Premio Racconti nella Rete 2018 “La mancanza” di Anna Dalla Mariga
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2018Un giorno durante la solita passeggiata pomeridiana il nonno si accorse che il nipote era piuttosto taciturno e pensieroso. “Cosa ti preoccupa piccolo mio?” chiese il vecchio. Dopo un breve silenzio il bambino disse “ Il nonno di un mio compagno é andato in cielo. Ho paura che te ne vada anche tu”.
“Vedi tesoro – rispose il nonno – tutti prima o poi lasciamo il corpo sulla terra mentre l’ anima vola in alto oltre il cielo, lo spazio e le galassie per ritornare a casa. Esiste un posto meraviglioso dove tutto è luce, amore ed energia. Un posto dove tutto si forma, si fonde e si trasforma continuamente. È da lì che arriviamo ed è lì che, ad un certo punto, torniamo per poi ripartire”.
“Ripartire?” domandò sorpreso il giovane.
“Proprio così – iniziò a spiegare il nonno – le anime amano stare in quella pace che la nostra mente non riesce nemmeno ad immaginare ma, ad un certo punto, sentono il bisogno di rimettersi in viaggio perché sono continuamente attratte dalla possibilità di fare nuove esperienze: tutte le esperienze possibili ed immaginabili per crescere, imparare ed evolvere verso dimensioni di pace e beatitudine ancora più grandi. Le anime, ad esempio, possono scendere sulla terra per provare a vivere nella materia. Scelgono un corpo in cui potranno stare per tutta la loro permanenza in questo mondo, i genitori adatti a loro, i fratelli e le sorelle se lo desiderano o ne hanno bisogno, il luogo dove nasceranno, la loro missione, tutte le prove che dovranno superare e …”
“Cosa?? – lo interruppe il piccolo – vorresti dirmi che le anime scelgono di abbandonare un posto simile per venire a vivere qui dove esistono così tante cose tristi ed ingiuste, dove ci sono ovunque guerre, armi e persone che le usano senza scrupoli? E che scelgono anche come e dove nascere?? No, è impossibile!!”.
Il nonno capiva bene l’incredulità del nipote, si avvicinò quindi ad una panchina, si sedette e guardandolo negli occhi, con voce calma, asserì “Esistono, è vero, dimensioni e pianeti dove le persone sono avanzate solo in pochi settori come magari la tecnologia o la scienza e credono per questo di essere molto evolute ed intelligenti. In realtà hanno talmente trascurato il loro spirito e la loro anima che non ricordano più nemmeno vagamente chi sono, da dove vengono e perché sono qui. Sono state completamente assorbite dalla materialità, vivono cercando la felicità nelle cose o in altre persone. Si lasciano ingannare dagli interessi e dall’ego che le portano a compiere qualsiasi bassezza. E’ proprio per questo che anime più evolute scelgono di andare ad aiutarle a ricordare. Possono volerci migliaia di vite per raggiungere lo stesso stato di beatitudine ovunque, non solo oltre il cielo, lo spazio e galassie ma in ogni pianeta, in ogni angolo dell’universo e ancora più lontano chissà dove. Questo vuole la nostra anima che in ogni viaggio e in ogni vita ha la possibilità di fare esperienze, di imparare e di andare oltre”.
“Ma nonno non capisco – incalzò il giovane – io non posso né correre, né camminare. La malattia delle mie gambe non mi permette di farlo e tu ora vorresti dirmi che io stesso ho scelto di nascere così? A me sembra assurdo, perché mai avrei dovuto farlo? Io vorrei due gambe sane, vorrei correre, saltare e ballare … Dio mio quanto lo vorrei”.
