Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2017 “Voglio conoscere il mondo” di Rosella Mezzasalma

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

Voglio andare nello spazio, voglio conoscere le galassie, i mondi, chiedere tanti perché…”

Va bene Tommy” rispondeva la maestra Marta, “ma cosa vorresti fare da grande?”

Conoscere, esplorare…”

Sì, sì certo…continua a studiare Tommy…”

La solita risposta della maestra… ma perché? Tommy non capiva… o forse era la maestra che si chiedeva come mai Tommy, tra tutti, rispondeva sempre con molta, troppa fantasia. Fantasticava troppo. Anche i temi di Tommy erano sempre particolarmente fantasiosi, spesso poco pertinenti. Eppure Tommy tornava sempre su quell’argomento.

Colpa di Star Wars, il suo film preferito? Ma che male c’era? In fondo aveva solo 10 anni!

Tommy, vieni con me…” Era la voce della maestra Marta, ferma, dolce, pacata. “Coraggio Tommy, cosa aspetti? C’è tutto un mondo da scoprire…”

Tommy alzò lo sguardo. I suoi occhi marrone scuro con le lunghe e folte ciglia incrociarono quelli verdi e profondi della maestra.

Seguimi”. Così dicendo la maestra Marta cominciò a salire lungo una scala che Tommy non aveva mai visto…era una scala in legno, a chiocciola e Tommy udiva il legno scricchiolare ad ogni suo passo. Ci vollero parecchi minuti prima di arrivare in cima. Lì c’era una porticina chiusa, anch’essa di legno.

La maestra tirò fuori dalla sua tasca una chiave e la fece girare nel chiavistello. Con una lieve pressione la porta si aprì…

Gli occhi di Tommy si spalancarono. Era una piccola stanzetta. Al centro un enorme telescopio. Tommy non ne aveva mai visto uno così grande, tanto grande da rendere la stanzetta ancora più piccola.

Di fronte si trovava una vetrata rossa e verde raffigurante un maestoso albero dalle profonde radici e con lunghi e rigogliosi rami. In alto una cupola raffigurante l’immagine coloratissima di un meraviglioso mandala… Tommy ne aveva già visti diversi. Era proprio simile a quelli che la sua mamma aveva l’abitudine di colorare con tanta pazienza.

Fu attratto subito dal centro, un cerchio color indaco intorno al quale si schiudevano tanti petali viola e turchesi. Per un attimo Tommy rimase lì, incantato e perso in quei toni così intensi. Il tutto si ramificava fino alle estremità. Foglie e fiori sorgevano ovunque. I colori erano cangianti, dal verde al fucsia, in ogni diversa tonalità. Si snodavano a raggiera conferendo a tutto l’insieme un senso di profonda armonia.

Tommy, sei pronto?”

La voce della maestra Marta riportò Tommy in quella stanzetta. Il telescopio era sempre lì.

Vieni Tommy, avvicina gli occhi alle lenti e dimmi cosa vedi…io starò qui, accanto a te, sempre…coraggio, punta il telescopio al centro della cupola e premi quel bottone.

La mano di Tommy tremava, il cuore batteva all’impazzata, ma riuscì lo stesso ad arrivare al pulsante. In un attimo il telescopio si mosse posizionandosi proprio verso il centro del mandala. Tommy strinse forte i manici stando con gli occhi attaccati alle lenti.

Non vedo niente…”

Devi avere pazienza, tanta pazienza…”

E’ tutto blu…ora vedo tante piccole luci, ma non riesco a capire cosa…ohhhh! Ma il telescopio si muove da solo! Ora si avvicina ad una luce….aiutoooo!” urlo Tommy, “mi sta risucchiandooooo!”

Lasciati trasportare, non avere paura…”

Furono le ultime parole udite da Tommy mentre si lasciava sospingere da un’energia mai sentita prima.

E ora dove sono? Che posto è questo?”

Tommy si trovò centro di un’enorme spianata verde circondata da giganteschi tigli argentati. L’aria era fresca, la luce intensa.

Tommy avvertì la presenza di qualcuno che lo stava osservando… si voltò e vide alle sue spalle un imponente ed elegante cavallo nero. Il manto era lucido, la criniera lunga e folta, i muscoli tesi e pronti a scattare.

Chi sei?” Chiese Tommy timidamente.

