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24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2018 “131428 Liverpool” di Davide Curti

Categoria: Premio Racconti per Corti 2018

Con i gomiti poggiati sul parapetto del ponte, il tempo scorre senza particolari sussulti. Per un eccesso di zelo siamo giunti nel luogo dell’incontro con un’ora di anticipo, e, anche se questo è un aprile piuttosto mite, starsene impalati ad aspettare non favorisce di certo il nostro riscaldamento corporeo. Non possiamo neanche bere qualcosa di caldo, a quest’ora non c’è modo alcuno di rifornirsi. La speranza è quella di risolvere tutto nel minor tempo possibile.

«Si sa quando si inizia, ma non quando si finisce», afferma David guardando l’orologio, come a volermi ricordare l’imprevedibilità del nostro mestiere.

Non sappiamo molto di lui, conosciamo soltanto il luogo dell’appuntamento e, in maniera del tutto approssimativa, la sua età. Al giorno d’oggi è molto facile poi scambiarsi di identità, quindi non possiamo fare altro che affidarci al nostro istinto. L’unico indizio che abbiamo, è scritto sull’agenda del nostro superiore: 15 aprile, ore 3:00, Chelsea Bridge. E poi, il nome Richard, suo fidato informatore.

L’agenda è quella di Thomas Andrews, nostro mentore e formatore fin dal giorno in cui siamo entrati nell’appena nato MI5, l’ente per la sicurezza e il controspionaggio del Regno Unito. Di lui non abbiamo più notizie certe da una settimana, sembra sparito nel nulla e l’unica traccia di cui disponiamo è quell’agenda lasciata nel suo ufficio. Conoscendolo siamo sicuri che l’abbia messa lì di proposito, quasi volesse lasciarci un messaggio, un incipit da cui partire.

Ma questa è solo la premessa; nel frattempo, sono quasi le tre di notte e qualcuno si dovrebbe tra poco presentare su Chelsea Bridge.

Eccoci subito accontentanti, la figura di quello che desumiamo essere Richard sbuca  di soppiatto dalla soffice nebbia formatasi sulle rive del Tamigi, puntando con passo deciso verso di noi. Non sembra per nulla sorpreso di vederci, anche se in realtà avrebbe dovuto incontrarsi col nostro capo.

«Buonasera ragazzi. Thomas mi aveva avvisato della possibilità che non sarebbe riuscito a presentarsi a questo incontro e mi ha lasciato questo per voi!» le sue parole.

«Fatene buon uso. Non so di cosa si stia occupando, ma ho paura si tratti di qualcosa di grosso. A presto e buon lavoro».

Proviamo in tutti i modi a estorcergli qualche altra informazione, ma dobbiamo presto arrenderci al fatto che effettivamente quel tale non sappia nulla, né sulla sparizione di Thomas, né tantomeno sulle sue indagini.

«Si sa quando si inizia, ma non quando si finisce» ribadisce David con tono stavolta beffardo.

Abbiamo un nuovo indizio però, il foglietto di carta che Richard ci ha consegnato, con su scritto una serie di numeri e il nome di una città: ‘131428 Liverpool’, che può comunque significare tutto e il suo contrario.

Passiamo tutta la notte a stilare ipotesi e congetture a riguardo e ognuna sembra avere una sua dose di credibilità. Sfiniti ci addormentiamo nel mio ufficio, uno su una sedia e l’altro sul divano, poi, la mattina seguente un certo trambusto ci fa rinsavire dai nostri sogni leggeri.

Sono appena le sette e l’MI5 ribolle come una pentola, una cosa insolita a quell’orario. Esco dalla mia stanza per cercare di capire il perché di quella confusione e non faccio neanche in tempo a proferire parola che una segretaria mi apre in faccia il giornale del giorno: DYSASTER il titolo cubitale, in riferimento all’affondamento del Titanic durante il suo viaggio inaugurale. Sono raggelato nel leggere che il più grande piroscafo mai costruito dall’uomo possa essere naufragato causando la morte di oltre 1.500 persone.

Torno, sconvolto dalla notizia nel mio ufficio, dove David se ne sta ancora comodamente avvinghiato alla poltrona e lo sveglio bruscamente. La sua prima reazione è quella di scusarsi per essersi addormentato nel pieno della ricerca, ma poi, il mio sguardo oltre modo cupo, lo distoglie dalle sue elucubrazioni mentali.

Mi chiede subito se qualcuno possa avermi riferito qualche brutta notizia su Thomas e soltanto dopo un mio cenno, sposta lo sguardo su quel titolo che giganteggia tra le mie mani. Lo legge incredulo, come me pochi istanti prima.

A questo punto tutte le nostre attenzioni si catalizzano inevitabilmente, come quelle di tutto il pianeta, su quel tragico evento.

Passiamo in rassegna decine di documenti riguardanti il piroscafo, sia della compagnia armatrice la White Star Line, sia della Harland and Wolff, il cantiere navale di Belfast dove il transatlantico è stato progettato e costruito. Il nostro obiettivo è quello di capire se possa esserci una strada diversa da seguire rispetto alla versione più accreditata del momento, ossia che il Titanic sia affondato per i danni riportati allo scafo dopo aver urtato con la fiancata di dritta un iceberg. Proseguiamo in questa attività di scansione per ore.

Fin quando, a un certo punto, David interrompe il silenzio: «Che mi venga un colpo!» esclama battendo i pugni sulla scrivania, chiedendomi poi di passargli il foglietto che ci aveva consegnato Richard la notte precedente.

«Non posso crederci».

Nell’analizzare uno dei documenti relativi al Titanic, l’attenzione di David è stata catturata dalla stessa serie di numeri, 131428, scritta da Thomas Andrews sul pezzo di carta che ci aveva fatto pervenire, e relativa, con nostro grande stupore, al numero di registrazione del transatlantico nel porto di Liverpool. Anche il nome della città corrispondeva.

Che Thomas Andrews stia forse indagando sul Titanic?. Che abbia in qualche modo predetto il suo affondamento?

Controlliamo subito se nella lista dei passeggeri imbarcati sul piroscafo ci sia il nome del nostro capo, ma come già detto, al giorno d’oggi è piuttosto facile crearsi una falsa identità, soprattutto per un agente della sicurezza come Thomas. Come temevamo, nessuna riscontro.

La paura è che lui e le sue verità possano essere colate a picco con il transatlantico, ma continueremo a lavorare senza sosta per risolvere l’enigma iniziato con quel messaggio in codice su Chelsea Bridge.

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4 commenti »

  1. Un incipit bellissimo che lascia affamati di dettagli. Una prosa che scorre melliflua sulle labbra del narratore e sull’immaginazione del lettore, senza iati o particolari superflui – tutto cio’ che viene detto e’ un tassello che si incastra perfettamente e regolarmente con gli altri tasselli della storia. BRAVO.

  2. Grazie mille, Liz. Anzitutto per aver letto il mio racconto e poi, soprattutto, per come hai descritto il mio operato. Fa molto piacere ricevere un complimento del genere.

  3. Mi è piaciuto molto. Concordo con Liz … Racconto ben curato e dettagliato che fa immaginare chiaramente le situazioni ed i personaggi. Finale che lascia al lettore fra un’ipotesi e l’altra. Bravo Davide

  4. Ti ringrazio Anna… dovrei pensare di svilupparlo, perchè anch’io sono rimasto tra un’ipotesi e l’altra.

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