Premio Racconti per Corti 2018 “I ragazzi della sezione E” di Alberto Diamanti
Categoria: Premio Racconti per Corti 2018Gino aveva pensato a tutto… proprio a tutto.
Compatibilmente con gli impegni del lavoro e della famiglia, li aveva contattati tutti, o quasi, tranne quelli di cui si erano perse le tracce, ed era rammaricato per questo.
Chi? Ma chi aveva contattato?
I suoi compagni di scuola, quelli delle superiori… quelli della sezione E’, con i quali aveva condiviso gli anni di scuola superiore.
Erano passati 40 anni, e non si erano più rivisti, e Gino si era preso la briga di organizzare una cena tutti insieme, in un suo vecchio casolare di campagna che potesse contenere una trentina di persone.
Si era dato un gran da fare, Gino : cercarli tutti, stilare la lista, prendere i contatti, cercare una data disponibile per tutti, fare gli inviti… aveva pensato a tutto… tranne a una cosa, ma non poteva certo saperlo o immaginarselo.
Ma andiamo con ordine, e partiamo dalla sera in cui Gino mandò gli inviti.
‘Speriamo di non essermi scordato di nessuno!”, pensava Gino tra sé e sé a voce alta ; già, perché temeva di non avere messo in lista qualcuno… sai che figuraccia !
Riguardò la lista più e più volte ; sembrava ci fossero tutti quelli che era riuscito a contattare : Marco, Giuseppe, Gabriele, Gabriella, Ilvia, Lorella, Loretta, Cristina, Claudio, Mauro, Patrizia, Rita, Ornella, Manuela, Rossella, Tiziana, Fabrizio, Lori, Luisa, Roberto, Laura, Donatella, Rino, Vincenzo, Alberto, Pierluigi, Piergiorgio, Luigi, oltre a lui ovviamente, Gino.
La cosa ‘curiosa’ che gli saltò subito agli occhi è che nella lista non c’erano omonimi. Tra tutti quei ragazzi amici di scuola nella seconda metà degli anni ’70, non c’era nessuno col nome uguale ; ma fu un pensiero di pochi secondi… doveva fare presto per spedire gli inviti a tutti perché arrivassero in tempo, per la cena di ritrovo del 2 Giugno ; era il 20 di Maggio, e non c’era più tempo da perdere, gli inviti dovevano arrivare in tempo e poi doveva ancora pensare all’allestimento della stanza per la cena, nel suo casolare in campagna !
Aveva già stampato le buste con gli indirizzi ; imbustò le lettere e le spedì. “Anche questa è fatta!”, pensò Gino, soddisfatto del grande lavoro che aveva fatto per organizzare quella serata unica e speciale.
Prese la macchina e dopo qualche decina di minuti arrivò al casolare di campagna dove si sarebbe svolta la cena ; era una casa colonica, con una grande stanza centrale, che si prestava benissimo ad un ritrovo e cena per così tante persone, ma non pensava certo che in una cena con gli ex-compagni di classe, mai rivisti dopo 40 anni, potesse accadere quello che invece si verificò proprio la sera della cena.
E quindi arriviamo alla fatidica serata; Gino aveva pensato a tutto, anche al catering (ovviamente con la premessa che si sarebbero divisi tra tutti le spese; non era da poco organizzare una cena per così tante persone !
Gino aveva dato a tutti appuntamento alle 19 ; erano le 18,30 e tutto era pronto ; allestimento della sala, catering, aperitivo, piccolo omaggio per i partecipanti… aveva anche ingaggiato un trio di musicisti con la chitarra, dei tipi strani… col cappello, che avrebbero fatto dei pezzi durante la serata… non si fidava molto dei tre, ma ormai li aveva ingaggiati!
Tutto era decisamente pronto, ma c’era un piccolo particolare; il fatto che da quarant’anni suonati, nessuno di loro si era più visto, nemmeno per sbaglio!
