Premio Racconti nella Rete 2017 “La signora Rivetti” di Ombretta Guarnieri
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017La signora Rivetti adorava andare in spiaggia. Ma solo nelle mezze stagioni, e solamente nei giorni infrasettimanali. Negli altri periodi c’era o troppo freddo o troppa gente. E questo non le piaceva.
Di solito faceva una lunga passeggiata bagnandosi i piedi, se le aggradava, e poi stendeva un asciugamano sulla sabbia e rimaneva così, a guardare le onde che si frangevano a riva, senza pensare a niente o a qualche sciocchezza del passato.
Quella mattina non aveva voglia di camminare, così si era portata una sediolina di quelle reclinabili e un libro da leggere. Se ne stava in quel modo, tutta beata immersa nella lettura, quando udì dei passi avvicinarsi.
-Salve.
Voleva terminare il paragrafo, si trovava in un momento saliente della storia.
-Salve!-ripeté il disturbatore, una voce roca da fumatore.
Stavolta non poté far finta di non aver sentito. –Buongiorno-disse, con un falso sorriso sul volto.
-Disturbo?
La signora Rivetti alzò le spalle con sempre quel sorriso stampato sul volto.
-Sa-disse quello,-non c’è nessuno qua intorno oggi.
Estrasse una sigaretta dal borsello che portava a tracolla e fece il gesto d’accendere. –Dopo una bella camminata, avevo proprio voglia di fare due chiacchiere.
Si accese la sigaretta, riparando la fiamma dal vento con una mano. –Oh, ma forse lei non gradisce il fumo.
-Grazie-disse la signora Rivetti.
-Mi scusi, spengo subito- E spense la sigaretta sulla sabbia, dopo aver scosso il fiammifero in aria.
-Legge?
-Un po’.
-Uh, roba interessante-disse l’uomo, abbassandosi a leggere la copertina.
-Macché. Romanzetti-disse la signora Rivetti.-Roba semplice. Niente d’impegnativo.
-Eh ma mi par giusto-disse l’uomo, convinto.-É proprio quello che ci vuole da leggere in spiaggia.
Si calò a sedere sulla sabbia. –Preciso. Proprio perfetto!-continuò a dire. Sfoderò un sorriso a trentadue denti. –Lei comunque ha tanto l’aria di una signora con della cultura… con delle idee, intendo dire.
-Oh ma si figuri.
-Sì sì-disse quello.-Si vede da come tiene in mano il libro, da come guarda le pagine… mica è da tutte avere un portamento così.
-Oh ma si figuri, il libro lo tengo in modo normalissimo.
-No, si fidi! Lo tiene in modo egregio!
-E lei è un adulatore-disse la signora Rivetti, che si sciolse in una risatina argentina.
In quel momento arrivò un venditore ambulante carico di cianfrusaglie e foulard.
L’uomo guardò verso la signora Rivetti e quando vide il suo gesto di rifiuto, cominciò a far cenno al ragazzo di avvicinarsi. Tirò fuori una banconota dal suo portafoglio e gliela porse. Quello ringraziò inchinandosi più volte. Poi insistette affinché prendessero qualcosa dal suo bazar ambulante, almeno un orecchino, di quelli semplici. Alla fine la signora Rivetti acconsentì per un braccialetto di piccole pietre verde topazio.
-Ciao giovanotto, buona giornata!-salutò l’uomo sollevando la mano sopra il cappello, cordiale.
-Ma non doveva-bisbigliò la signora Rivetti, quando il venditore fu abbastanza lontano.
-Oh lasci stare-disse l’uomo.-Sono bravi ragazzi. Speriamo che trovino un futuro migliore qua da noi. Ma mica è detto.
Si accorse che il tono della conversazione era calato un po’ troppo. –Ma andiamo a bagnarci i piedi-propose, illuminandosi tutto.-Le va?
-Prima era un po’ fredda.
-Suvvia, è quasi mezzogiorno, ormai dovrebbe essere un brodo.
-Macché brodo. Siamo solo ad aprile.
-Fine aprile-precisò l’uomo, già messosi in piedi. Tese la mano verso la signora Rivetti, per aiutarla a sollevarsi dalla seggiolina. Quella si mise un gonnellino sopra al costume. L’uomo posò sulla sabbia la sua borsetta a tracolla e l’aspettò offrendole il braccio.
-Uh che fredda!-squittì la signora Rivetti.
-Suvvia-fece l’uomo, improvvisando una corsetta in girotondo.-Senta un po’ che bellezza. Mare cristallino. Spiaggia deserta. Mi dica se questo non è il paradiso!
La signora Rivetti cercava di abituarsi al freddo dell’acqua, saltellando da un piede all’atro. Voltò le spalle alla spiaggia, per cercare il calore del sole sul viso e sulle spalle.