Il nonno leggeva chiare la tristezza, l’amarezza e la confusione nello sguardo dell’adorato nipote ma, con molto coraggio e altrettanta dolcezza, trovò le parole e la forza per rispondergli ancora una volta. “Io credo, mio caro, che tu abbia corso saltato e ballato in altre vite e ancor più probabilmente farai nelle prossime. Per questa vita hai fatto questa scelta perché avevi bisogno di sperimentare una particolare condizione e tutto ciò che essa comporta. I motivi potrebbero essere diversi. Forse nella tua esperienza di vita precedente hai corso troppo e troppo tardi ti sei accorto di non esserti mai fermato e di non aver mai visto le cose importanti, magari volevi essere certo che non accadesse anche stavolta e ti sei calato in questa situazione. Oppure può essere che le persone malate o diverse ti spaventassero, che tu non abbia avuto il coraggio di avvicinarti a loro, o che le abbia giudicate in un certo modo. Sai le anime hanno bisogno di stare da una e dall’altra parte per integrare gli insegnamenti, ma soprattutto le emozioni. Devono riuscire a mettersi nei panni degli altri con tanto di pelle ed ossa per capire, per andare oltre i loro limiti. Solo quando viviamo qualcosa in prima persona o attraverso le esperienze delle persone a noi più care e vicine capiamo cose che altrimenti non riusciremmo. Per questo la tua mamma, il tuo papà, tua sorella ed io abbiamo scelto di vivere accanto a te: tu sei il nostro maestro. Sei tu che ci permetti di andare al di là della superficialità di tutto ciò che appare importante ma che in realtà non lo è affatto”.
“Nonno io non voglio che tu te ne vada, non voglio sentire la tua mancanza e non vederti più. Ho bisogno di te!” disse a quel punto il ragazzino con le lacrime agli occhi e la voce strozzata.
Il vecchio lo strinse al cuore. Provava la stessa commozione del nipote e ricordava perfettamente il vuoto e il dolore che aveva sentito dentro e fuori di sé, da piccolo, dopo la morte del padre. Sembrava incolmabile allora. Non fu facile sopravvivere a quella sofferenza e ad altre che seguirono, rialzarsi e andare avanti.
Tuttavia era ancora lì per donare tutto ciò che aveva imparato al nipote. “Siamo esseri umani, amore mio, con percorsi precisi. Un giorno potrebbero mancarti le mie carezze o la mia voce, è normale per noi che sia così. Come ti dissi prima siamo qui per sperimentare. Ora abbiamo un corpo attraverso il quale viviamo situazioni, emozioni ed incontriamo le altre anime. Quando una termina il suo percorso sene va altrove per continuarlo e quelle che restano sentono inevitabilmente la mancanza dei suoi abbracci, dei suoi sorrisi, della sua presenza fisica, in questa dimensione è così. Ma noi, lo sai, non siamo solo questo corpo, siamo molto di più. Possiamo superare ogni prova, anche quando pensiamo di non farcela. Possiamo fare miracoli trasformando il dolore in amore e le difficoltà in opportunità. Ora chiudi gli occhi e prova a sentire la mia presenza mentre stiamo vicini in silenzio. Dimmi … Mi senti? Senti la mia energia qui accanto a te? Senti l’amore che dal mio cuore vibra verso di te? Senti tutto questo?”.
“Si – rispose il nipote con un filo di voce – ma non sarà lo stesso”.
“No hai ragione – confermò il nonno – non sarà lo stesso. Sarà diverso, ma sarò sempre io e sarai sempre tu. Impareremo a cercarci, ci ritroveremo e andremo oltre. Oltre il corpo, oltre la mente, oltre la tristezza e la paura fino a capire che, in realtà, non ci siamo mai persi e non siamo mai stati lontani. Tu in me … io in te … la stessa cosa. Non temere – concluse il vecchio – e ricorda sempre che siamo anime eterne, anime di luce … energia pura … non abbiamo inizio né fine, non abbiamo limiti né confini, nulla può separarci. Nulla.”
Cara Anna, mi fai sentire importante chiedendomi un commento! Comunque, la storia che racconti ha l’andamento della fiaba, tuttavia il registro linguistico nei dialoghi è troppo alto per poter essere rivolto a un bambino. Qui si tratta di stabilire i livelli culturali di nonno e nipote, oltre all’età di quest’ultimo. Secondo me, avresti dovuto caratterizzare meglio i personaggi oppure, rimanendo nel generico, modulare i dialoghi in modo da diversificarli in relazione a parametri come età, esperienza di vita, scelte lessicali… Il racconto è interessante ma, così com’è, sarebbe difficile per un bambino. Ovviamente, questo è il mio pensiero! 🙂
Grazie mille Paola. Sicuramente quello che dici è vero. Ho semplificato il più possibile certi concetti più di così sarebbe quasi impossibile credo viste le argomentazioni … almeno per me. Io sono una mamma e le storie mi servono da sempre per avere uno spunto con cui poter iniziare a parlare a mio figlio di certe cose. Chiaro che poi il racconto non basta. Occorre che l’adulto aiuti ed accompagni il bambino o il ragazzo nella comprensione delle parti che risultano più difficili… riportandoli magari alle loro esperienze personali. Questo è per me il senso di certi racconti.