Questo Gino, lo aveva potuto appurare nei vari contatti telefonici con ciascuno degli ‘ex-compagni di classe’, ed allora, per gioco, si era inventato una cosa simpatica, che aveva già condiviso con tutti, scrivendolo nell’invito: nessuno dei partecipanti alla cena doveva rivelare agli altri la propria identità, ed ognuno, via via che i partecipanti sarebbero arrivati, doveva riconoscere tutte le persone del gruppo.
Gino era confidente di questo, nella maggior parte dei casi, ma… chissà se ci sarebbero stati degli arrivi ’non riconosciuti’!
Sono le 18,50, e le prime cinque macchine arrivano nel resede sterrato della casa colonica.
Appena scendono di macchina, si riconoscono tutti ; Marco, Gabriella, Claudio, Fabrizio e Lorella ; si riconoscono tra di loro e loro riconoscono subito Gino e si abbracciano tutti.
Qualche battuta di Gino per rompere il ghiaccio ed ecco che arrivano altre sei macchine : scendono Loretta, Gabriele, Rino, Ilvia, Cristina ed Alberto ; anche loro si riconoscono, si abbracciano, scambiano qualche battuta con chi era già arrivato ed anche con Gino, tranne Alberto che sfoderava sorrisi e pacche sulle spalle, ma non parole, in quanto (e gli amici lo ricordavano) era muto dalla nascita.
Ed ecco una fila di altre 8 macchine : scendono Giuseppe, Tiziana, Lori, Ornella, Mauro, Patrizia, Rita e Laura; solito scambio di battute, si riconoscono tutti… baci, abbracci, sorrisi…
Ed ecco le ultime 9 macchine : Manuela, Rossella, Luisa, Roberto, Donatella, Vincenzo, Pierluigi, Piergiorgio e Luigi; sorrisi, battute, tutti si riconoscono.
“Allora, ci siamo tutti !“ esclama Gino, soddisfatto che tutti avessero risposto alla chiamata, ed anche perché il gioco del ‘riconoscersi’ aveva funzionato, e tutti si erano riconosciuti.
“Andiamo dentro, che prendiamo l’aperitivo e poi facciamo una bella cena tutti insieme… son passati 40 anni ; ne abbiamo di cose da dirci, no?!?”
E così, tutti si incamminano per andare nel salone dove Gino aveva preparato l’aperitivo e la cena ; Gino ovviamente fa gli onori di casa, ed aspetta che tutti entrino per chiudere l’antico portone di legno massiccio, ma…. non si accorge di una cosa… una cosa importante: stava per arrivare un’ultima macchina.
“Stappiamo qualche bottiglia di prosecco!”, esclama Gino, felice della serata che stava prendendo corpo così come se l’era immaginata.
“Auguri a tutti i ‘ragazzi’ della sezione E!”
“Auguri!” , rispondono tutti in coro, quando…. nel silenzio immediatamente successivo, mentre tutti bevono l’aperitivo, si sente bussare al portone, con insistenza.
Gino pensa… “Saranno quei tre musicisti col cappello!”
“Ma allora… aprite anche a me, si o no?”, sentono urlare da fuori, una voce di donna…
Gino pensa tra sé e Sé : “Oddio, non sono i musicisti… che figuraccia… ho lasciato fuori qualcuno…” ; poi ripensandoci, conta tutti i presenti (che erano rimasti impietriti dalla veemenza della richiesta ad aprire), e con se stesso erano in 29… nessuno mancava all’appello !!!
Intanto fuori del portone, l’insistenza della donna si fa davvero pesante… “Allora, non volete aprirmiiii?”
I commensali invitati sono tutti veramente molto imbarazzati…
“Scusa Gino” (dice Gabriele rivolgendosi al padrone di casa…) ma non è che ti sei scordato di invitare qualcuno che l’ha saputo ‘per vie traverse’, e che quindi reclama di entrare?”