Mi chiamo SCAT e sono qui, impaziente e fervente per te… mi hai chiamato tu…eccomi!”

Io? Ma come?”

SCAT si chinò e Tommy gli salì istintivamente in groppa. SCAT cominciò a galoppare, veloce come il vento. Tommy non aveva paura, ma voleva rallentare. “Ehi SCAT, non così veloce, non riesco a vedere bene dove mi porti, non fisso nella mia mente i luoghi che attraversiamo”.

Sono al tuo servizio… devi solo dirmelo…sei tu che mi dirigi…”

Io? Vuoi dire che Ti conosco già?

Io sono te Tommy…”

Poi un ruggito.

Oddio SCAT una tigre! E ora cosa facciamo?”

SCAT era fermo e non rispondeva. La tigre era molto vicina e fissava Tommy dritto negli occhi. Poi un forte ruggito e ancora un altro.

SCAT corri, scappiamo!!!”

Ma SCAT non rispose e stava lì, fermo.

Non farci male, non ti abbiamo fatto niente, smettila di ruggire!”

Basta che tu me lo chieda, di solito è con te che parlo…”

Con me? Ma io non ti conosco…ti vedo ora per la prima volta…io…”

Tommy…”

Come conosci il mio nome?”

Certo che lo conosco …io sono te…mi chiamo FURY….devi solo dirmi quando venire e quando andarmene…io ti servirò…come tu mi chiederai…”

Ma…” Tommy, sempre più confuso eppure stranamente calmo, non capiva…

Tommy, finalmente! Eccomi, sono STRUZZY!”

Struzzy? Anche Tu mi conosci? Io però non ho mai visto uno struzzo vero in vita mia…è la prima volta…”

Al tuo servizio Tommy…spesso mi chiami e mi chiedi di scappare, senza volere ascoltare e guardare…”

Io?”

Sì, tu. Mi chiami quando ti arrabbi e non vuoi ascoltare nessuno….”

Non é vero…ora mi stai proprio facendo arrabbiare, basta!” Tommy chiuse gli occhi e si tappò le orecchie.

Che strano posto era mai quello? SCAT, FURY, STRUZZY… e chi li aveva visti mai prima d’ora?

Si alzò il vento, leggero e fresco. Avvolse Tommy in una morbida carezza, rinfrescandolo e destandolo dal suo momentaneo isolamento. “Tommy, apri gli occhi, guarda e ascolta…”

Ma da quando il vento parla?”

Tommy percepiva il vento tra i suoi capelli, sulla sua pelle, nel suo respiro. Si sentì fresco e sollevato, di nuovo leggero, i radar attivi, la mente lucida, attenta e serena…

Alzò lo sguardo proprio mentre un’aquila maestosa stava volteggiando nel cielo azzurro, gli occhi puntati proprio su Tommy. L’aquila si abbassò fino a sfiorarlo e Tommy poté udire il suo saluto “eccomi, sono EAGLE…al tuo servizio ogni volta che sentirai ardere dentro di te il desiderio di cercare, trovare, vedere tutto ciò che già sta aspettando il tuo arrivo, che esiste per te….il mondo, Tommy.”

Portami con te!” gridò Tommy, lo sguardo rivolto al cielo cercando di seguire il volo dell’aquila.

Poi il solletico, sì alle sue gambe…Tommy abbassò di colpo lo sguardo…

Sono qui Tommy, non mi riconosci? Sono HOUND”

Un bellissimo cocker spaniel color miele stava scodinzolando intorno a Tommy, annusandolo tutto….

Ogni volta che me lo chiederai, annuserò il terreno, seguirò tutti i sentieri che mi indicherai e sarò sempre accanto a te, perché io sono te…”

Tommy cominciò a correre senza meta, cercando di capire dove fosse e cosa mai stesse succedendo intorno a lui…no, non era un sogno…

Si fermò attratto da una strana costruzione, tante piccole celle unite insieme. Tommy la riconobbe subito, era un alveare e poté udire il ronzio delle api ordinatamente all’opera.

E se mi pungono? O mi conoscono anche qui? E tu chi sei?”

Sono SOUL e dirigo il lavoro di tutte le api…non avere paura, ci conosci da sempre…faremo in modo che non ti manchi mai di che saziarti, ogni cella serba per te risposte, esiste per sfamarti…”

Tommy si voltò di scatto.

