Premio Racconti nella Rete 2017 “Una delusione che ha riempito la vita” di Marinella Ceraolo
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017Sicilia 1960. Sono anni duri. La guerra è finita già da un pò ma non la miseria, non la sofferenza.
Si vive, la fame non è il primo problema. A lei ci pensa la campagna che regala sempre qualcosa. Ci pensano le bestie che allevi per il padrone, non per te stesso ,ma arriva sempre qualcosa.
È il futuro quello che manca, costruirsi una vita e mettere su famiglia. Su quali basi, con quali conoscenze, con che cosa e con chi. Essere giovani non è mai stato facile e ancora meno lo è stato in Sicilia e ancor meno per una giovane donna. E se la giovane donna non è neanche bella? E se non è neanche più tanto giovane? Una donna ancora giovane, non proprio bella. La seconda di nove figli sopravvissuti. La seconda di una famiglia numerosa e senza cultura, legata alle usanze, alle apparenze, al „ Come vuole Dio“, la provvidenza che non arriva mai. Questa era Concetta, una donna non stupida, sana, forte e dal carattere battagliero e comandino. Sin da bambina combatteva contro la bellezza delle sorelle che solo in virtù di tale bellezza si erano costruite un futuro, l’unico che si poteva immaginare per una donna di quel tempo in Sicilia. Futuro significava un marito e dei figli. Di più non era possibile. C’era ancora solo la possibilità di comandare sui figli e se si aveva fortuna anche sul marito, il quale non doveva e non poteva apparire però come il suo fantoccio, colui che si fa comandare. Ne va dell’orgoglio dell’uomo. Concetta fra le tante sorelle era quella senza lo „Zito“, il fidanzato, e pertanto senza futuro. La sua prospettiva sarebbe stata restare nella casa del padre, dell’uomo che continuava ad avere il diritto di comandare sulla sua vita e poi il lavoro duro della campagna, il lavoro della donna di casa. Già da tempo si sentivano raccontare in Sicilia le storie del Nord. Le storie fortunate di quelli che avevano abbandonato la Sicilia e se ne erano andati a cercare la fortuna nel Settentrione o all’estero. E lei lo sognava il Nord, ma come poteva andarci senza un marito. Un giorno la sorpresa, l’opportunità che aspettava. Un amico di famiglia che aveva trovato al Nord la sua fortuna era andato a trovarli e le fa una proposta: „Nella fabbrica dove lavoro io“, dice, „ c’è un amico. Un uomo non più giovanissimo, sulla quarantina che non ha moglie, Ne avrebbe volentieri una. Non è siciliano, è del Veneto però vive a Milano come me, che dici lo vuoi conoscere?“ All’improvviso l’opportunità. Lei non sa che fare, e si consulta con le sorelle e le cugine. Loro rispondono“ Ma si, prova!“ Così accetta. Concetta accetta di conoscere l’uomo che l’avrebbe portata via, che le avrebbe regalato un futuro. C’è l’attesa e poi una lettera con una foto. “Non è „proprio bello“, pensa, “ma piacente““. Chissà, forse c’è di più in lui della bellezza“. Si organizza l’incontro e l’uomo da Milano si reca in Sicilia. A lui deve essergli sembrato un altro mondo la Sicilia. “La gente è così diversa”, pensava il probabile marito, “e poi questa lingua incomprensibile che parlano. Mangiano e mangiano e anche il cibo è diverso. Qui però c’è una donna che come me vuole costruirsi una vita. E poi lei non sa, non conosce il mio segreto!“ Si accettano le reciproche differenze. Lui cerca di capire come parla lei e lei fa lo stesso. “È strano“ pensa Concetta „ma è del Nord, sarà per quello, con il tempo sarà diverso, con il tempo ci ameremo. “Le nozze si fanno, la giovane Concetta sperimenta finalmente anche lei la gioia del fidanzamento, di una proposta di matrimonio. Lei a differenza di alcune delle sue sorelle avrà anche l’abito bianco da sposa e la festa al ristorante. „È arrivata anche per me la fortuna, me ne andrò a Milano nella grande città delle opportunità.“ Si sposano questi due sconosciuti e l’uno non conosce ancora niente dell’altro. Questo fa crescere la tensione, in fondo c’è solo da scoprire e non ci sarà il tempo per annoiarsi. Poi il viaggio in treno fino a Milano. Ad un certo punto si arresta la corsa. Si tira il freno per la richiesta di soccorso. Lo sposo è caduto a terra, perde conoscenza e si dimena. Il suo corpo è come impazzito, comandato da scosse. È in preda alle convulsioni. La sposa non aveva mai visto niente di tutto ciò. Non ne conosceva nemmeno l’esistenza. „ Ma che cos’ha?“, chiede lei. Qualcuno le risponde: “Sono crisi epilettiche, Signora“. Concetta scopre che cos’è l’epilessia e in quel momento scopre che sarebbe stata lei a dover portare i pantaloni e fare il capofamiglia e soprattutto scopre come mai l’uomo non aveva trovato prima una moglie. Ma ora era suo e con lui avrebbe dovuto convivere per sempre, con una delusione che le avrebbe riempito la vita.
Una storia di vita reale, ben costruita che si legge piacevolmente.
Descrivi con naturalezza la situazione della donna in quegli anni al Sud.
Brava ho letto con piacere il tuo racconto
Marinella,
una breve e più che plausibile storia di vita, che sposta il baricentro dall’iniziale illusione di un futuro prosperoso alla disillusione che solo un destino crudele può marchiare sulla pelle.
Riuscitissimi l’inquaramento storico, il contesto e le poche, essenziali pennellate che hai utilizzato per disegnare la figura della donna del sud.
Complimenti.