Premio Racconti nella Rete 2018 “Storia di Gocciolina” di Anna Dalla Mariga (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018C’era una volta una gocciolina d’acqua che voleva tanto parlare con Dio. Aveva molte cose da chiedergli, ma non sapeva di preciso dove trovarlo. Chiese a tutte le sue amiche, ma nessuna sapeva darle delle indicazioni. Anzi, qualcuna la prendeva anche in giro o le diceva che stava solamente perdendo il suo tempo. “Sarà meglio chiedere a qualcun altro” pensò Gocciolina e così provò a domandare a un pesce che passava di lì. “Buongiorno signor pesce, sto cercando Dio. Saprebbe per caso dirmi dove posso trovarlo?”. “Non saprei – rispose il pesce – a dire il vero non l’ho mai visto nuotare da queste parti, ma se vuoi puoi provare a chiedere al polipo: lui è vecchio e saggio, sa molte cose … Il problema – aggiunse – è che da un po’ il polipo vive tutto solo in una grotta proprio in fondo all’Abisso Nero, vicino ad un battello affondato. È un posto pericoloso per una gocciolina come te… girano certi squali e le correnti sono molto forti lì, potresti perderti e ritrovarti chissà dove”. Udite quelle parole gocciolina, un po’ spaventata, ringraziò, salutò il pesce e si mise a pensare: “E se mi succedesse qualcosa di brutto? Io ho paura degli squali e non voglio certo ritrovarmi sola lontano da qui! Dove posso trovare il coraggio per andare là in fondo?” continuava a chiedersi. Stava quasi pensando di dover rinunciare alla sua impresa, quando vide passare uno strano cavalluccio con una buffa saccoccia sulle pinne. “Chissà dove sta andando?” si domandò, e lo fermò per saperne di più. Il cavalluccio le spiegò che era alla ricerca di un vecchio battello affondato e così Gocciolina iniziò a seguirlo dicendogli che anche lei doveva andare da quelle parti, ma che da sola non riusciva a trovare il coraggio. I due nuotarono e parlarono a lungo … e più nuotavano in basso … più era buio … e più loro tremavano.
All’improvviso videro nero, tutto nero, solamente nero: un enorme squalo stava nuotando proprio sopra di loro. Tutto quel nero non era altro che la sua ombra. “Aiutoooooo!!!!!” urlarono i due mettendosi a scappare più veloce che potevano. Li divise poi una corrente fortissima, che scaraventò il cavalluccio proprio contro al battello che stava cercando e Gocciolina dentro alla grotta del polipo.
“Sono cambiati i tempi? Non si usa più là fuori chiedere il permesso per entrare nelle case altrui?” brontolò il vecchio polipo vedendosi arrivare Gocciolina fra le pagine del libro che stava leggendo. Ancora in po’ stordita e confusa Gocciolina si scusò, si presentò e spiegò al polipo che una corrente molto forte l’aveva trascinata lì. Il vecchio non disse nulla, sembrava solamente interessato a riprendere il suo libro, ma Gocciolina attirò nuovamente la sua attenzione e si rimise a parlare “In realtà non è tutto … io sarei arrivata comunque fino a qui perché ho bisogno di parlarle, sto cercando Dio ma nessuno sa dirmi dove posso trovarlo. Un pesce mi ha detto che forse lei può aiutarmi”. Il vecchio allora si tolse gli occhiali, guardò bene Gocciolina e le disse: “Mi dispiace cara mia, è scritto in tutti i libri che Dio è in cielo o in terra, ma non ho mai letto che Dio sia sott’acqua! Se vuoi saperne di più però puoi provare a chiedere al gabbiano della scogliera, lui sa davvero ogni cosa perché conosce il mare, la terra e anche il cielo”. Poi si rimise gli occhiali, la salutò e tornò alla sua lettura, mentre Gocciolina riprese il suo viaggio verso gli scogli. Se ne andava dritta dritta per la sua strada, quando ad un certo punto si sentì spingere in avanti e subito dopo risucchiare all’indietro … e avanti e indietro e ancora indietro e avanti. “Ma che sarà??” pensò. Riuscì solo a girarsi un istante prima di vedere la gigantesca bocca di una balena aprirsi e inghiottirla insieme a tutte le sue vicine. Si ritrovò al buio e al freddo dentro alla pancia dell’enorme pesce e lì ebbe paura, così tanta paura che si sedette tutta sola in un cantuccio e si mise a piangere. “Che c’è amica, non ti senti bene?” le chiese una goccia lì vicino, che si era preoccupata nel sentire quel pianto. “Stavo cercando Dio ed ora invece morirò qui dentro” le rispose Gocciolina. “Ma noooo! Stai tranquilla! – la rasserenò la compagna – io sono finita tante volte