A un certo punto l’uomo si fermò, come colto da un grande stupore. –No! Via signora! Ma quest’immagine di lei col viso immerso nel sole. Che meraviglia. Aspetti qua che le faccio una foto.
-Ma che dice-rise la signora Rivetti.-Sono solo una vecchia signora che sta morendo di freddo, con i piedi nell’acqua gelata. E comunque la macchina fotografica non ce l’ho.
-Nessun problema-disse l’uomo.-La faccio con la mia.- Era andato a rovistare dentro al borsello.
-Ecco qua-disse trionfale, sfoggiando piccola fotocamera. –Sorrida un po’… anzi no, non sorrida, va bene così naturale com’è.
Scattò un po’ di foto, accompagnandosi con grugniti di soddisfazione. –Ecco fatto!-disse.-Servizio completo!- Ripose la fotocamera, sorridendo al mare.
-Bene-disse.-Ora devo proprio andare.
Si levò una lingua di brezza e la signora Rivetti si tenne la gonna con una mano. Le uscì un’espressione cortese ma un po’ impacciata. L’uomo era già tornato al suo borsello e se lo era messo a tracolla.
-Ossequi, signora…?
-Marta-disse la signora Rivetti.
-Mi scusi, ma devo proprio scappare…. Ma domani torni eh, che le porto le foto belle stampate.
Cominciò a camminare. –Su carta patinata.
Salutava con il palmo in aria. –Vedrà che bellezza!
Era già in fondo alla spiaggia. –E se domani non la trovo, torno dopodomani, e il giorno dopo ancora. Mi aspetti!
La signora Rivetti scrollò il capo, divertita. –Ce n’è di gente strana a giro-le scappò detto, a voce alta. Ma l’uomo era già lontano, e intorno non c’era nessuno. –Sarà meglio tornare a casa.- Si abbassò a richiudere la seggiolina da spiaggia e a raccogliere il libro. Quando aprì la borsa per metterlo dentro, le scappò un’imprecazione. –Farabutto-mormorò.- Sollevò lesta il capo in cerca della figura dell’uomo sul lungo mare, ma non trovò nessuno. –Se ti ribecco-disse a denti stretti. Ma ormai il portafoglio non c’era più, e l’uomo non sarebbe certo tornato a riportarle le foto.
Ombretta, una storia di banale quotidianità raccontata con uno sguardo tenero che, a farci attenzione, lascia percepire il disincanto. Mi è piaciuto.
Simpatico davvero il tuo racconto Ombretta! Le persone sole sono facili da raggirare, cedono alle lusinghe, si lasciano trasportare dalle improvvise novità … hai reso benissimo il personaggio!
Grazie Paola e grazie Lidia per l’apprezzamento.
Povera signora Rivetti! Ombretta, il tuo racconto tocca con leggerezza un tema di una certa attualità, perché purtroppo sono molti gli anziani presi di mira da truffatori e imbonitori.
Ombretta, mi piace molto la semplicità di questo racconto e ho immaginato a pieno la scena e i personaggi. Davvero bello, in bocca al lupo.
Certo Riccardo, leggerezza, come quella usata dall’uomo di passaggio nei confronti della signora 🙂
Grazie per la lettura e il commento
Grazie Aurora, racconto semplice ma che ha colorito la tua fantasia quindi. Mi rallegra.
Ricambio l'”in bocca al lupo” 😉
volevo scrivere “colorato” non “colorito” scusa!
Io ho capito subito che era un tipo losco quel disturbatore… mai fidarsi di chi getta i mozziconi nella sabbia!
Ombretta, hai descritto benissimo la diffidenza iniziale, la lenta apertura e la timida illusione poi crollata. Non si può non essere delusi insieme alla povera signora. Ma tu non deludi affatto, brava davvero.
Brava Marcella, quindi a te il tipo non ti avrebbe fregato! 😉
Mi fa piacere che qualcuno abbia colto in pieno quello che volevo trasmettere con il mio racconto, ovvero la trasformazione della signora Rivetti nei confronti del tipo di passaggio. Grazie!
Ombretta,
non per fare il lestofante di turno, ma ho da subito nutrito una forte simpatia per il “disturbatore” :-): spigliato, incalzante, oratore nato ed affabulatore di professione.
Ed ho apprezzato non solo la sua figura e la sua significativa gestualità, ma anche i discorsi, credibilissimi ed ammalianti, con cui ha sapientemente circuito la povera Sig.ra Rivetti.
Allo stesso modo, lo stile che hai adoperato, diretto e senza troppi fronzoli, consente di addentrarsi alla perfezione tra le righe di una storia lineare e ben congegnata, che si chiude con un finale ad effetto che lascia l’amaro in bocca per la sorte della sfortunata protagonista.
Da oggi terrò stretto il borsello quando sono in spiaggia: sicuro!
Davvero brava.
