Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2017 “Il protettore” di Corrado Falcone

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

E’ notte in città.
Un vicolo buio si accende improvvisamente di una luce tremolante.
Si sente nitidamente il rumore di un soffio.
Di nuovo buio. L’eco della pioggia cresce lentamente fino a diventare frastuono.
Un frammento di giorno illumina un uomo; fra le dita un fiammifero fumante appena spento.
E’ appoggiato a una catasta di vecchi scatoloni.
Aspira con gusto una boccata dalla sigaretta e si alza. Ha unghie e mani non curate ma dal tratto forte.
Getta il fiammifero in una pozzanghera
L’uomo è alto, capelli lunghi e neri, un lungo cappotto anch’esso nero, un maglione girocollo , una sciarpa, pantaloni scuri e stivali.
Seppure decisa l’andatura è claudicante.
Ha occhi di chi dorme poco e denti di chi fuma molto. Porta più orecchini su ogni lobo. Ha uno strano tatuaggio, tre rune che partono dall’angolo esterno dell’occhio sinistro e vanno a perdersi fra i capelli. Esce dal vicolo e s’incammina sulla strada principale. La pioggia è sempre più fitta, non c’è nessuno in giro. Il cappotto è aperto e svolazza. Dopo qualche metro si ferma sotto un lampione mezzo rotto. La luce va e viene, si sente il rumore della lampada che fa contatto.
Alle sue spalle , due donne stanno correndo. Quella corsa innaturale di chi ha minigonna e tacchi a spillo. Sono due prostitute sorprese dal temporale. Cercano di non bagnarsi stringendosi sotto un ombrello verde mela. Unica macchia di colore in quella notte scura
Le donne sfiorano l’uomo.
Una delle due, confusa si gira; ma dietro è buio.
L’unico lampione ha deciso di morire.
Le due prostitute fanno qualche passo ed entrano in un
bar.
Prima che la porta si richiuda l’uomo entra nel locale.
“Stanotte il bar è pieno” – pensa l’uomo – sarà per il temporale.Ci sono i soliti clienti. come ogni notte;
Camionisti, tassisti, distributori di giornali e di sesso al minuto. Odori di fumo, di abiti bagnati, d’asfalto , di urina.
“Quella è Gina.” – l’uomo fissa una donna senza età seduta in fondo al bar- “E’ una prostituta e io sono il suo protettore. Vende pezzi di se

ormai da molti anni. Strano corpo il suo, dà piacere agli altri e dolore a se stessa.”
Lo sguardo si sposta su un uomo piccolo di statura, dal fisico nervoso. Ha un maglione, le maniche tirate su, un berretto calato sugli occhi, barba incolta . E’ seduto al tavolo , perso nei suoi pensieri, spettatore di un film visto troppe volte.
“Lui è Enzo, siede sempre lì, fa il facchino al mercato. E’ l’ora della pausa per lui, l’ora dello Stravecchio. Mentre beve solo il corpo riposa. La sua anima è pesante, l’espressione stanca. Il peso che si porta addosso è rimasto a casa e ha seni esausti e capelli bianchi. Non ricorda, o forse preferisce dimenticare da quanto tempo è sposato.

Il protettore si avvicina al bancone, siede davanti a un boccale di birra. Di fronte a lui ci sono un uomo e una donna, i due vampiri. Li chiamano così perché nessuno li ha mai visti di giorno. Sono marito e moglie, i proprietari del bar. L’unica cosa che noti in loro è l’assenza.
Una coppia senza età, senza figli, senza speranza.
Il loro vocabolario è il listino prezzi appeso alla parete scrostata. Si accendono e prendono vita solo quando ordini qualcosa. Poi si rimettono seduti in attesa che finisca un’altra giornata. Un giorno in meno prima del nulla.
L’uomo si alza dallo sgabello e, contemporaneamente, quasi a sfiorarlo, un altro si siede al suo posto e comincia a sorseggiare la birra.

