Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2018 “La passione di Ipazia” di LauraBi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018

La sabbia umida sotto il suo esile corpo, sapida di aria mare, si era compattata in una forma d’angelo quando aveva aperto gli occhi e si era stiracchiata dopo aver dormito per un’ora intensamente.

Eccola! Venere brillante le apparve in tutta la sua bellezza vibrante di luce e immersa nei tenui colori di un’alba rosata, preludio di una giornata piena di sole.

“Respiro questo cielo così terso mentre l’alba prende per mano il giorno e lo conduce a noi. Amo quest’aria pungente del mattino che risveglia i miei sensi e mi libera i pensieri. Amo quest’acqua salata che fluttua gentile sui miei passi. Ancora sento che mi sfugge qualcosa. La natura e’ meravigliosa e non si complica la vita, tutto e’ semplice ma incredibilmente complicato per i nostri sensi. E’ tutto qui il nostro mondo, il nostro cielo? O esiste qualcosa che non possiamo vedere? Democrito vieni in mio soccorso, Apollonio raccontami la tua geometria. Aristarco come fai ad affermare che la nostra terra si muove  intorno al Sole?  Tolomeo come fai ad essere così sicuro che invece tutti gli astri si inchinino alla terra? Ah, potessi  per un istante avervi qui davanti a me per parlare con voi, per capire le vostre intuizioni, per dissolvere i miei dubbi. Chi siamo noi? Perché siamo qui? Di cosa siamo fatti e perché esiste il tempo?”

Assorta nei suoi pensieri, cammino’ sulla spiaggia ancora un po’, fino a che il giorno non fu pieno. L’aspettava una giornata di intenso lavoro al museion. Suo padre Teone le aveva affidato i preziosi testi di Tolomeo affinché li traducesse e li commentasse. Era stato un grande atto d’amore e di fiducia e lei, Ipazia, era al “settimo cielo” per quello che riteneva un dono raro e prezioso.

Col cuore pieno di gratitudine, passione e curiosità, si avviò a passo svelto verso la grande Biblioteca di Alessandria. Sapeva di essere seguita, sentiva gli sguardi della gente, sentiva gli sguardi dei suoi ammiratori, dei suoi discepoli, tuttavia era consapevole di essere in pericolo. Il vescovo Cirillo si era da poco insediato e aveva assoldato ai suoi servigi un’orda di parabolani assetati di potere e desiderosi di riscatto.

Ipazia si avvolse strettamente nel suo tribon e, con lo sguardo fiero, raggiunse la sua meta. “Buongiorno mia cara figlia” disse Il vecchio Teone aprendo il viso rugoso in un dolce sorriso. “Vedo che anche stanotte hai dormito sulla spiaggia”- le disse osservando teneramente i suoi  calzari umidi e sabbiosi . ”Oh, padre, sapessi che meraviglia. Quel cielo pieno di astri mi attira magicamente a se’. Ho voluto aspettare l’alba per vedere la stella errante più luminosa di tutte. Sai che ti dico? gli disse cingendo delicatamente le sue spalle come per raccontargli un intimo segreto. “Leggendo Tolomeo mi sono fatta tante domande. Possibile davvero che il sole giri intorno alla Terra? Sai,  ho trovato  un antico  testo di Aristarco di Samo dove egli affermava che fosse la terra a girare intorno al sole.. in effetti e’ difficile da capire chi abbia ragione. I movimenti delle stelle erranti sono complicati da spiegare. Anche usando la matematica e la geometria, i disegni che vengono fuori sono complessi. Francamente io penso che la natura sia più semplice di così ..” Io non ho certezze, sono piena di dubbi!”

“Figlia mia cara, dai dubbi emergono le domande e se le domande sono buone, puoi ottenere buone risposte. Quindi dubita, ma cerca anche di riposarti un po’ . E cerca di badare a te stessa. Non è bene che tu, donna, ti allontani di notte da sola. Hai sentito cosa va dicendo il popolo? Il vescovo Cirillo vuole che ognuno si converta al cristianesimo. Considera sacrileghi i testi conservati nella biblioteca che tanto amiamo e che sono la testimonianza del pensiero di tanti uomini che ci hanno preceduti. Temo che avremo dei gravi problemi. E tu che sei donna, più di tutti noi”.

”Padre, non devi preoccuparti per me. Oggi stesso parlerò ai miei discepoli, parlerò anche col prefetto Orazio. Non dobbiamo temere la conoscenza, la conoscenza libera la mente. Anzi, farò di più, scenderò in strada e insegnerò il pensiero dei filosofi tutto il popolo che vorrà ascoltarmi. Solo la cultura ci rende veramente liberi e in grado di avere una nostra visione della realtà delle cose. Nessuno potrà manipolare le nostri menti se potremo coltivare il nostro libero pensiero!”.

Una folla che neppure lei immaginava, si radunò ad ascoltarla. E lei parlava di filosofia condivideva i suoi pensieri, i suoi dubbi, parlava loro della bellezza del cielo e dei suoi astri, instancabile e piena di passione. Una passione che scioglieva I cuori anche dei politici che avevano preso l’abitudine di frequentarla per ascoltare la sua opinione, come se fosse stata una sorta di Sibilla.