Ciao Anna,
il tuo racconto mi ha suscitato molta tenerezza…
Mi ha ricordato certi momenti dell’ infanzia, e più recentemente, le “domande esistenziali” dei miei tre nipoti…
In bocca al lupo per il tuo racconto!
Mariangela
Crepi il lupo!! Grazie Mariangela! È vero I bambini chiedono continuamente … Le loro domande mi portano a pensare a cercare e a scrivere per riuscire a dargli delle risposte..
E’ sempre delicato affrontare certi argomenti e tu lo fai con grande sensibilità. Brava davvero
Grazie Laura … Mi scuso. Distrattamente non ti ho ancora ringraziata per il commento. Ho apprezzato molto i tuoi racconti e mi fa piacere che abbia letto il mio. L’argomento certo non è facile e nemmeno popolare quindi fa sempre piacere ricevere conferme! Grazie
Ciao Anna, ho letto con molto interesse il tuo racconto. Affronti un argomento delicato, difficile da comprendere per noi adulti, figuriamoci per i bambini, eppure devo dire che ci sei riuscita in maniera egregia. L’idea mi piace molto e la scrittura è estremamente chiara. Sono mamma e nonna e ti assicuro che i bambini capiscono più di quanto pensiamo. Credo che sarebbe utile fare tesoro della spiegazione che il nonno fa al suo nipotino. Brava.
Ti ringrazio tantissimo Pasqualina le tue parole mi hanno fatto davvero molto piacere. Sono d’accordo con te…ogni giorno l’intelligenza dei bambini mi sorprende incredibilmente. Nascono sempre più evoluti. Essere alla loro altezza non è facile… Ma ci si prova!
Cara Anna, questo tuo racconto è molto profondo e, allo stesso tempo, delicato. Sei stata brava a trattare l’argomento senza cadere in facili sentimentalismi, ho solo qualche riserva nella conclusione perchè questo mondo “altro”, fatto di anime e luce, non mi convince. Ovviamente si tratta solo del mio personalissimo parere e non ha niente a che vedere con la scrittura che scorre gradevolmente e incuriosisce. Complimenti!
Ti ringrazio tanto Anna. Sicuramente non è un tema facile. Molti nel mondo credono nel karma e nella reincarnazione, molti no, altri ancora in nulla. La fisica quantistica dice che l’energia si può solo trasformare e noi di fatto siamo energia. Ognuno ha ha il suo credo che va assolutamente rispettato. Poi quando si legge è normale sentire delle cose come se fossero proprie e altre no. Ogni parere comunque per me è importante e prezioso. Grazie davvero
Un racconto delicato sulla paura dell’abbandono, avrei voluto, ma è il limite del mio temperamento, che il nonno si concentrasse di più sulle “possibilità ” di questo mondo, un “eppure” oltre la disabilità del ragazzo senza dargli ulteriori responsabilità (la scelta della sua condizione, reincarnazione come “prova” del suo spirito). Struggente il messaggio finale nel quale il nonno cuce addosso al nipote un legame indissolubile. Brava
Grazie Anna Rosa ottimi consigli di cui terrò conto. In ogni caso è vero ciò che dici sulla scelta che in effetti implica una responsabilità verso le persone non indifferente. D’altra parte evidentemente non nasciamo tutti con gli stessi presupposti ed in una vita la giustizia non è manifesta. Cosa si potrebbe dire ad un bambino che nasce con tetraparesi o di uno che muore a tre anni di incidente, malattia o fame? Che è una questione di sfortuna? A me questo ad un certo punto non bastava più… D’altra parte però ognuno ha la propria storia, il proprio vissuto e la propria verità in sé.
Temi molto importanti e allo stesso tempo difficili da toccare affrontati con grande saggezza. Brava.
Ciao Anna, ti rispondo con molto tempo di ritardo e me ne scuso.
Affronti temi molto molto importanti, con un’analisi che incuriosisce.
Mio personalissimo pensiero, forse un po’ “troppi” per un racconto così breve, come detta il regolamento di Racconti nella Rete. Chissà, magari sarebbe da sviluppare in un qualcosa di più ampio respiro, con qualche narrazione in più oltre al dialogo.
Comunque complimenti e hai fatto bene a non indirizzarlo ad un pubblico di bambini.
Un abbraccio