“Ognuno ha la sua storia” – pensa mentre si accende
un’altra sigaretta – “ma non è questo il momento di raccontarla, Gina ha bisogno di me. Sembra dormire così appoggiata sul tavolo. Ha sicuramente pianto, come al solito.
Lacrime droga e alcool , la sua Santissima Trinità.”
Si avvicina al tavolo e la guarda
“Forse un cliente è stato scortese con lei.
Vorrei tanto intervenire ma non posso.
E’ la regola. Mai mischiare lavoro e sentimenti.
Non vanno d’accordo.”
Sposta una sedia e si siede.
“Gina alza la testa” – l’uomo la scuote dolcemente
“Brava, guardami. Asciuga queste lacrime e sorridi. Sei tanto bella tesoro.”
E’ un’altra Gina quella che alza la testa e fissa l’uomo sorridendogli.
“Finalmente il tuo sorriso.” – anche l’uomo ora sorride –
“Mi hai riconosciuto. La mia farfalla. Ti chiamavo sempre così.
Alzati e apri le ali. Si torna a volare.”
In mezzo a tutto quel grigio è una Gina a colori che si alza. Sembra uscire dal suo corpo che rimane abbattuto,quasi schiantato sul tavolino. Mentre escono dal bar, lui la tiene per mano, come si fa con una bambina.
Sullo sfondo si vedono gli altri clienti che si accorgono che qualcosa non va. Sono intorno al tavolino. Chi urla, chi piange, chi si dispera. La conoscevano tutti.Gina non c’è più: è morta.

I due escono in strada e camminano fino al lampione difettoso.
Si fermano, l’uomo si gira, sembra parlare alla pioggia.
“Questa è Gina. Sono venuto a prenderla.
Come è giusto che sia.
Io sono il suo protettore.
Il suo angelo custode.”
La luce del lampione si spegne per un attimo.
Quando si riaccende sotto non c’è più nessuno.
Gina è volata via.

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13 commenti »

  1. Mi colpisce questo racconto, un atmosfera di ombre tristi, squallide eppure umane, scintille di sentimenti schizzano disordinate e casualmente ti colpiscono il cuore.
    Bene e male mischiati, angeli e demoni confusi nella stessa persona,una narrazione ad immagini uno stile secco e tagliente.
    Ti lascia sulla pelle tanti piccoli tagli, bello, originale forte. Bravissimo!

  2. in risposta a Gianluca Zuccheri. Grazie per il tempo dedicato alla lettura del racconto

  3. Mi hai sorpresa, il racconto prende una piega inaspettata che non era per nulla immaginabile all’inizio della storia! Bravo!

  4. Un racconto che si legge volentieri.
    Ben caratterizzati ambiente e personaggi.
    Finale inaspettato e originale. Bravo!

  5. Come ho già scritto per un altro racconto, il ritmo mi evoca lo slam e il testo viene declamato scandito nella mia mente. L’atmosfera mi fa pensare a Zafon, alla notte e alla pioggia nei quartieri più squallidi di Barcellona. Trovo molto riuscita la tua narrazione.

  6. Beh! Si sente la mano di un uomo, un altro punto di vista, tutto secco, tranchant. Si pensa sempre che la morte sia donna, è invece no! E’ un euroasiatico, tatuato e claudicante, con i monili e i denti avariati di un fumatore… Nicole dice che il racconto ha preso una piega inaspettata, ma tu avevi lasciato traccia -in effetti- di cosa si stesse parlando, quando una delle due ragazze si gira, come per un presentimento, e non vede nulla: un lampione spento. Bello. Grazie.

  7. Grazie Dominique .Sono contento ti sia piaciuta l’atmosfera Grazie ancora

  8. Grazie a te Simona,per la tua attenta lettura e per le tue belle parole .

  9. C’è un bel colpo di scena in questa storia e tutto sembra portare da una parte quando invece si arriva in tutt’altro luogo. Il tutto con una prosa essenziale. Però la cosa che mi è piaciuta di più è il senso d’indulgenza che pervade tutta a storia. Ben fatto!

  10. Corrado, anche io sono rimasta spiazzata dall’improvvisa sterzata della trama, e l’ho apprezzata molto. A maggior ragione perché è calata in un’atmosfera noir e “dannata” anch’essa caratterizzata superbamente. Bravo, bravo davvero!

  11. Grazie Giada. Sono contento che il racconto ti sia ti sia piaciuto. Grazie di cuore

  12. Leggendo il tuo racconto ho avuto le stesse sensazioni descritte nel commento di gianluca zuccheri, “ti lascia sulla pelle tanti piccoli tagli”… Un noir profondo sulla realtà di vite “sbagliate” a cui solo la morte rivolge unosguardo “misericordioso”. Bravo!

  13. in risposta a Anna Rosa Perrone
    Grazie del tuo prezioso commento e del tempo dedicato alla lettura del racconto.

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