“Potrebbe darsi, ma non lo so”, dice Gino guardandosi intorno… ci siamo veramente tutti, non saprei chi possa essere, ma lo scopriremo presto… vado ad aprire e vediamo chi è !”
Patrizia e Lorella da una parte, e Ornella e Luisa dall’altra (quest’ultime, all’unisono) gli ricordano che se fosse stata una ‘ex-compagna’ della sezione E, nessuno doveva chiedergli il nome, per il gioco che avevano fatto appena arrivati (di riconoscersi l’un con l’altro), ma un gioco che pensavano di aver già concluso ormai !
Chi era la donna che con tanta insistenza bussava al portone?
“Scusa, Gino, vai ad aprire no? Che aspetti ???” esclamano in coro Marco, Ilvia, Rita, Mauro, Donatella, Vincenzo, Pierluigi, Fabrizio, Giuseppe, Cristina, Roberto, Rino, Claudio, Rossella, Laura, Tiziana, Lori e Manuela…
E così, (anche se un po’ titubante) Gino va verso il portone di legno massiccio, mentre da fuori l’ultima arrivata continua ad urlare : “Apriteeeeee!!!”
Gino arriva alla porta ; tira un lunghissimo fiato e… gli si presenta davanti una bellissima donna, probabilmente della sua età, o forse più giovane… bella, elegante ed affascinante, e con uno splendido sorriso.
“Ma che, non mi volevi fare entrare, Gino?” esclama la donna; e facendosi spazio tra il portone e Gino, un po’ perplesso, entra in casa, avanzando dal corridoio verso il salone.
(“Mannaggia”) – pensa Gino (“lei mi ha riconosciuto… chissà che non sia veramente una nostra ex-compagna della sezione E???”) e preoccupato, fa una corsa per raggiungerla nel salone, dove è già arrivata…
“Buonasera a tutti”, esclama la donna ; “dalle vostre facce non mi sembra che mi abbiate riconosciuto, ma io mi ricordo di Voi… di tutti Voi. Tutti … uno per uno !”
Tutti i presenti, ancora col calice di prosecco in mano (meno Piergiorgio e Luigi che l’avevano fatto cadere all’unisono…), si guardano tra di loro, e scrutando da cima a fondo la bellissima donna che avevano davanti, si vedeva da un miglio e lontano che erano tutti quanti, ma proprio tutti perplessi… nessuno, compreso Gino, l’aveva riconosciuta !!!
“Eppure”, continua la donna, sorridendo a tutti, “io mi ricordo di tutti voi ! Abbiamo riso e pianto insieme; abbiamo giocato e studiato insieme; abbiamo avuto le prime felicità e delusioni insieme… possibile che proprio non vi ricordiate di me? Dai facciamo un gioco ; ora toccherò le vostre mani, le mani di ciascuno di voi… vedrete che vi succederà qualcosa di straordinario! Su avanti, non abbiate timore ! Datemi le mani…Comincia tu Gino, forza!!!”
Gino avvicina le mani alla bellissima donna che lo guarda negli occhi, sorridendo. Come le mani si toccano, Gino sente un piacevole calore alla sue mani, e in un momento, ma proprio in un istante solo, gli vengono in mente tanti, tanti e tanti ricordi con tutti i suoi compagni di classe. Ricordi di tutti gli invitati, nessuno escluso.
E così la stessa cosa fanno tutti i presenti più o meno un po’ tutti titubanti per la stranezza della cosa… e tutti provano le stesse sensazioni di Gino ; calore piacevole alle mani e tanti, tantissimi ricordi di tutti, ma proprio di tutti i presenti invitati.
“Allora?” esclama la donna, accennando un lieve sorriso… “Sapete dirmi cosa vi è successo in questi pochi secondi ?”
E La risposta di tutti, anche se con parole diverse : “Un piacevole calore, si… e poi tanti ricordi, con tutti loro, ma proprio con tutti, anche cose che non ricordavamo più!”