A pochi metri scorse una radura con un piccolo lago azzurro. Arrivò al laghetto assetato. Si chinò per bere e…c’erano tutti, sì proprio tutti…riflessi nell’acqua, al centro Tommy, in mano la bacchetta di un direttore di orchestra…accanto a lui SCAT, FURY STRUZZY, EAGLE, HOUND e SOUL, fermi e obbedienti in attesa dei gesti della sua bacchetta.

Tommy cominciò a capire…doveva dirigere un’orchestra, stabilire il ritmo del suo vigore e delle sue energie, della rabbia che spesso provava quando si sentiva deluso e incompreso, dell’istinto di scappare e di negare quando provava paura; doveva indirizzare il suo coraggio, la sua grinta, la sete di conoscere e la sua costanza lungo i sentieri tracciati per lui.

Doveva, ma soprattutto poteva comporre le melodie più diverse, tessendo così le trame della sua crescita. Avrebbe trovato sempre di che nutrirsi alle celle dell’alveare, colme di sapienza e conoscenza per fugare ogni suo dubbio e trovare la risposta ad ogni domanda e di dolcezza per i perché privi di evidente risposta.

Tommy si sentì improvvisamente stanco.

Si sdraiò per terra, in tempo per vedere il cielo stellato sopra di sé e sentire il vento sussurrargli “conosci te stesso Tommy e conoscerai il mondo”.

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8 commenti »

  1. Una parabola educativa in forma di fiaba, con tanti aspetti della natura umana classicamente rappresentati da degli animali. La ricetta della semplicità, di cui credo non si debba mai aver paura. L’apparente ingenuità che si respira nel racconto sembra fatta apposta per comunicare ai coetanei di Tommy, forse avrebbe dovuto partecipare come racconto per bambini ma se la leggiamo anche noi adulti male non ce ne fa 🙂

  2. Gentile Ugo Mauthe,

    Grazie del bel commento, il primo per me, da neofita in questo campo…molto importante, quindi, per spronarmi a continuare lungo questo percorso appena iniziato e ancora tutto da scoprire…

    Grazie del tempo che mi ha dedicato.

  3. Racconto straordinario: fiaba dai risvolti onirici.
    L’autrice con eleganza conduce Tommy ed il lettore in un viaggio alla ricerca dell’io, viaggio non privo di ostacoli ma colmo di emozioni e scoperte. Così la vita, così il mondo,così l’essere umano.
    Con infinite sfumature filosofiche l’autrice ci ricorda che la vita è una eterna meraviglia, come del resto l’essere umano alla ricerca perenne del proprio equilibrio e del proprio valore nel mondo.
    Racconto fantastico dai mille risvolti.

  4. Grazie Micaela, grazie di cuore per le belle parole che sono onorata di leggere.

  5. Di questo racconto mi ha colpito la lucida consapevolezza dell’autrice.
    Parte come una favola per bambini, ma si rivela assai presto un viaggio simbolico all’interno della personalità umana.
    Non credo che il racconto sia diretto ai coetanei di Tommy, come scrive Ugo Mauthe; la simbologia che disvela a mio avviso è più complessa e può essere meglio compresa dagli adulti.
    Il racconto ci mostra la complessità dell’animo umano composta di tante sfaccettature e di tante componenti che danzano al nostro interno rendendo impossibile ogni classificazione e categorizzazione, tanto care invece ai tempi che viviamo.
    Classicissimo il richiamo del Conosci Te stesso “????? ??????” di cui il mondo moderno ha tanto bisogno

  6. Grazie aleval66 del commento. Mi emoziona leggere le tue parole…hanno colto perfettamente il messaggio del racconto che ho scritto…conoscere se stessi…questo e’ il punto di partenza…per scoprire che la vita e’ un mistero straordinario…da vivere…nonostante le grandi prove…

  7. Carino questo racconto: il tema ricorda quello del film “Inside Out”, peraltro bellissimo. Avercela la bacchetta per dirigere le nostre emozioni come un direttore d’orchestra … ma Tommy avrà tempo per scoprirlo!

  8. Grazie Alberto Ciampi del bel commento e del tempo dedicatomi. Importante spunto di riflessione e di approfondimento.

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