Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2017 “Neve e Ciliege” di Adalgisa Valentini (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

In una grande fattoria vivevano una volta due topolini, due fratellini, che si chiamavano Mangiasugo e Schifiltoso. Mangiasugo era un gran golosone, sempre pronto a mangiare qualsiasi cosa anche se, come si può facilmente capire dal suo nome ciò che prediligeva era il sugo, sugo di ogni tipo, pomarola, ragù di carne, di tonno, di peperoni, insomma sugo, sugo e sempre sugo. Aveva un bel pelo lucido, due occhi vispi e attenti, una coda lunga e scattante e delle bellissime orecchie. Suo fratello Schifiltoso era magro come un uscio, con il pelo rado e due occhi tristi che si illuminavano soltanto a Maggio quando era il tempo delle ciliegie, Schifiltoso, infatti non mangiava mai niente che non fossero rosse, rotonde, squisite ciliegie ma, come tutti sanno questi frutti si trovano solo a Maggio e Giugno, così schifiltoso per il resto dell’anno moriva di fame. Accadde un anno che venne un inverno molto freddo e prolungato, la neve aveva ricoperto gli alberi, campi e tetti; tutti se ne stavano in casa godendosi il calduccio dei caminetti accesi. Mangiasugo se ne rimaneva a giornate seduto sulla sua sedia a dondolo, fumandosi la pipa e leggendo il giornale avvolto in una bella coperta di lana. Un pomeriggio, quando fuori tirava un vento gelido, Mangiasugo pensò a Schifiltoso e subito lo assalì il pensiero di come potesse essersi ridotto a causa del freddo e della dieta forzata. Pur se controvoglia abbandonò le sue soffici pantofole, il suo caldo plaid e a fatica indossò cappotto berretto e stivali. Appena aperta la porta di casa l’aria ghiaccia dell’inverno lo gelò, ma si fece coraggio e continuò a camminare nella tempesta di neve, fece il giro del granaio e giunse all’uscio di Schifiltoso. Suonò, busso e chiamò per molte volte ma nessuno si fece vivo, così si diresse verso un vaso di fiori dove il fratello teneva la chiave di scorta. All’interno della casa regnavano il buio e il freddo, sembrava che nessuno vi abitasse più da mesi. Mangiasugo non ebbe bisogno di vedere altro accese come prima cosa il camino poi preso in braccio il fratello portò Schifiltoso sulla poltrona di fronte al fuoco che ardeva già caldo, dopo di che il suo brillante cervello cominciò ad elaborare un piano. Salutato Schifiltoso e promessogli di tornare al più presto, Mangiasugo si rivestì, e sempre nella tempesta, si diresse verso la cucina della fattoria. La fortuna lo assisteva la cucina era vuota e sui fornaelli c’era un bel pentolone di sugo appena cucinato. Il topolino si diresse alla credenza dove sapeva che veniva tenuto il pane, prese un bel pezzo di mollica, dopo di che si diresse nuovamente verso i fornelli e, aperta la pentola vi tuffò il pane. Mangiasugo fece qualche altro viaggetto per la cucina alla ricerca di ciò che gli mancava per il tocco finale, aprì un cassetto e prese degli stuzzicadenti poi sull’acquaio staccò delle foglie di salvia dal vaso di terracotta che veniva tenuto lì abitualmente. Ripescò la mollica l’adagiò su un piatto poi, con molta pazienza cominciò a fare delle piccole palline di pane ed ad ognuna attaccò uno stuzzicadenti ed una fogliolina di salvia. Riusci a trovare un cestino e vi mise dentro una decina di piccole rosse palline di pane. Quando terminò l’operazione era ormai molto tardi ed era anche tanto scanco, ma si fece coraggio e tornò a casa di Schifiltoso. Quest’ultimo, riscaldato dal fuoco si sentiva già meglio, così quando vide un canestro pieno di ciliege, quasi non credette ai suoi occhi. Come poteva essere possibile? Eppure era pieno inverno, ma era sicuro che i suoi occhi non lo ingannavano. Mangiasugo gli portò il canestro vicino, Schifiltoso quasi lo assaltò in pochi minuti divorò tutte le ciliegie e aveva il pancino pieno. Per ben due settimane Mangiasugo portò al fratello le sue magnifiche ciliegie rosse. Il topolino in breve divenne bello paffutello con gli occhi vispi e il pelo lucido. Ripresosi completamente, un giorno che andò a trovare Mangiasugo gli portò in dono un vaso di ragù ed un biglietto.

“Fattoria del Grano, 1 Febbraio 2000
Caro Mangiasugo,
sei stato proprio un caro fratello, ti voglio
tanto bene e ti ringrazio
ps. Devo confessarti una cosa… le ciliegie
invernali sono più buone di quelle di Maggio”

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1 commento »

  1. Soprattutto perché le ciliegie invernali sono frutto dell’amore di un fratello che non si è arreso! Molto carino!

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