Premio Racconti nella Rete 2017 “Brucco Sambuco e il passero Urrà” di Corrado Falcone (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017Questa è la storia di Bruco Sambuco e del passero Urrà
Tutto iniziò un mattino di tanti anni fa in un bosco di grandi alberi. Il sole stava sorgendo e tutti gli animali cominciavano a svegliarsi . Ma ce n’era uno che era già sveglio da un pezzo e come tutte le mattine stava salendo piano piano sulla cima del grande albero in cui viveva con la sua famiglia. Il suo nome era Brucco Sambuco. Era un piccolo bruco con un grande sogno :voleva volare . Per questo ogni giorno, con la pioggia o con il sole, con il caldo o con il freddo, Brucco Sambuco cercava le tantissime scarpe per i piedini e dopo essersele infilate si arrampicava fin sulla cima dell’albero.
E lì era bellissimo. Zampettava sulla foglia più alta del ramo più alto e cominciava a sognare di avere le ali e poter volare. Vedeva i falchi e i gabbiani, le rondini e le gazze, i pettirossi e i canarini. Amava il loro canto e tutti loro conosceva o almeno così credeva ,finché non vide quel piccolo uccello triste posato poco più in là .
Con molta fatica scese dal suo ramo e si avvicinò all’uccellino .
- <<Ciao. Io sono Bruco Sambuco. Come ti chiami e perché sei così triste?>>
- <<Sono il passero urrà e sono molto triste. Il motivo è di non potermi unire agli altri volatili nell’azzurro e fare i miei versi>>.
- <<Certo che parli in un modo buffo per essere un passero. – Brucco lo guardò incuriosito – Tutto questo discorso per dirmi che non puoi cantare con gli altri uccelli volando nel cielo>>.
- <<E’ proprio questo il problema – rispose l’uccellino – Il mio parlare. Ho un difetto, non riesco a sillabare la terza lettera dell’alfabeto>>.
- <<E’ vero. Non ci avevo fatto caso. Ecco perché parli strano. Tu usi solo parole in cui non c’è la lettera C >>.
- <<Infatti. E’ questo il dramma non posso non posso…per favore dilla tu la parola>>.
- <<Ho capito – disse il bruco – non puoi Cantare o Cinguettare. Ma non capisco perché non lo puoi fare anche se non hai la C >>.
- <<Ora vedrai>>.
- Detto questo il passero si fece forza e cominciò a cinguettare.
- Ma ahimè pur impegnandosi invece di un cip cip cip cip cip, non potendo pronunciare la C, si sentiva solo ip ip ip ip ip e subito tutti gli altri uccelli in coro lo cominciarono a prendere in giro: << Urrà Urrà>> – gridavano e ridevano- <<Urrà>>
- <<Vedi il motivo della mia tristezza, parlare in un modo assurdo e non poter inguettare>>.
- <<Inguettare? Ah ora ho capito , volevi dire cinguettare>>.
- <<Si. Proprio quello>>. – rispose tutto triste il passero urrà.
- Bruco Sambuco era molto dispiaciuto per il suo nuovo amico voleva aiutarlo ma non sapeva cosa fare.
- La sera tornando a casa decise di raccontare tutto al grande gufo. Era un vecchio uccello saggio che aiutava tutti gli animali che avevano bisogno di qualche consiglio ma , ahimè, era molto impegnativo parlare con lui perché rispondeva solo a domande fatte in rima, insomma solo a filastrocche.
- E mica è facile tutto questo per un piccolo brucco.
- Ma era così tanta la voglia di aiutare il passero Urrà, che Brucco Sambuco non ci pensò due volte.
- <<Tanto mi verrà in mente qualcosa>>.
- E dopo tanta fatica finalmente arrivò all’albero in cui abitava Gufo tartufo, così si chiamava il vecchio uccello.
- Bussò alla porta e aspettò, finchè una voce cantinelante rispose:
Questa è la casa di Gufo Tartufo
Se serve qualcosa, se hai visto un Ufo
Se vuoi le risposte, se serve un consiglio
Che sia per te stesso o per tuo figlio
Ricorda soltanto che dalla tua bocca
Non voglio nient’altro che una filastrocca
Il piccolo brucco si fece coraggio e con voce timida si rivolse al gufo:
<< Son Brucco Sambuco e questo ti dico
Ho un grosso problema, sta male un amico
È un piccolo uccello che ha molto bisogno
Cantare soltanto, è questo il suo sogno
Tutto è iniziato a un tratto un bel dì
Quando lui perse la lettera C
Lui prova a cantare a fare cip cip
Ma manca qualcosa ed esce ip ip
E tutti sentendo quello che fa
Lo prendono in giro e son solo Urrà >>.