Bravissima Ombretta, un racconto semplice e divertente, che fila perfettamente e coinvolge. Sono d’accordo con Marcella: la progressiva confidenza della protagonista è tratteggiata con estrema efficacia. Complimenti davvero!
Lorenzo, che dire… staro’ con gli occhi ben aperti nel caso un giorno dovessimo incontrarci 😉
Per il resto davvero lieta che tu abbia colto il succo del testo.
E tienilo stretto anche tu quel borsello… specie se dovesse avvicinarsi una piacente signorina in bikini succinto. Magari le piaci davvero, ma chissa’… 😀
Grazie Giada!
Mi sento sempre piu’ in colpa per la povera Signora Rivetti. 🙂
Che storia tenera… o meglio è tenera la Rivetti e la scrittura ne rende tutta l’ingenua fragilità con grande efficacia. Mi è piaciuto molto, grazie 🙂
Grazie a te Ugo per aver colto e gradito la tenerezza e l’ingenuita’ della signora Rivetti 🙂
Bello, complimenti! Il taglio cinematografico Mi ha ricordato l’atmosfera di certe commedie italiane anni ’60. Brava.
Grazie Daniela! E’ probabile che un po’ dell’atmosfera di quelle belle commedie italiane anni ’60 che ho visto siano finite qui 🙂
Ombretta, congratulazioni e tanti complimenti ancora!
Sapevo che non mi avresti delusa.
Ombretta,
congratulazioni anche qui, “vicina di casa”!
Ombretta,
adesso ho capito perché il tuo racconto è tra i 25, perché è bellissimo, lieve e delicato.
bravissima a dipingere con pochi dialoghi due personaggi deliziosi e a creare racconto che si legge d’un fiato, se non fosse per il finale azzeccatissimo, sarei andato anch’io incontrare e entrambi il giorno seguente.
complimenti
Cara Ombretta , avevo già letto il tuo raccontino…che mi aveva fatto risentire un bel po’.Motivo? Mi sento tanto Signora Rivetti!! Mai nessuno mi ha rubato il portafoglio , così, ma alcune volte ho ricevuto delle avances da giovani, giovanissimi tristissimi gigolo . Una volta in treno..ed poi ancora, ancora. E perché son sicura che fossero gigolo? Ma perché avrebbero potuto esser miei figli, ma non spasimanti ! Che scema la signora Rivetti! Che illusa ! Che rabbia! Il tempo va…inutile illudersi.Dicevo..ma quanti anni hai??
Ciao Ombretta, finalmente ho il piacere di conoscere ls Signora Rivetti. Quello che colpisce, sin dall’ iniizio, è che la tua S.ra appare tuttaltro che un’ ingenua, una che si lascia abbindolare. Resta sulle sue. Non da troppa confidenza ma, semmai la sopporta con educazione. Mentre l’ altro, insinuandosi in una minuscola crepa del suo cuore, quando spegne la sigaretta riesce ad accendere una speranza, velata ed impercettibile, ma sufficiente a trasformare quella crepa del cuore in un varco che aprirà la strada al truffatore. Racconto ” sempreverde ,, inevitabolmente cinico perché msledettamente realistico.Ombretta, adesso che ho conosciuto la Rivetti spero di conoscere presto anche la Guarnieri 🙂
Grazie ancora Marcella! Ci avevi visto lungo! 🙂
Ciao Lorenzo! Grazie!
Grazie Gianluca… allora l’incontro vuol dire che sarà… con i personaggi del prossimo racconto 😉
Salve Laura. Il mio ‘raccontino’ ringrazia. In realtà al ‘disturbatore’ non ho attribuito età… anzi, io me lo dipingevo più o meno coetaneo della signora. Ma è bello sentire che nel lettore i dettagli si siano sviluppati in autonima.
Grazie Gloria… eh sì, hai proprio colto l’evoluzione psicologica dei due protagonisti! Speriamo di incontrarci a Lucca!
Grazie Ombretta!
Ho sempre sognato di incontrare personalmente il personaggio di un racconto!!! ….se posso chiedere ambientalo dalle mie parti… per comodità mia 🙂
Ombretta, ‘raccontino’ non voleva essere un termine diminutivo, ma AFFETTUOSO!
Gianluca, ci penserò… fra l’altro la tua città natale mi è molto cara, visto che per me è stata quasi una ‘luna di miele’ di lungo periodo.
Veramente simpatico questo tuo racconto, pur nella sua drammaticita’, perché alla fine la povera signora viene derubata. Eppure il ladruncolo non riesce ad essere antipatico né odioso. E il merito è solo tuo, Ombretta. Complimenti!
sì certo Laura. Ci mancherebbe! 🙂
Salve Lucia, grazie per il commento e l’apprezzamento e perdona il ritardo con cui rispondo.
E’ vero, il ladruncolo non è poi così antipatico, diciamo che alla fine ci ha rimesso solo la povera signora Rivetti 🙂