plausibile, date le personalità degli artisti. Si legge con piacere ed è scritto così bene che si ha l’intima convinzione che tutto sia vero e accaduto proprio così.

  15. RIuscire a riprodurre il dialogo interno di un artista di tale grandezza, non è semplice. Richiede profonda conoscenza e sensibilità che hai dimostrato di avere. Questo breve ma intenso racconto mi ha ricordato in certi tratti il romanzo di Camilleri “Il colore del sole” dove si parla di un altro gigante: Caravaggio.

  16. Grazie Laura! Camilleri ha una scrittura straordinaria, fra introspezione e ironia. Inarrivabile! 🙂

  17. Caro Marco, non posso che unirmi al coro di complimenti. è difficilissimo misurarsi con la memoria di personaggi ormai consegnati alla leggenda. Sei riuscito a farlo con grande estro e vivacità, senza però tradire lo “spirito” (per quanto ci è dato sapere) del personaggio. Apprezzabile anche la brevità, che permette di non cadere nella retorica. Tanto di cappello!

  18. Hai soggiornato per un attimo nella vita di van Gogh dando la tua pennellata personale. Complimenti.

  19. Grazie Marco per il tuo commento così attento e profondo al mio racconto.

  20. Complimenti per la pensata! Sei in gamba.

  21. Caro Marco, quasi mi perdevo, questo tuo meraviglioso racconto. E’ interessante come tu sia riuscito senza l’uso di alcuna sinestesia sintattica, a trasmettere attraverso la scrittura la contaminazione dei sensi nella percezione del lettore. Accade raramente che le stimolazioni sensoriali inducano livelli sensoriali e cognitivi differenti, significa che ciò che leggo entra e modifica il mio livello di percezione. Ho sentito il mio orecchio come “ il grosso grumo “ e per un senso di conferma inconscia l’ho toccato. I fiori non li ho visti ma ne sentivo la consistenza tattile senza ve ne fosse descrizione alcuna.
    Bravissimo Marco hai scritto un piccolo capolavoro!

  22. Bello. E basta. Complimenti davvero, bravo.

  23. Grazie Elena, e grazie Luca e Gianluca, naturalmente. E’ un regalo importante mettere da parte del tempo e restituirlo in parole. Scriviamo per dare solletico sia alla mente che a qualcosa di più profondo. E sapere di esserci riuscito almeno in parte è tantissimo. E’ bello sia avere una risposta di getto, come deve essere quando arriva un’emozione, che ricevere nuove, attente e preziose angolazioni di lettura. E vi assicuro che tutto arriva e tutto va a segno.

  24. Idea originale. Bravo

  25. Bravo Marco! Molto poetico, sembra di essere immersi in un quadro di Van Gogh

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.