Gufo tartufo rimase piacevolmente sorpreso dalla filastrocca, no, non per la rima soltanto ma anche perchè si percepiva la grande voglia di aiutare il passero. Così fu molto felice di dare i propri consigli a Brucco Sambuco
<<Capisco il problema ti voglio aiutare
Ma dammi un minuto che devo pensare
Che cosa puoi fare per farlo contento
Per farlo cantare col sole e col vento
Ora ricordo ascoltami bene
È molto importante quello che viene
Per realizzare quel che hai bisogno
Ciò che ti serve puoi farlo in sogno
Quando il tuo amico si sta addormentando
Raggiungilo subito, fallo sognando
E appena l’incontri quel che hai da fare
È nel tuo nome non ci pensare
Prima eri un brucco ma senza una C
Diventerai bruco, da quel punto lì
Il passero ora potrà cinguettare
È questo soltanto che tu devi fare
Da ricordarti ho solo una cosa
Tienila in mente forse è preziosa
Quando si dona senza pretese
Poi ci si sveglia e…son sorprese
Brucco sambuco si incamminò verso casa tutto pensieroso, non capiva l’ultima rima. Chissà qual’ era il significato di
<<Quando si dona senza pretese
Poi ci si sveglia e…son sorprese>>.
Ma ci avrebbe pensato domani, ora era stanco, aveva fatto molta strada fin su in cima all’albero, fino alla casa dal gufo e tutto senza fermarsi mai.
Si addormentò.
Fece un sogno meraviglioso, proprio come aveva detto gufo Tartufo. Incontrò il suo amico passero e gli dono una C dal suo nome. Ed era bello vederlo volare e cantare felice. Cip cip cip …
La mattina quando Brucco anzi Bruco Sambuco si svegliò pensò subito di andare in cima all’albero a trovare il suo amico passero. Si preparò , come al solito, per infilarsi le scarpe ma…
Apri gli occhie quasi non ci credeva. Ora capiva il significato dell’ultima rima. Aveva donato senza pretendere nulla senza pensare a se stesso .
Guardò le sue bellissime ali e volò via.
Questo successe tanti anni fa
Al bruco sambuco e al passero urrà
Uno voleva volare lontano
L’altro cantare sia forte che piano
Solo una cosa ancora ho da dire
Così che la storia possa finire
Quando ai bruchi spuntaron le ali
Non si poteva chiamarli più tali
E poi ad un tratto non si sa come
Venne trovato un nuovo nome
Questo è importante è una lezione
Ascolta bene con attenzione
Se vuoi qualcosa se ne hai bisogno
Se vuoi si avveri ogni tuo sogno
Non rimanere nella tua stanza
Vivi la vita come una danza
Ricorda sempre che solo chi balla
Da piccolo bruco diventa farfalla
Delizioso e fantasioso! Complimenti
Grazie di cuore
Un’efficace alternanza di prosa e filastrocca!
Bello, dolce e tenero. Da leggere volentieri ai bambini, soprattutto in gruppi di bambini dove qualcuno ha delle difficoltà linguistiche, e non solo magari, per favorire l’empatia.
In risposta a Alberto Ciampi
Grazie per il tempo dedicato alla lettura della favola e delle filastrocche.
In risposta a Eleonora Scassaioli. Grazie per il tuo leggere oltre lo scritto. grazie di cuore
Veramente bello questo racconto per bambini!
E’ adatto anche per i più piccoli, tre, quattro, cinque anni!
Le filastrocche sono belle, molto sonore, le rime deliziose!
In risposta a Marisa Piccioli
Grazie di cuore.Sono lieto che ti siano piaciute le filastrocche
Corrado, racconto delizioso che di sicuro i bambini apprezzeranno anche per la musicalità.
È favolosa questa favola in cui si narra la metamorfosi di Brucco, che impara sulla propria pelle, cambiandola, la differenza tra donare e donarsi, senza pretese. Il suo nome perde una C e acquista significato ma, cosa più importante, lui stesso guadagna ali per volare lontano.
Anch’io ho apprezzato tanto l’alternanza tra prosa e deliziose filastrocche, le ultime righe poi, sono da far accapponare la pelle… appunto.
E allora Urrà a te! Corrado.
Bravo bravissimo.