in questa pancia, ogni volta che la balena apre la bocca per mangiare noi entriamo a miliardi, ma c’è un modo per uscire da qui ed è anche molto divertente. Vieni con me e vedrai”. Gocciolina smise di piangere e seguì l’amica, lì vicino c’erano infatti tante altre gocce che aspettavano strette strette tutte in fila. Gocciolina non sapeva cosa stessero aspettando, ma decise di non fare tante domande e di mettersi a sua volta in fila. Rimase un sacco di tempo in piedi ad aspettare, tanto che si annoiò e stanca si appoggiò ad una morbida parete di fianco a lei ed iniziò a chiacchierare con una lisca. “Salve signora lisca, lei che vive qui dentro saprebbe per caso dirmi quanto c’è da aspettare di solito per uscire da questa balena?”. La lisca però sembrava non capire “Balena? Mi dispiace deluderti ma io non so chi sia questa balena! Qui tutti parlano di lei e mi chiedono la stessa cosa ma io non so che dirvi, non so di chi parliate. Io la balena non l’ho mai vista, non la conosco e quindi non posso aiutarti”. “Ma come? Com’è possibile? – pensò Gocciolina – com’è mai possibile che la lisca di una balena non sappia cosa sia una balena? È assurdo! Questa povera lisca deve aver perso la memoria!”. Mentre pensava a questo vide finalmente la lunga fila davanti a lei muoversi e si sentì nuovamente spingere, prima in avanti e poi all’indietro, assieme alle altre gocce che, urtandosi l’una contro l’altra, finirono ad una velocità incredibile dentro ad un tunnel nerissimo, rotolarono fino al buco che si vedeva in fondo e … splash… fecero tutte un bel tuffo prima su in aria e poi giù in mare. “Fantastico! – esclamò Gocciolina – Aveva ragione la mia compagna, se non dovessi andare dal gabbiano lo rifarei subito!”.
Ripartì nuotando verso la superficie, poi guardò fuori dall’acqua e si accorse che gli scogli non erano poi così lontani. Raggiungerli non era un problema, trovare il gabbiano giusto fra tutti quelli che volavano lì attorno invece sì. Gocciolina non si perse d’animo e iniziò a chiedere prima ad uno poi all’altro finché non arrivò da quello che stava cercando: “Buongiorno signor gabbiano, sto cercando Dio. Mi hanno detto che lei sa ogni cosa e che forse può aiutarmi e dirmi dove posso trovarlo”. Il gabbiano, guardandola, alzò un’ala verso il cielo e disse “Lassù!”. “Ma signor gabbiano, come posso io arrivare lassù?” chiese allora Gocciolina. “C’è solo un modo – rispose l’uccello – devi sdraiarti per terra e aspettare che i raggi del sole ti riscaldino e ti facciano salire fra le nuvole”. “Coosa? Dovrei quindi morire per riuscire a parlare con Dio?” borbottò perplessa la piccola. “Non proprio – le spiegò il gabbiano – non sarebbe una morte, ma solo una trasformazione. I raggi del sole ti riscalderanno fino a farti diventare vapore. Cambierai forma e aspetto, ma sarai sempre tu”.
Gocciolina era confusa e preoccupata, non sapeva che fare, poi decise di ascoltare il gabbiano e si stese al sole. Aveva paura. Pensò alle sue amiche e alla sua famiglia e in quel momento le scesero due lacrime che la fecero asciugare ancor più velocemente. Il sole splendeva e Gocciolina scomparve fra gli scogli. Per un attimo tutto sembrò essere finito, ma dopo qualche istante comparve una minuscola gocciolina di vapore. Gocciolina riaprì gli occhi e si ritrovò sospesa in aria. Mentre saliva guardava ogni cosa farsi piccola sotto di lei: era uno spettacolo indescrivibile! Salì in alto e arrivò davanti a una nuvola bianchissima “Forse Dio abita qui” pensò, e così si fermò e si presentò. “Salve signora nuvola, io sono… anzi… io ero una gocciolina d’acqua, ora sono diventata vapore e sono arrivata fin qui per parlare con Dio. Saprebbe cortesemente dirmi dove posso trovarlo?”. La nuvola sorrise e le disse: “Cara Gocciolina, non è come credi. Tutti arrivano qui dopo viaggi lunghi e turbolenti a chiedere di lui, pensando di trovarlo seduto su di me o su qualche mia vicina a guardar giù. In realtà non è affatto così”. Gocciolina allora si rattristò e sconsolata pensò che non fosse possibile. Aveva fatto di tutto per arrivare fin lì, si era persino trasformata in vapore, ma era stato inutile. Sospirò e sofferente abbassò il capo e lo sguardo. A quel punto però la sua espressione cambiò e un sorriso illuminò il suo volto: “Ho capito – disse – se Dio non è qui sarà sicuramente in quel grande cielo laggiù!”