Loretta e Gabriella, si guardano e viene loro in mente la stessa cosa : “Ma scusate… abbiamo visto in un flashback tantissime cose che non ricordavamo più, ma che riguardano tutti noi, tutti insieme, nessuno escluso…….. eccetto Lei, Signora che è arrivata per ultima e che ci ha fatto questo meraviglioso ‘gioco’ delle mani e dei ricordi… Io in tutti questi ricordi non la ho vista mai, ma proprio mai !”
“E’ vero… neanche io!”, cominciarono a dire gli altri invitati, quasi in coro…
Nessuno, in questi flashback mentre la Signora teneva loro le mani, l’aveva vista in questi ricordi.
C’erano tutti… tutti, tranne lei, la Signora arrivata per ultima.
“Scusi”, dice Gino alla Signora… “noi non vogliamo infrangere le regole del gioco, e quindi non le chiediamo chi sia… però ci deve dare un indizio… qualcosa per riconoscerla…
“Dovete sapere, che io sono stata sempre con Voi, sempre… abbiamo condiviso tutto, e da ora in poi condivideremo sempre tante altre cose, ora che, grazie a Gino, ci siamo ritrovati tutti… Ma adesso è ora di andare; vi lascio alla cena e divertitevi ; aggiungo io una clausola al bel gioco che ha inventato Gino : SE UNO DEI PRESENTI NON VIENE RICONOSCIUTO, SE NE VA . Che ne dite, accettate?”
Tutti i presenti, spaesati a dire il vero, si guardano e annuiscono.
Forse passano delle ore, o forse pochi minuti, o qualche secondo, non si sa… ma tutti si ritrovano in terra, addormentati.
Tutti addormentati !
E la bellissima donna non è più tra loro !
Svegliandosi quasi tutti insieme, come insieme si erano addormentati, tutti cominciano a farsi delle domande :
“Ma quella donna chi era? E dove è andata adesso?”
“Cosa è successo?”
“Ma possibile che ci siamo addormentati tutti ? Gino, ma che hai messo nel prosecco?”
“Hai architettato tutto tu?”
“Che spiegazione ha tutto questo?”
“Ragazzi”, esclama Gino… “io non so perché ci siamo addormentati tutti… e non so assolutamente chi era quella donna, non credo di averla invitata. Ma di una cosa sono sicurissimo : che lei ci conosceva bene e conosceva molto di noi…. ma… ma… scusate… c’è una lettera sopra il tavolo, io non ce l’ho messa… apriamola su… l’avrà lasciata lei, no?”
Gino prende la lettera, la apre, e comincia a leggere :
“” Ciao a tutti, ragazzi.
Siete tutti un po’ cresciuti, ma per me siete sempre ragazzi, con i vostri occhi uguali a quelli di tanti e tanti anni fa…
Voi oggi dopo tantissimi anni Vi ritrovate, come se nulla fosse cambiato, l’ho visto dai vostri volti, dalle vostre espressioni, da quello che vi dicevate.
Siete stati, siete e sarete amici per sempre, e gli amici non si perdono mai, se c’è qualcosa che li unisce.
Voi non mi aspettavate, ma io dovevo essere tra di voi stasera, perché sono stata io a farvi stare insieme negli anni della scuola… anche se sono un po’ più giovane di Voi tutti…
Io ho 40 anni, ma stasera dovevo essere comunque con tutti Voi per permettere a
Gino di continuare i suoi sforzi per tenervi insieme e perché non vi perdiate mai più di vista.
Mai più.
p.s.: io sono quella che vi ha unito, vi unisce oggi e vi unirà per sempre.
Firmato: L’AMICIZIA “”
Gli sguardi di tutti si incrociano…
Chi piange…
Chi ride…
Chi brinda alla vita…
E chi brinda a quella splendida donna, chiamata AMICIZIA che li ha fatti ritrovare.
Per sempre, Amici.