Una sera, mentre si accalorava nelle sua divulgazione, un brivido le corse lungo la schiena. Aveva incontrato lo sguardo gelido di un uomo vestito con un lurido saio consumato dal lungo cammino. Fu un attimo. L ‘uomo si voltò indietro e disse ad altri come lui che lo accompagnavano. “E’ lei”. A quel sinistro segnale l’orda di fetidi fanatici calpesto’ la folla impaurita che si aprì come le acque del Nilo, facendo passare quella orda di pestilenza e odio. “Cosa posso fare per voi?” Disse Ipazia senza tremare. Furono le sue ultime parole. Gli uomini le si avventarono addosso senza rispondere e ghignando come cani avidi di morte…

“Ecco e’ arrivato il momento, cuore mio perché batti così forte?Sangue ti sento scorrere nelle mie vene come un torrente in piena e l’aria che respiro non basta a saziarmi. Ho tanta paura. Molte volte ho visto il dolore ma adesso ne sento l’odore. Sento il sapore metallico del mio fluido vitale impastarmi la bocca.. non voglio cedere, devo resistere. Non sento più le mie mani , vedo i miei piedi distanti dal corpo.. dove sono le mie luminose compagne di tante notti? Voglio scaldarmi alla loro luce.. eccomi stelle, sto arrivando da voi finalmente potrete rivelarvi a me e comprenderò tutti i vostri misteri.Oh, Sinesio amico mio, sono pronta a riabbracciarti.. Sento freddo, il buio si è preso i miei occhi, il fuoco i miei respiri…”

Legatala con quel che restava delle sue lunghe gambe, ad un fetido carro di legno come una rara preda di caccia, trascinarono quei resti nella polvere sotto gli occhi atterriti della folla  impotente di fronte a quello scempio . Poi dettero fuoco a quel che restava del suo corpo e delle sue opere come avevano fatto con la grande Biblioteca.

Dolce Ipazia hanno cercato di cancellarti, di chiuderti la bocca. Hanno distrutto il tuo corpo e le tue opere, ma tu fieramente ci continui a guardare, ci inviti a dubitare e a dare valore alla cultura, come fonte imprescindibile del progresso umano, per gli uomini liberi che sono ancora alla ricerca della verità .

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11 commenti »

  1. La fantasia e la sensibilità, insieme alla capacità di immedesimazione dell’autrice, hanno reso viva e vibrante la figura di Ipazia sulla quale poche sono le documentazioni storiche. Emerge da questo racconto affascinante la figura di una donna che rivendica il suo ruolo nella società e nella storia del progresso scientifico, una specie di femminismo ante litteram il cui percorso dopo secoli è tutt’altro che compiuto. La storia stessa si conclude con un femminicidio, di cui ancora oggi si parla quotidianamente, perpetrato ad opera dello stesso consesso sociale che non perdona la libertà di pensiero soprattutto se rivendicata da una donna.
    Oltre al racconto mi ha impressionato lo stile di scrittura che soprattutto nei passaggi più intimi raggiunge momenti di pura poesia. Brava, LauraBi!

  2. Mi fa piacere che tu abbia colto tutte le sfumature di questo racconto che potrebbe essere vero in realtà. Ritengo che sia un dovere morale di portare alla conoscenza di tutti il nome di Ipazia di Alessandria una donna moderna, una scienziata una filosofa di cui tutti i lavori sono andati perduti, tranne la memoria che mi fa piacere contribuire a mantenere viva. Così moderna che anche il tragico epilogo della sua vita e’ tristemente di grande attualità

  3. Complimenti per questo racconto che contiene un originale e colto messaggio di speranza … nonostante tutto, allora come oggi! Purtroppo prepotenza ed ignoranza sono un infausto connubio. E grazie per avermi fatto conoscere questa donna così grande e coraggiosa.

  4. Grazie a te di aver letto e commentato con grande sensibilità

  5. Incredibile pensare come certe storie d’altri tempi risultino per alcuni aspetti così attuali. La conoscenza libera la mente e la cultura ci rende liberi…almeno di pensare!!! Molto brava Laura… Davvero!

  6. Grazie del tuo commento. Ipazia e’ una donna che ancora oggi ha molto da insegnarci!

  7. Si, lo ammetto, conoscevo poco o niente Ipazia… grazie per avermela fatta conoscere. Ho apprezzato molto il tuo modo di narrare denso di immagini. Complimenti!

  8. Bellissima questa storia di Ipazia che ci regali, cara LauraBi, e che corre dal suo risveglio all’affievolirsi delle stelle fino alla sua morte. Il tutto senza farci render conto del passaggio del tempo e regalandoci una figura icastica che attraversa i millenni. Bella scommessa LauraBi!

  9. Grazie a te Simona di aver letto e commentato. Mi occupo, come appassionata, di divulgazione astronomica e quando ho incontrato la figura di Ipazia ne sono rimasta letteralmente affascinata. Ho ritenuto giusto condividere la sua storia

  10. Una storia ambientata in un lontano passato ma fortemente attuale, a dimostrazione che l’essere umano non riesce ad imparare dai propri errori. L’ignoranza cieca e bruta che si abbatte su chi mette in dubbio l’ordine prestabilito. Bella la figura di Ipazia, complimenti per il tuo racconto!

  11. Da quando ho approfondito la storia di questa “martire” della scienza ho capito che la storia inevitabilmente si ripete e che non riusciamo ad imparare dagli errori fatti. La figura di Ipazia, donna scienziata con grande apertura mentale ha secoli e non li dimostra affatto. Grazie del tuo apprezzamento

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