. “Grande cielo laggiù? – ripeté la nuvola divertita e aggiunse – quello non è il cielo … è il mare!”. Gocciolina non capiva e incuriosita continuò a chiedere “Il mare? Cos’è il mare?”. Allora la nuvola le rispose: “Quello che vedi laggiù e che ti sembra un altro cielo in realtà è il mare. È da lì che arrivi. Tu e miliardi di altre gocce vicine vicine, attaccate l’una all’altra, lo formate. Voi siete il mare… tu sei mare!”. Gocciolina rimase a bocca aperta e ripensò a quella lisca di balena che aveva incontrato e che diceva di non sapere cosa fosse una balena. La nuvola, che sembrava aver capito i suoi pensieri, continuò: “Le lische formano il pesce, ma non riescono a vederlo e quindi credono di non sapere cosa sia. Allo stesso modo le gocce formano il mare, eppure dicono di non conoscerlo e così anche tutte la creature del cielo del mare e della terra, che sono l’una il proseguimento dell’altra, insieme formano Dio senza capirlo. Consolati Gocciolina, il tuo viaggio e le tue fatiche non sono stati inutili, perché guardando il mare da qui hai capito tutto questo. Tu hai le stesse caratteristiche del mare perché sei mare e allo stesso tempo hai tutte le caratteristiche di Dio perché sei Dio … ricordatelo bene!”.
Quelle parole furono luce e gioia per Gocciolina, che entusiasta della scoperta, restò qualche giorno ancora in compagnia della nuvola. Decise poi di ritornarsene a casa e si rituffò in mare con la prima pioggia, perché sentiva di aver tante cose da fare ora che finalmente aveva trovato quello che cercava e aveva capito chi era veramente.
Legggendo questo racconto, ho pensato ai miei alunni, se potesse incuriosirli, attrarli. E mi sono detta che sì, a loro piacerebbe. Funziona! Complimenti, Anna!
Grazie Antonella questo tuo parere è molto importante per me. Grazie davvero.
Molto bello, spiega con una semplicità stupenda come “l’ uno possa essere il tutto”. Complimenti!
Grazie di cuore Aurora. Mi riempie di gioia di tuo commento. Il tentativo era proprio quello!grazie grazie grazie
Sono la mamma di Aurora, lei ha 12 anni e scrive moltissimo, e leggendo il tuo racconto ho pensato come io stessa lo scorso anno abbia cercato di insegnarli come ognuno fa parte del tutto e lei ha messo le sue riflessioni nel suo ultimo libro. Leggendo il tuo racconto ho pensato come tu sia riuscita a spiegarlo con semplicità. I complimenti li meriti tutti!
Sembra semplice questo racconto (e narrativamente lo è) ma dentro c’è tutta la problematica dell’uomo moderno, nella scoperta di “quell”altro da sé” che tanto ha significato per la psicanalisi. La visione un pò panteista (che c’è anche nel racconto in cui il nonno spiega al nipote come l’io, l’anima sia il superamento della morte), è narrata in modo piacevole e limpida attraverso una fiaba che affascina. Il tuo racconto quindi, come da tradizione, conferma che le fiabe per bambini nascono sempre da una coscienza profonda della condizione umana trasfigurata da una scrittura specifica.
E tu ci sei riuscita molto bene.
Non so se merito un tele commento! Io in ogni caso ti ringrazio veramente tanto Marco per le tue parole e per il tempo che mi hai dedicato leggendo i miei racconti. Grazie davvero!
Un viaggio che offre tante emozioni per appassionare un piccolo grande pubblico. Ma sotto la storia e le avventure di Gocciolina ci sono tantissimi spunti e il tema dell’appartenenza alla grande comunità della natura (o del creato, secondo le angolazioni). Un racconto a strati come una bella torta con panna per piccoli golosi di parole.
Ti ringrazio moltissimo Marco per il tuo prezioso commento. Grazie!
Confermo quello che ho detto per gli altri due racconti. Sei molto brava ad affrontare tematiche importanti e le spieghi con una semplicità disarmante. Proprio come quelle cose che dopo averle lette ti viene da pensare: “certo, bella idea, semplice, chiara, che spiega da che angolazione osservare il tutto, ma perchè non ci ho pensato prima?” Complimenti, sei bravissima.
Ti ringrazio davvero tanto Pasqualina per il tempo che mi hai dedicato leggendo i miei racconti e per le tue preziose parole. Grazie davvero
Sono d’accordo con i commenti precedenti, davvero bellissima, dolce e piena di luce questa semplice ma profonda storia.
Prezioso è il tuo racconto, Anna. Grazie.
Grazie di cuore a te Marcella.